Il Paese dei finti scontrini
Numero 29 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
Numero 29 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno<br />
Direttore Biagio Agnes<br />
Redazione - Via Ponte Don Melillo, 84084 Fisciano - Salerno<br />
tel. 089.969437 - fax 089.969618 - email: giornalismo@unisa.it<br />
Sped. Abb. Post. - 70% -<br />
CNS/CBPA Sud/Salerno<br />
Anno IV n. 29 € 0,50 Domenica 6 dicembre 2009<br />
Filosofia e immagini<br />
Giuseppe Tornatore<br />
Tradizioni<br />
EDITORIALE<br />
Nel dubbio<br />
astieniti<br />
BIAGIO AGNES<br />
All’apertura del nostro secondo<br />
corso post-universitario,<br />
un anno fa, si era fatta<br />
una riflessione pragmatica<br />
sulla crisi del giornalismo e<br />
si era convenuto che la crisi<br />
è globale, tende ad incidere<br />
sempre di più e investe tutto<br />
e tutti. L’Italia, l’Europa, il<br />
Mondo. Di qui – credo - si<br />
può estrarre il concetto del<br />
buon giornalismo immune<br />
da traversie contingenti. E il<br />
pensiero corre subito a questa<br />
Scuola dalla quale si deve<br />
uscire con precisi caratteri<br />
identitari su cui ancora oggi<br />
non vi sono dubbi: entusiasmo<br />
e consapevolezza di<br />
un’etica specifica.<br />
Ai miei esordi nella professione,<br />
ebbi la fortuna di<br />
essere tenuto a battesimo da<br />
un grande direttore, Antonio<br />
Picone Stella, che mi<br />
fornì indiscutibili “comandamenti”,<br />
ciò che, nella vulgata<br />
a cui si ricorre per essere<br />
innocentemente enfatici<br />
ad ogni costo, si chiama<br />
“deontologia”. Che non è il<br />
giuramento di Ippocrate per<br />
i medici, anche se spesso il<br />
nostro lavoro incide sulla<br />
‘salute’ quanto meno mentale<br />
di chi si affida a noi, il lettore,<br />
il radioascoltatore, l’<br />
utente televisivo. E può attentare<br />
anche alla salute<br />
fisica, se si pensa a colui<br />
che, esposto alla gogna mediatica,<br />
ha messo fine ai<br />
suoi giorni.<br />
Pagina 5 (continua)<br />
L’estetica<br />
della televisione<br />
e i suoi inganni<br />
ANNIBALE ELIA<br />
Pagina 3<br />
«Con la mia Baarìa<br />
racconto la coralità<br />
della vita di provincia»<br />
GERMANA GRASSO<br />
Pagina 19<br />
A Sirignano<br />
il Natale si festeggia<br />
due volte l’anno<br />
STELLA COLUCCI<br />
Pagina 20<br />
Costruttori, agenzie immobiliari e medici ai primi posti tra gli evasori<br />
<strong>Il</strong> <strong>Paese</strong> <strong>dei</strong> <strong>finti</strong> <strong>scontrini</strong><br />
Si predica lotta serrata ma diminuiscono le pene per chi froda<br />
Tra chi emette <strong>scontrini</strong> un<br />
po’ più bassi, chi proprio non<br />
li emette e chi non si sente<br />
colpevole lo spaccato degli<br />
evasori non sembra affatto<br />
rassicurante. <strong>Il</strong> sistema viziato<br />
di fondo non riesce a risanarsi.<br />
Troppo profonda la ferita<br />
radicata nel tessuto socio-culturale<br />
del <strong>Paese</strong>. Gli<br />
sforzi degli agenti arginano<br />
solo in parte il problema, ma<br />
nelle statistiche la percentuale<br />
<strong>dei</strong> “furbetti” non accenna<br />
a calare. Tra le associazioni<br />
di categoria la certezza<br />
è una: l’esempio a rispettare<br />
la legge manca soprattutto<br />
nelle alte sfere.<br />
BORRELLI e VELLA<br />
Pagina 7<br />
La testimonianza<br />
del giornalista<br />
Parisse:<br />
quant’era<br />
bella<br />
la mia Onna<br />
ACERRA ePADULANO<br />
Pagina 6<br />
Anche la buona tavola risente della crisi<br />
L’arte del gusto<br />
SALZANO VALLI eZARRELLA<br />
Pagine 12 e 13<br />
Malati d’azzardo<br />
I giochi<br />
pericolosi<br />
DE SOMMA ePELLEGRINO<br />
Pagina 11<br />
Car-pooling<br />
Al Campus<br />
con un sms<br />
GIOVANNI SPERANDEO<br />
Pagina 17<br />
Pugilato<br />
<strong>Il</strong> campione<br />
fa il tassista<br />
DANIELE DE SOMMA<br />
Pagina 23<br />
Sud e imprenditoria<br />
Sapori<br />
in fabbrica<br />
BORRELLI eCARDONE<br />
Pagina 15<br />
In pochi mesi trenta incidenti di cui dieci mortali<br />
Cilentana, la strada maledetta<br />
Castellammare<br />
<strong>Il</strong> restyling<br />
della città<br />
parte<br />
dalle stazioni<br />
CHIARA DEL GAUDIO<br />
Pagina 8<br />
Sono troppi gli incidenti<br />
mortali sulla nuova Cilentana<br />
causati dall’alta<br />
velocità e da un manto<br />
stradale tutto da rifare.<br />
È quest’ultima la causa<br />
dell’incidente avvenuto a<br />
Pattano, dove mamma e<br />
figlia hanno perso la vita.<br />
MARIA EMILIA COBUCCI<br />
Pagina 9<br />
LA VIGNETTA di Veronica Valli<br />
IL PUGNO<br />
Se la verità è bellezza e se la parola<br />
ha il potere di scalfire le ingiustizie e<br />
le menzogne, allora è arrivato il<br />
tempo di giocare nel più spregiudicato<br />
<strong>dei</strong> modi. Giocare contro il male<br />
e contro chi, schermandosi dietro<br />
presunti simboli di potere, porta<br />
avanti, imperterrito, la sua versione<br />
<strong>dei</strong> fatti. Ma la verità è una sola e<br />
giustizia sarà fatta solo quando alla<br />
parola scritta sarà dato il significativo<br />
merito di aver fatto sapere a<br />
tutti cosa è davvero successo.<br />
Loredana Zarrella
2 Domenica 6 dicembre 2009 in ITALIA nel MONDO<br />
In vacanza<br />
3 italiani su 10<br />
Nonostante la crisi economica,<br />
tre italiani su dieci<br />
partiranno per le vacanze<br />
tra Natale e Capodanno. Lo<br />
prevede la Confesercenti.<br />
Secondo l’associazione delle<br />
imprese italiane, oltre 16<br />
milioni e mezzo di persone<br />
si metteranno in viaggio a<br />
Natale, spendendo per le<br />
vacanze 11 miliardi e 310<br />
milioni di euro. In tempo di<br />
recessione, cresceranno la<br />
voglia di divertirsi e le prenotazioni<br />
fai da te. Le città<br />
d’arte ruberanno il primo<br />
posto alla montagna.<br />
Ricovero animali<br />
in mezzo ai rifiuti<br />
Un ricovero a cielo aperto<br />
per animali, costretti a vivere<br />
in pessime condizioni<br />
igienico sanitarie e in mezzo<br />
ai rifiuti, è stato scoperto<br />
dai carabinieri in un’area<br />
boschiva a Pescaglia, in<br />
provincia di Lucca. Sequestrati<br />
19 cani, 13 suini e 2<br />
bovini che, secondo gli<br />
investigatori, erano destinati<br />
al consumo umano.<br />
L’operazione è stata condotta<br />
dai militari del Nas di<br />
Livorno, del Noe di Firenze<br />
e dall’arma territoriale di<br />
Lucca, coordinati dal pm<br />
lucchese Antonio Mariotti.<br />
Nell’area sono stati rinvenuti<br />
rifiuti speciali pericolosi,<br />
in mezzo ai quali vivevano<br />
gli animali.<br />
Irlanda, rapporto<br />
sui preti pedofili<br />
Abusi sessuali compiuti da<br />
preti cattolici a Dublino<br />
sono stati coperti per decenni<br />
dai vertici della Chiesa<br />
cattolica irlandese. Lo<br />
afferma un nuovo rapporto<br />
sulle violenze ai minori. Secondo<br />
quanto anticipa il<br />
Telegraph, quattro arcivescovi,<br />
tra cui il cardinale<br />
Desmond Connell, verranno<br />
citati per come hanno<br />
gestito centinaia di accuse<br />
contro i sacerdoti. I prelati<br />
sono anche accusati di non<br />
aver allertato la polizia su<br />
queste vicende.<br />
Medvedev<br />
incontrerà il Papa<br />
<strong>Il</strong> presidente russo, Dmitri<br />
Medvedev, incontrerà Benedetto<br />
XVI in udienza<br />
privata in Vaticano il prossimo<br />
3 dicembre. Lo ha<br />
annunciato l’ufficio stampa<br />
del Cremlino. Nella stessa<br />
giornata Medvedev sarà a<br />
Roma dove incontrerà anche<br />
il premier italiano Silvio<br />
Berlusconi.<br />
A Genova<br />
cani in corsia<br />
Animali da compagnia ammessi<br />
in corsia durante le<br />
ore di visita ai pazienti ricoverati.<br />
La storica innovazione,<br />
annunciata da <strong>Il</strong> Secolo<br />
XIX, partirà dal prossimo<br />
mese nell’ospedale<br />
San Martino di Genova, il<br />
maggiore della Liguria.<br />
Stop alla vendita<br />
della RU486<br />
La commissione Sanità del<br />
Senato ha approvato, con il<br />
voto favorevole del Pdl e<br />
della Lega, lo stop all’immissione<br />
in commercio<br />
della RU486, in attesa del<br />
parere tecnico del ministero<br />
della Salute sulla compatibilità<br />
tra la legge 194 e la<br />
pillola abortiva. Contrario,<br />
invece, il Partito democratico.<br />
Tunisi, cronista<br />
condannato<br />
<strong>Il</strong> giornalista tunisino 49-<br />
enne, Taoufik Ben Brik, accusato<br />
di violenza nei confronti<br />
di una donna, è stato<br />
condannato a sei mesi di<br />
reclusione dal tribunale di<br />
prima istanza di Tunisi.<br />
Ben Brik era stato arrestato<br />
il 29 ottobre con l’accusa di<br />
violenza, oltraggio al pudore<br />
e danneggiamento volontario<br />
di beni altrui. I<br />
reati, secondo l’accusatrice,<br />
la ventotenne donna di<br />
affari tunisina Rym Nasraoui,<br />
sarebbero stati commessi<br />
come conseguenza<br />
di un incidente stradale. <strong>Il</strong><br />
giornalista ha respito le<br />
accuse dicendosi vittima di<br />
una trappola.<br />
Due imbucati<br />
al party di Obama<br />
La popolarità di Michaele<br />
Salahi e del marito Tareq è<br />
destinata a crescere adesso<br />
che entrambi sono riusciti<br />
a imbucarsi alla prima cena<br />
di gala dell’era Obama alla<br />
Casa Bianca.<br />
«<strong>Il</strong> cristianesimo<br />
non è vernice»<br />
«<strong>Il</strong> cristianesimo non può<br />
essere ridotto a una verniciatura<br />
superficiale su una<br />
parete già completa e finita<br />
di suo». Lo ha detto monsignor<br />
Mariano Crociata,<br />
segretario generale della<br />
Conferenza episcopale italiana,<br />
nell’omelia della<br />
Messa per l’inaugurazione<br />
dell’anno accademico dell’Università<br />
Cattolica di<br />
Roma. «Senso dell’esperienza<br />
umana e impegno e-<br />
tico - ha aggiunto Crociata<br />
- o sono cristiani nativamente<br />
e strutturalmente, o<br />
non lo sono affatto».<br />
<strong>Il</strong> monito di Draghi<br />
per il Sud<br />
<strong>Il</strong> Mezzogiorno presenta<br />
“scarti allarmanti” rispetto<br />
al Centro-Nord nei servizi<br />
essenziali quali l’istruzione,<br />
la giustizia civile, l’assistenza<br />
sociale, i trasporti e la<br />
sanità. Lo ha affermato il<br />
governatore della Banca<br />
d’Italia, Mario Draghi, a-<br />
prendo un convegno sul<br />
Mezzogiorno. «Nel Sud -<br />
sostiene Draghi - nascono<br />
tante nuove banche quante<br />
ne nascono nel resto d’Italia,<br />
tenuto conto <strong>dei</strong> pesi<br />
economici relativi». <strong>Il</strong> governatore<br />
ha precisato, che<br />
secondo i dati di Bankitalia,<br />
non ci sono marcate divergenze<br />
nell’andamento<br />
del credito bancario tra il<br />
Centro-Nord e il Sud.<br />
<strong>Il</strong> Giappone valuta<br />
l’effetto superyen<br />
<strong>Il</strong> governo nipponico pone<br />
le basi per intervenire e<br />
contrastare l’effetto superyen.<br />
<strong>Il</strong> ministro delle Finanze,<br />
Hirohisa Fujii, sta valutando<br />
se il governo dovrà<br />
adottare alcune contromisure<br />
di fronte a uno yen in<br />
forte aumento sul dollaro,<br />
salito ai massimi livelli degli<br />
ultimi quattordici anni.<br />
Secondo il governo giapponese,<br />
ulteriori rialzi dello<br />
yen colpiranno l’economia<br />
nipponica.<br />
Francia, rapina<br />
da Cartier<br />
Quattro uomini armati e<br />
con il volto coperto da un<br />
passamontagna hanno rapinato<br />
la gioielleria Cartier<br />
nel centro di Lione. I malviventi<br />
si sono impadroniti<br />
<strong>dei</strong> gioielli della vetrina.<br />
Minacce di morte<br />
a Schifani<br />
Una lettera anonima con<br />
minacce di morte è arrivata<br />
due giorni fa a Palazzo Madama.<br />
Destinatari Renato<br />
Schifani e la sua famiglia,<br />
dopo che il presidente del<br />
Senato è stato chiamato in<br />
causa dal pentito di mafia<br />
Gaspare Spatuzza che gli<br />
attribuisce un incontro con<br />
il boss Filippo Graviano<br />
all’inizio degli anni ‘90.<br />
Nel 2009<br />
l’albero costa caro<br />
L’albero di Natale costa caro.<br />
Secondo la Federconsumatori,<br />
il prezzo degli abeti<br />
natalizi è aumentato del<br />
20% rispetto al 2008. Nel<br />
corso degli ultimi otto anni,<br />
afferma l’associazione,<br />
vi è stato un notevole aumento<br />
del costo degli addobbi<br />
natalizi.<br />
Allarme fuga gas,<br />
ma era un maiale<br />
La flatulenza di un maiale<br />
ha fatto scattare un’emergenza<br />
per la sospetta fuga<br />
di gas in una proprietà nell’entroterra<br />
di Melbourne,<br />
in Australia. Quindici vigili<br />
del fuoco con due autobotti<br />
sono accorsi immediatamente<br />
sul posto. All’arrivo<br />
hanno però scoperto che la<br />
fonte dell’odore era una<br />
scrofa di centoventi chili<br />
affetta da meteorismo.<br />
Piuttosto imbarazzati i<br />
proprietari dell’animale.<br />
A Vienna<br />
scoprono Napoli<br />
Presentata a Vienna l’offerta<br />
turistica di Napoli, Capri,<br />
Ischia e Procida. La<br />
manifestazione è stata promossa<br />
dalla Camera di<br />
Commercio di Napoli e<br />
dall’Enit di Vienna.<br />
Pagina a cura di<br />
FRANCESCO A. GRANA<br />
Ddl cittadinanza<br />
prima di Natale<br />
<strong>Il</strong> presidente della Camera,<br />
Gianfranco Fini, ha inserito<br />
le nuove norme sulla cittadinanza<br />
nel calendario dell’aula<br />
di Montecitorio del<br />
mese di dicembre, indipendentemente<br />
dall’esito dell’esame<br />
delle proposte di<br />
legge presentate in commissione.<br />
<strong>Il</strong> testo, dunque,<br />
potrebbe approdare in aula<br />
prima della pausa per le<br />
feste natalizie.<br />
Chavez: Israele<br />
sicario Usa<br />
I presidenti venezuelano,<br />
Hugo Chavez, e iraniano,<br />
Mahmud Ahmadinejad, alleati<br />
politici, si sono incontrati<br />
a Caracas, dove il padrone<br />
di casa ha lanciato<br />
un’invettiva contro Israele,<br />
da lui bollato come “braccio<br />
assassino degli Stati<br />
Uniti”. I due leader hanno<br />
firmato una dozzina di<br />
accordi di collaborazione<br />
che riguardano complessivamente<br />
70 progetti, uno<br />
<strong>dei</strong> quali prevede un volo<br />
che colleghi direttamente<br />
Caracas con Teheran. Gli<br />
altri accordi riguardano i<br />
settori dell’elettricità, dell’agricoltura,<br />
dell’ambiente,<br />
della piscicoltura, dell’edilizia,<br />
dell’industria automobilistica<br />
e dell’acqua.<br />
Australia, guerra<br />
ai dromedari<br />
<strong>Il</strong> governo del Territorio<br />
del Nord, in Australia, ha<br />
dichiarato guerra a seimila<br />
dromedari assetati che tengono<br />
sotto assedio la remota<br />
comunità aborigena di<br />
Docker River, terrorizzando<br />
i residenti e distruggendo<br />
le condutture di acqua e<br />
fognature.<br />
Nei prossimi giorni saranno<br />
utilizzati alcuni elicotteri<br />
per spingere gli animali a<br />
quindici chilometri di distanza,<br />
dove saranno abbattuti<br />
e lasciati in decomposizione<br />
nel deserto.<br />
A ottant’anni<br />
diventa stalker<br />
Una donna trevigiana di 80<br />
anni è stata ammonita dalla<br />
polizia dopo la denuncia di<br />
un vicino di casa quarantenne.<br />
L’anziana da tempo<br />
avrebbe infastidito l’uomo<br />
con appostamenti e telefonate<br />
a sfondo sessuale.<br />
Direttore<br />
Biagio Agnes<br />
Direttore Responsabile<br />
Giuseppe Blasi<br />
Coordinamento<br />
Mimmo Liguoro<br />
Marco Pellegrini<br />
Redazione<br />
Sonia Acerra, Valerio Arrichiello,<br />
Josè Astarita, Luciana<br />
Bartolini Francesco Maria<br />
Borrelli, Maria Emila Cobucci,<br />
Stella Colucci, Daniele De<br />
Somma, Chiara Del Gaudio,<br />
Claudia Esposito, Pierluigi<br />
Giordano Cardone, Francesco<br />
Antonio Grana, Germana<br />
Grasso, Giovanni Iannaccone,<br />
Santo Iannò, Francesco Padulano,<br />
Raffaele Pellegrino, Sabino<br />
Russo, Roberta Salzano,<br />
Orlando Savarese, Giovanni<br />
Sperandeo, Barbara Trotta,<br />
Veronica Valli, Cristiano Vella,<br />
Loredana Zarrella<br />
Le Firme<br />
Giulio Anselmi, Antonio Caprarica,<br />
Ferruccio De Bortoli,<br />
Tullio De Mauro, Aldo Falivena,<br />
Antonio Ghirelli,<br />
Gianni Letta, Arrigo Levi,<br />
Pierluigi Magnaschi, Renato<br />
Mannheimer, Ezio Mauro,<br />
Raffaele Nigro, Mario Pendinelli,<br />
Arrigo Petacco Vanni<br />
Ronsisvalle, Mario Trufelli,<br />
Walter Veltroni, Sergio Zavoli<br />
UNIVERSITA<br />
DEGLI STUDI<br />
DI SALERNO<br />
Prof. Raimondo Pasquino<br />
Rettore dell'Università<br />
Prof. Annibale Elia<br />
Direttore del Dipartimento<br />
di Scienze della Comunicazione<br />
Prof. Emilio D'Agostino<br />
Presidente del Comitato Direttivo<br />
della Scuola di Giornalismo<br />
Prof.ssa Maria Galante<br />
Preside della Facoltà<br />
di Lettere e Filosofia<br />
Autorizzazione del Tribunale di Salerno<br />
e del R.O.C. n.14756 del 26.01.2007<br />
Arti Grafiche Boccia di Salerno<br />
telefono: 089 30 3311<br />
Distribuzione alle edicole<br />
Agenzia Pasquale Pollio e C. SNC<br />
Via Terre delle Risaie, Salerno<br />
fax: 089 3061877<br />
‘
TERZA PAGINA Domenica 6 dicembre 2009<br />
Nei secoli neppure l’arte è riuscita a risolvere il conflitto visibile-invisibile<br />
La Televisione è il Moloch ingannatore per eccellenza fra reality e talk show<br />
L’immagine figlia dell’illusione<br />
3<br />
ANNIBALE ELIA<br />
I primi sapienti della Grecia del VI<br />
secolo a.C. erano aristocratici e<br />
vivevano in una società priva di<br />
una religione autoritaria e di una<br />
casta sacerdotale potente. Talete,<br />
Anassimandro, Anassimene poterono<br />
cercare un principio originario<br />
(non religioso) al di là della<br />
mutevolezza del reale. Eraclito fu<br />
probabilmente il primo a segnalare<br />
in modo esplicito la cesura radicale<br />
tra il divenire incessante della<br />
realtà e l’esigenza di una ragione (il<br />
logos) che potesse unificarla. Con<br />
Parmenide quel divenire incessante<br />
e la molteplicità delle cose vengono<br />
relegati con nettezza nel<br />
mondo delle apparenze illusorie,<br />
in contrapposizione con la verità<br />
dell’essere, che solo il pensiero può<br />
cogliere. I sensi ingannano, l’occhio<br />
non vede nulla di reale, i<br />
suoni sono illusori: ciò che gli<br />
uomini credono di conoscere della<br />
realtà sono solo parole prive di<br />
verità, solo “incerta” opinione. A<br />
partire da Parmenide, Platone<br />
costruirà la sua teoria della conoscenza,<br />
che ha improntato ogni<br />
riflessione filosofica e teorica fino<br />
ai giorni nostri. In questa prospettiva<br />
le immagini che provengono<br />
dal mondo esterno sono da considerare<br />
un aspetto dell’illusorietà.<br />
Sono andato così lontano nel<br />
tempo per trovare le origini della<br />
cesura – e di ogni possibile tentativo<br />
di ricucitura - tra l’immagine<br />
come espressione dell’apparenza<br />
illusoria e l’essenza vera dell’essere.<br />
L’immagine è figlia dell’occhio e<br />
trascina nel suo mondo privo di<br />
certezza anche l’arte, inane mimesi<br />
di una realtà altrettanto illusoria.<br />
Nella storia della filosofia, solo<br />
il pensiero puro garantisce il raggiungimento<br />
della verità, che, per i<br />
sapienti greci – si badi bene - non<br />
era un mero esercizio dell’intelletto,<br />
ma la strada certa per salvare<br />
l’uomo dalla paura della morte,<br />
dall’orrore e dalla sofferenza del<br />
mondo reale. Una strada che,<br />
come ci ha dimostrato Giorgio<br />
Colli, partiva da una fusione di elementi<br />
dionisiaci e apollinei, che<br />
mai più la civiltà occidentale<br />
avrebbe raggiunto. In questa prospettiva,<br />
l’illusorietà dell’immagine,<br />
il suo carattere insieme attraente<br />
e ingannatore non è stato<br />
scalfito dall’irrompere sulla scena<br />
delle scienze sperimentali, le quali,<br />
tra il ‘600 e il ‘900, hanno invece<br />
consolidato molte di quelle incertezze.<br />
Né l’arte, pur avendo perduto<br />
i caratteri fondamentali della<br />
mimesi e del verosimile, ha smesso<br />
di trasmettere il conflitto mai<br />
sopito tra visibile e invisibile.<br />
Platone, a partire dalla medesima<br />
radice del verbo greco vedere<br />
(i<strong>dei</strong>n) usa due termini per creare<br />
il concetto di forma e quindi di<br />
idea (eidos) e quello di immagine<br />
(eidolon). Benché l’arte tenti di<br />
rappresentare l’idea del Bello, essa<br />
non vi riesce mai, perché intrisa di<br />
passione, mortalmente legata alla<br />
fallace sensazione (significato del<br />
termine greco aistesis) e incapace<br />
di attingere alla completa conoscenza.<br />
Nel nostro secolo, non c’è<br />
pittore realista o iperrealista al<br />
quale non si voglia o non si possa<br />
attribuire l’espressione di qualcosa<br />
in più della riproduzione verosimile<br />
di una realtà (apparente); e non<br />
c’è pittore “concreto” o astratto al<br />
quale non si voglia o non si possa<br />
attribuire l’espressione di qualcosa<br />
che andrebbe oltre il visibile della<br />
realtà (apparente). Mauro Carbone,<br />
nell’edizione italiana del saggio<br />
(del 1924) di Ernst Cassirer,<br />
“Eidos ed eidolon. <strong>Il</strong> problema del<br />
bello e dell’arte nei dialoghi di<br />
Platone” (Raffaello Cortina, 2009)<br />
ci ricorda, a questo proposito, che<br />
Francis Bacon, parlando del suo<br />
quadro “Getto d’acqua”, del 1988,<br />
con David Sylvester, dice “volevo<br />
che quelle cose fossero… potrei<br />
dire un’essenza di paesaggio e<br />
un’essenza d’acqua”. Braque, nel<br />
1917, aveva già affermato che “i<br />
sensi deformano, la mente forma”<br />
e Klee, negli anni trenta, sostiene<br />
che “l’artista assai spesso giunge a<br />
una deformazione che si direbbe<br />
arbitraria di ciò che appare in<br />
natura”. Sembra che l’arte continui<br />
a poter essere salvata – dopo la<br />
sofferta condanna platonica - solo<br />
se è vista come un viaggio verso<br />
l’eidos, dunque, e non come mero<br />
Da sinistra<br />
in senso orario<br />
il filosofo greco<br />
Eraclito raffigurato<br />
in un quadro,<br />
una scena virtuale<br />
di un videogioco<br />
e uno <strong>dei</strong> primi<br />
televisori<br />
in commercio<br />
eidolon. Possiamo così affermare<br />
che si è fatta strada, fino ad oggi,<br />
una interpretazione filosofica,<br />
teorica e ideologica svalutativa<br />
dell’immagine, per cui, il suo recupero,<br />
nei secoli, è passato attraverso<br />
la possibilità del raggiungimento<br />
di altro. L’eidolon resta un<br />
oggetto dubbio, sospeso tra l’illusorio,<br />
il meramente sensoriale, il<br />
piacevole vuoto e, nel migliore <strong>dei</strong><br />
casi, l’artificio necessario per giungere<br />
poi, finalmente, all’essenza<br />
vera. L’estetica ha dovuto fare i<br />
conti sempre con una ontologia.<br />
Succede qualcosa di radicalmente<br />
nuovo nel mondo dell’arte solo<br />
alla fine dell’ ’800, con il cinematografo<br />
<strong>dei</strong> fratelli Lumière che, con<br />
le verosimili immagini in movimento,<br />
rimettono l’apparenza al<br />
centro dell’attenzione. Nasce la<br />
civiltà delle immagini e dello spettacolo.<br />
Si creano così le premesse<br />
tecniche e tecnologiche per il successivo<br />
passo avanti del Moloch<br />
ingannatore per eccellenza: la<br />
Televisione, la quale pone un problema<br />
ancora più radicale dell’arte,<br />
del cinema e della radio. Essa è<br />
Alla fine<br />
dell’Ottocento<br />
con il cinema<br />
<strong>dei</strong> Lumière<br />
l’apparenza<br />
è al centro<br />
dell’attenzione<br />
intrisa di immagini in movimento,<br />
parole, suoni e, nonostante sia<br />
paragonabile ad un elettrodomestico,<br />
ha la caratteristica di essere<br />
una sorta di prolungamento della<br />
famiglia: entra quotidianamente<br />
in relazione con noi e le persone<br />
che vivono con noi. Inoltre, nel<br />
mentre conserva i tratti dell’apparenza<br />
e dell’immagine, tanto da<br />
essere una scatola domestica produttrice<br />
di immaginario, essa offre<br />
un pacchetto continuo e variegato<br />
di informazione, intrattenimento,<br />
testimonianza, fiction e narrativa<br />
“realistica”, fino ai più recenti programmi<br />
reality e agli show politici<br />
in diretta. Potremmo dire che la<br />
Televisione, da un certo punto di<br />
vista, rappresenta il culmine del<br />
paradosso della realtà illusoria,<br />
perché è un’apparenza di cui non<br />
viene mai né cercata, né messa in<br />
discussione l’essenza. La Televisione<br />
è. Sono stati scritti fiumi di<br />
parole sulla Televisione come<br />
mezzo di comunicazione di massa,<br />
da un po’ di tempo si fanno<br />
studi analitici sulla sua complessa<br />
realtà linguistica (si pensi agli<br />
studi di Simona Messina), se ne<br />
studiano tutti gli aspetti tecnici,<br />
tecnologici (il digitale terrestre è<br />
una ghiotta occasione), viene studiata<br />
in modo comparativo come<br />
oggetto mediale tra altri oggetti<br />
mediali (serialità, cinema, fumetto,<br />
web: si pensi al nostro Gino<br />
Frezza e al suo gruppo). Ma scarseggiano<br />
studi filosofici di natura<br />
ontologica (qual è l’essenza della<br />
TV?) e soprattutto mancano analisi<br />
profonde sulla sua natura estetica.<br />
Fino a quando Enzo Papetti,<br />
regista e sceneggiatore, docente di<br />
Strumenti e tecniche della produ-<br />
zione audiovisiva presso lo Iulm di<br />
Milano, ha scritto un libro, che sta<br />
per essere pubblicato dalla casa<br />
editrice dello Iulm, dal titolo “Per<br />
un’estetica della televisione”. Si<br />
tratta di 300 pagine fitte di filosofia,<br />
filosofia del linguaggio, semiotica,<br />
sociologia, estetica che aggrediscono<br />
in un modo mai tentato<br />
l’oggetto Televisione. L’assunto da<br />
cui parte Papetti è che “l’immaginario<br />
che in essa circola smette di<br />
accompagnare semplicemente la<br />
vita dell’uomo, non può più essere<br />
ricondotto ad una parallela<br />
dimensione “altra”, seppure<br />
influente come strumento di lettura<br />
e conoscenza del mondo, ma<br />
penetra nelle pieghe delle interrelazioni<br />
sociali, le modella nella<br />
misura in cui assume un contenuto<br />
di concretezza che prima non<br />
poteva assolvere; è in questo senso<br />
che si può parlare di un immaginario<br />
reale, di una sua funzione di<br />
verità”. La TV darebbe corpo<br />
all’immaginario creando l’esigenza<br />
di una dimensione diversa, indefinita,<br />
uno spazio in cui “tutto e il<br />
contrario di tutto può essere detto<br />
e fatto e si autogiustifica”. Per<br />
Papetti la Televisione spoglia l’arte<br />
<strong>dei</strong> suoi compiti storici e diviene<br />
“opera totale”. Da questo punto di<br />
vista essa merita la fondazione di<br />
un’estetica, per poter capire<br />
meglio “come funziona il nostro<br />
mondo”. L’immaginario televisivo<br />
è così reale, è così in se stesso<br />
essenza, che non ha bisogno di<br />
altre funzioni posticce: “la televisione<br />
non informa – come l’arte –<br />
e ciò che ci appare tale è solo un<br />
effetto secondario, l’utilizzo che<br />
ne fanno i centri di potere. La televisione,<br />
come l’arte, lavora senza<br />
giustificazioni: in essa tutto è decifrabile<br />
e riconoscibile senza che<br />
nulla comunichi alcunché”. Allora,<br />
se ritorniamo all’inizio della nostra<br />
riflessione, dobbiamo concludere<br />
che se fosse vero che il molteplice<br />
apparente con la Televisione è<br />
diventato essenza (vuota) e non<br />
più apparenza, per noi non c’è più<br />
salvezza se restiamo ancorati, in<br />
un qualche modo, all’opposizione<br />
platonica tra idea e immagine.<br />
Siamo chiamati, dopo Freud, a un<br />
nuovo sforzo di fondazione dell’esistenza.
