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EDITORIALE Domenica 15 marzo 2009 5 A sinistra un’edicola e nelle altre immagini un fotocompositore al lavoro e una pila di giornali. In basso una rotativa per la stampa di un quotidiano NON DEVE ESSERE UN CAPRICCIO Giornalismo: valore e ragioni Distinguere un’idea che sa di romanticismo dalla realtà di un mestiere antico inteso come una vera e propria vocazione che diventa autentico motivo di vita (continua dalla prima pagina) BIAGIO AGNES La conferma che il giornale scritto continua a rappresentare la quintessenza non solo simbolica dell’informazione, pur nell’evoluzione tecnica dei mezzi della comunicazione, (ad ognuno dei quali peraltro dedichiamo settori specifici) dalla didattica ai laboratori; l’altra è che il giornalismo, in qualunque fase – sia dell’apprendimento sia dell’esercizio professionale – deve “contaminarsi” quotidianamente della realtà circostante e la nostra realtà circostante è la città di Salerno con tutto il bacino geografico di cui essa è il cuore: apparire di nuovo anche nelle edicole di questo esteso comprensorio ribadisce i principi generali che reggono l’esercizio quotidiano di scambio fra l’insegnare e l’apprendere. Cosa devono aspettarsi gli allievi di questo secondo corso dal loro futuro? L’esperienza di coloro che li hanno preceduti nel Campus di Fisciano consente un “rispecchiarsi” molto incoraggiante. Non è un caso se la verifica, sia pure ufficiosa, degli esiti dell’insegnamento 2007-2008 ha collocato la Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno al vertice della qualità assoluta insieme con le Scuole di Milano e Perugia. Ma già una verifica parziale della bontà dei risultati si era manifestata negli interludi estivi, quando i nostri praticanti si erano cimentati in stages specifici nei grandi quotidiani e in quelli regionali, nelle redazioni dei telegiornali e dei giornali radio della Rai, nei telegiornali di Mediaset, nelle agenzie, negli uffici stampa. Tutte occasioni importanti che, dimostrando la capacità acquisita nei due anni, hanno poi dato luogo in alcuni casi a concrete proposte di lavoro. Un apprezzamento lusinghiero sia per i corsisti sia per noi che abbiamo convissuto le fasi della loro preparazione tenendo d’occhio le diversificate aspirazioni di ciascuno. L’adozione di una linea o di un profilo pragmatico è un punto di riferimento essenziale della nostra Scuola, se si pensa che già nelle prove per accedere al corso si tiene conto di sceverare ciò che si manifesta come un capriccio romantico dalla concezione di un giornalismo inteso come una vera e propria vocazione e quindi come ragione di vita, con gli immancabili sacrifici ma anche con le meritate soddisfazioni. Il giornalista, comunque operi – dai quotidiani agli uffici stampa – esercita una fun- La Pubblica Amministrazione non tiene conto dei suoi doveri e disattende l’applicazione della legge 150 zione sociale indispensabile e per questo si deve aspettare dalla società quelle garanzie che competono proprio a chi si rende utile per l’evoluzione civile del contesto in cui si agisce. Ne deriva fatalmente il rispetto dell’etica e l’osservanza di quel precetto socioeconomico che garantisce continuità e sicurezza contro ogni forma di precarietà professionale. Nella crisi che investe il globo totalmente, è ragione vitale la necessità dell’informazione come la si deve intendere, vale a dire con la presenza persino ubiqua sulla scena dei fatti dove accadono e quando accadono. E’ il sistema nervoso del pianeta che funziona, e questo ci consente un equilibrato otti- mismo. Però è indispensabile che le Istituzioni facciano la loro parte, e l’occasione è propizia per ribadire un mio pensiero che vuole essere una raccomandazione, una critica, un ammonimento. Come già ho avuto modo di sottolineare altre volte, le Imprese, le Università e l’Ordine dei Giornalisti sembrano sempre più consapevoli del ruolo decisivo che svolge l’informazione professionale per il funzionamento corretto delle complesse democrazie del no-stro tempo. Invece, la Pub-blica Amministrazione sfugge ai suoi doveri e disattende l’applicazione della Legge 150, approvata ormai da circa un decennio. La necessità che le Amministrazioni Pubbliche affidino agli iscritti all’Ordine il compito di informare l’opinione pubblica senza distorsioni, improvvisazioni e dilettantismi, non è stata ancora recepita “come un dovere dello Stato e un diritto dei cittadini”, secondo la lezione di Carlo Azeglio Ciampi. Eppure, la correttezza e la professionalità dell’informazione sugli atti della Pubblica Amministrazione non può essere disgiunta dalla giusta azione per raggiungere un maggiore grado di efficienza in tutto il settore pubblico. Ne tenga conto il ministro Brunetta, ne tenga conto il Governo nel suo insieme. Del resto pensare che il giornalismo sia semplicemente “un mestiere antico” è un errore o una lacuna o una pretesa: il giornalismo - considerato velleitariamente a volte mestiere, a volte professione, a volte missione – è soltanto giornalismo che si rinnova ogni giorno e non cambia mai nel suo valore e nelle sue ragioni di esistere. Non lo dimentichi chi nelle Istituzioni ha responsabilità e giusta cultura. Non lo dimentichino neppure i giornalisti e i giovani che aspirano a diventarlo.