4 Domenica<br />
6 dicembre 2009
EDITORIALE Domenica 6 dicembre 2009<br />
5<br />
<strong>Il</strong> Ministro Renato Brunetta,<br />
a sinistra la chiesa in stile gotico a Erice<br />
e in fondo un esempio di capitello barocco leccese<br />
NEL DUBBIO ASTIENITI<br />
<strong>Il</strong> Sud ha storia, diciamolo a Brunetta<br />
E’ invidiato il patrimonio culturale, rappresentato da intellettuali<br />
in ambiti d’eccellenza: scienza politica, filosofia, letteratura, critica d’arte<br />
(continua dalla prima pagina)<br />
BIAGIO AGNES<br />
<strong>Il</strong> primo di quei comandamenti<br />
era preciso e severo:<br />
“Nel dubbio astieniti”. Una<br />
frase netta con un monito<br />
significativo, quello di “rinviare”<br />
sino a verifiche indiscutibili,<br />
nel dubbio, appunto,<br />
che la fonte sia superficiale<br />
o soltanto appena inattendibile<br />
prima di danneggiare<br />
chicchessia. Persone,<br />
istituzioni, categorie.<br />
Alla luce di tutti gli anni che<br />
sono passati da quel dettato<br />
biblico di Picone Stella, vorrei<br />
io, suo discepolo riconoscente,<br />
aggiungere un comandamento suggeritomi<br />
da ciò che mi disturba nello scorrere<br />
certi prodotti giornalistici: la pigrizia. Un<br />
oscuro rifugio a cui si ricorre per non stare lì<br />
a strizzare il cervello, pronti soltanto a cavalcare<br />
logore idee e a disseppellire frasi fatte.<br />
La nostra Scuola è inserita in una grande<br />
Università del Sud, certamente la più antica<br />
e forse anche la più celebrata.<br />
Come un personale, caloroso viatico per le<br />
fortune professionali <strong>dei</strong> nostri giovani praticanti,<br />
vorrei che lasciassero il Campus con il<br />
convincimento di neutralizzare i luoghi<br />
comuni, veri e propri equivoci attardati nel<br />
dannoso folklore che purtroppo intorpidisce<br />
ancora il Mezzogiorno. Luoghi comuni<br />
come la sopravvivenza di schemi derivati<br />
dalla “immarcescibile” Questione<br />
Meridionale, che da quella lontana inchiesta<br />
di Sonnino e Franchetti – ormai da più di un<br />
secolo e mezzo - arriva a noi<br />
con i più vieti pregiudizi.<br />
Idee vecchie e pericolose<br />
generalizzazioni.<br />
Ciò che, invece, si apprezza<br />
è lo sforzo appassionato di<br />
chi, come nel caso di<br />
Saviano, denuncia le tragedie<br />
sociali e il veleno criminoso<br />
che avrebbe fatto di<br />
queste terre un ottimale<br />
“brodo di coltura”. Una<br />
realtà che non può essere<br />
sottaciuta per finta carità di<br />
patria o politicamente confutata<br />
per opportunismo. E<br />
ci danneggia soprattutto<br />
quella faciloneria alla quale<br />
si abbandonano pur degni<br />
colleghi se non in malafede, certamente per<br />
pigrizia.<br />
Noi abbiamo un colossale patrimonio culturale,<br />
rappresentato da intellettuali in ambiti<br />
d’eccellenza: filosofia, letteratura, critica<br />
d’arte, musicologia, scienza politica. Per<br />
citarne qualcuno: Vico, Giannone,<br />
Benedetto Croce<br />
Antonio Gramsci<br />
Francesco De Sanctis<br />
Giovanbattista Vico<br />
La Scuola di Giornalismo<br />
dell’Università degli Studi di Salerno è inserita<br />
in un grande Ateneo del Mezzogiorno,<br />
certamente il più antico e forse il più celebrato<br />
Luigi Sturzo<br />
Genovese, Croce, Gentile, De Sanctis,<br />
Gramsci, Luigi Sturzo, che hanno testimoniato<br />
ben altro Sud. Mi viene in mente, tra<br />
dottrine economiche e politiche su cui il<br />
mondo si è scontrato nell’ 800 e nel ‘900, che<br />
il primo esperimento di “società giusta” la<br />
realizzò - cent’anni prima della teoria di<br />
Marx - un Borbone, non lontano da qui, a<br />
San Leucio: le tuttora famose tessiture pregiate<br />
dove gli operai dividevano gli utili<br />
equamente con l’impresa, la Casa Reale.<br />
A dimostrazione di quanto detto, vorrei passare<br />
dai principi morali al terreno di lavoro<br />
sulla realtà.<br />
A volte, si fa riferimento – tanto per citare<br />
un esempio - alla vivacità del Ministro<br />
Brunetta nel mettere in atto progetti stimolanti<br />
l’efficienza di funzionari, impiegati e<br />
dirigenti. E abbiamo avuto l’occasione di leggere<br />
che terreno suggestivo di queste analisi,<br />
siano stati luoghi di produttività e categorie<br />
di lavoratori meridionali indicati come “fannulloni”.<br />
Ma indagando laboriosamente tra<br />
chi ha una temperatura lavorativa su valori<br />
febbrili e chi discende a gradi bassissimi<br />
quanto a vigore produttivo, il Ministro ha<br />
corretto la sua visione in una apprezzata<br />
intervista. Alla domanda del<br />
cronista (pensata secondo<br />
me come un grimaldello da<br />
affondare nel burro) “Lei<br />
ritiene, signor Ministro, che<br />
nella burocrazia vi siano più<br />
fannulloni al Sud o al<br />
Nord?”, ecco pronta la<br />
risposta di Brunetta che<br />
chiama in causa persino la<br />
storia: “Al Nord, gli Asburgo<br />
allevavano funzionari fedeli<br />
sempre ad un’etica del lavoro<br />
irreprensibile; al Centro<br />
con i Lorena le cose stavano<br />
un poco a mezza strada,<br />
imparentati com’erano con<br />
gli Asburgo, reprensibili di<br />
quando in quando, irreprensibili<br />
talvolta; al Sud i<br />
Borboni con quel che se ne<br />
è detto… Questa geografia<br />
dell’efficienza/inefficienza<br />
oggi non è più attendibile.<br />
Vi sono ottimi funzionari di<br />
stile asburgico in Sicilia e<br />
nel Napoletano e pelandroni<br />
a Milano, impiegati fiorentini<br />
introvabili per l’epidemia<br />
della “pausa caffè” ed<br />
altri ancora in Toscana che si comportano<br />
come al tempo <strong>dei</strong> Lorena, <strong>dei</strong> Borboni, degli<br />
Asburgo… Efficienza e inefficienza a macchia<br />
di leopardo.” Così il Ministro Brunetta.<br />
Diplomazia politica? Forse. Di certo il segnale<br />
che l’abuso del luogo comune inficia le<br />
intenzioni più nobili.
6 Domenica 6 dicembre 2009 PRIMO PIANO<br />
L’incontro con Giustino Parisse, testimone diretto del tragico evento che ha colpito l’Abruzzo<br />
Un giornalista dentro il sisma<br />
«La professione e il libro su Onna mi hanno aiutato ad andare avanti»<br />
«Giustino Parisse è un giornalista<br />
che ha raccontato tutto<br />
quello che è successo a lui e alla<br />
sua terra restando con la schiena<br />
dritta, nonostante il peso<br />
delle macerie». Queste parole<br />
del direttore de «La Città»<br />
Angelo Di Marino definiscono<br />
bene l’uomo e il giornalista<br />
Giustino Parisse, che nel terremoto<br />
abruzzese del 6 aprile<br />
scorso ha perso due figli e il<br />
padre ad Onna, suo paese natale.<br />
La sua testimonianza è stata<br />
al centro dell’incontro dal titolo<br />
«Un giornalista dentro il terremoto»<br />
- che si è tenuto lunedì<br />
23 novembre (29° anniversario<br />
del terremoto in Irpinia) nell’aula<br />
«D’Ambrosio» dell’Università<br />
di Salerno. Un incontro<br />
a cui hanno partecipato anche<br />
il caporedattore centrale de «<strong>Il</strong><br />
Centro» Roberto Marino e il<br />
professore di diritto dell’informazione<br />
Virgilio D’Antonio<br />
oltre al direttore Di Marino.<br />
Spunto per parlare del tragico<br />
evento che ha colpito l’Abruzzo<br />
è stato il libro che Parisse ha<br />
scritto sul suo paese distrutto:<br />
«Quant’era bella la mia Onna.<br />
Cronache dentro il terremoto»,<br />
un testo che - a detta di Di Marino<br />
- «fa commuovere».<br />
Prima dell’intervento di Parisse,<br />
il suo collega Roberto<br />
Marino ha riportato alla memoria<br />
i mesi precedenti alla<br />
scossa del 6 aprile, per evidenziare<br />
che quello dell’Aquila «a<br />
differenza di quello irpino, era<br />
un terremoto che ci aspettavamo<br />
da un momento all’altro<br />
visto che la terra aveva incominciato<br />
a dare i primi segnali<br />
il 14 dicembre del 2008».<br />
Da sinistra: Giustino Parisse, Angelo Di Marino e Roberto Marino<br />
Poi è arrivato il momento di<br />
Parisse. <strong>Il</strong> giornalista abruzzese<br />
è apparso emozionato e ha e-<br />
spresso tutta la sua forza d’animo<br />
e l’amore per il suo mestiere<br />
quando ha ricordato che<br />
«dopo due ore dal crollo della<br />
mia casa, è arrivato un collega<br />
cronista per vedere come stavo,<br />
ma io gli ho detto «adesso non<br />
pensare a me e fa il tuo lavoro»,<br />
perché per me è questo il vero<br />
compito di un giornalista impegnato:<br />
andare e raccontare<br />
quello che si vede con i propri<br />
occhi». E in ciò Parisse si è mostrato<br />
coerente quando ha dichiarato<br />
che «oramai Onna è<br />
fatta di macerie e l’Aquila non è<br />
stata ricostruita del tutto, nel<br />
senso che è una città fantasma<br />
e la consegna delle case provvisorie<br />
non garantisce una vera e<br />
propria ricostruzione di quella<br />
che era una comunità di 30mila<br />
abitanti». In questo processo di<br />
rinascita, per Parisse saranno<br />
molti i fattori che dovranno<br />
fare la propria parte, dal governo<br />
(«per ora i fondi stanziati<br />
dal Cipe non sono ancora abbastanza»)<br />
agli stessi aquilani<br />
(«bisogna rimboccarsi le maniche»)<br />
ai media («la spettacolarizzazione<br />
del dolore è inevitabile,<br />
ma non si deve abbassare<br />
il livello di attenzione sulla<br />
nostra terra»). Se tutti gli attori<br />
coinvolti nella ricostruzione<br />
avranno la stessa volontà di andare<br />
avanti - nonostante tutto -<br />
dimostrata da Parisse, si può<br />
sperare che presto quella terra<br />
ritorni com’era.<br />
Servizi di<br />
FRANCESCO PADULANO<br />
La scheda biografica<br />
Una vita<br />
che continua<br />
Giustino Parisse è nato a Onna nel 1959.<br />
Inizia il mestiere di giornalista nel 1986 al<br />
quotidiano abruzzese «<strong>Il</strong> Centro», diventandone<br />
caposervizio della redazione aquilana<br />
nel 2002. Nel 2009 è promosso a caporedattore.<br />
Appassionato di storia (soprattutto<br />
quella della sua terra) è autore di numerose<br />
pubblicazioni, tra le quali «Indagine su un<br />
massacro. La strage<br />
nazista di Onna<br />
con le foto inedite<br />
dell'eccidio»<br />
scritto con Aldo<br />
Scimia. E proprio<br />
questa sua doppia<br />
veste di cronista<br />
di provincia e di<br />
scrittore mette in<br />
risalto il ruolo<br />
fondamentale della<br />
scrittura nella<br />
vita di Parisse. Un’importanza che nel suo<br />
ultimo libro «Quant’era bella la mia Onna»<br />
assume un valore catartico: «<strong>Il</strong> 6 aprile, dopo<br />
la scossa delle 3,32, la mia vita era come se<br />
fosse finita. Avevo perso i miei figli, mio<br />
padre e altri 38 compaesani. Non volevo più<br />
continuare a fare quello che è sempre stato il<br />
mio lavoro. Poi all’improvviso, dopo una settimana<br />
che io e mia moglie dormivamo in<br />
macchina, le ho detto: «Mi sta tornando la<br />
voglia di scrivere» e in mezz’ora ho finito il<br />
primo articolo in cui racconto quella tragica<br />
notte». Quell’articolo, pubblicato il 14 aprile<br />
su «<strong>Il</strong> Centro», dà il titolo al libro i cui ricavati<br />
saranno tutti devoluti in favore della Pro<br />
Loco e dell’associazione «Onna Onlus» per<br />
la ricostruzione del paese distrutto dal sisma.<br />
Altri 3,5 miliardi di euro di contributi sono stati previsti nella Finanziaria del 2007<br />
Irpinia, lenta ricostruzione<br />
Quando<br />
tremò<br />
la terra<br />
Erano le 19.34 di domenica<br />
23 novembre del<br />
1980 quando venne la<br />
scossa, la cui magnitudo<br />
era di 6,9 della scala<br />
Richter e tra il nono e il<br />
decimo grado della scala<br />
Mercalli, per la durata<br />
di 90 secondi. L’epicentro<br />
si ebbe a Conza<br />
della Campania, e si e-<br />
stese per una vasta a-<br />
rea, tra l’Irpinia e il Vulture,<br />
che comprendeva<br />
le province di Avellino,<br />
Salerno e Potenza, dove<br />
risiedevano 300.000<br />
persone. I morti furono<br />
2.914, i feriti 8.848<br />
e gli sfollati 280.000.<br />
Dopo 29 anni dal terremoto i lavori sono ancora da completare<br />
<strong>Il</strong> terremoto non si dimentica. E non si<br />
dimentica neppure dopo 29 anni, il<br />
tempo trascorso da quello dell’Irpinia.<br />
La vita di chi lo vive cambia radicalmente<br />
come quella delle comunità<br />
colpite e resta indelebile nella memoria<br />
individuale e storica. Forse col<br />
tempo se ne parla di meno, ma certo<br />
tutto ritorna presente quando arrivano<br />
altre scosse, altre morti e altre macerie<br />
poco lontano, come quello avvenuto<br />
in Abruzzo solo il 6 aprile scorso,<br />
o anche molto più distante da dove la<br />
terra ha già tremato. E il terremoto<br />
non si dimentica neppure perché la ricostruzione<br />
è una fase invocata e agognata<br />
da subito, nella speranza di riprendere<br />
la vita di sempre e il più presto<br />
possibile, ma che resta lunga e difficile.<br />
Un percorso che non é ancora<br />
ultimato, ci sono strade, spazi vuoti da<br />
riedificare, palazzi diroccati in più parti<br />
dell’ampia zona interessata dalla<br />
sciagura naturale. <strong>Il</strong> tempo, però, fa a-<br />
bituare a queste visioni e non ci si accorge<br />
più di quei segni, lasciati sempre<br />
lì, fino a rivederli di nuovo quando<br />
riappaiono le stesse scene, però, altro-<br />
A sinistra la torre<br />
dell’orologio<br />
di Avellino nel 1980<br />
e a lato la torre<br />
dell’orologio oggi<br />
ve. <strong>Il</strong> tempo, infine, aggiunge ai lavori<br />
di ricostruzione anche quelli di riqualificazione,<br />
quelli più quotidiani o anche<br />
importanti, come quelli di urbanistica,<br />
e allora l’eterno cantiere proprio<br />
non finisce mai. Chi non ci vive e<br />
ritorna di tanto in tanto ha come l’impressione<br />
che la ricostruzione non sia<br />
mai terminata. La gran parte, in effetti,<br />
è stata realizzata, anche le zone più<br />
disastrate sono ormai centri vivi e vivibili,<br />
anche se la condizione di permanente<br />
provvisorietà ed emergenza<br />
resta ancora nell’animo e, forse, non<br />
solo. Del resto è storia recente lo<br />
smantellamento e la bonifica delle<br />
aree prefabbricate, dove hanno soggiornato<br />
per anni e anni intere famiglie<br />
e sono nati e cresciuti bambini, fino<br />
alla maggiore età e anche oltre.<br />
Nell’area del cratere sono arrivati, nel<br />
tempo, circa 30 miliardi di euro e ancora<br />
nella Finanziaria 2007 è previsto<br />
un contributo quindicennale di 3,5<br />
miliardi di euro per la ricostruzione<br />
da completare. <strong>Il</strong> percorso lento, certamente,<br />
attende ancora la sua ultimazione,<br />
ma non va dimenticato che la<br />
gravità dell’evento sismico fu immane.<br />
Pochi dati bastano a darne il chiaro<br />
senso: Secondo i resoconti dell’Ufficio<br />
del Commissario Straordinario<br />
furono 679 i comuni colpiti e<br />
in 8 province: Avellino, Salerno, Benevento,<br />
Caserta, Napoli, Potenza,<br />
Matera e Foggia. Tre le province che<br />
ebbero maggiori danni e furono:<br />
Avellino con 103 Comuni su 119,<br />
Salerno con 66 e Potenza con 45.<br />
Servizi di<br />
SONIA ACERRA
Scontrini fiscali<br />
tu chiamali<br />
se vuoi evasioni<br />
«Se rispetto la legge non guadagno»<br />
PRIMO PIANO Domenica 6 dicembre 2009<br />
Nel paese <strong>dei</strong> fu rbetti la lotta a chi froda lo Stato sembra essere una battaglia persa in partenza<br />
7<br />
<strong>Il</strong> fatto<br />
in numeri<br />
«Le ho battuto un po’ di meno». Un ritornello<br />
inconfondibile che va in scena in moltissimi esercizi<br />
commerciali quando si tratta di rilasciare <strong>scontrini</strong><br />
. In tutta la Campania non serve alcuna indagine<br />
accurata, nessun appostamento, nessuna segnalazione<br />
per “sgamare” i furbetti. Basta prestare maggiore<br />
attenzione durante i più banali momenti di<br />
vita quotidiana: una passeggiata in centro a<br />
Salerno, ad esempio in piazza Cavalieri di Vittorio<br />
Veneto in un giorno di mercato. La magica frase<br />
giunge un po’ da ogni bancarella : «Signò, vi ho battuto<br />
un po’ di meno». Oppure un aperitivo in compagnia,<br />
nei pressi del campus di Fisciano, dopo aver<br />
saldato il conto, ecco la fatidica formula accompagnata<br />
dal sorriso di chi ti invita ad essere suo complice.<br />
E così via, da Salerno a Napoli, da Benevento<br />
a Caserta passando per Avellino. “Tu chiamale se<br />
vuoi evasioni” direbbe Battisti. C’è chi prova a giustificarsi:<br />
«Se i commercianti volessero rispettare al<br />
100% le prescrizioni fiscali il guadagno sarebbe<br />
vicino allo zero». Sembra, però, da quello che<br />
dichiarano dall’Agenzia delle Entrate e dal<br />
Codacons, che la tendenza a non emettere <strong>scontrini</strong><br />
tra i commercianti, si stia attenuando:<br />
«I controlli sono più severi.<br />
I commercianti sanno di rischiare<br />
grosso». E in effetti, a supporto di<br />
tale tesi ci sono i dati forniti dalla<br />
Guardia di Finanza: nel solo 2008,<br />
in provincia di Salerno i controlli<br />
delle Fiamme Gialle sugli <strong>scontrini</strong><br />
sono stati oltre 5mila, con circa il<br />
30% di rilievi: dati in linea con quelli<br />
del 2009. Anche se è opinione di<br />
molti che con la finanziaria del<br />
2008 sia più facile evadere: il numero<br />
di infrazioni che portano alla<br />
chiusura dell’esercizio passa da tre a<br />
quattro, da effettuarsi in giorni<br />
diversi nell’arco di 5 anni (prima<br />
bastavano tre mancati <strong>scontrini</strong> in<br />
una sera). Inoltre è stata abolita la<br />
cosiddetta “gogna fiscale”, non è più<br />
possibile cioè applicare il cartello<br />
che recita “Chiuso per evasione”.<br />
C’è un’ altra categoria che, stando a<br />
quanto dichiarano le fonti, evade<br />
un bel po’: i medici. A tal proposito<br />
il presidente regionale del Codacons,<br />
professor Enrico Marchetti<br />
ha dichiarato che «è più facile con<br />
categorie come quella <strong>dei</strong> medici,<br />
poiché il cittadino nutre verso di<br />
essa timore reverenziale e dunque<br />
non recrimina se non gli viene rilasciata<br />
la fattura». Celebre, in questo senso, fu un’inchiesta<br />
di Daniela Minerva pubblicata su “L’Espresso”.<br />
L’articolo metteva in luce come molti<br />
medici scegliessero di lavorare in esclusiva per gli<br />
ospedali esercitando poi nel privato, rendendo<br />
impossibili i controlli. C’è poi chi non accetta di<br />
essere complice e realizza pregevoli iniziative. E’ il<br />
caso del sito “evasori.info” che dà la possibilità di<br />
segnalare in forma anonima le evasioni a cui si assiste.<br />
Nella sezione statistica si nota che al top degli<br />
evasori ci sarebbero i costruttori e le immobiliari.<br />
Sul podio anche medici e dentisti. E’ bene considerare<br />
però “evasori.info” per quello che è: solo un<br />
ottimo spunto di riflessione. La realtà, in tempi di<br />
scudi fiscali viene ben descritta dal Codacons con<br />
Marchetti : «Non vedo possibilità di combattere<br />
seriamente l’evasione, anzi, visti i messaggi che arrivano,<br />
forse c’è una sensibilizzazione contraria».<br />
Sono 4120 gli evasori<br />
totali e paratotali<br />
individuati<br />
dalla Guardia di<br />
Finanza nel 2009.<br />
10 miliardi di euro<br />
dovrebbe essere la<br />
somma recuperata<br />
dalla denuncia<br />
degli evasori totali<br />
2009.<br />
730000 accessi:<br />
sono quelli che le<br />
fiamme gialli si<br />
propongono di<br />
sviluppare per gli<br />
<strong>scontrini</strong> fiscali<br />
5890 sono stati i<br />
controlli effettuati<br />
dai finanzieri su<br />
<strong>scontrini</strong> e ricevute<br />
in Provincia di<br />
Salerno fino a<br />
ottobre 2009, 1690<br />
i rilievi apportati<br />
(pari al 27,78%)<br />
Pagina a cura di<br />
FRANCESCO M. BORRELLI<br />
CRISTIANO VELLA<br />
Tanti dubbi<br />
ma poche<br />
certezze<br />
Se i commercianti si dicono<br />
“costretti” a evadere un<br />
po’ perché altrimenti il<br />
guadagno è pari a zero. Se<br />
con la nuova normativa il<br />
cliente non è multato dagli<br />
agenti. Se si rischia il<br />
sequestro dell’attività. Se i<br />
dati indicano sempre cifre<br />
alte legate all’evasione fiscale.<br />
Se tutti sembrano<br />
vittime di un sistema viziato.<br />
E se tutti o quasi hanno<br />
l’impressione di non essere<br />
direttamente legati (se non<br />
in parte) all’economia sommersa.<br />
Cosa succede nella<br />
pratica? Su chi grava maggiormente<br />
il mancato gettito<br />
che deriva dall’omissione<br />
di <strong>scontrini</strong>, ricevute e<br />
fatture? Una risposta chiara<br />
non si coglie da nessun<br />
versante. Da un lato proclami<br />
di incremento della<br />
lotta all’evasione, dall’altro<br />
messaggi di insofferenza<br />
verso le tasse. Di sicuro chi<br />
si sente maggiormente<br />
danneggiato dalla situazione<br />
è la categoria <strong>dei</strong> lavoratori<br />
dipendenti, che interpellati<br />
dichiarano “Noi non<br />
possiamo evadere” ed e-<br />
spongono la viva preoccupazione<br />
che il dilagare del<br />
fenomeno possa avere ripercussioni<br />
sull’aliquota<br />
delle loro tasse.<br />
Parla Nunzi di Confcommercio Napoli<br />
Niente multa al cliente<br />
Dottor Tullio Nunzi, in qualità di<br />
commissario dell’Ascom Confcommercio<br />
di Napoli, qual’è secondo<br />
lei il dato eclatante del<br />
femomeno evasione?<br />
<strong>Il</strong> vero e proprio caso eclatante è<br />
costituito dall'abusivismo commerciale<br />
che rappresenta ormai una<br />
vera e propria piaga socio-economica.<br />
È fonte certa di concorrenza<br />
sleale per le imprese del terziario<br />
oltre che di illegalità diffusa soprattutto<br />
sul piano della evasione fiscale<br />
e della vendita <strong>dei</strong> prodotti contraffatti.<br />
Basti pensare che costa allo<br />
Stato ogni anno come una<br />
Finanziaria in termini di evasione<br />
(2-3 miliardi di euro di l'Iva, 3-3,5<br />
miliardi di imposte sul reddito,<br />
senza contare i mancati introiti per<br />
Inps o Tosap).<br />
In cosa è penalizzato il cittadino<br />
La licenza<br />
sospesa<br />
a chi sgarra<br />
Dalla regola alla prassi,<br />
vincoli e limiti della norma<br />
I Carabinieri pongono sotto sequestro un esercizio pubblico<br />
Dottor Francesco Falzetti,<br />
in qualità di avvocato per<br />
l’Assoconsumatori, cosa<br />
prevede la legge?<br />
Nell'ipotesi di mancata<br />
emissione dello scontrino<br />
fiscale la legge, prevede che<br />
nel caso in cui nel corso di<br />
un quinquennio vengano<br />
riscontrate quattro distinte<br />
nell’omissione delle ricevute?<br />
L'attuale disciplina non prevede più<br />
alcuna sanzione per l'acquirente che<br />
non sia in possesso dello scontrino<br />
fiscale. Attualmente tale documento<br />
ha per l'acquirente valore di<br />
prova dell'acquisto fatto soprattutto<br />
ai fini degli effetti della garanzia<br />
relativa beni di consumo.<br />
Quali le sanzioni per chi è scoperto?<br />
L'attuale disciplina introdotta con<br />
della finanziaria 2008 prevede che la<br />
sospensione dell'attività da tre giorni<br />
a un mese. Per mancata emissione<br />
degli <strong>scontrini</strong> scatta dopo 4 violazioni<br />
contestate in 5 anni e in giorni<br />
diversi. Se il totale <strong>dei</strong> corrispettivi<br />
oggetto di contestazione eccede<br />
la somma di euro 50mila la sospensione<br />
è da un mese a sei mesi<br />
violazioni dell'obbligo di<br />
emettere la ricevuta fiscale o<br />
lo scontrino fiscale, può<br />
essere disposta in danno del<br />
commerciante la sospensione<br />
della licenza o dell'autorizzazione<br />
all'esercizio dell'attività<br />
per un periodo<br />
variabile dai 3 ai 30 giorni, a<br />
condizione che queste violazioni<br />
vengano commesse e<br />
poi accertate in giorni diversi.<br />
Quali termini di notifica d<br />
provvedimento?<br />
<strong>Il</strong> provvedimento della Direzione<br />
regionale dell'Agenzia<br />
delle Entrate territoriale<br />
in base al domicilio<br />
fiscale del contribuente, che<br />
va notificato, a pena di decadenza,<br />
entro sei mesi dalla<br />
contestazione della terza<br />
violazione, è immediatamente<br />
esecutivo. Contro il<br />
provvedimento è ammesso<br />
da un lato il ricorso per ottenerne<br />
l'annullamento, dall'altro<br />
è ammessa la definizione<br />
agevolata, che, tuttavia,<br />
riguarda esclusivamente<br />
le sanzioni accessorie, come<br />
statuito da ultimo dalla<br />
Corte di Cassazione con la<br />
sentenza 12124 del 13<br />
novembre 2009. Cioè, il<br />
pagamento immediato, non<br />
impedisce la sospensione<br />
della licenza, ma riguarda<br />
solo le sanzioni accessorie.<br />
C’è contraddizione tra la<br />
legge e la prassi?<br />
Da un lato la legge, nell'estendere<br />
l'arco temporale in<br />
cui devono essere contestate<br />
le violazioni, sembra riconoscere<br />
un certo favore<br />
verso il contribuente, dall'altro<br />
la prassi, costituita dalla<br />
menzionata circolare della<br />
Agenzia delle Entrate, sembra<br />
imporne una applicazione<br />
più rigorosa che si affianca<br />
alla ultima interpretazione<br />
(citata) della Suprema<br />
Corte.
8 Domenica<br />
6 dicembre 2009 PRIMO PIANO<br />
280 milioni per riqualificare la Circumvesuviana da Moregine alle Terme<br />
Castellammare riparte<br />
dalle sue cinque stazioni<br />
Le fermate dell’arte<br />
“musei obbligatori”<br />
Non di sola “munnezza” e camorra<br />
è la nostra terra. Ad accorgersene<br />
una giuria internazionale<br />
tra i cui componenti figurano i<br />
nomi di Robert Wright (Financial<br />
Times) e Tom Symonds (BBC)<br />
che, nell’ambito di “Metros 2009”,<br />
la più grande manifestazione sull’industria<br />
delle metropolitane, ha<br />
assegnato alla Campania, l’oscar<br />
mondiale <strong>dei</strong> trasporti. <strong>Il</strong> premio,<br />
”Most Innovative Approch to<br />
Station Development” (approccio<br />
più innovativo per la riqualificazione<br />
delle stazioni) incorona la<br />
rivoluzione del sistema ferroviario<br />
regionale che, nel 2015, si prevede<br />
raggiungerà 1400 km di<br />
binari e 423 stazioni, in un’unica<br />
grande rete di collegamento. Favorendo,<br />
dato non trascurabile in<br />
era di bioenergia, una diminuzione<br />
giornaliera di 235 mila auto<br />
che corrispondono a 250 mila<br />
tonnellate in meno all’anno, di<br />
emissioni di CO2.<br />
E’ in questo sistema che si inserisce<br />
il progetto della riqualificazione<br />
delle cinque stazioni della<br />
Metrò Stabia da Moregine (area<br />
archeologica pompeiana) a Castellammare<br />
Terme (passando<br />
per quella di Pioppaino, per la<br />
nuova stazione di Via Nocera e<br />
per Castellammare centro) e del<br />
raddoppio del binario ferroviario<br />
dal fiume Sarno al promontorio<br />
di Pozzano. In termini di cifre, un<br />
volume di 137 milioni di euro per<br />
la sola operazione raddoppio e<br />
oltre 150 milioni (risorse Fas<br />
2007/2013) per il rinnovo delle<br />
stazioni che diventeranno luoghi<br />
Pioppaino com’è<br />
Pioppaino come sarà<br />
d’arte e di aggregazione cittadina.<br />
Viatico per l’intera riqualificazione<br />
urbanistica di quartieri degradati.<br />
E’ il caso di Pioppaino alle<br />
spalle del quartiere popolare<br />
Savorito, «stazione progettata -<br />
spiega l’architetto Ferruccio Izzo -<br />
come una sorta di galleria di spazi<br />
urbani, allo scopo di saldare la<br />
cesura tra la fascia costiera e l’entroterra».<br />
<strong>Il</strong> programma Metrò Stabia nato<br />
da un‘intesa tra Regione, Circumvesuviana,<br />
Eav, Comune di<br />
Castellammare e il concessionario<br />
Consorzio San Giorgio Volla<br />
Due (con Ansaldo capofila) si<br />
inserisce in un piano più ampio di<br />
restyling di Castellammare. «Dall’abbattimento<br />
delle case parcheggio<br />
di Savorito - spiega Raffaele<br />
Esposito, assessore all’urbanistica<br />
del Comune - al rifacimento<br />
di tutto il lungomare. I<br />
vecchi opifici industriali saranno<br />
riconvertiti in attività commerciali<br />
e diportistiche; d’intesa con<br />
Regione e Ferrovie dello Stato,<br />
prevediamo di trasformare la<br />
tratta ferroviaria che paralizza la<br />
città con i troppi passaggi a livello,<br />
in una linea di mobilità cittadina<br />
e l’autorità portuale, sta per<br />
partire con un bando di costruzione<br />
e concessione della nuova<br />
stazione marittima per l’attracco<br />
di navi da crociera».<br />
Con la pedonalizzazione di parte<br />
del lungomare fino alle antiche<br />
terme, dove sono previste piscine<br />
termali e un anfiteatro, cambierà<br />
insomma il look di Castellammare,<br />
ma che non sia, solo lifting.<br />
Riqualificare le stazioni del sistema trasportistico<br />
campano per farne luoghi di<br />
attrazione e di incontro, spazi urbani al<br />
servizio <strong>dei</strong> cittadini ma soprattutto luoghi<br />
dell’arte. “Musei obbligatori” come li definisce<br />
Achille Bonito Oliva.<br />
Quella di Pioppaino, alle spalle del quartiere<br />
Savorito, insediamento di case popolari del<br />
dopoterremoto, ospiterà ”Well” opera dello<br />
scultore contemporaneo Antony Gormley. <strong>Il</strong><br />
calco in ghisa di una figura umana posta a<br />
testa in giù nell’atrio della stazione, diventa<br />
elemento di attrazione e sintetizza la geniale<br />
ricerca dell’artista sul rapporto tra la figura<br />
umana, lo spazio e l’architettura. All’architetto<br />
Peter Haysman, al suo debutto campano<br />
è stata affidata la riqualificazione della<br />
stazione di Pompei Santuario.<br />
CHIARA DEL GAUDIO<br />
Assessore Cascetta, qual è<br />
l’importanza del progetto<br />
Metrò Stabia ?<br />
Si inserisce nell’intervento<br />
che stiamo realizzando su<br />
tutta la Circumvesuviana:<br />
abbiamo appena presentato<br />
il progetto di riqualificazione<br />
delle stazioni di<br />
Pompei Scavi, Ercolano,<br />
Nola e Sarno e stiamo per<br />
inaugurare due nuove stazioni<br />
con tre km di galleria<br />
per il tratto tra Torre Annunziata,<br />
Boscoreale e Boscotrecase.<br />
<strong>Il</strong> nostro standard<br />
di qualità è diventato<br />
un brand riconosciuto a<br />
livello mondiale: “la strategia<br />
del bello”, fare delle stazioni<br />
luoghi di aggregazione,<br />
di qualità urbana, “stazioni<br />
museo obbligatorie”<br />
come le definisce Bonito<br />
Oliva. Scommessa vinta<br />
anche in quartieri difficili<br />
come Rione Traiano o<br />
Scampia dove sono percepite<br />
come un valore del territorio.<br />
Quali lavori sono già in<br />
atto?<br />
<strong>Il</strong> raddoppio di tutta la linea<br />
ferroviaria che da Torre<br />
Annunziata attraversa Castellammare.<br />
Puntiamo nel<br />
giro di qualche anno ad una<br />
metropolitana regionale<br />
con un treno ogni 10 minuti<br />
e le nuove cinque stazioni<br />
che cambieranno profondamente<br />
l’aspetto di Ca-<br />
L’assessore Ennio Cascetta<br />
«Puntiamo<br />
al Metrò<br />
regionale»<br />
stellammare.<br />
Ma la Delibera di Giunta<br />
Regionale (n.1581 del<br />
15.10.09) non prevede la<br />
copertura finanziaria per<br />
tutto il progetto...<br />
Come tutti quelli più delicati,<br />
anche questo progetto,<br />
richiede gradualità. Oltre al<br />
raddoppio della linea, 137<br />
milioni di euro già coperti,<br />
abbiamo finanziato tre delle<br />
cinque stazioni previste. Per<br />
Moregine e Castellammare<br />
Terme, individueremo le<br />
risorse, non appena ci sarà<br />
l’approvazione da parte della<br />
Sovrintendenza.<br />
A che punto è l’erogazione<br />
<strong>dei</strong> fondi ?<br />
Parte di queste risorse sono<br />
collegate ai Fas 2007-2013<br />
che il Governo non ha<br />
messo ancora a disposizione<br />
delle Regioni meridionali e<br />
per i quali è stato fatto un<br />
uso scollegato alle finalità<br />
per cui erano stati concepiti:<br />
dal pagamento degli ammortizzatori<br />
sociali alla eliminazione<br />
dell’ICI per la<br />
prima casa. Ora attendiamo<br />
l’assegnazione di queste<br />
risorse per poter trasformare<br />
i progetti in cantieri.<br />
Sindaco Vozza, il progetto<br />
Metrò Stabia si inserisce<br />
in un programma di<br />
riqualificazione della<br />
città.<br />
Le cinque stazioni diventano<br />
luoghi di ammaliamento,<br />
pensiamo a quella<br />
di Castellammare Terme<br />
con la riapertura delle<br />
Terme Antiche nel giugno<br />
2010. Spero poi che diventino<br />
sei con la apertura<br />
tutto l’anno di quella di<br />
Pozzano attiva solo nel<br />
periodo balneare. Ma il<br />
progetto si amplia con il<br />
programma“ Più Europa”<br />
fondi europei per la riqualificazione<br />
di tutto il water<br />
front “da porto a porto” da<br />
quello di Marina di Stabia<br />
al porto commerciale.<br />
Qual è la portata finanziaria<br />
del progetto?<br />
Abbiamo un accordo<br />
complessivo con la Regione<br />
Campania di circa<br />
55 milioni di euro di fondi<br />
europei, <strong>dei</strong> quali per i<br />
primi 15 l’uscita <strong>dei</strong> bandi<br />
è prevista tra fine anno e<br />
metà gennaio.Con i fondi<br />
<strong>dei</strong> privati derivanti dalle<br />
trasformazioni <strong>dei</strong> volumi<br />
industriali di via De Gasperi<br />
raggiungeremo un<br />
volume complessivo di<br />
150-200 milioni di euro,<br />
per opere da realizzarsi<br />
entro il 2013.<br />
<strong>Il</strong> sindaco Salvatore Vozza<br />
«Le forze sane<br />
scendano<br />
in campo»<br />
Come si potranno gestire<br />
le privatizzazioni in luoghi<br />
contaminati dalla criminalità?<br />
E’ inutile negarlo la camorra<br />
è molto presente in città<br />
ma sono convinto che le<br />
forze sane di Castellamare<br />
stanno prevalendo. Questa<br />
è la ragione per cui non mi<br />
sono opposto alla commissione<br />
di accesso. Chi non<br />
ha paura degli atti che ha<br />
prodotto, non ha paura<br />
neanche <strong>dei</strong> controlli: aiutano<br />
a ricostruire il rapporto<br />
di fiducia tra cittadini e<br />
istituzioni.<br />
Come ritiene sarà possibile<br />
gestire gli appalti sul<br />
piano della legalità e della<br />
trasparenza?<br />
Siamo stati i primi in<br />
Campania insieme al Comune<br />
di Torre Annunziata,<br />
su sollecitazione del<br />
Prefetto, a dar vita alla<br />
stazione unica appaltante:<br />
le gare di appalto<br />
vengono affidate al Provveditorato<br />
alle Opere<br />
Pubbliche.<br />
Questo garantisce maggiori<br />
controlli e minori<br />
possibilità di incursioni.
PRIMO PIANO Domenica 6 dicembre 2009<br />
Trenta incidenti in pochi mesi sulla Provinciale che collega Agropoli a Policastro<br />
Cilentana a sorpasso mortale<br />
9<br />
Ci sono voluti circa trent’anni per<br />
realizzare la Cilentana, la strada<br />
provinciale che da Agropoli porta<br />
allo svincolo di Policastro Bussentino,<br />
ma ne sono bastati tre per<br />
ribattezzarla “la strada della morte”.<br />
Si tratta di un progetto iniziato negli<br />
anni Settanta e portato a compimento<br />
solo tre anni fa, il 25 febbraio<br />
del 2006, con la realizzazione<br />
dell’ultima bretella, la Futani-<br />
Centola.<br />
La strada provinciale 430, questo il<br />
nome della Cilentana, nasce per l’esigenza<br />
di arrivare a Vallo della Lucania,<br />
senza necessariamente salire<br />
da Ogliastro Cilento a Rutino e poi<br />
scendere a Vallo.<br />
<strong>Il</strong> primo tratto, realizzato dalla Provincia,<br />
che va da Paestum ad Agropoli,<br />
presentò <strong>dei</strong> problemi fin dall’inizio.<br />
La prima ditta appaltatrice<br />
fallì e dovette ripetersi la gara. I-<br />
noltre fu costruito un rilevato ad<br />
altezza naturale che a causa dell’ingente<br />
traffico è risultato sempre<br />
scosceso. Andrebbe smontato e<br />
ricostruito.<br />
Ma è il secondo lotto, sempre realizzato<br />
dalla Provincia, l’anima di<br />
questa strada. Dopo vari studi,<br />
effettuati dall’Università di Napoli<br />
“Federico II”, si decise di costruire<br />
una galleria, quella di Pattano, per<br />
arrivare a Omignano e di lì a Vallo.<br />
Ma anche la galleria di Pattano ha<br />
sempre dato grossi problemi sia a<br />
causa di un terreno difficile da<br />
gestire; sia a causa della calotta della<br />
galleria che appena aperta crollò.<br />
È il terzo tratto della Cilentana, che<br />
porta da Omignano a Vallo Scalo,<br />
l’unico costruito e gestito dall’Anas.<br />
E’ considerato uno <strong>dei</strong> tratti più pericolosi,<br />
con molte curve e presenta<br />
all’attivo numerosi incidenti.<br />
Da Vallo Scalo a Vallo fu creato un<br />
altro tratto di strada, il quarto.<br />
Quest’ultimo, pieno di curve, all’inizio<br />
non presentava alcuna illuminazione<br />
lungo la carreggiata e nelle<br />
gallerie. Soprattutto in quella di<br />
Pattano, che risultava essere la più<br />
pericolosa. Non solo. Nella galleria<br />
erano presenti anche <strong>dei</strong> tubi di<br />
drenaggio, uno <strong>dei</strong> quali cadde<br />
sopra un camion ma fortunatamente<br />
non provocò alcun incidente.<br />
<strong>Il</strong> problema fu risolto solo dopo<br />
vari esposti fatti dalla Procura della<br />
Repubblica di Vallo agli ideatori<br />
della Cilentana.<br />
<strong>Il</strong> penultimo tratto arriva fino a<br />
Futani e attraversa quattro gallerie,<br />
anche queste, all’inizio, molto<br />
pericolose per via di una scarsa<br />
illuminazione.<br />
L’ultimo pezzo della 430 è la bretella<br />
che da Futani porta a Centola. Ci<br />
sono voluti nove anni e centocinquanta<br />
milioni di euro per la sua<br />
realizzazione.<br />
«I costi per costruire quest’ultimo<br />
tratto verranno ammortizzati dall’apertura<br />
della superstrada a un<br />
maggiore bacino d’utenza proveniente<br />
anche dal Lazio, dalla<br />
Basilicata e dalla Calabria. E grazie<br />
alla corsia a scorrimento veloce<br />
sarà incrementato il traffico commerciale<br />
su gomma verso il Sud<br />
della Campania», dice in sindaco di<br />
Centola Giovanni Stanziola.<br />
Questo è l’unico tratto, <strong>dei</strong> sei edificati,<br />
che rispetta le normative<br />
previste e indicate dal Consiglio<br />
Nazionale delle Ricerche negli anni<br />
Ottanta, che solo nel 2005 sono<br />
diventate legge.<br />
A tre anni dall’apertura dell’ultimo tratto<br />
già si pensa ad un rifacimento della carreggiata<br />
Tutti i viadotti sono costruiti a<br />
norma, sono state prese in considerazione<br />
tutte le dichiarazioni di<br />
sismicità della zona e i guard-rail<br />
sono regolamentari, a differenza di<br />
quelli presenti nei tratti costruiti<br />
precedentemente. Inoltre nelle due<br />
gallerie e agli svincoli sono stati<br />
attivati potenti impianti d’illuminazione<br />
e un sistema di delimitazione<br />
Sono una dozzina gli incidenti mortali (uno con<br />
tre deceduti) avvenuti sulla Cilentana in soli tre<br />
anni, nel tratto compreso tra Policastro e Vallo<br />
della Lucania, di competenza della Polizia stradale<br />
di Sapri guidata dal comandante Raffaele Vaccarella.<br />
Mentre sono venti gli scontri non mortali<br />
accaduti solo nell’ultimo anno. È proprio il pezzo<br />
di strada che congiunge Vallo a Policastro ad<br />
essere quello più colpito dagli incidenti.<br />
«Nel tratto che va da Battipaglia fino a Vallo accadono<br />
meno scontri perché sono presenti più<br />
<strong>dei</strong> margini della carreggiata, per<br />
ovviare al rischio nebbia.<br />
Per il Cilento e per tutto il comprensorio<br />
a sud della Campania, la<br />
Futani-Centola è d’importanza<br />
fondamentale per due motivi.<br />
Da un lato migliorerà la viabilità<br />
dell’area e del Golfo di Policastro,<br />
alleggerendo il traffico sulla Statale<br />
18. Dall’altro costituirà una valida<br />
alternativa all’autostrada A3 Salerno-Reggio<br />
Calabria, nota per gli<br />
ingorghi nell’alta stagione.<br />
I restanti lotti, progettati tra il 1973<br />
e il 1974, andrebbero ristrutturati e<br />
messi definitivamnete a norma.<br />
Pagina a cura di<br />
MARIA EMILIA COBUCCI<br />
In alto<br />
uno degli incidenti<br />
sulla Cilentana<br />
e nella cartina<br />
il percorso<br />
della strada<br />
da Agropoli<br />
a Policastro<br />
A Pattano nello scontro del 6 novembre: hanno perso la vita madre e figlia<br />
L’alta velocità tra gli imputati<br />
Centinaia gli interventi effettuati dalla Polizia stradale di Sapri<br />
autovelox, e la strada è più trafficata», dice<br />
Vaccarella. Molte delle cause degli incidenti sono da<br />
imputare alla violazione <strong>dei</strong> conducenti delle norme<br />
stradale, e in primis all’alta velocità.<br />
«Questo va la di là delle caratteristiche che presenta<br />
la strada. Spesso si ci distrae e di conseguenza si<br />
perde il controllo della macchina», aggiunge il comandante.<br />
Che è stato testimone dell’ultima tragedia<br />
avvenuta a Pattano, dove mamma e figlia hanno<br />
perso la vita a causa di uno scontro con una macchina<br />
che proveniva dalla direzione opposta.<br />
IL PROGETTISTA<br />
«Alla base<br />
norme<br />
vecchie»<br />
L’ingegnere Vincenzo Bove è<br />
uno <strong>dei</strong> progettisti della Cilentana<br />
E’ una strada giovane<br />
eppure già si sono verificati<br />
molti incidenti. Dov’è il problema?<br />
Innanzitutto lungo la Strada<br />
Provinciale 430, gli automobilisti<br />
non rispettano il limite di 70<br />
all’ora.<br />
Ma è una strada a scorrimento<br />
veloce?<br />
Secondo il progetto originario<br />
sicuramente è così. Ma visto che<br />
ci sono voluti trent’anni per realizzarla,<br />
adesso le cose sono<br />
cambiate.<br />
In che senso?<br />
Quando è stato disegnato il progetto,<br />
negli anni settanta, la<br />
Cilentana presentava tutte le<br />
caratteristiche di una strada a<br />
scorrimento veloce. Ma negli<br />
anni Ottanta il Cnr ha iniziato a<br />
consigliare delle norme da seguire<br />
per la realizzazione delle<br />
strade, che nel 2005 sono diventate<br />
legge.<br />
Quindi?<br />
Sono cambiate le caratteristiche<br />
che una strada deve presentare<br />
per poter essere a scorrimento<br />
veloce. Oggi è necessario, oltre<br />
agli accessi controllati, anche lo<br />
spartitraffico, più moderni guardrail,<br />
e sono soprattutto d’obbligo<br />
le quattro corsie.<br />
Caratteristiche non presenti<br />
nella Cilentana ?<br />
Assolutamente no. Oltre agli<br />
accessi controllati, non è presente<br />
nient’altro di ciò che è previsto<br />
dalla legge del 2005. Esiste la<br />
doppia corsia, cioè quella di sorpasso,<br />
solo “a salire” e solo nei<br />
punti dove il livello di pendenza<br />
supera il 4%. Soprattutto, la<br />
Strada Provinciale 430 presenta<br />
delle barriere protettive del tutto<br />
obsolete. C’è anche da dire che in<br />
alcuni punti, dove le condizioni<br />
climatiche sono più avverse,<br />
bisognerebbe mettere un asfalto<br />
drenante. È solo l’ultimo tratto,<br />
quello che da Futani porta a<br />
Centola, a rispecchiare determinate<br />
caratteristiche.<br />
Come mai?<br />
Perché si tratta dell’ultimo lotto<br />
realizzato, per il quale ci sono<br />
voluti nove anni e sono stati<br />
stanziati centocinquanta milioni<br />
di euro.<br />
Allora di che tipo di strada si<br />
tratta?<br />
Di una strada extraurbana<br />
secondaria, con un limite di velocità<br />
intorno ai sessanta chilometri<br />
orari, non di più.<br />
Andrebbe rinnovata?<br />
Certo, rispettando tutti i requisiti<br />
richiesti per una strada a scorrimento<br />
veloce.<br />
Di chi è la competenza per il<br />
rifacimento?<br />
Della Provincia, che però non ha<br />
fondi a sufficienza.
10 Domenica<br />
6 dicembre 2009 PRIMO PIANO<br />
Gli shopper tradizionali assorbono l’otto per cento della produzione mondiale di petrolio<br />
Mater bi,<br />
la busta amica<br />
dell’ambiente<br />
La plastica resta però più economica<br />
Numeri<br />
allarmanti<br />
Mezzo chilo di amido di mais e un chilo di olio di<br />
girasole: è questa la ricetta per ottenere cento buste<br />
biodegradabili in mater bi, la bioplastica del futuro<br />
derivata da materie prime rinnovabili come<br />
l’amido di mais o delle patate. Tramite un processo<br />
di destrutturazione, la struttura molecolare<br />
dell’amido viene riorganizzata per creare un nuovo<br />
ordine cristallino resistente all’acqua e al calore<br />
fino a 85°. La scoperta risale ai primi anni ’90 grazie<br />
a un’industria ternana ancora oggi leader mondiale<br />
del settore. La bioplastica consente di ridurre<br />
i gas serra derivanti dalla lavorazione del petrolio<br />
(la plastica usa l’8% della produzione mondiale<br />
di greggio), riduce il consumo di energia, e alla<br />
fine torna alla terra da cui è partita. La sua assoluta<br />
biodegradabilità in ogni tipo di ambiente in<br />
massimo sei mesi la rende infatti particolarmente<br />
adatta alla produzione di compost.<br />
Grazie alla sua versatilità, il mater bi ha svariati<br />
campi di applicazione: buste, stoviglie, imballaggi,<br />
penne, abiti, teli a uso agricolo, pannolini, persino<br />
pneumatici. Ma la popolarità del mater bi si deve<br />
soprattutto agli shopper, le buste per la spesa,<br />
spesso protagoniste del degrado urbano e tra le<br />
cause primarie di inquinamento.<br />
Lentamente, complice anche<br />
la legge che prevede l’abolizione<br />
delle buste di plastica dal 2011,<br />
gli ecoshopper stanno rimpiazzando<br />
le tradizionali buste della<br />
spesa a tutto vantaggio dell’ambiente.<br />
Altri Paesi sono già più<br />
avanti rispetto all’Italia: a Parigi<br />
e San Francisco sono vietate dal<br />
2007 mentre divieti e misure<br />
deterrenti sono già in vigore a<br />
Melbourne, Hong Kong, Taiwan,<br />
Irlanda, Sudafrica. La Cina<br />
le ha bandite a giugno 2008,<br />
risparmiando 1,6 milioni di tonnellate<br />
di petrolio.<br />
È stato stimato che, solo in<br />
Europa, ogni anno vengono<br />
dispersi 100 miliardi di sacchetti<br />
con un danno incalcolabile<br />
per l’ecosistema, visto che ciascuno,<br />
per degradarsi, può<br />
impiegare duecento anni.<br />
Per la produzione di 300 mila<br />
tonnellate di buste, vengono<br />
bruciate 430 mila tonnellate di<br />
petrolio con la produzione di<br />
200 mila tonnellate di biossido<br />
di carbonio. Solo un sacchetto<br />
su tre viene avviato al riciclo<br />
mentre gli altri finiscono nell’ambiente,<br />
soprattutto in mare.<br />
Secondo uno studio giapponese svolto dalla<br />
Nihon University a Chiba, la plastica, decomponendosi<br />
nell’acqua salmastra, rilascia elementi<br />
chimici nocivi per l’ecosistema marino, tra cui il<br />
bisfenolo A, sostanze a base di polistirolo e polimeri<br />
cancerogeni, che sono in grado di squilibrare<br />
i sistemi ormonali della fauna acquatica. Sono<br />
centinaia di milioni le tonnellate di buste di plastica<br />
che galleggiano sugli oceani, formando, a volte,<br />
vere e proprie isole spinte dalle correnti: nel<br />
Pacifico ne è stata scoperta una, la “Great Pacific<br />
garbage patch”, grande due volte la superficie del<br />
Texas, in cui la quantità di rifiuti è doppia rispetto<br />
al plancton. Eppure, secondo la Coldiretti, per<br />
soddisfare il fabbisogno comunitario di sporte<br />
biodegradabili sarebbe sufficiente sfruttare terreni<br />
agricoli per meno di 3 milioni di ettari a granoturco<br />
e girasole, pari all'1,5% della superficie coltivata<br />
nell'Unione Europea.<br />
Unico neo del mater bi, al momento, è il costo di<br />
produzione: uno shopper ecologico costa circa 8<br />
centesimi contro i 3 di uno in plastica tradizionale,<br />
ma con l’uso del mater bi su vasta scala, i costi,<br />
prevedibilmente, diventeranno più competitivi.<br />
Quasi il 90% <strong>dei</strong><br />
rifiuti in mare è<br />
costituito da plastica.<br />
Sono almeno<br />
143 le specie marine<br />
che restano<br />
imbrigliate in sacchetti<br />
o reti plastiche<br />
e finiscono per<br />
morire di fame,<br />
soffocamento o<br />
annegamento. Si<br />
stima che, ogni<br />
anno, la plastica<br />
uccide 1 milione di<br />
uccelli marini e<br />
oltre 100.000 tra<br />
mammiferi marini e<br />
tartarughe, che<br />
ingoiano le buste<br />
credendole prelibate<br />
meduse. Ciò che<br />
ha causato la morte<br />
dell'animale, torna<br />
libero di fare altri<br />
danni una volta che<br />
l'organismo si è<br />
decomposto.<br />
Uno shopper in mater bi. In alto buste di rifiuti.<br />
Se i valloni potessero raccontare<br />
ogni piccolo episodio<br />
della propria vita ci<br />
sarebbe da scrivere molteplici<br />
libri. Gli studiosi<br />
fanno risalire la nascita di<br />
questi canyon a circa 33<br />
mila anni fa. I valloni nacquero<br />
per il lento lavoro<br />
della natura fra un’eruzione<br />
vulcanica, l’azione erosiva<br />
del mare e degli agenti<br />
atmosferici. Tutti, dai greci<br />
ai romani, ne hanno saputo<br />
cogliere il lato positivo, da<br />
approdo sicuro in tempo di<br />
tempesta a confine del territorio.<br />
<strong>Il</strong> ruolo di vero e<br />
proprio varco d’ingresso<br />
alla penisola fu attribuito al<br />
vallone del ponte Orazio, o<br />
del “dazio”. I siti utilizzati<br />
come strada di collegamento<br />
fra le coltivazioni<br />
della collina e la rada della<br />
marina di Cassano, le cui<br />
grotte, che il mare nel<br />
corso del tempo aveva scavato,<br />
hanno consentito alle<br />
popolazioni locali di creare<br />
<strong>dei</strong> veri e propri frigoriferi<br />
naturali per conservare al<br />
meglio i prodotti della terra<br />
destinati al mercato napoletano.<br />
La nuova frontiera,<br />
nell’utilizzo <strong>dei</strong> valloni, si<br />
ebbe dal XVI al XIX secolo<br />
quando le pareti vennero<br />
scavate per ricavarne blocchi<br />
tufacei destinati al mercato<br />
edilizio.<br />
I Comuni della penisola,<br />
nel secondo dopoguerra,<br />
non riuscirono a gestire al<br />
meglio il controllo e la raccolta<br />
<strong>dei</strong> rifiuti che facilmente<br />
venivano sversati,<br />
COSA DICE LA LEGGE<br />
DAL 2011 SI CAMBIA<br />
L’introduzione della pena di morte<br />
per le buste di plastica comincia<br />
con la direttiva europea 94/62/CE<br />
che disciplina i rifiuti da imballaggio.<br />
Dieci anni dopo, nel 2004, l’Ente<br />
europeo di normalizzazione promulga<br />
la norma EN 13432 che colma<br />
le lacune della precedente normativa,<br />
spiegando meglio le caratteristiche<br />
di riciclabilità e compostabililità.<br />
Viene chiarito l’equivoco<br />
sul sacchetto di polietilene erroneamente<br />
etichettato con marchio<br />
biodegradabile, ma in realtà composto<br />
anche da residui di metalli<br />
pesanti che rendono tossico il compost.<br />
Nello stesso anno, una nuova<br />
direttiva, la 2004/12/CE, specifica<br />
meglio la definizione di imballaggio.<br />
In Italia, la legge 296 del 27<br />
dicembre 2006 stabilisce, ai commi<br />
1129 e 1130, l’inizio di un programma<br />
sperimentale per ridurre la<br />
Fatta la via<br />
sparisce<br />
il vallone<br />
Nella penisola sorrentina<br />
il cemento batte la natura<br />
dai cittadini, all’interno di<br />
questi anfratti naturali. Per<br />
porre un limite allo scempio<br />
che la popolazione compiva<br />
ben presto le diverse Amministrazioni<br />
comunali de-<br />
cisero di sfruttare queste cavità<br />
per realizzare nuove<br />
strade e piazze, modificando<br />
il paesaggio naturale.<br />
A Piano di Sorrento, il Comune<br />
optò per il parziale<br />
commercializzazione di sacchi da<br />
asporto non biodegradabili. <strong>Il</strong> divieto<br />
degli shopper di plastica viene<br />
posto al 1 gennaio 2010 ma non<br />
vengono emanati i decreti attuativi.<br />
A giugno di quest’anno, il decreto<br />
legislativo 78/2009 fa slittare il termine<br />
al 1 gennaio 2011. Intanto,<br />
piccoli comuni e grandi metropoli<br />
si stanno organizzando con provvedimenti<br />
a macchia di leopardo:<br />
alcuni hanno imposto il divieto agli<br />
shopper di plastica già nel corso del<br />
2009, altri faranno il passo a inizio<br />
2010, altri ancora temporeggiano.<br />
Anche le catene delle grande distribuzione<br />
si stanno lentamente adeguando,<br />
offrendo ai clienti la scelta<br />
tra buste in mater bi, quelle in materiali<br />
naturali riutilizzabili e i tradizionali<br />
shopper in plastica, per<br />
cui spesso viene applicato un piccolo<br />
sovrapprezzo.<br />
riempimento del vallone S.<br />
Giuseppe per costruire dal<br />
nulla una piazza e <strong>dei</strong> palazzi.<br />
Quest’opera che, da<br />
pochi anni, ha subìto significativi<br />
interventi di manutenzione,<br />
ha bloccato lo<br />
storico percorso pedonale.<br />
Uno <strong>dei</strong> varchi di accesso al<br />
vecchio vallone S. Giuseppe<br />
è stato ripristinato<br />
dopo circa trent’anni, mentre<br />
gli altri restano nel<br />
completo abbandono con<br />
rigogliosa vegetazione naturale,<br />
ma senza alcun<br />
intervento di manutenzione.<br />
Dopo pochi mesi, però<br />
l’attuale via <strong>dei</strong> Pini, che fu<br />
costruita riempiendo il vallone<br />
S. Filippo, ha avuto un<br />
cedimento. La causa probabilemente<br />
è da attribuire<br />
all’usura dell’opera realizzata<br />
molti anni fa. <strong>Il</strong> Comune<br />
di S. Agnello è prontamente<br />
intervenuto per ripristinare<br />
lo stato <strong>dei</strong> luoghi.<br />
Urge però capire in che<br />
condizioni versano le opere<br />
pubbliche che risalgono all’immediato<br />
dopoguerra<br />
per evitare che fenomeni<br />
atmosferici, come l’alluvione<br />
del 1950, possano creare<br />
danni e pericoli a un territorio,<br />
cui la storia non perdona<br />
l’età delle infrastrutture<br />
realizzate dall’uomo.<br />
Pagina a cura di<br />
JOSÈ ASTARITA<br />
CLAUDIA ESPOSITO
12 Domenica 6 dicembre 2009 SPECIALE<br />
Organi di senso a raccolta: è arrivato<br />
il momento di studiare con<br />
dovizia scientifica i prodotti alimentari.<br />
La qualità di vino, acqua,<br />
thè, caffè e cioccolato, solo per<br />
citarne alcuni, viene infatti testata<br />
da un team di esperti assaggiatori<br />
che usano, come strumenti del<br />
loro mestiere, la vista, l’olfatto, il<br />
gusto, a volte il tatto e anche l’udito.<br />
La parola chiave è analisi organolettica,<br />
ossia lo studio delle proprietà<br />
fisiche e chimiche di un<br />
determinato alimento. Una vera e<br />
propria scienza che unisce le naturali<br />
doti umane al talento e allo<br />
studio.<br />
Oggi esistono diverse associazioni<br />
per ogni prodotto. I degustatori,<br />
chiamati anche assaggiatori, sono<br />
gli artisti del sapore ma anche i<br />
consulenti di quelle aziende che<br />
hanno associato la serietà al loro<br />
marchio. Non a caso le diciture<br />
Doc, Dop, Docg sono assegnate<br />
solo a prodotti con determinate<br />
qualità. Le camere di commercio<br />
hanno albi di assaggiatori che certificano<br />
i migliori alimenti italiani.<br />
E’ così, ad esempio, per il vino, il<br />
Gli assaggiatori garantiscono gusti impeccabili<br />
Tutti a tavola:<br />
l’esperto è servito<br />
Per mangiare sano in campo gli artisti del sapore<br />
formaggio, l’olio.<br />
<strong>Il</strong> degustatore è insomma una figura<br />
professionale ma anche l’espressione<br />
di una passione verso l’armonia,<br />
la purezza e l’eccellenza di un<br />
cibo o di una bevanda. I corsi che<br />
si svolgono presso le associazioni<br />
sono infatti rivolti ai professionisti<br />
del settore ma anche ai consumatori.<br />
Guai a chiamarli sommelier, i<br />
degustatori sottolineano la differenza<br />
tra le due categorie in modo<br />
perentorio. <strong>Il</strong> termine sommelier,<br />
di derivazione francese, indica la<br />
persona addetta al servizio e alla<br />
somministrazione di qualcosa<br />
presso bar e ristoranti, mentre il<br />
degustatore, o assaggiatore, è demandato<br />
solo all’assaggio, l’analisi<br />
del prodotto in quanto espressione<br />
di qualità.<br />
E’ pur vero però che oggi il sommelier,<br />
come precisa il prof. Luigi<br />
Odello, segretario generale dell’Istituto<br />
assaggiatori di caffè, «partendo<br />
dal vino, ha cominciato giustamente<br />
a occuparsi di molte altre<br />
cose, non escluso il caffè. E questa<br />
è cosa molto positiva, perché sommelier,<br />
barmen e baristi sono gli<br />
ambasciatori del prodotto presso<br />
gli utenti. Queste figure dovrebbero<br />
quindi essere anche assaggiatori<br />
nel senso migliore del termine:<br />
sapere attribuire le caratteristiche<br />
sensoriali percepite alla qualità<br />
della materia prima e alla maestria<br />
nell’esecuzione della bevanda<br />
lungo tutta la filiera, dalla tostatura<br />
alla macchina del caffè».<br />
Parlare con un esperto di degustazione<br />
è come avviarsi in un’affascinante<br />
percorso attraverso i sapori e<br />
le emozioni che essi suscitano. Un<br />
universo di colori e profumi. Così il<br />
maestro del thè Marco Bertona<br />
incanta quando descrive le varie<br />
tipologie di thè e l’unicità di un<br />
prodotto che, come il vino, se puro,<br />
risente delle annate. Semplificando<br />
ci spiega che esistono due tipologie<br />
di thè: quelli puri a cui viene dato il<br />
nome della zona di provenienza e<br />
le miscele, composte da thè provenienti<br />
da diversi Paesi e diffuse in<br />
commercio dai vari marchi con<br />
nomi di fantasia. Queste ultime,<br />
chiamate blend, sono spesso usate<br />
dalle aziende per mantenere costante<br />
il profilo organolettico nel<br />
tempo: stesse miscele, stesse gusto.<br />
Pare che i sapori abbiano un’anima<br />
e che l’uomo la renda manifesta<br />
attraverso una descrizione all’apparenza<br />
fantasiosa. Così il caffè a<br />
volte presenta una tigratura giocosa<br />
e il cioccolato ha un colore<br />
mogano omogeneo e brillante , per<br />
citare solo alcune espressioni che i<br />
degustatori usano per dipingere<br />
l’essenza <strong>dei</strong> vari nutrimenti.<br />
Ogni cosa deve essere elaborata e<br />
poi descritta a regola d’arte. Scienza<br />
e passione si fondono in una<br />
sinergia magica.<br />
Una cosa è evidente anche ai non<br />
esperti: il sapore si accompagna<br />
all’emozione.<br />
LO STUDIO SCIENTIFICO<br />
L’analisi sensoriale<br />
Un metodo rigoroso per la valutazione di un prodotto<br />
L’analisi sensoriale è lo studio scientifico<br />
che consiste nella valutazione di un prodotto<br />
attraverso i cinque sensi. Gli assaggiatori,<br />
riuniti in un gruppo chiamato panel,<br />
compilano schede descrittive che serviranno<br />
a capire perchè un prodotto piace<br />
o meno e i motivi della sua attraenza.<br />
Negli anni i diversi esperti hanno dato vita<br />
ad associazioni indipendenti e scientifiche.<br />
Tra queste figura L’Istituto internazionale<br />
assaggiatori di caffè (Iiac), nata nel<br />
1993. L’obiettivo è quello di mettere a<br />
punto e diffondere metodi scientifici per<br />
la valutazione del prodotto. Ai corsi partecipano<br />
operatori del settore ma anche<br />
semplici amatori. Così addirittura il 50%<br />
delle persone che si iscrivono ai corsi<br />
organizzati da Chococlub, l’Associazione<br />
amatori del cioccolato con sede ad Alba,<br />
sono consumatori. Per quanto riguarda il<br />
thè la percentuale è vicina: il 60% sono<br />
gestori di negozi e di sale da thè, il 40%<br />
appassionati della bevanda. La tendenza è<br />
chiara: l’eccellenza di un prodotto alimentare<br />
è a cuore di tutti. Tutta la filiera<br />
di produzione è coinvolta in questa operazione<br />
di valutazione organolettica.<br />
Le stesse aziende stanno costruendo propri<br />
gruppi di panel, cioè di degustatori. <strong>Il</strong><br />
problema, secondo Davide Ferrero, è che<br />
il degustatore deve essere libero, non<br />
dipendente da un’azienda dolciaria. Per<br />
fare bene questo mestiere alla base di tutto<br />
ci deve essere un senso di indipendenza,<br />
una formazione adeguata e, soprattutto,<br />
tanta passione.<br />
Oltre ai sensi (nel cioccolato sono impiegati<br />
tutti e cinque), particolari e indispensabili<br />
sono alcuni strumenti del mestiere:<br />
la tazzina dell’assaggiatore ottimizza,<br />
per esempio, la valutazione dell’espresso.<br />
Le dimensioni, le proporzioni e i materiali<br />
utilizzati consentono di percepire<br />
meglio gli aromi della bevanda.<br />
Nulla sfugge al caso nel complicato e<br />
appassionante mestiere del degustatore.<br />
Marco Bertona, tea taster<br />
VINO<br />
Un certificato<br />
di qualità<br />
ACQUA<br />
Tre esami<br />
da superare<br />
THE’<br />
Una bevanda<br />
molto delicata<br />
CAFFE’<br />
L’espresso<br />
eccellente<br />
CIOCCOLATO<br />
Un fiore<br />
all’occhiello<br />
<strong>Il</strong> prof. Sabino<br />
Spina, referente<br />
dell’organizzazione<br />
nazionale<br />
assaggiatori<br />
di vino<br />
della Campania,<br />
sottolinea<br />
il ruolo importante<br />
che gli organi di senso svolgono<br />
nell’attribuire a un vino la certificazione<br />
di qualità. In gioco sono<br />
la vista, l’olfatto, il gusto e, strana<br />
cosa, a volte anche l’udito. In<br />
Campania ci sono tre grandi vini:<br />
il Fiano, il Greco di Tufo, il Taurasi.<br />
Si tratta di vini organoletticamente<br />
franchi, che hanno una persistenza<br />
gustativa. L’Onav organizza <strong>dei</strong><br />
corsi che che permettono di conseguire<br />
una patente.<br />
Giuseppe A-<br />
mati, socio<br />
fondatore dell’Adam<br />
(Associazione<br />
degustatori<br />
acque<br />
minerali), precisa<br />
che la minerale<br />
è l’unico<br />
alimento che necessita di un’autorizzazione<br />
del ministero della<br />
Sanità. L’acqua buona è quella che<br />
piace, quella giusta per eventuali<br />
patologie, quella che si abbina in<br />
modo felice con il cibo. Tre sono<br />
gli esami da superare: quello visivo<br />
per valutare la trasparenza e il perlage,<br />
quello olfattivo per valutare la<br />
presenza di odore e quello gustativo<br />
per determinare le bollicine, il<br />
sapore, il retrogusto.<br />
Marco Bertona,<br />
tea taster<br />
professionista<br />
diplomato<br />
in Cina,<br />
presidente di<br />
ADeMaThè,<br />
l’associazione<br />
degli amanti<br />
del thè, spiega che il thè è un prodotto<br />
molto delicato che non nasce<br />
per essere abbinato con altri<br />
prodotti. L’abbinamento si può<br />
fare e la sperimentazione può<br />
portare a soluzioni interessanti<br />
ma dipende dal tipo di thè. Anche<br />
i consumatori non esperti possono<br />
facilmente accorgersi che va di<br />
sicuro degustato da solo il thè di<br />
alta qualità. Cina e India sono i<br />
maggiori produttori al mondo.<br />
Per il prof. Luigi<br />
Odello, «un<br />
espresso eccellente<br />
si presenta<br />
con una<br />
bella crema di<br />
colore nocciola<br />
tendente al testa<br />
di moro,<br />
evidenzia riflessi fulvi e a volte presenta<br />
una tigratura giocosa. All’olfatto<br />
è potente e si sviluppa attraverso<br />
una serie di profumi che<br />
vanno dai fiori alla frutta fresca<br />
allo speziato, passando per la frutta<br />
secca e un tostato complesso<br />
articolato su note di pan tostato,<br />
cacao, vaniglia. Alla percezione<br />
tattile e gustativa si presenta sciropposo<br />
e setoso, con un giusto<br />
bilanciamento tra acido e amaro».<br />
<strong>Il</strong> dott. Davide<br />
Ferrero, presidente<br />
di Chococlub,<br />
l’associazione<br />
italiana<br />
amatori del<br />
cioccolato, precisa<br />
che il cioccolato<br />
buono<br />
in assoluto non esiste ma che le<br />
materie prime sono indispensabili<br />
per garantire un prodotto finale<br />
eccellente. I migliori cacao provengono<br />
dall’America latina.<br />
<strong>Il</strong> cioccolato italiano è un fiore<br />
all’occhiello: i nostri artigiani realizzano<br />
un prodotto di ottima qualità<br />
che porta in giro il nome<br />
dell’Italia nel mondo. Si è registrato<br />
un trend di crescita che andrebbe<br />
però sostenuto adeguatamente.
NAPOLI<br />
SPECIALE Domenica 6 dicembre 2009<br />
La delizia ripiena di amarezza<br />
La tendenza del futuro: sperimentare tra il doc e la tradizione<br />
13<br />
La crisi colpisce anche le aziende specializzate: hanno già chiuso 97 mila ditte artigiane<br />
La crisi economica diventa sempre<br />
più amara e non c’è dolce che tenga,<br />
così ognuno si ingegna come<br />
può. I dati della Confartigianato<br />
parlano chiaro, ci sono sempre più<br />
imprese in difficoltà, soprattutto<br />
nel settore dell’artigianato. Quasi<br />
centomila miniaziende hanno<br />
chiuso nei primi nove mesi del<br />
2009 e nello stesso periodo ne sono<br />
nate poco più di 84 mila. <strong>Il</strong> settore<br />
pasticceria e quello alimentare<br />
hanno avvertito in misura minore<br />
il fenomeno, o meglio ne hanno<br />
risentito a scoppio ritardato.<br />
«In tempi di crisi la parola d’ordine<br />
è garantire la qualità del prodotto<br />
senza risparmiare sugli ingredienti,<br />
- afferma Pietro De Costanzo<br />
della pasticceria “Le dolcezze” di<br />
Benevento - nel 2008 la produzione<br />
è calata almeno del 30% e sono<br />
diminuiti anche gli acquisti <strong>dei</strong><br />
clienti che si sono ridimensionati<br />
in base alle disponibilità». La tendenza<br />
parallela che si sta diffondendo<br />
è quella di sperimentare<br />
nuovi filoni creando combinazioni<br />
particolarmente suggestive di dolci<br />
e arte; il gusto del palato deve<br />
sposarsi con il fascino della vista.<br />
Questo d’altronde è stato il proposito<br />
del XXVI Simposio dell’Accademia<br />
Maestri Pasticceri Italiani<br />
che si svolto al Museo Archeologico<br />
Nazionale di Napoli. Nella<br />
Sala del Toro Farnese si sono riuniti<br />
51 maestri del dolce provenienti<br />
da tutta Italia, per discutere sulle<br />
novità e le tendenze del settore e<br />
per eleggere il pasticcere dell’anno.<br />
La kermesse “Dulcis in Naples” si è<br />
concentrata sulla valorizzazione<br />
<strong>dei</strong> prodotti tipici della Campania<br />
Felix; castagne, nocciole di Giffoni<br />
Valle Piana, mele annurche e limoni<br />
di Sorrento. L’incontro ha con-<br />
sentito ai più fortunati di assaggiare,<br />
degustare e giudicare le prelibatezze<br />
che questi grandi maestri<br />
hanno preparato, in una sfida all’insegna<br />
della creatività e della tradizione.<br />
Nel regno della sfogliatella,<br />
un bolognese cresciuto tra ravioli<br />
di San Giuseppe e torta di riso<br />
è stato eletto uomo più dolce dell’anno.<br />
<strong>Il</strong> vincitore Gino Fabbri ha<br />
sorpreso tutti con “La tentazione”,<br />
una bavarese con pan di spagna,<br />
sfoglie croccanti di nocciole pralinate<br />
e cioccolato al latte, raccolta<br />
in una delicata mousse di cioccolato<br />
fondente. «Ricevere a Napoli<br />
questo riconoscimento - ha affermato<br />
- è stato emozionante. Ringrazio<br />
la città e i napoletani che ci<br />
hanno accolto con entusiasmo e<br />
sono rimasti anche sorpresi dalla<br />
qualità di quanto abbiamo proposto,<br />
frutto dell'eccellenza <strong>dei</strong> prodotti,<br />
tutti campani, che abbiamo<br />
usato per le nostre preparazioni».<br />
Allora viene naturale chiedersi<br />
quali siano le prospettive future. Si<br />
seguirà la scuola di pensiero tradizionale<br />
o il focus sarà concentrato<br />
sulla sperimentazione?<br />
<strong>Il</strong> presidente dell’Associazione Pasticceri<br />
Napoletani, Luigi Avolio,<br />
Esposizione di dolci e fantasie al cioccolato<br />
non ha dubbi. «Negli ultimi anni la<br />
cultura del cibo si è evoluta, si punta<br />
al bilanciamento degli ingredienti<br />
leggeri ma di qualità. E se<br />
babà, pastiere e sfogliate continuano<br />
ad avere la meglio nella nostra<br />
regione, per la gioia di tutti i palati, la<br />
strada della sperimentazione non<br />
dovrà arrestarsi nemmeno in ambito<br />
artigianale.<br />
Pagine a cura di<br />
ROBERTA SALZANO<br />
VERONICA VALLI<br />
LOREDANA ZARRELLA<br />
<strong>Il</strong> primo<br />
show<br />
del nero<br />
C’è fermento a Napoli per la<br />
prima edizione dello Showcolate.<br />
<strong>Il</strong> capoluogo campano<br />
ospiterà la mostra del cioccolato<br />
dal 4 all’8 dicembre, offrendo<br />
ai più golosi assaggi e<br />
spettacoli con gli artigiani e i<br />
produttori del cioccolato provenienti<br />
da tutta la penisola. <strong>Il</strong><br />
padiglione 1 della Mostra di<br />
Oltremare diventerà per quattro<br />
giorni il regno del mago<br />
nero. Gli artisti e gli esperti<br />
del settore guideranno il pubblico<br />
alla scoperta <strong>dei</strong> segreti<br />
del cacao, illustrando le tecniche<br />
di lavorazione e gli abbinamenti<br />
più stravaganti. Oltre<br />
alla parte espositiva, numerose<br />
le iniziative in programma.<br />
L'azienda Gay-Odin curerà i<br />
laboratori con la dimostrazione<br />
della lavorazione del cioccolatino<br />
albanese, della famosa<br />
cioccolata foresta e della<br />
ghianda, una croccante cialda<br />
ripiena di cioccolato. Prelibatezze<br />
create al momento,<br />
saranno presenti allo stand di<br />
Maja, dove si assisterà alla<br />
preparazione del cioccolatino<br />
e del panettoncino natalizio.<br />
Gli assaggi abbineranno il<br />
cioccolato ai sapori più svariati.<br />
Intrattenimento, animazione<br />
e relax al sapore di cioccolato.<br />
Per grandi e bambini ci<br />
sarà solo da leccarsi le dita.<br />
La leccornia prediletta da Ferdinando I di Borbone in mostra alla fiera di Benevento<br />
Pasticciando con il torrone<br />
Grande successo per la quinta edizione della rinomata kermesse dolciaria<br />
Gli eventi<br />
della<br />
rassegna<br />
La rassegna è iniziata<br />
il 27 novembre, al corso<br />
Garibaldi (nella zona<br />
della Rocca <strong>dei</strong> Rettori),<br />
con “Pasticciando<br />
con il Torrone”, dove<br />
i pasticcieri hanno<br />
offerto in degustazione<br />
dolci preparati per<br />
l’occasione. Sabato 28<br />
sono stati inaugurati<br />
gli stand. Domenica<br />
29 è stata la volta di<br />
“Torronando”, dedicato<br />
alla dimostrazione<br />
delle fasi della produzione<br />
del Torrone ed è<br />
stato possibile vedere i<br />
maestri torronai all’opera.<br />
“Ogni decembre il ruvido contadino,<br />
dai corti / Calzoni, dal mantello lungo,<br />
dagli occhi assorti / Nel novo lusso<br />
viene, per gelidi cammini, / a caricare<br />
l’asino di pesce e torroncini”.<br />
Così cantava nel 1909 il poeta patriota<br />
beneventano Antonio Mellusi,<br />
celebrando il torrone della sua città.<br />
A distanza di cento anni, se non c’è<br />
più il ruvido contadino che dalla<br />
campagna va in città la tradizione<br />
del consumo di torrone è sempre<br />
viva, particolarmente a Benevento,<br />
che del torrone è la patria.<br />
Non a caso il più antico documento<br />
beneventano che parla della copeta,<br />
ossia l’altro nome con cui è conosciuto<br />
il torrone, risale al 3 gennaio 1544,<br />
quando il Comune di Benevento<br />
offre ad un non nominato mastro di<br />
campo “copeta, fisticelli e confetti”. A<br />
partire da questa data, le testimonianze<br />
legate alla produzione e al<br />
consumo del torrone sono innumerevoli.<br />
Addirittura, c’è una testimonianza<br />
del grande architetto Luigi<br />
Vanvitelli che, nel maggio 1766, riferisce<br />
d’aver ricevuto in regalo a<br />
A sinistra<br />
la lavorazione<br />
<strong>dei</strong> torroni<br />
A destra<br />
un mastro<br />
torronaio<br />
Benevento “una cassetta di torrone”;<br />
altrettanto interessanti i documenti<br />
ottocenteschi relativi alla corrispondenza<br />
tra il marchese G.B. Pedicini e<br />
il Re Ferdinando I di Borbone, al<br />
quale il nobiluomo beneventano<br />
inviava sovente in omaggio scatole di<br />
torrone, graditissime dal sovrano.<br />
Non tutti sanno che anticamente il<br />
torrone veniva consumato durante<br />
tutte le feste paesane e non soltanto,<br />
come si fa adesso, nelle solennità natalizie.<br />
Ci soccorrono ancora i simpatici<br />
versi del Mellusi che descrivono:<br />
“<strong>Il</strong> popolare amalgama di mele e<br />
di nocciuole / Che appare nelle feste<br />
difeso incontro al sole / Sotto le<br />
bianche tende, nei larghi delle chiese,<br />
/ tra gli spari e le musiche d’ogni<br />
vicin paese”.<br />
La rassegna di BenTorrone affonda<br />
in questo humus le sue radici. La<br />
manifestazione, giunta alla quinta<br />
edizione, si ripropone di promuovere<br />
la conoscenza e la nobiltà del torrone,<br />
attraverso la sua storia e la sua<br />
indiscussa bontà. <strong>Il</strong> Comune di Benevento,<br />
infatti, ha promosso, nel<br />
2005, la costituzione dell’associazio-<br />
ne Nazionale delle città del torrone,<br />
con capofila naturalmente Benevento<br />
e Cremona. L’iniziativa nasce<br />
anche dalla volontà di fornire ai<br />
produttori uno stimolo a dedicarsi<br />
maggiormente a questa produzione,<br />
dopo un periodo di relativo appannamento<br />
causato soprattutto<br />
dagli eventi legati al secondo conflitto<br />
mondiale. Tra le iniziative<br />
della kermesse dolciaria, si è svolto,<br />
il 28 novembre alla Camera di<br />
Commercio, il forum dell’Accademia<br />
italiana della cucina, incentrato<br />
sul tema “<strong>Il</strong> torrone nella tradizione<br />
natalizia”.
L’ALLARME<br />
Scommesse e New Slot, cresce il rischio dipendenza<br />
Un milione di italiani<br />
malati d’azzardo<br />
Al tavolo da gioco si perdono i soldi e anche la salute<br />
PRIMO PIANO Domenica 6 dicembre 2009<br />
11<br />
Per tutti i gusti e tutte le tasche<br />
Trascorrono le giornate al<br />
bar di fronte ai videopoker e<br />
alle “new slot”, oppure, sempre<br />
più spesso, nella solitudine<br />
della propria casa, incollati<br />
per ore al pc davanti a<br />
un torneo di poker online.<br />
Sono i nuovi “tossici del<br />
gioco”, perlopiù uomini tra i<br />
30 e i 40 anni, coniugati e<br />
con un lavoro saltuario, ma<br />
con un identikit sempre più<br />
sfocato che ha finito per abbracciare<br />
tutte le fasce anagrafiche<br />
senza troppa distinzione<br />
di sesso o di ceto sociale.<br />
A soffrire di dipendenza<br />
patologica dal gioco d’azzardo,<br />
rivelano le ultime indagini,<br />
è il 3% della popolazione<br />
italiana. Un esercito<br />
silenzioso di 800mila disperati<br />
che cresce di anno in anno<br />
arruolando nelle sue fila<br />
giocatori sempre più giovani,<br />
come i tanti 18enni e<br />
17enni che cominciano ad<br />
approdare nei centri di recupero<br />
per malati d’azzardo.<br />
Gli esperti non hanno dubbi:<br />
quella del gioco estremo è<br />
ormai una vera emergenza<br />
sociale, una nuova frontiera<br />
dell’abuso che, al pari di alcol,<br />
droga e disturbi alimentari,<br />
minaccia i giovani del<br />
terzo millennio. Un’emergenza<br />
di cui però si parla<br />
poco, e in cui coesistono<br />
troppi interessi che l’espressione<br />
“gioco legale” sembra<br />
quasi voler mascherare. Con<br />
un giro d’affari di 47,5 miliardi<br />
di euro nel 2008, quella<br />
del gioco è la quinta industria<br />
in Italia. Un’industria in<br />
cui il <strong>Paese</strong> ha il primato<br />
mondiale per spesa pro capite<br />
(500 euro all’anno), e<br />
che non conosce crisi, trovando<br />
anzi alimento proprio<br />
nella crisi economica e nella<br />
mancanza di prospettive lavorative.<br />
Nel primo semestre<br />
del 2009, mentre tante<br />
aziende fallivano, il fatturato<br />
<strong>dei</strong> giochi d’azzardo aumentava<br />
dell’11%. Centri scommesse<br />
e sale da poker comparivano<br />
come funghi nei<br />
locali lasciati sfitti dagli esercizi<br />
commerciali in rovina. E<br />
soprattutto, le comunità di<br />
recupero continuavano a<br />
riempirsi di uomini e donne<br />
per cui il gioco era diventato<br />
l’unica ragione di vita. Storie<br />
di abuso che si intrecciano a<br />
storie di famiglie sfasciate, di<br />
bilanci in fumo, ma anche di<br />
microcriminalità e usura.<br />
«La questione della dipendenza<br />
dal gioco è terribilmente<br />
sottostimata – osserva<br />
il sociologo Maurizio Fiasco,<br />
esperto di tematiche<br />
collegate al gioco d’azzardo<br />
– Mentre l’Oms riconosce la<br />
dipendenza patologica da<br />
gioco d’azzardo come specificità<br />
clinica, in Italia non c’è<br />
traccia di una definizione i-<br />
stituzionale di questa patologia.<br />
Sul gioco esiste da noi<br />
una forte politica pubblica,<br />
basata su un’offerta vastissima<br />
e un marketing aggressivo,<br />
a cui non corrisponde<br />
un’adeguata offerta di assistenza<br />
sanitaria, né una seria<br />
campagna informativa sui<br />
rischi del gioco».<br />
Secondo una ricerca del Conagga<br />
(Coordinamento Nazionale<br />
Gruppi per Giocatori<br />
d’Azzardo), l’82% degli<br />
italiani sono giocatori più<br />
o meno accaniti. Se fra gli a-<br />
dulti la preferenza va ai<br />
Gratta e Vinci (61%) e al Superenalotto<br />
(50%), diverse<br />
sono le preferenze <strong>dei</strong> più<br />
giovani che, come rivelato<br />
dal rapporto del Nomisma<br />
“Gioco e Giovani”, amano<br />
soprattutto le scommesse<br />
legate ad eventi sportivi, le<br />
New Slot e il poker online.<br />
«E’ interessante notare –<br />
sottolinea Fiasco – che la<br />
quota di reddito destinata al<br />
gioco è percentualmente più<br />
alta proprio nelle regioni a<br />
reddito medio più basso.<br />
Emblematico è il caso della<br />
Campania, al primo posto in<br />
Italia per la spesa pro-capite<br />
<strong>dei</strong> giocatori».<br />
I dati rivelano inoltre una<br />
netta preferenza per il gioco<br />
in solitudine: un chiaro segnale<br />
del crollo di qualsiasi<br />
funzione ludica o sociale del<br />
gioco d’azzardo, divenuto<br />
un semplice strumento per<br />
vincere denaro o per evadere<br />
dalla quotidianità tentando<br />
il brivido della fortuna.<br />
Pagina a cura di<br />
DANIELE DE SOMMA<br />
RAFFAELE PELLEGRINO<br />
Vietate ai minori di 18<br />
anni, le New Slot prevedono<br />
puntate massime<br />
di 50 centesimi a<br />
partita e vincite fino a<br />
50 euro. Ci si dedica il<br />
45% <strong>dei</strong> giocatori.<br />
On line o in agenzia, le<br />
scommesse sportive<br />
conquistano una fetta<br />
di pubblico sempre<br />
maggiore. Fruttano oltre<br />
il 12% dell’intero<br />
fatturato <strong>dei</strong> giochi.<br />
<strong>Il</strong> Gratta e Vinci è il più<br />
diffuso tra i meccanismi<br />
di gioco, soprattutto<br />
tra gli over 60. Le<br />
possibilità di vincita<br />
vanno da pochi euro a<br />
diversi milioni.<br />
Poker: la tentazione è on line<br />
Con 1,3 milioni di giocatori<br />
il poker è diventato il<br />
più popolare tra i giochi<br />
on line, sottraendo il primato<br />
alle scommesse<br />
<strong>Il</strong> Superenalotto è tra i<br />
giochi più apprezzati<br />
sia dagli adulti (50%)<br />
che dai giovani (39%).<br />
Con Lotto e lotterie riscuote<br />
il 20% dell’incasso<br />
totale <strong>dei</strong> giochi.<br />
sportive. I tornei on line<br />
assorbono il 65% del mercato<br />
del gioco in rete, con<br />
un incremento stimato<br />
pari al +879% nel 2009.<br />
Dove cercare<br />
un aiuto<br />
specialistico<br />
Benché previsto nel manuale<br />
psichiatrico di diagnosi<br />
e cura, il gioco d’azzardo<br />
non è riconosciuto<br />
come patologia nel nostro<br />
Servizio sanitario nazionale.<br />
L’unica regione in grado<br />
di offrire un servizio di<br />
trattamento è la Toscana,<br />
che nel 2007 ha avviato un<br />
programma di formazione<br />
per gli operatori del settore.<br />
Esistono però diverse<br />
associazioni che offrono<br />
un aiuto specialistico. Tra<br />
queste, la Agita a Campoformio,<br />
la Alea a Siena e<br />
l’Associazione And a Gallarate.<br />
Per terapie brevi,<br />
anche residenziali, sono attive<br />
la Comunità Orthos di<br />
Siena e la comunità Lucignolo<br />
di Collegno.<br />
Smettere si può:<br />
ci sono i volontari<br />
L’ impegno sul campo dell’associazione Gruppo Logos<br />
<strong>Il</strong> gioco d’azzardo è sempre più un<br />
allarme sociale, al pari dell’abuso di<br />
alcol e droghe. Ne è consapevole l’associazione<br />
di volontari Gruppo Logos di<br />
Salerno. «La nostra attività di aiuto – ci<br />
dice Gabriella Cavaliere, una delle<br />
volontarie dell’associazione – è iniziata<br />
parallelamente a quella per chi ha problemi<br />
di alcol. Ci siamo accorti che gli<br />
alcolisti presentavano a volte una serie<br />
di altri disturbi, tra cui il vizio del<br />
gioco. Da li abbiamo iniziato ad interessarci<br />
attivamente al problema».<br />
Oggi l’associazione Logos si occupa<br />
anche dell’assistenza a chi è affetto da<br />
questo disturbo e si rivolge a persone<br />
provenienti da tutta la Campania, e<br />
anche da Calabria, Puglia e Molise.<br />
La loro attività si concretizza nell’inserimento<br />
delle persone in comunità di<br />
aiuto, attività di informazione e gruppi<br />
di ascolto. Se fino a qualche anno fa le<br />
persone che si rivolgevano alle strutture<br />
di assistenza erano uomini dai 30 ai<br />
40 anni, oggi sono sempre di più i giovani<br />
e le donne, un incremento che si<br />
spiega con la facilità di approccio a<br />
diverse e nuove tipologie di giochi. Dal<br />
tabaccaio come al bar sono tantissime<br />
le tentazioni.<br />
L’associazione in questo periodo si prepara<br />
a trasformare la sua impostazione<br />
da “semiresidenziale” cioè con gli assistiti<br />
che tornano alle rispettive case, a<br />
“residenziale”, con vere strutture abitative.<br />
«Spesso quando si parla di gioco d’azzardo<br />
si pensa al danno economico. –<br />
continua la dottoressa Cavaliere – In<br />
realtà sul fronte familiare la situazione<br />
è ancora più grave. Seguiamo casi di<br />
famiglie che rischiano letteralmente di<br />
sfasciarsi, perché vengono meno i<br />
“ruoli” che la tengono insieme».<br />
Sta proprio nella famiglia l’anello di<br />
congiunzione tra le persone che soffrono<br />
di questa dipendenza e l’associazione.<br />
«Sono molte volte i familiari che si<br />
rivolgono a noi per avere aiuto. <strong>Il</strong> campanello<br />
d’allarme possono essere i<br />
debiti, ma anche furti in ambito familiare<br />
per alimentare il mercato delle<br />
scommesse».<br />
Salerno,<br />
esperienze<br />
a confronto<br />
<strong>Il</strong> vizio del gioco è forte al<br />
Sud come al Nord. Lo sanno<br />
bene le associazioni volontarie<br />
per il recupero <strong>dei</strong><br />
giocatori patologici che<br />
quest’anno si riuniranno<br />
l’11 dicembre a Salerno, al<br />
Salone <strong>dei</strong> Marmi del Palazzo<br />
di Città, per il decimo<br />
convegno nazionale<br />
“Auto aiuto e terapia per i<br />
giocatori d’azzardo e le loro<br />
famiglie”.<br />
Al seminario, che si svolge<br />
per la prima volta al Sud,<br />
interverranno i massimi e-<br />
sperti italiani in materia e<br />
anche tanti “anziani” delle<br />
varie associazioni italiane<br />
che racconteranno come<br />
sono riusciti a vincere questo<br />
male. Padrone di casa<br />
sarà l’associazione Logos.
14 Domenica<br />
6 dicembre 2009
TERRITORIO Domenica 6 dicembre 2009<br />
15<br />
Ieri azienda<br />
per la lavorazione<br />
del pomodoro,<br />
oggi roccaforte<br />
di gusti tipici,<br />
luogo culturale<br />
e centro scientifico<br />
A lato, l’esterno e l’interno<br />
della struttura<br />
Alla ricerca <strong>dei</strong> sapori perduti<br />
A Battipaglia straordinario esempio di archeologia industriale e culinaria<br />
La “Fabbrica <strong>dei</strong> sapori” di Battipaglia non è un<br />
ristorante. O almeno non lo è nella concezione<br />
classica del genere. E’ un locus, un posto concettuale<br />
dove la cucina non è il fine, bensì il mezzo: la<br />
partenza e l’arrivo di una filosofia applicata ad un<br />
modo di intendere l’arte culinaria come roccaforte<br />
di una tradizione in via d’estinzione che, per<br />
questo motivo, è degna di essere tramandata ai<br />
posteri. Non solo. La “Fabbrica <strong>dei</strong> sapori” è anche<br />
uno straordinario esempio di archeologia industriale:<br />
vecchio e nuovo, originale e recuperato<br />
convivono in perfetto equilibrio grazie ad una<br />
ristrutturazione mirata in cui l’originalità è caratteristica<br />
che si respira nell’aria. Poi le installazioni<br />
di artisti moderni, le fotografie d’autore, i libri di<br />
gastronomia, la musica di sottofondo, i tripudi di<br />
luce e un pizzico di ricerca scientifica (data dalla<br />
presenza dell’Osservatorio Internazionale dello<br />
Stress Ossidativo diretto dal professor Eugenio<br />
Luigi Iorio) rendono unico questo locus dalla storia<br />
lunga e controversa.<br />
Fino alla fine degli anni ‘70, del resto, la “Fabbrica<br />
<strong>dei</strong> sapori” altro non era che un’azienda<br />
di lavorazione del pomodoro.<br />
Agli inizi degli anni ‘80, però, la<br />
crisi del settore stravolse la gestione<br />
dell’industria, che per qualche<br />
tempo divenne un contenitore utilizzato<br />
da altre ditte. Nel 1998,<br />
dopo oltre vent’anni di abbandono,<br />
la fine dell’oblio: il signor<br />
Cosimo Mogavero, imprenditore<br />
della ristorazione di qualità, andò<br />
a visitare la struttura insieme all’amico<br />
architetto Brunello Di Cunzolo.<br />
Fu amore a prima vista:<br />
Mogavero acquistò l’intera struttura<br />
a costo di indebitarsi fino al<br />
collo. Da solo, senza nessun aiuto<br />
pubblico. Oggi si può dire che “La<br />
Fabbrica <strong>dei</strong> sapori” è una scommessa<br />
vinta. L’attenzione estrema,<br />
quasi maniacale per le materie<br />
prime, la cura nel modo di trattare<br />
ogni alimento, l’accoglienza e la<br />
poliedricità del luogo sono assicurazioni<br />
vita natural durante sul<br />
ticket “semplicità&qualità”, ovvero<br />
il manifesto di questa impresa<br />
imprenditoriale e culturale.<br />
E sì, perchè varchi il cancello d’ingresso<br />
e ti sembra di aver oltrepassato<br />
una porta spaziotemporale:<br />
auto e mezzi d’epoca, antiche<br />
Come<br />
arrivarci<br />
La “Fabbrica <strong>dei</strong> sapori”<br />
è raggiungibile<br />
percorrendo l’A3<br />
Salerno-Reggio.<br />
Dopo essere usciti a<br />
Battipaglia, percorrere<br />
la SS 18 e alla<br />
prima rotonda svoltare<br />
per Paestum.<br />
Dopo circa un chilometro,<br />
girare per<br />
via Spineta e oltrepassare<br />
il macello<br />
comunale. Ancora<br />
500 metri e siete<br />
arrivati. La struttura<br />
si estende su<br />
22mila metri quadrati:<br />
all’interno, un<br />
bar, una pizzeria,<br />
due sale-ristorante<br />
e laboratori di formazione<br />
(ora non in<br />
funzione) per insegnare<br />
l’arte della<br />
pizza.<br />
pompe di benzina, macchine agricole, immagini<br />
in bianco e nero della lavorazione del pomodoro,<br />
utensili, soluzioni architettoniche particolari e<br />
silenzio: ogni angolo diventa sorpresa in questo<br />
posto fuori dal tempo. Un luogo antiglobale poichè<br />
zoccolo duro della tipicità culinaria, ma al<br />
tempo stesso simbolo di quella globalizzazione<br />
che sublima tutte le tradizioni come culture del<br />
popolo. Poi ti siedi a tavola e, in una sorta di<br />
monologo interiore del gusto, riscopri i sapori di<br />
quella cucina della nonna ormai dimenticata.<br />
Pagina a cura di<br />
FRANCESCO M. BORRELLI<br />
PIERLUIGI G. CARDONE<br />
PARLA IL TITOLARE<br />
Idee per lo sviluppo del Sud<br />
Cosimo Mogavero: «<strong>Il</strong> nostro obiettivo è tramandare<br />
l’arte e i segreti della gastronomia tradizionale»<br />
L’architetto Brunello Di Cunzolo e lo spirito della ristrutturazione<br />
Architetto Brunello Di Cunzolo, secondo<br />
quali principi ha ristrutturato la fabbrica?<br />
Era una struttura abbandonata, con quattro<br />
capannoni popolati da un insieme di materie<br />
e forme povere, ma proprio per questo molto<br />
esaltanti. C’era bisogno, però, di aggiunte<br />
funzionali per non rompere la spazialità degli<br />
ambienti interni, che abbiamo solamente<br />
pulito e attrezzato con l’impiantistica essenziale,<br />
al fine di avere uno spazio che nella sua<br />
complessità potesse ospitare eventi culturali.<br />
<strong>Il</strong> tutto in una logica di integrazione degli<br />
spazi esterni per moltiplicare le capacità del<br />
luogo di diventare un riferimento urbano<br />
all’interno di un percorso talvolta enogastronomico,<br />
talvolta culturale-culinario.<br />
E’ un’operazione riuscita?<br />
E’ una delle poche volte nella mia professione<br />
in cui realmente sono riuscito a fare ciò<br />
che volevo. Nel nostro mestiere non basta<br />
una buona idea: c’è bisogno di chi ci crede, di<br />
chi mette i soldi, di una società che riconosce<br />
il luogo come evoluzione della propria storia<br />
e delle proprie idee. Questo luogo in poco<br />
tempo è diventato un cult del circuito enogastronomico<br />
ed è la cosa che più mi emoziona<br />
Cosimo Mogavero<br />
Signor Cosimo Mogavero,<br />
qual è l’obiettivo della<br />
Fabbrica <strong>dei</strong> sapori?<br />
Far sopravvivere il lavoro<br />
artigianale nel campo della<br />
cucina: il sogno è trasferire<br />
nel futuro l’arte della gastronomia<br />
tipica (quindi<br />
anche della pizza) e fare da<br />
volano a tutto il settore<br />
dell’artigianato.<br />
E’ una scommessa vinta?<br />
Stiamo ancora giocando.<br />
E’una sfida dura, ma anche<br />
da qui passa lo sviluppo.<br />
C’è un principio dietro<br />
l’idea di gastronomia?<br />
C’è un ragionamento di<br />
semplificazione: a tutto<br />
quello che si è stratificato<br />
negli anni nella gastronomia<br />
tradizionale, invece di<br />
aggiungere abbiamo sottratto<br />
qualcosa al fine di ritornare<br />
all’essenza originaria<br />
della cucina tipica. Questo<br />
processo si legge non<br />
solo nella scelta delle materie<br />
prime, ma anche nella<br />
selezione <strong>dei</strong> processi stessi,<br />
con piatti semplicissimi che<br />
fanno rivivere le esperienze<br />
di quelle strutture che una<br />
volta servivano per cucinare.<br />
Perché miscelare cucina e<br />
cultura?<br />
Perché la vita è una sola ed è<br />
fatta di arte, di sapori, di curiosità.<br />
<strong>Il</strong> nostro non è solo<br />
un ristorante, è anche un percorso<br />
culturale che guarda al<br />
futuro facendo rivivere il passato.<br />
Quale la sua più grande<br />
soddisfazione?<br />
Vedere i ragazzi e la gente che<br />
si appassionano a questo lavoro.<br />
In tutti i settori della vita,<br />
e quindi anche nel nostro,<br />
ci sono regole che assicurano<br />
la riuscita del prodotto. Spesso,<br />
però, per pigrizia non<br />
vengono rispettate e i clienti<br />
ne risentono. Da noi non è<br />
così: qui si cucina per amore.<br />
«Interpretare l’evoluzione»<br />
Spazi interni ed ambienti esterni in un messaggio unico<br />
perché ho interpretato l’evoluzione <strong>dei</strong> tempi<br />
e il senso dell’evoluzione storica.<br />
<strong>Il</strong> bar sospeso nel vuoto è il succo dell’archeologia<br />
industriale.<br />
E’un ambiente molto tecnologico, in cui il<br />
soppalco in vetro retto da due travi sghembe<br />
non appoggia sulle murature: il tutto per<br />
lasciare la purezza dell’impianto. L’unica<br />
variazione è stata la copertura trasparente:<br />
abbiamo lasciato questa sensazione perché la<br />
luce lo rendeva spazio che si apriva oltre le<br />
mura.<br />
Brunello Di Cunzolo<br />
In cucina<br />
La nuova<br />
sfida<br />
campana<br />
<strong>Il</strong> coraggio e la passione di<br />
Cosimo Mogavero hanno<br />
trasformato in realtà il<br />
sogno culinario di molti.<br />
La “Fabbrica <strong>dei</strong> sapori” è<br />
diventato un non luogo<br />
dove le antiche tradizioni<br />
si sono integrate con le<br />
tecniche e gli arredamenti<br />
più moderni. Anche l’occhio<br />
vuole la sua parte!<br />
Qui sicuramente si resta<br />
affascinati dall’atmosfera<br />
di una ex fabbrica (per la<br />
lavorazione di pomodoro)<br />
a dimensione d’uomo,<br />
oggi trasformata in un<br />
ristorante contornato dai<br />
macchinari originali della<br />
fabbrica. La forza di questo<br />
posto è la semplicità<br />
delle persone, degli ingredienti<br />
e del perseverare in<br />
un’idea nuova: cucinare e<br />
proporre i sapori di casa,<br />
quelli genuini, ma farlo<br />
per centinaia di persone<br />
alla volta. La sperimentazione<br />
<strong>dei</strong> piatti e <strong>dei</strong> gusti<br />
è fatta ogni giorno da<br />
Cosimo Mogavero e signora,<br />
che sperimentano<br />
e provano sempre ricette<br />
campane e non, originali<br />
o tipiche. <strong>Il</strong> secondo passo<br />
è comprare i prodotti migliori<br />
per la realizzazione<br />
del piatto, quindi sperimentarli<br />
prima tra di loro<br />
e poi farli preparare in<br />
cucina alla “Fabbrica <strong>dei</strong><br />
sapori”. <strong>Il</strong> menù spazia da<br />
una vasta fantasia di primi<br />
come le “Mafalde della<br />
Fabbrica”, a un’ottima selezione<br />
di secondi di antica<br />
tradizione di cottura<br />
come il “Pollo al fuoco”.<br />
Ottimo l’antipasto tutto<br />
rigorosamente composto<br />
da latticini e insaccati<br />
campani. Le pizze hanno<br />
avuto un successo tale<br />
che il marchio è stato<br />
registrato come garanzia<br />
della pizza tradizionale<br />
campana originale. Oltre<br />
a essere gustosa la loro è<br />
antiossidante.
16 Domenica 6 dicembre 2009 CAMPUS<br />
FISCIANO<br />
Tra le voci del catalogo 19.000 tesi di laurea<br />
La biblioteca<br />
sfida l’era digitale<br />
Procedure informatiche al servizio degli utenti<br />
Dibattito sul volontariato<br />
BARBARA TROTTA<br />
Con circa seicentomila libri<br />
e periodici, diciotto sale di<br />
consultazione, seicentoquaranta<br />
postazioni di studio e<br />
un flusso di visitatori al giorno<br />
che si aggira in media<br />
intorno alle 1000-1200 u-<br />
nità, la biblioteca interfacoltà<br />
del Centro di servizio<br />
di ateneo per le biblioteche<br />
“E.R. Caianiello” è tra le<br />
maggiori d’Italia. Aperta<br />
anche agli utenti esterni<br />
all’università, raccoglie materiale<br />
librario appartenente<br />
a diverse aree disciplinari:<br />
l’umanistica (in cui recentemente<br />
si è, poi, distinta l’area<br />
linguistica), la farmaceutica,<br />
la tecnologica, la giuridica e<br />
l’economica.<br />
Le nuove acquisizioni, che<br />
riguardano maggiormente<br />
libri di tipo umanistico, si<br />
aggirano tra le 12.000 e le<br />
13.000 unità. <strong>Il</strong> sistema prescelto<br />
per la presentazione<br />
del materiale - afferma il<br />
direttore delle biblioteche<br />
Marcello Andria - è quello<br />
dello “scaffale aperto”, in cui i<br />
visitatori vengono a diretto<br />
contatto con i libri, che possono<br />
cercare autonomamente,<br />
dopo averne ottenuto<br />
la collocazione dal catalogo<br />
elettronico.<br />
Questo, completamente informatizzato<br />
e con oltre<br />
340.000 voci, è dotato del<br />
software di gestione Aleph, e<br />
può essere consultato sia<br />
dalle postazioni predisposte<br />
nella biblioteca sia on line.<br />
La procedura di prestito, che<br />
interessa in media 300-400<br />
libri al giorno, è stata recentemente<br />
automatizzata mediante<br />
l’utilizzo di codici a<br />
barre e dalla sua adozione ha<br />
SONIA ACERRA<br />
<strong>Il</strong> compito del diritto nell’attuale crisi e<br />
la ripresa del suo ruolo guida: è quanto<br />
discusso alla conferenza della Facoltà di<br />
Giurisprudenza dell’Università degli<br />
Studi di Salerno. «Crisi e diritto» è il<br />
tema dell’incontro, svoltosi nell’Aula<br />
Magna «Vincenzo Buonocore» e che ha<br />
coinvolto non solo docenti di Giurisprudenza,<br />
ma anche di Scienze Politiche<br />
e di Economia. «Con questa crisi<br />
abbiamo compreso che lo spazio giuridico<br />
è ormai globale – spiega Enzo<br />
Maria Marenghi, preside della Facoltà<br />
di Giurisprudenza e promotore dell’appuntamento<br />
– ma anche che c’è stato<br />
un periodo lungo dell’economia, lasciata<br />
dal diritto troppo sola. Oggi è tempo<br />
di ritornare al diritto e per farlo bisogna<br />
rifarsi a quei principi di civiltà irrinunciabili,<br />
ripartendo dalla sussidiarietà,<br />
adeguatezza e differenziazione. E’ necessario<br />
creare un’ autorità unica che<br />
tenga conto delle diverse realtà territoriali<br />
e creare le condizioni giuridiche<br />
per il governo dell’economia».<br />
E’ stata sottolineata la crisi della finanza<br />
creativa dal rettore dell’Università di<br />
Salerno, Raimondo Pasquino, nei suoi<br />
permesso un maggior controllo<br />
e una semplificazione<br />
delle attività bibliotecarie.<br />
Oltre al prestito locale gli<br />
utenti possono usufruire<br />
anche del prestito interbibliotecario<br />
e del document<br />
Opinioni a confronto<br />
Su Facebook, la biblioteca<br />
d’ateneo possiede circa<br />
2200 fan e gli studenti in<br />
media si ritengono soddisfatti<br />
del servizio. «I libri<br />
per gli esami si trovano»,<br />
sostengono due studentesse<br />
della facoltà di lingue,<br />
mentre Lorena della<br />
facoltà di giurisprudenza,<br />
lamenta: «La struttura è<br />
complicata e dispersiva».<br />
Due studenti d’economia,<br />
poi, rilevano il problema<br />
di trovare posto per studiare<br />
negli orari di punta.<br />
<strong>Il</strong> gradimento degli utenti,<br />
comunque, sarà presto<br />
oggetto di un sondaggio<br />
che fa parte di un percorso<br />
triennale per ottenere la<br />
certificazione di qualità.<br />
La risposta del diritto<br />
alla crisi economica<br />
A Giurisprudenza una conferenza interdisciplinare<br />
<strong>Il</strong> preside Marenghi<br />
saluti seguiti da quelli del preside della<br />
Facoltà di Scienze Politiche, Luigi Rossi.<br />
Negli interventi della prima sessione,<br />
presieduta da Pasquale Stanzione,<br />
si è analizzata la crisi dai vari aspetti del<br />
diritto, mirando a regole certe ed etica<br />
delivery (si possono fornire<br />
articoli di periodici non in<br />
abbonamento ed estratti di<br />
monografie). Entrambi i servizi,<br />
frutto della cooperazione<br />
tra biblioteche italiane e<br />
straniere, possono prevedere<br />
il pagamento delle spese<br />
postali e sono sia attivi che<br />
passivi (cioè il materiale può<br />
entrare, ma anche uscire).<br />
C’è, poi, pure la possibilità -<br />
di servirsi - sottolinea il dottor<br />
Andria - di ricerche<br />
bibliografiche sull’argomento<br />
della propria tesi, compilando<br />
un modulo (operazione<br />
possibile anche on line).<br />
La ricerca verrà effettuata<br />
sul catalogo d’ateneo, su<br />
quello <strong>dei</strong> dipartimenti e in<br />
ambito regionale e la risposta<br />
arriverà via e-mail.<br />
<strong>Il</strong> servizio reference provvede<br />
a dare informazioni e assistenza<br />
ai servizi della biblioteca,<br />
anche rispondendo<br />
via posta elettronica alle domande<br />
inviate tramite il<br />
portale delle biblioteche<br />
dell’Università. Qui possono<br />
essere presentate pure delle<br />
proposte d’acquisto di materiale<br />
librario e in un anno ne<br />
sono arrivate più di 3000.<br />
La biblioteca è dotata, poi, di<br />
un’aula multimediale in cui è<br />
possibile accedere ad internet<br />
(l’intero edificio è già coperto,<br />
però, da una rete wireless),<br />
ma soprattutto alle<br />
banche dati (circa 150) e ai<br />
periodici elettronici in abbonamento.<br />
«<strong>Il</strong> modo di fare ricerca si sta<br />
evolvendo sempre di più<br />
verso l’elettronico - ha concluso<br />
il direttore Andria - e<br />
anche la biblioteca ha subito<br />
un forte impulso dalla rivoluzione<br />
tecnologica».<br />
Sono presenti nella sede,<br />
poi, il centro di documentazione<br />
europea, che raccoglie<br />
le pubblicazioni ufficiali della<br />
Ue, e alcune collezioni<br />
storiche, come ad esempio il<br />
fondo Ventimiglia che contiene<br />
circa 8000 opere.<br />
per Giuseppe Fauceglia, confluenza<br />
d’interessi attraverso una dialettica sociale<br />
per Giovanni Capo, la sussidiarietà,<br />
la dottrina sociale e il rinnovato<br />
rispetto della legalità per Armando<br />
Lamberti. «La crisi ha avuto un solo<br />
merito – afferma Angela Di Stasi – ed<br />
è quello di aver offerto un banco di<br />
prova al G20. Un’istituzione che non<br />
solo si è allargata dal G8 ad altri 11<br />
Paesi, ma che ha anche aperto a delegazioni<br />
non statuali e che potrebbe<br />
rafforzare la stabilità finanziaria».<br />
Sul diritto del lavoro, poi, l’intervento<br />
di Maria José Vaccaro e nella<br />
seconda sessione, presieduta da<br />
Massimo Panebianco, sono stati<br />
approfonditi da Emanuele Salsano,<br />
Aldo Piero Amati, Angela Spagnuolo<br />
e Claudio Preziosi i motivi della crisi<br />
e le possibili soluzioni.<br />
I buoni<br />
samaritani<br />
del 2000<br />
LUCIANA BARTOLINI<br />
Per due giorni all’Università di Salerno si è discusso<br />
di protezione civile e riforma della legge<br />
sul volontariato. Gli incontri sono stati organizzati<br />
dall’associazione ”Panta rei” e rientrano nella<br />
seconda edizione del forum nazionale delle organizzazioni<br />
di volontariato.<br />
I temi centrali sono stati trattati da Fabio Fraiese<br />
D’Amato (direttore nazionale ANPAS), Egidio<br />
Ciancio (presidente “Panta rei”), Maurizio Garotti<br />
(responsabile servizio civile ANPAS),<br />
Luciano De Matteis (vicepresidente nazionale<br />
ANPAS), Vito Di Lascio (assessore<br />
provinciale di Potenza), Giovanni<br />
Romano (assessore provinciale<br />
di Salerno). Nel corso del<br />
dibattito non sono mancate le<br />
polemiche sulla riforma della<br />
legge sul servizio civile: da una<br />
parte si sosteneva che la gestione<br />
dovesse essere su base regionale,<br />
dall’altra che dovesse continuare<br />
ad essere nazionale.<br />
Per quanto riguarda gli interventi,<br />
D’Amato ha sottolineato che<br />
nel 2005-2006 l’associazione di<br />
servizio civile e protezione civile<br />
“Papa Charlie” di Pagani ha attuato<br />
un progetto con 2 volontari<br />
disabili. Dopo 2 anni il progetto<br />
non è stato più finanziato. Garotti<br />
ha affermato che in Italia è difficile<br />
programmare il servizio civile<br />
perché mancano i fondi, perciò<br />
molti progetti sono approvati ma<br />
non finanziati. A ottobre è partito<br />
un progetto speciale per 50 posti<br />
di servizio civile per l’Abruzzo.<br />
Quest’anno i volontari di servizio<br />
civile sono la metà dell’anno<br />
scorso .<br />
De Matteis ha parlato di Acquasanta<br />
in Abruzzo, che 15 giorni<br />
dopo il sisma si è dotata di ufficio<br />
Tutti<br />
i numeri<br />
In Italia operano 6<br />
milioni di volontari; i<br />
cittadini si fidano<br />
più di loro (72%) che<br />
<strong>dei</strong> carabinieri (69%)<br />
e della Chiesa (39%).<br />
Sono organizzati in<br />
associazioni. Tra<br />
queste l’ Anpas con<br />
850 pubbliche assistenze<br />
di cui 50 in<br />
Campania.<br />
<strong>Il</strong> servizio civile<br />
nasce nel 2001. Si<br />
rivolge a ragazzi dai<br />
18 ai 28 anni, dura<br />
un anno e impegna<br />
per 30 ore la settimana.<br />
Diciotto anni<br />
fa fu istituita la leggge<br />
sulla protezione<br />
civile che si occupa<br />
di prevenzione delle<br />
calamità e soccorso<br />
alle popolazioni.<br />
postale, ambulatorio pediatrico, associazione di<br />
sostegno agli anziani e biblioteca grazie ai volontari<br />
che nelle tende hanno ricreato l’aggregazione<br />
e la socializzazione. Quindicimila aquilani vivono<br />
ancora negli alberghi. Le case assegnate dal<br />
governo rischiano di trasformarsi in ghetti perché<br />
non c’è partecipazione sociale. In passato<br />
dopo i terremoti le autorità ricostruivano prima<br />
il tessuto sociale e poi le case. Le organizzazioni<br />
di servizio civile e protezione civile hanno individuato<br />
un’area per la Casa del Volontariato per<br />
favorire la coesione tra la gente. <strong>Il</strong> progetto coinvolge<br />
tutta la popolazione aquilana.<br />
Di Lascio ha riferito che a Lagonegro (Potenza)<br />
per il terzo anno sono stati finanziati 3 progetti<br />
per l’assistenza agli anziani, ai bambini disabili e<br />
ai minori con difficoltà scolastiche.<br />
Romano ha ricordato, in tema di protezione civile,<br />
il ruolo fondamentale svolto dal sindaco.
CAR-POOLING<br />
CAMPUS Domenica 6 dicembre 2009<br />
Giù costi, inquinamento e traffico con l’idea premiata dal ministero della Gioventù<br />
In auto all’università con un sms<br />
Parte Mercurio, il progetto per condividere il veicolo fino alle Facoltà<br />
17<br />
Pratico, semplice e veloce. Da oggi<br />
non è più un problema raggiungere<br />
l’ateneo di Fisciano. Basta code e<br />
tempo perso, c’è il car-pooling del<br />
progetto Mercurio che mette in<br />
contatto gli studenti per condividere<br />
l’auto. Basta connettersi ad<br />
internet e un sms ti darà l’appuntamento.<br />
Un metodo rapido, facile,<br />
economico, ecologico e gratuito.<br />
Cinque motivi per far proprio il<br />
nuovo modo per raggiungere l’università.<br />
L’idea è venuta a tre giovani<br />
professionisti dopo anni di<br />
“tempi morti e costosi” per raggiungere<br />
l’università. Mario Raiola,<br />
Francesco Sessa e Fabrizio<br />
Casaburi, assistiti dall’avvocato<br />
Paolo Perrone, nel 2008 mettono a<br />
punto questo progetto che vincerà<br />
anche il concorso “Giovani idee<br />
che cambiano l’Italia”, indetto dal<br />
ministero per le Politiche<br />
Giovanili. Oggi, dopo aver sviluppato<br />
il programma con la messa on<br />
line del sito Progetto Mercurio<br />
(www.progetto-mercurio.it), l’idea<br />
si concretizza con l’avvio di questo<br />
anno accademico grazie al patrocinio<br />
dell’Università di Salerno,<br />
l’Ente Diritto alla Studio, il<br />
Comune e la Provincia di Salerno.<br />
<strong>Il</strong> progetto è semplice quanto innovativo.<br />
Condividere l’automobile<br />
abbattendo i costi, l’inquinamento<br />
e così i tempi di percorrenza, avendo<br />
finanche parcheggi liberi. Basta<br />
iscriversi presso il sito internet di<br />
Mercurio ed entrare a far parte<br />
della community ovvero essere<br />
presente nel database in base alla<br />
propria disponibilità. Due i soggetti<br />
tipici interessati al progetto:<br />
automobilisti e passeggeri. I primi<br />
mettono a disposizione la propria<br />
auto per raggiungere l’università.<br />
Gli orari di partenza e ritorno ven-<br />
gono precisati al momento dell’iscrizione.<br />
I passeggeri possono<br />
usufruire del passaggio previa condivisione<br />
delle spese. Così c’è un<br />
risparmio sui costi di trasporto. Ma<br />
non solo. Diminuendo la circolazione<br />
stradale, si avrà anche una<br />
riduzione dell’emissioni di sostanze<br />
inquinanti e <strong>dei</strong> tempi di percorrenza.<br />
Meno auto in giro è uguale a<br />
meno traffico. <strong>Il</strong> contatto tra automobilisti<br />
e passeggeri è ovviamente<br />
giovanile e comodo. Infatti, per<br />
contattare i vari membri della community<br />
si utilizzeranno gli sms, i<br />
messaggini del cellulare che così<br />
diventeranno metodo di comunicazione<br />
del progetto Mercurio.<br />
Ognuno si iscrive e in base alle proprie<br />
esigenze viene messaggiato.<br />
“Appuntamento alle ore 8,20 a<br />
piazza della Concordia di Salerno”.<br />
Tempo massimo di attesa 10 minuti.<br />
Riconoscersi è facile: un adesivo<br />
e un cartellino renderà amici coloro<br />
che si affidano al car-pooling.<br />
<strong>Il</strong> costo? Nessuno, se non quello di<br />
un contributo per il viaggio, già<br />
predeterminato, da dare direttamente<br />
all’autista. L’iscrizione al sito<br />
e l’erogazione del servizio di sms è<br />
gratuito. Paura per un incontro<br />
In alto, da sinistra<br />
Fabrizio Casaburi,<br />
responsabile comunicazione<br />
con gli ingegneri Mario Raiola<br />
e Francesco Sessa,<br />
gli ideatori del progetto<br />
di car-pooling Mercurio.<br />
A sinistra,<br />
il manifesto dell’iniziativa<br />
indesiderato? Non c’è problema.<br />
Gli utenti saranno identificati al<br />
momento dell’iscrizione con documenti<br />
ufficiali ma useranno per<br />
comunicare solo degli alias in<br />
modo da non violare la privacy.<br />
Discrezione e sicurezza insieme a<br />
comodità e flessibilità di un servizio<br />
che può cambiare in qualsiasi<br />
momento in base anche alle esigenze<br />
improvvise con gli sms: basta<br />
un click.<br />
Servizi di<br />
GIOVANNI SPERANDEO<br />
I primi<br />
dati<br />
ufficiali<br />
Cento iscritti per cinquanta<br />
questionari già compilati,<br />
questi i primi dati raccolti<br />
dagli iscritti al progetto<br />
Mercurio.<br />
<strong>Il</strong> 20% degli utenti risiede nel<br />
comune di Salerno, il 10% ad<br />
Avellino, i restanti nelle province<br />
di Avellino, Salerno e<br />
Napoli. <strong>Il</strong> 57% raggiunge abitualmente<br />
l’università in autobus,<br />
il 64% usa anche l’automobile<br />
e l’81% dispone di un<br />
proprio veicolo. Quindi il 20%<br />
degli sicritti è proprietario di<br />
automobile ma preferisce raggiungere<br />
l’università con i<br />
mezzi pubblici. Nel 58% <strong>dei</strong><br />
casi l’andata e il ritorno per<br />
l’ateneo è regolare negli orari,<br />
il 32% invece non segue orari<br />
regolari. La frequenza annuale<br />
dell’università tocca la<br />
punta massima del 94% nel<br />
mese di aprile, per scendere al<br />
91% a maggio, l’89% nei mesi<br />
di marzo, ottobre e novembre,<br />
l’83% a dicembre, il 60% a<br />
gennaio, il 53% a giugno, il<br />
47% a febbraio e il 40% a settembre.<br />
Luglio segna la presenza<br />
del 28% degli studenti<br />
mentre ad agosto, piena estate,<br />
solo il 9%. La destinazione<br />
comune degli iscritti è l’ateneo<br />
di Fisciano mentre è il<br />
ritardo tollerato degli appuntamenti<br />
sarà di soli 10 minuti.<br />
E’ attiva la carta di credito che soddisferà le esigenze degli studenti<br />
Diventa titolare dell’Ateneum<br />
In sole due settimane sono già duecentocinquanta le tessere sottoscritte<br />
Un solo documento come a Milano<br />
L’obiettivo futuro<br />
L’attuale carta studenti<br />
incorporata nella carta di<br />
credito prepagata, così<br />
come al Politecnico e all’Università<br />
di Milano Bicocca,<br />
è l’obiettivo della<br />
Fondazione Unisa. La<br />
smart-card meneghina,<br />
lanciata il 14 settembre,<br />
può essere utilizzata come<br />
badge di identificazione<br />
a vista per gli studenti,<br />
grazie ai dati personali e<br />
alla fototessera del titolare<br />
stampata sul retro;<br />
inoltre può abilitare o disabilitare,<br />
tramite la banda<br />
magnetica o il chip di<br />
accesso fisico a laboratori,<br />
biblioteche, aule, mense,<br />
aree riservate, convegni,<br />
eventi e l’accesso logico a<br />
Internet o ai servizi online<br />
che saranno messi a<br />
disposizione dalle Università.<br />
Nell’ambito <strong>dei</strong><br />
servizi di identificazione,<br />
può essere utilizzata anche<br />
per registrare la presenza<br />
a un esame, alle elezioni<br />
universitarie, a un<br />
corso di specializzazione<br />
o a un seminario. <strong>Il</strong> progetto<br />
dimostra che la<br />
Fondazione ha occhio e<br />
che questi servizi, uniti<br />
alla varietà di offerte e<br />
vantaggi dell’attuale carta,<br />
uniche, rappresenta il<br />
normale proseguo all’ambiziosa<br />
“espansione” dell’Ateneo.<br />
Con la carta Ateneum si ha in tasca un<br />
universo di ottime opportunità per chi<br />
studia. Non è uno slogan pubblicitario,<br />
ma rende bene l’idea della grande piattaforma<br />
di vantaggi che racchiude nelle<br />
sue seppur piccole dimensioni. Nata<br />
dall’impegno comune della Fondazione<br />
Unisa, presieduta dal professor Giorgio<br />
Donsì, e dalla Federazione Campana<br />
delle Banche di Credito Cooperativo,<br />
presieduta dal dr. Silvio Petrone, ha<br />
ancora tanta voglia di crescere. La<br />
carta, il cui costo di emissione è completamente<br />
gratuito, oltre a riassumere<br />
già in sé le classiche caratteristiche di<br />
“carta servizi” (scontistica, convenzioni<br />
varie, ecc.) con quelle di carta di credito<br />
prepagata del circuito “Master Card”,<br />
ha l’obiettivo di soddisfare i bisogni<br />
quotidiani degli studenti di questo ateneo.<br />
Negli ultimi giorni, in collaborazione<br />
con le varie associazioni universitarie,<br />
sono stati distribuiti <strong>dei</strong> questionari<br />
con lo scopo appunto di analizzare<br />
le maggiori esigenze avvertite dagli studenti.<br />
E’ proprio il radicamento con il territorio,<br />
unito agli indirizzi segnalati dai<br />
ragazzi, la strada che batteranno i promotori<br />
dell’iniziativa. La carta, facendo<br />
parte del grande circuito europeo<br />
“Associazione Carta Giovani”, consente<br />
già sconti in oltre 100 mila punti vendita<br />
in tutta Europa, ma l’obiettivo è<br />
aprirla alle attività commerciali che circondano<br />
il campus di Fisciano. Dal<br />
prossimo mese di gennaio infatti, grazie<br />
a una convenzione stipulata con il consorzio<br />
Unico Campania, l’organismo<br />
che si occupa della gestione della tariffazione<br />
integrata <strong>dei</strong> trasporti in regione,<br />
gli abbonamenti mensili e annuali<br />
potranno già essere sottoscritti presso<br />
la Fondazione Unisa. In due settimane<br />
i beneficiari sono stati oltre 250 carte,<br />
ma il sogno nel cassetto della<br />
Fondazione sarebbe la copertura di<br />
tutto il popolo studentesco che abita il<br />
Campus, attraverso la creazione di<br />
un’unica tessera che raggruppi i servizi<br />
della carta studenti con quelli<br />
dell’Ateneum.<br />
Servizi di<br />
SABINO RUSSO
18 Domenica 6 dicembre 2009 SPETTACOLI<br />
L’associazione culturale “<strong>Il</strong> Contrapasso” è nata dieci anni fa da un’idea di Raffaella Lembo<br />
Imparare ballando con la storia<br />
Rievocazioni medievali e rinascimentali per rivivere epoche lontane<br />
VALERIO ARRICHIELLO<br />
La macchina del tempo<br />
Entrare a far parte de “<strong>Il</strong><br />
Contrapasso” è un po’<br />
come salire su una macchina<br />
del tempo, un modo<br />
per rivivere epoche storiche<br />
lontane e affascinanti.<br />
Formazione <strong>dei</strong> docenti,<br />
corsi di danze medievali e<br />
rinascimentali per ragazzi<br />
e per adulti, partecipazione<br />
e organizzazione di<br />
rievocazioni storiche con<br />
gruppi provenienti da ogni<br />
parte d’Italia: sono solo<br />
alcune delle attività dell’associazione<br />
culturale “<strong>Il</strong><br />
Contrapasso”.<br />
E per chi volesse saperne<br />
di più, c’è il gruppo su<br />
Facebook dove si trovano<br />
notizie sulle iniziative più<br />
recenti.<br />
Imparare la storia e arricchire<br />
la propria cultura attraverso<br />
l’immedesimazione. È<br />
questo il fine principale de<br />
“<strong>Il</strong> Contrapasso”, associazione<br />
salernitana che si occupa<br />
di ricerca e rievocazione nell’ambito<br />
del Medioevo e del<br />
Rinascimento. Tutto nasce<br />
dieci anni fa, da un’intuizione<br />
di Raffaella Lembo, insegnante<br />
di educazione fisica<br />
del liceo scientifico Severi e<br />
attuale presidente del “Contrapasso”:<br />
«Abbiamo iniziato<br />
come progetto scolastico,<br />
ma ben presto ci fu detto che<br />
il nostro lavoro non poteva<br />
restare chiuso nelle scuole:<br />
così è nata l’associazione».<br />
Punto di partenza è la danza,<br />
medievale e rinascimentale,<br />
l’obiettivo, però, non è il<br />
puro spettacolo, ma il lavoro<br />
di ricostruzione storica<br />
attraverso l’interpretazione<br />
<strong>dei</strong> manoscritti dell’epoca.<br />
«Un modo alternativo e<br />
dinamico di impossessarsi<br />
della storia passando attraverso<br />
il corpo – spiega la<br />
professoressa – dal tipo di<br />
danza si comprende anche il<br />
periodo storico: i balli medievali<br />
sono più introspettivi<br />
e caratterizzati dal simbolismo,<br />
i rinascimentali sono<br />
più gioiosi e contrassegnati<br />
dalla centralità dell’uomo».<br />
Ma non ci si limita alla danza:<br />
c’è lo studio <strong>dei</strong> costumi e<br />
delle pettinature attraverso i<br />
dipinti, il lavoro d’interpretazione<br />
delle scritture e il<br />
recupero della cucina dell’epoca.<br />
Tutte attività che contribuiscono<br />
alla formazione<br />
<strong>dei</strong> ragazzi. E non solo, perché<br />
tra le tante iniziative de<br />
“<strong>Il</strong> Contrapasso”, ci sono i<br />
corsi per i bambini, l’attività<br />
di formazione <strong>dei</strong> docenti e<br />
il “Progetto terza età” dedicato<br />
agli anziani. Tra le<br />
esperienze più belle, va<br />
ricordata la partecipazione,<br />
nel 2007, al concorso europeo<br />
di danze storiche di<br />
Wroclaw in Polonia: «Siamo<br />
arrivati terzi, ma al di là del<br />
risultato è stato bello confrontarsi<br />
con ragazzi provenienti<br />
da altre nazioni, riuscire<br />
a comunicare attraverso<br />
la danza pur parlando lingue<br />
differenti». Dieci anni di<br />
attività, un repertorio di sessanta<br />
tipi di danze e un<br />
gruppo di venti ragazzi ma<br />
Raffaella Lembo non intende<br />
fermarsi: «Sono attratta<br />
dalle novità, rispetto agli<br />
altri gruppi siamo meno<br />
legati a libri e schemi. Ho<br />
introdotto la figura del giullare,<br />
le danze del popolo e<br />
ora mi piacerebbe creare un<br />
nostro gruppo musicale».<br />
Una bacchettata, la professoressa<br />
la riserva ai suoi<br />
concittadini: «Le istituzioni<br />
sono latitanti, a Salerno c’è<br />
ancora troppa improvvisazione.<br />
Spesso siamo costretti<br />
ad andare fuori e a collaborare<br />
con gruppi storici di<br />
altre città, qua c’è molta<br />
rivalità». Fortunatamente c’è<br />
chi apprezza il lavoro portato<br />
avanti de “<strong>Il</strong> Contrapasso”:<br />
«Se tutto va bene nel<br />
2010 rappresenteremo l’Italia<br />
in un importante evento<br />
internazionale insieme ad<br />
artisti del calibro di Bocelli,<br />
ma sono scaramantica non<br />
fatemi dire di più». Brutta<br />
bestia la scaramanzia, ma da<br />
un amante del Medioevo<br />
c’era da aspettarselo.
SPETTACOLI Domenica 6 dicembre 2009<br />
<strong>Il</strong> regista Tornatore a Salerno dove vinse il suo primo premio con il documentario “Le minoranze etniche in Sicilia”<br />
“Baarìa”: il mito del ritorno<br />
19<br />
GERMANA GRASSO<br />
È una costante <strong>dei</strong> suoi film, il ritorno<br />
nella sua Sicilia, una terra<br />
problematica che richiama come<br />
il canto delle sirene. Appena rientrato<br />
da Los Angeles, dove il suo<br />
ultimo film, “Baarìa”, è in corsa<br />
per gli Oscar, Giuseppe Tornatore<br />
ha fatto tappa nel Campus universitario<br />
di Fisciano, dove ha<br />
incontrato gli studenti nell’ambito<br />
di FilmIdea, la rassegna di cinema<br />
dell’ateneo. Un modo per<br />
ribadire il profondo legame che<br />
unisce un siciliano a Salerno. E’<br />
qui, infatti, che ebbe inizio per lui<br />
quella splendida avventura chiamata<br />
cinema.<br />
“Baarìa” è in corsa per l'Oscar,<br />
come si sente?<br />
Sono contento che il film rappresenti<br />
l’Italia, ma non ho l’ansia da<br />
prestazione. Forse l’hanno gli altri<br />
che danno per scontato che avendo<br />
già avuto una volta un’esperienza<br />
positiva con la vittoria di<br />
questo premio, debba vincerlo<br />
sempre. Invece il percorso fino all’Oscar<br />
è fatto di tante stazioni.<br />
Ad esempio con “L’uomo delle<br />
stelle” entrammo in nomination.<br />
“La sconosciuta” arrivò alla short<br />
list. Comunque sono sereno. <strong>Il</strong><br />
film è lì, il pubblico lo può vedere,<br />
discutere, amare, criticare, lo può<br />
anche odiare, se vuole, come ha il<br />
diritto di fare con qualunque film.<br />
Nel film i protagonisti sono<br />
interpretati da due attori sconosciuti,<br />
invece in ruoli marginali<br />
ci sono tantissimi volti<br />
noti. È voluto?<br />
Non ho pensato di scegliere attori<br />
famosi nei ruoli secondari e<br />
sconosciuti nel ruolo <strong>dei</strong> protagonisti.<br />
Per i protagonisti cercavo<br />
<strong>dei</strong> nomi. Per la caratteristica fisica,<br />
per l’età che dovevano avere e<br />
rispetto alle esigenze di ringiovanimento<br />
e invecchiamento, per il<br />
dialetto. Insomma, a questo identikit<br />
non è corrisposto nessun attore<br />
famoso. Allora abbiamo imboccato<br />
un’alternativa. Francesco<br />
Scianna e Margareth Madè sono<br />
stati un’ottima coppia per il film.<br />
Poiché il cinema italiano è poco<br />
più di un cortile, si era saputo che<br />
c’erano tantissimi ruoli marginali.<br />
Attori amici e non mi chiamavano<br />
anche per piccoli ruoli. È<br />
diventato quasi un gioco. Un<br />
gioco che ho accettato, sia perché<br />
mi divertiva, sia perché il mio è<br />
un film su un centro di provincia.<br />
Ambivo a trovare un codice e-<br />
spressivo per raccontare la coralità<br />
della vita in un paese, dove sono<br />
tutti protagonisti. <strong>Il</strong> fatto che<br />
decine di figure marginali avessero<br />
il volto di attori noti mi sembrava<br />
in linea con questa filosofia.<br />
<strong>Il</strong> film è stato oggetto di polemiche<br />
fin dalla presentazione al<br />
Festival di Venezia. Si è parlato<br />
del rapporto tra il regista e il<br />
produttore, che in questo caso è<br />
un uomo politico.<br />
È un tema antico, ma è curioso<br />
che si è messi nella condizione di<br />
dover spiegare perché si è fatto<br />
un film con un contesto produttivo<br />
che non è in linea con le proprie<br />
idee. Io ho fatto nove film, se<br />
avessi dovuto fare solo quelli prodotti<br />
da coloro con i quali “ideologicamente”<br />
andavo d’accordo,<br />
«Ho un ricordo bellissimo di quei mesi passati<br />
a cercare volti, luoghi, oggetti e situazioni»<br />
«Non mi interessa<br />
il partito del produttore:<br />
quando lavoriamo,<br />
il suo partito<br />
è il mio film»<br />
Una scena<br />
del film “Baarìa”<br />
<strong>Il</strong> set ricostruito<br />
a 20 chilometri<br />
da Tunisi. <strong>Il</strong> paese<br />
è stato realizzato<br />
su 6 ettari di terreno<br />
da uno staff<br />
di scenografi esperti<br />
Giuseppe Tornatore durante<br />
la conferenza stampa prima<br />
dell’incontro con gli studenti<br />
dell’Univeristà degli Studi<br />
di Salerno, nell’ambito<br />
della ottava edizione<br />
della rassegna “FilmIdea”<br />
UNA VITA DA OSCAR<br />
Giuseppe Tornatore nasce a Bagheria, vicino<br />
Palermo, nel 1956, da Peppino, sindacalista<br />
della Cgil. Affascinato da regia, recitazione e<br />
letteratura, a soli 16 anni mette in scena<br />
opere di Luigi Pirandello ed Eduardo De<br />
Filippo. Si diploma al liceo classico del suo<br />
paese. Muove i primi passi nell’ambiente<br />
cinematografico realizzando il documentario<br />
“Le minoranze etniche in Sicilia”, vincitore<br />
al Festival di Salerno. Nel 1979 per la Rai<br />
gira “Diario di Guttuso”, in seguito al quale<br />
nascerà una profonda amicizia tra lui e il<br />
noto artista siciliano. Concilia la passione<br />
per il cinema con l’amore per la letteratura<br />
con il programma realizzato per la Rai<br />
“Ritratto di un rapinatore – Incontro con<br />
Francesco Rosi” e “Scrittori siciliani e cinema:<br />
Verga, Pirandello, Brancati e Sciascia”.<br />
Nel 1984 realizza con Giuseppe Ferrara<br />
“Cento giorni a Palermo”, accollandosi anche<br />
una parte <strong>dei</strong> costi di produzione.<br />
Vive a Roma da anni, dove nell’agosto 2007 è<br />
stato aggredito da un gruppo di giovani che<br />
lo ha derubato. Furono arrestati tre rumeni.<br />
“Ciak, si gira”<br />
La carriera dell’uomo innamorato del cinema<br />
Tornatore esordisce sul grande schermo con “<strong>Il</strong><br />
camorrista”, in cui ricrea l’ambiente della malavita<br />
napoletana. <strong>Il</strong> film vince il Nastro d’argento.<br />
Dall’incontro con il produttore Franco Cristaldi nasce<br />
“Nuovo Cinema Paradiso”, con cui si aggiudica l’Oscar<br />
dopo il taglio di 25 minuti. Nel 1990 gira “Stanno tutti<br />
bene” con Marcello Mastroianni nel ruolo di un padre<br />
siciliano che va a far visita ai figli sparsi sulla penisola.<br />
In Italia ad aprile uscirà il remake americano<br />
“Everybody’s Fine” con Robert De Niro. Del 1991 è il<br />
film “La domenica specialmente”. Nel 1994 è in concorso<br />
a Cannes il noir psicologico “Una pura formalità”<br />
con Roman Polanski e Gerard Depardieu. L’anno<br />
successivo con “L’uomo delle stelle” vince il Nastro<br />
d’argento e il David di Donatello. <strong>Il</strong> romanzo<br />
“Novecento” di Baricco gli ispira “La leggenda del pianista<br />
sull’oceano” con cui vince il Ciak d’oro, un altro<br />
David di Donatello e due Nastri d’argento. Nel 2000<br />
Monica Bellucci è “Malena” nel film che costruisce<br />
l’immagine di sex symbol dell’attrice. Dopo sei anni<br />
torna dietro l’obiettivo con “La sconosciuta”, una storia<br />
di racket e prostituzione di ragazze dell’Est. <strong>Il</strong> film<br />
vince tre David di Donatello e consacra in Italia l’attrice<br />
russa Ksenia Rappoport.<br />
avrei potuto farne forse solo uno:<br />
“Nuovo Cinema Paradiso”. Penso<br />
che il problema sia un altro. Siamo<br />
in condizione di fare liberamente<br />
i film? C’è qualcuno che<br />
pur di fare il proprio film ha dovuto<br />
rinunciare alla propria idea<br />
politica o culturale. Io non sono<br />
mai stato condizionato sotto questo<br />
punto di vista. “Baarìa” è prodotto<br />
dalla Medusa, che è di proprietà<br />
di un contesto finanziario<br />
riconducibile a Silvio Berlusconi.<br />
Quando inizio a fare un film, non<br />
mi interessa sapere a quale partito<br />
è iscritto il produttore. Nel<br />
momento in cui iniziamo a lavorare<br />
insieme, il partito a cui è i-<br />
scritto è il mio film.<br />
Che diffusione ha avuto il film<br />
in dialetto?<br />
In Sicilia sono uscite ottanta copie<br />
in dialetto senza sottotitoli,<br />
due copie doppiate in italiano a<br />
Catania e a Palermo, e una decina<br />
di copie in dialetto doppiate in i-<br />
taliano oltre lo stretto di Messina.<br />
Sono andate benissimo. Certo, un<br />
film doppiato perde sempre qualche<br />
sfumatura. Nel nostro caso<br />
quello che si perde è la musicalità.<br />
Per la colonna sonora ha coinvolto<br />
Ennio Morricone. Quanto<br />
è importante la musica nel racconto?<br />
Le musiche nei miei film hanno<br />
sempre un ruolo importante perché<br />
essa ha la straordinaria capacità<br />
di rivelare in un film tutto ciò<br />
che il racconto visivo non esplicita.<br />
La musica si nutre <strong>dei</strong> sottotesti<br />
di un film e li rileva, non è solo<br />
un elemento che serve a rendere<br />
più piacevole la visione. Quando<br />
incontrai per la prima volta Morricone<br />
(per “Nuovo Cinema Paradiso”,<br />
ndr) gli chiesi cosa pensasse<br />
delle varie metodologie che<br />
si seguono per realizzare la partitura<br />
musicale per un film. La più<br />
consueta è quella di realizzare la<br />
musica alla fine. Tutto in un film<br />
è frutto di riflessione, maturazione,<br />
ricerche alternative, correzioni.<br />
Solo il compositore non ha il<br />
diritto di avere la stessa fase di<br />
riflessione e maturazione? Non<br />
mi convince. Per questo coinvolgo<br />
Ennio subito. Parliamo delle<br />
funzioni narrative del tema.<br />
Quando abbiamo le idee chiare, si<br />
va a registrare. Così anche nel<br />
montaggio provvisorio ho già la<br />
musica del film. “Baarìa” ha sempre<br />
avuto la sua musica, fin dal<br />
primo ciak.<br />
Ci sono luoghi della Campania<br />
che potrebbero spingerla a fare<br />
un altro film qui?<br />
Tanti. Sono molto legato a questa<br />
zona, qui ho girato gli esterni del<br />
mio primo film (“<strong>Il</strong> camorrista”,<br />
ndr). Ho un ricordo bellissimo di<br />
quei mesi trascorsi qui a cercare<br />
luoghi, volti, oggetti, situazioni E<br />
poi qui ho ricevuto un premio per<br />
la prima volta. <strong>Il</strong> mio documentario<br />
“Le minoranze etniche in<br />
Sicilia” fu premiato in un concorso<br />
a Salerno.<br />
Progetti?<br />
Sto lavorando a due progetti.<br />
Entro la fine di gennaio devo decidere<br />
quale <strong>dei</strong> due avviare.
20 Domenica 6 dicembre 2009 ARTE E TRADIZIONI<br />
Dopo la visita di Benedetto XVI la Basilica del Volto Santo è meta ogni giorno di migliaia di pellegrini<br />
<strong>Il</strong> napoletano che dipinge Dio<br />
L’iconografo Vaccarella decorerà le pareti del Santuario di Manoppello<br />
FRANCESCO A. GRANA<br />
do ortodosso, affascinati<br />
dalla bellezza delle sue<br />
icone. Nel settembre 2004<br />
all’ormai sofferente Papa<br />
Giovanni Paolo II fu offerta<br />
una piccola icona della Vergine<br />
dipinta da Angelo Vaccarella.<br />
<strong>Il</strong> Papa appena la vide<br />
la portò alle labbra con le<br />
sue mani tremolanti per imprimerle<br />
un bacio.<br />
Fin da giovanissimo Angelo<br />
Vaccarella rivela una particolare<br />
disposizione per l’arte.<br />
Attratto dalla figura e dal<br />
volto in maniera particolare,<br />
riversa la sua attenzione e i<br />
suoi studi sull’arte figurativa.<br />
Per oltre dieci anni si interessa<br />
delle problematiche<br />
<strong>dei</strong> minori a rischio della sua<br />
città, attraverso l’insegna-<br />
Dopo Michelangelo, sarà un<br />
napoletano a dipingere il<br />
volto di Dio. Le pareti della<br />
Basilica del Volto Santo di<br />
Manoppello, in provincia di<br />
Pescara, dove è custodito il<br />
famoso velo che ha impressa<br />
l’immagine di un viso maschile<br />
con i capelli lunghi e la<br />
barba, non dipinto da mani<br />
d’uomo, portato in questo<br />
luogo da un misterioso pellegrino<br />
nel 1638, e dove Benedetto<br />
XVI si è recato in<br />
pellegrinaggio il 1 settembre<br />
2006, saranno decorate dall’iconografo<br />
napoletano Angelo<br />
Vaccarella, per volontà<br />
dell’Arcivescovo di Chieti-<br />
Vasto, il partenopeo Bruno<br />
Forte.<br />
La storia artistica di Angelo<br />
Vaccarella è coronata di<br />
grandi successi professionali.<br />
Le sue opere adornano<br />
moltissime chiese e santuari<br />
italiani, ma sono presenti<br />
anche in Francia, Svizzera,<br />
Germania, Olanda, Grecia,<br />
Cina e Stati Uniti. Ha all’attivo<br />
diverse mostre in Italia e<br />
all’estero. Le sue icone hanno<br />
ricevuto l’apprezzamento<br />
di Papa Giovanni Paolo II,<br />
<strong>dei</strong> cardinali di Napoli, Corrado<br />
Ursi, Michele Giordano<br />
e Crescenzio Sepe, di numerosi<br />
porporati e arcivescovi<br />
della Chiesa cattolica, ma<br />
anche di esponenti del monmento<br />
della pittura e della<br />
ceramica. Ha fondato e dirige<br />
a Napoli la scuola-laboratorio<br />
d’iconografica bizantina<br />
“Arteikon”. Collabora<br />
come giornalista con il settimanale<br />
diocesano di Napoli<br />
“Nuova Stagione”, ed è direttore<br />
editoriale della rivista<br />
“Immagini dell’Invisibile”.<br />
Autore di numerose pubblicazioni<br />
sull’iconografia, l’ultima<br />
delle quali, “Pregare<br />
con le icone” (Edizioni Chirico,<br />
2009), introduce il lettore<br />
nel mondo dell’arte al<br />
servizio della liturgia e della<br />
contemplazione personale e<br />
comunitaria. Un volume a-<br />
gevole ricco di immagini e<br />
testi biblici, utili per meditare<br />
le icone dell’intero anno<br />
liturgico: dalle celebrazioni<br />
natalizie, al triduo pasquale<br />
fino alla festa di Cristo Re<br />
dell’Universo.<br />
«L’artista, Angelo Vaccarella<br />
- scrisse il cardinale<br />
Corrado Ursi - pittore oltre<br />
che di professione, di intuito<br />
e di amore, si appassiona a<br />
riprodurre icone celebri con<br />
fedeltà, cerca di scoprirne la<br />
peculiarità, di coglierne i<br />
segreti delle tecniche, che<br />
sono ancora impervie, nella<br />
magia <strong>dei</strong> colori che hanno<br />
tutti significati simbolici».<br />
Oggi c’è un notevole interesse<br />
per le icone, per la loro<br />
storia, per il loro significato,<br />
per la tecnica usata. L’icona,<br />
il cui termine deriva dalla<br />
parola greca eikon, che significa<br />
immagine, è una vera<br />
e propria arte teologica perché<br />
annuncia attraverso i<br />
colori ciò che la Sacra Scrittura<br />
invece fa mediante la<br />
parola: l’immagine visibile<br />
del Dio invisibile.<br />
Secondo Angelo Vaccarella,<br />
l’icona non si può dire mai<br />
del tutto compiuta. L’ultimo<br />
tocco, infatti, spetta a chi la<br />
guarda, a chi le si pone innanzi<br />
con atteggiamento di<br />
umile ascolto.<br />
«Angelo Vaccarella - afferma<br />
monsignor Bruno Forte<br />
- si è inoltrato sull’arduo<br />
sentiero di un incontro fra<br />
mondi: l’Oriente e l’Occidente,<br />
lo splendore della forma,<br />
il rapimento e la tecnica.<br />
Le sue opere aprono<br />
verso i sentieri del silenzio,<br />
da cui l’icona si affaccia, e su<br />
cui il cercatore della tenebra<br />
luminosa è introdotto<br />
La misteriosa storia del velo<br />
Fu un evento negativo a<br />
incrementare il culto del<br />
Volto Santo di Manoppello.<br />
<strong>Il</strong> Settecento iniziò con<br />
violenti terremoti in A-<br />
bruzzo, Umbria e nel Sannio.<br />
Padre Bonifacio da A-<br />
scoli espose più volte il velo<br />
alla pubblica venerazione.<br />
Si pensò anche di portarlo<br />
in processione per le<br />
strade della città. Per conservare<br />
meglio il sacro velo,<br />
nel 1703, Padre Bonifa-<br />
cio decise di cambiare i<br />
vetri che lo proteggevano.<br />
La stessa cosa la tentò di<br />
fare anche Padre Antonio<br />
da Poschiano, nel 1714,<br />
che voleva anche impreziosire<br />
il reliquiario con<br />
una cornice in argento. In<br />
ambedue i casi, però, separati<br />
i vetri, l'immagine<br />
impressa sul velo svanì, ricomparendo<br />
solo quando<br />
tutto venne riportato allo<br />
stato preesistente.<br />
con cautela e pudore».<br />
<strong>Il</strong> linguaggio della bellezza,<br />
che Angelo Vaccarella mette<br />
al servizio della fede, secondo<br />
quanto affermava Giovanni<br />
Paolo II, è capace di<br />
raggiungere il cuore degli<br />
uomini e far loro conoscere<br />
dal di dentro Gesù Cristo<br />
che viene rappresentato nelle<br />
immagini.<br />
Un’usanza in vigore da un secolo nel piccolo centro irpino<br />
Sirignano, il paese<br />
del doppio Natale<br />
La natività si celebra anche a S. Andrea, il 30 novembre<br />
STELLA COLUCCI<br />
A Sirignano è Natale due<br />
volte l’anno. <strong>Il</strong> caso un po’<br />
anomalo, in realtà, si ripete<br />
da circa un secolo. Da quando,<br />
Francesco Fiordelisi, un<br />
sacerdote di origini sirignanesi,<br />
che aiutava il parroco,<br />
don Liberato Gallicchio, a<br />
organizzare la festa per il<br />
Santo Patrono, acquistò e<br />
donò alle famiglie più bisognose<br />
<strong>dei</strong> pacchetti con alici<br />
fresche per permettere a<br />
tutti i compaesani di trascorrere<br />
serenamente la ricorrenza.<br />
In cambio di cotanta generosità<br />
le persone offrirono quel<br />
poco che avevano al Santo per la festività. <strong>Il</strong><br />
gesto caritatevole del pastore commosse la<br />
popolazione al punto da apparire come un<br />
dono di Natale arrivato in anticipo e pare che<br />
sia proprio da allora che nelle case <strong>dei</strong> sirignanesi<br />
il 29 e il 30 novembre si festeggi il<br />
Piccolo Natale. Due giorni, dal ritmo e dal<br />
sapore antico, che coinvolgono un po’ tutti,<br />
proprio come avviene con la magia del<br />
“Spaghetti noci e alici”<br />
L’antica ricetta che i sirignanesi<br />
preparano nella<br />
sera della vigilia di “Natale<br />
Piccirillo”. Ingredienti per<br />
quattro persone: 500 gr. di<br />
spaghetti, 150 gr. di noci<br />
tritate, 5 filetti di alici salate<br />
e uno spicchio d’aglio.<br />
Procedimento: spinare e<br />
lavare le acciughe accuratamente.<br />
In una padella<br />
far soffriggere olio, aglio e<br />
noci tritate a fuoco lento.<br />
Quando l’olio si è amalga-<br />
mato alle noci, aggiungere<br />
le alici sfilettate, continuare<br />
la cottura aggiungendo<br />
acqua bollente di<br />
tanto in tanto in modo da<br />
rendere la salsa cremosa.<br />
Cuocere a parte gli spaghetti<br />
o le linguine e scolarli<br />
al dente, dopo li si<br />
porta nella padella per<br />
unirli al composto già<br />
preparato e li si fa saltare<br />
per un paio di minuti<br />
prima di servirli.<br />
Natale. Riti arcaici, legati all’origine contadina<br />
del territorio sono riproposti in chiave<br />
moderna.<br />
<strong>Il</strong> 29 novembre è la vigilia di Natale o di<br />
Sant’Andrea e come si fa per il 24 dicembre,<br />
si prepara il cenone con tutti gli ingredienti<br />
tipici di quello più famoso. Dopo la cena ci si<br />
ritrova in piazza principessa Rosa, davanti<br />
alla chiesa di Sant’Andrea, per partecipare<br />
all’accensione del fucarone<br />
cioè di un grande falò.<br />
Fino a cinquanta anni fa, i<br />
più giovani ballavano intorno<br />
al fuoco la danza del Pizzic’Anto’.<br />
Un gioco di forza e<br />
di abilità, in cui quattro o<br />
cinque ragazzi, uniti per le<br />
braccia, si mettevano in cerchio<br />
per recitare la filastrocca<br />
del Pizzc’Anto’ portando<br />
sulle spalle altri tre o quattro<br />
ragazzi senza cadere. <strong>Il</strong> 30<br />
novembre è Sant’Andrea ossia<br />
Natale Piccirillo. La giornata<br />
comincia di buon mattino,<br />
i cittadini organizzati<br />
in squadre trascinano per le<br />
vie del paese, fino al piazzale<br />
della chiesa, <strong>dei</strong> tronchi di<br />
faggio, conosciuti come “maj”, che donano a<br />
Sant’Andrea. <strong>Il</strong> majo, da maius, è l’albero di<br />
maggio, quello che le civiltà del nord Europa<br />
mettevano al centro del villaggio nel primo<br />
giorno di maggio come gesto augurale e propiziatorio.<br />
Nel tempo questo rito si è trasformato in un<br />
dono simbolico della civiltà contadina al proprio<br />
patrono o al signore del casale. Presumibilmente<br />
la tradizione del majo di origine<br />
baianese, diffusasi poi anche negli altri<br />
Comuni del mandamento di Baiano, a Sirignano<br />
è stata portata proprio da don<br />
Liberato Gallicchio già parroco di Baiano<br />
nei primi anni del Novecento.<br />
La festa termina nel pomeriggio, quando la<br />
statua del Santo viene portata in spalla per<br />
le strade del paese.
RUBRICHE<br />
Domenica 6 dicembre 2009<br />
21<br />
L’idea <strong>dei</strong> due autori<br />
è quella di descrivere<br />
il dramma <strong>dei</strong> soldati<br />
rinchiusi nei campi<br />
di concentramento,<br />
dopo l’armistizio del‘43<br />
e raccontare una storia<br />
a lungo dimenticata<br />
In “Internati militari italiani” la prigionia degli uomini in divisa<br />
il cui primo nemico è la fame onnipresente che diventa ossessione<br />
Subire la deportazione nei campi di concentramento<br />
o continuare la guerra al<br />
fianco <strong>dei</strong> tedeschi.<br />
Dopo l’armistizio dell’8 settembre del<br />
1943, migliaia di italiani furono costretti<br />
a scegliere la loro prigione. In “Internati<br />
militari italiani”, Aldo Avagliano e Marco<br />
Palmieri riportano alla luce una pagina<br />
della storia contemporanea a lungo<br />
dimenticata.<br />
Alcuni rifiutano di combattere al fianco<br />
<strong>dei</strong> soldati del terzo Reich e non aderiscono<br />
alla Repubblica di Salò. Una decisione<br />
difficile, con una sola conseguenza: l’internamento<br />
nei lager nazisti. Non prigionieri<br />
di guerra, ma persone con uno “status” fino<br />
ad allora sconosciuto: Imi, Internati<br />
militari italiani. Una sigla coniata dallo<br />
stesso Hitler per sottrarre quelle vite alla<br />
Convenzione di Ginevra e sfruttare liberamente<br />
quegli uomini. <strong>Il</strong> libro, presentato a<br />
Napoli il 28 novembre, racconta la seconda<br />
guerra mondiale con un’altra voce. Attraverso<br />
i diari e le lettere i due autori affrontano<br />
un viaggio: dall’ingresso nei campi<br />
al ritorno a casa <strong>dei</strong> sopravvissuti.<br />
Emerge così un affresco nitido, ma soprattutto<br />
dettagliato, della vita e della morte in<br />
quei giorni drammatici. La fame, il freddo,<br />
le violenze e il lavoro coatto: tutto questo è<br />
riportato nel libro. Avvenimenti a cui mol-<br />
Gli scrittori<br />
Mario Avigliano, nato a Cava<br />
de’Tirreni, è un giornalista e<br />
studioso dell’età contemporanea.<br />
Lavora a Roma e dirige il<br />
Centro studi della resistenza<br />
del Lazio. Tra le sue opere:<br />
“Personaggi e vicende della<br />
Resistenza” e “Muoio innocente.”<br />
Marco Palmieri, nato a<br />
Isernia, è cronista e autore di<br />
molti saggi sull’olocausto e la<br />
Seconda guerra mondiale.<br />
A destra, soldati deportati nei lager<br />
In basso la copertina del libro<br />
Lettere dai lager nazisti<br />
arte<br />
Scatti e fantasmi moderni<br />
all’Art24 di Napoli<br />
Denunciare la violenza sulle donne. Questo il messaggio<br />
lanciato da quattro artisti, due italiani e due<br />
giapponesi, nella mostra fotografica che, fino all’8<br />
dicembre, sarà esposta alla galleria d’arte Art24 di<br />
Napoli. Noriaki Yokosuska, Nobuyoshi Araki, Luciano<br />
D’Inverno e Michele Zaza: sono loro che raccontano<br />
la sofferenza del gentil sesso. Gli scatti,<br />
ambientati in abitazioni private e nei quartieri a luci<br />
rosse, sono carichi di sensualità; ma, improvvisamente,<br />
nei pensieri dell’osservatore, si trasformano<br />
nei fantasmi del mondo moderno. Immagini che<br />
toccano la profonda intimità dell’essere.<br />
De Chirico e il mondo arcaico<br />
in mostra a Cava de’Tirreni<br />
«Senza la scoperta del passato non è possibile la scoperta<br />
del presente». Questa la filosofia che il pittore<br />
Giorgio de Chirico trasferisce nelle sue ope-re, esposte<br />
alla Galleria Civica d’arte di Cava de’Tirreni fino<br />
al 14 febbraio del 2010. Una mostra in cui cinquanta<br />
dipinti, realizzati dall’artista greco tra gli anni Venti e<br />
i Settanta, svelano la propensione al-l’antico e al<br />
mondo ellenico del maestro della pittura metafisica.<br />
Gli elementi arcaici intervengono, in-fatti, in maniera<br />
prepotente negli scenari illustrati da Giorgio de<br />
Chirico. Evocazione e invenzione conducono al processo<br />
di pietrificazione dello spazio; il Mediterraneo<br />
è,invece, fonte di conoscenza.<br />
ti non resistono. In queste circostanze il<br />
cervello umano non può evitare di trasformarsi<br />
in un vulcano di pensieri, raccolti in<br />
questi scritti. La vita, la casa, i tedeschi:<br />
questo riempie la testa <strong>dei</strong> soldati. Gli alleati<br />
sono adesso i nemici. Ma il nemico<br />
numero uno è, per tutto il periodo della<br />
prigionia, la fame. Una fame lancinante e<br />
onnipresente, un buco nero che non si riesce<br />
mai a placare. La sbobba, la quotidiana<br />
brodaglia di rape e pane, è insufficiente. <strong>Il</strong><br />
cibo diventa ossessione che popola le visione<br />
notturne. Alcuni finiscono per contendere<br />
il fieno ai cavalli.<br />
Anche il rischio della pazzia è sempre dietro<br />
l’angolo. E nella crescente disperazione<br />
si tenta la strada del mercato nero. Un orologio,<br />
un paio di scarpe, qualsiasi cosa per<br />
ricevere in cambio una fetta di pane con<br />
una fettina di lardo. Ma anche il tabacco<br />
diventa merce preziosa. Lo scambio avviene<br />
naturalmente di nascosto, nei bagni. I<br />
contrabbandieri devono assicurare la pulizia<br />
<strong>dei</strong> prodotti. Non è però raro mangiare<br />
qualche pagnotta che non sia proprio pulita.<br />
Ma i crampi dello stomaco e la follia nascondono<br />
i difetti. La necessità, infatti,<br />
vince sull’abitudine del vizio. Nei lager nasce<br />
anche quella comunità, definita da<br />
Giovanni Guareschi «città democratica».<br />
Un luogo in cui si affronta, per la prima<br />
volta, il germe della democrazia: libertà<br />
d’espressione mai vissuta da chi è cresciuto<br />
con il fascio littorio e le adunate balilla.<br />
Ritornati nel proprio <strong>Paese</strong>, gli Imi scampati<br />
all’orrore <strong>dei</strong> lager trovano una nazione<br />
distratta. E per sessant’anni, questa storia<br />
finisce per essere allontanata dalla<br />
memoria collettiva.<br />
musica<br />
Esordio magnetico<br />
per i Mesmerico<br />
Pagina a cura di<br />
SANTO IANNÒ<br />
Cuore vulcanico e continui sbalzi ritmici: tutto questo<br />
è Magnete, il primo album <strong>dei</strong> Mesmerico.Un<br />
duo di Napoli che, con una chitarra accompagnata<br />
dalla batteria, fanno «molto casino». Una formula<br />
che, con l’ausilio dell’elettronica, rende il disco d’esordio<br />
della band come una delle realtà più interessanti<br />
nel panorama musicale <strong>dei</strong> gruppi emergenti.<br />
Una coppia possente, i cui suoni e note si muovono<br />
lungo le coordinate dell’hardcore, del metal e delle<br />
pulsioni avant. Una musica muscolare che raramente<br />
esplode, poche volte gli accordi sono pronti<br />
alla detonazione. La catacombale title track è un inno<br />
distorto dalle contaminazioni elettroniche. L’attacco<br />
dell’album, We Live In A Paradise (Inhabitated<br />
By Devils), parte da lidi prima paradisiaci e poi<br />
infernali; attraversa terre inesplorate e si spezza, infine,<br />
in aperture libere e convulse. A ruota, l’attacco<br />
epilettico di Silos, avvalorato dallo schizzo postespressionista<br />
di Rasoterra. A seguire, la sfuriata repressa<br />
e poi trasfigurata in collasso di Dentro Al Vesuvio.<br />
Quando le atmosfere depresse si dilatano e<br />
rarefanno, emerge prepotente l’uso evocativo di altri<br />
generi estranei all’hard-rock. Dietro l’esordio <strong>dei</strong><br />
Mesmerico si nascondono infatti due personaggi<br />
chiave dell’underground italiano: Pupillo degli Zu e<br />
Giulio Ragno Favero del Teatro Degli Orrori. <strong>Il</strong> lato<br />
emozionale rappresenta il valore aggiunto di una<br />
band che fornisce una prova delle proprie potenzialità,<br />
senza esprimerle fino in fondo. Le liriche procedono<br />
a tappe: la musica ha un suo disegno, ma tortuoso.<br />
Ottimo segno di questi tempi.<br />
libri<br />
Antica Bottega Informazione<br />
di Giovanni Mantovani<br />
Edizione Centro documentazione giornalistica<br />
Pagine 189 –15,00 euro<br />
«La scrittura destinata all’informazione non è<br />
solo scrivere: è un atto finale, la conclusione<br />
di un processo lungo e complesso». Con questa<br />
convinzione Giovanni Mantovani, una vita<br />
nel giornalismo e ora professore alla Università<br />
di Urbino, ha realizzato “Antica Bottega<br />
Informazione”. Non un canonico manuale<br />
sui linguaggi e le tecniche giornalistiche.<br />
L’autore sottolinea come questo «atto finale»<br />
sia sottoposto alla velocità della comunicazione.<br />
Un concetto che definisce diverse realtà,<br />
ma che sempre e comunque indica l’attività<br />
destinata allo scambio di informazioni. Un<br />
rapporto che può essere unidirezionale o bilaterale,<br />
consapevole e inconscio. La scrittura<br />
è quindi uno strumento, un medium come lo<br />
definì McLuhan. Un lavoro in cui Mantovani<br />
spiega le trasformazioni di un mondo che oggi<br />
penetra nella vita di ognuno di noi.<br />
Un viaggio nell’universo delle notizie.<br />
Sorry<br />
di Zoran Dvrenkar<br />
Edizione Fazi<br />
pagine 490 – 19,00 euro<br />
Chiedere scusa e risarcire le vittime di propri<br />
soprusi. Ma farlo conto terzi. Questo il<br />
servizio offerto dall’agenzia Sorry, creata da<br />
quattro giovani berlinesi, e descritto da Zoran<br />
Dvrenkar nell’omonimo libro. Ci si libera<br />
di una colpa grazie all’intervento di qualcun<br />
altro. «Ce ne occupiamo noi. Niente più<br />
imbarazzo. Sappiamo cosa dovreste dire.<br />
Diciamo quello che vogliono sentire». Così<br />
si presenta l’agenzia tedesca nel thriller di<br />
Dvrenkar. Ma non è così semplice liberarsi<br />
senza affrontare le proprie responsabilità.<br />
Gli ideatori di Sorry lo capiscono guardando<br />
il corpo martoriato di una donna. Un labirinto<br />
in cui non è più possibile distinguere<br />
tra vittima e carnefice: un percorso pieno<br />
di trappole. Un romanzo in cui la prospettiva<br />
cambia velocemente, perché «la colpa è<br />
privata – scrive l’autore – e alla fine non è<br />
facile assumersi colpe altrui».<br />
L’Italia de noantri<br />
di Aldo Cazzullo<br />
Edizione Mondadori<br />
pagine 192 – 18,00 euro<br />
Noantri: questa la parola chiave dell’Italia<br />
moderna. Un <strong>Paese</strong> frammentato in fazioni<br />
e corporazioni. Diviso eppure uguale: dal<br />
nord al sud, da Torino a Palermo. In L’Italia<br />
de noantri, Aldo Cazzullo descrive una nazione<br />
unita dalla capitale e dal Mezzogiorno.<br />
Un atto d’accusa che comprende tutta la<br />
società, coinvolgendo la politica, ridotta a<br />
«mera prosecuzione <strong>dei</strong> propri affari con<br />
altri mezzi». L’autore osserva come la fedeltà<br />
e il senso di appartenenza ad un partito<br />
premia: la competenza no. Un libro in cui<br />
il familismo prospera perché «si fonda –<br />
scrive Cazzullo – su un vasto consenso».<br />
Perché «gli italiani - osserva - hanno gli<br />
stessi modelli ed eroi di riferimento, gli stessi<br />
personaggi di culto».<br />
Daniele, storia di un bambino che spera<br />
di Cinzia Lacalamita<br />
Edizione Aliberti<br />
pagine 139 – 11,90 euro<br />
Avere tre anni e non sapere che la propria<br />
giovane vita è appesa ai progressi della ricerca<br />
scientifica e alla solidarietà. La storia<br />
di Daniele Amanti, e la sua lotta contro una<br />
delle malattie più insidiose, la distrofia<br />
muscolare, sono raccontati nel libro di Cinzia<br />
Lacalamita. La giornalista diventa la<br />
portavoce di questa battaglia, per raccogliere<br />
fondi destinati al Paren Project Onlus. Al<br />
nipotino virtuale, come l’autrice chiama il<br />
piccolo Daniele, sono dedicate queste pagine:<br />
un messaggio per continuare a sperare e<br />
a sognare non soltanto per lui ma anche per<br />
gli altri ammalati.
22 Domenica<br />
6 dicembre 2009 WEEK END<br />
Gli abitanti<br />
di Montefredane<br />
gareggiano ogni anno<br />
nel mese di novembre<br />
a colpi di fornelli<br />
per conquistare<br />
il palato <strong>dei</strong> golosi<br />
La gara <strong>dei</strong> cuochi di “Oggi cucino io”<br />
Sfida all’ultimo “pezzente”<br />
GIANNI IANNACCONE<br />
Altro che prova del cuoco.<br />
A Montefredane, ogni lunedì e<br />
venerdì di novembre, va in<br />
scena una vera e propria battaglia<br />
a colpi di fornelli.<br />
“Oggi cucino io”, questo il nome<br />
della singolare iniziativa, è organizzata<br />
dal Centro polifunzionale<br />
anziani ed è giunta ormai<br />
alla sua seconda edizione dopo<br />
il successo ottenuto lo scorso<br />
anno.<br />
«L’idea – dice il presidente del<br />
Centro anziani, Saverio Dente –<br />
è venuta un paio di anni fa a un<br />
nostro socio, Umberto Conte,<br />
che purtroppo è scomparso.<br />
Abbiamo deciso,<br />
così, di dare<br />
concretezza a<br />
una proposta<br />
che ci è parsa<br />
subito molto interessante<br />
e i<br />
fatti ci stanno<br />
dando ragione».<br />
Anche se al suo<br />
secondo anno<br />
di vita, infatti, la<br />
manifestazione<br />
sta riscuotendo<br />
sempre maggiore<br />
successo,<br />
Cavatelli<br />
Cavatelli con pancetta, salsiccia<br />
e funghi porcini. E’ una<br />
delle specialità che si è aggiudicata<br />
il primo premio.<br />
Una singolare iniziativa<br />
per chi ama la buona tavola<br />
al punto da coinvolgere l’intera<br />
comunità e attirare gente anche<br />
da Avellino e dai comuni limitrofi.<br />
Per quanto riguarda la gara, sono<br />
gli stessi concorrenti a portare<br />
sul posto e a proprie spese, gli<br />
ingredienti necessari alla preparazione<br />
delle rispettive specialità,<br />
che non sempre si rifanno<br />
alla tradizione culinaria locale.<br />
Entro un’ora il piatto, in genere<br />
un primo, deve essere pronto<br />
Tagliatelle<br />
Tagliatelle in salsa verde con<br />
gamberetti e vongole. Piatto<br />
meno tipico, ma altrettanto<br />
gustoso e ben preparato.<br />
per poi passare al vaglio di una<br />
giuria composta da dieci persone,<br />
scelte mediante sorteggio tra<br />
il pubblico presente.<br />
Musica, canzoni e intrattenimento<br />
allietano la platea, sempre<br />
numerosa, mentre gli chef<br />
sono alle prese con pentole e<br />
fornelli.<br />
Alla fine della prova e dopo che<br />
la giuria ha espresso la propria<br />
preferenza, con la conseguente<br />
cerimonia di assegnazione <strong>dei</strong><br />
trofei, previsti sia per il primo<br />
che per il secondo classificato, il<br />
pubblico, che non ha avuto la<br />
fortuna di essere sorteggiato,<br />
può consolarsi con un primo<br />
piatto, alla cifra simbolica di un<br />
euro, preparato appositamente<br />
dalle espertissime cuoche del<br />
paese. Nella maggior parte <strong>dei</strong><br />
casi si tratta proprio <strong>dei</strong> fusilli<br />
con il sugo del “pezzente”, che<br />
altro non è che il cotechino,<br />
piatto tipico del luogo e oggetto<br />
della omonima sagra, che si<br />
svolge nell’ultimo fine settimana<br />
di giugno e per la quale accorrono<br />
da tutta la provincia.<br />
Oltre che possibilità per gli chef<br />
occasionali di mettersi in<br />
mostra, dunque,<br />
“Oggi<br />
cucino io”,<br />
rappresenta<br />
un vero e<br />
proprio momento<br />
di divertimento<br />
e<br />
aggregazione<br />
Fusilli<br />
Fusilli al sugo di cotechino<br />
(pezzente), piatto tipico della<br />
cucina montefredanese e oggetto<br />
della omonima sagra.<br />
per l’intera<br />
popolazione<br />
locale e non<br />
solo, e forse è<br />
proprio questo<br />
il motivo<br />
del suo enorme<br />
successo.<br />
di Francesco Maria Borrelli<br />
Riso ai gamberetti<br />
Ingredienti per 4 persone:<br />
riso basmati 600gr;<br />
gamberetti 600gr;<br />
vino bianco 1 e ½ bicchieri;<br />
olio extravergine d’oliva; sale, peperoncino fresco<br />
Preparazione:<br />
Lavate i gamberetti, sgusciateli stando attenti a conservarne<br />
le teste e metteteli in un piatto. A parte prendete<br />
un tegame profondo, riempitelo con acqua e<br />
metteteci dentro le teste <strong>dei</strong> gamberetti che avete conservato.<br />
Fate bollire a fiamma bassa per 10 minuti in<br />
modo da ottenere un brodo. Con un colino separate il<br />
brodo dalle teste e conservatelo in un recipiente.<br />
Prendete una padella larga e profonda, versateci olio<br />
extravergine d’oliva e metteteci il peperoncino tagliato<br />
a pezzi. Fate scaldare la padella per 2 minuti, dopodiché<br />
versatevi mezzo bicchiere di vino aumentando<br />
la fiamma e lasciatelo sfumare.<br />
Mettete i gamberetti, fateli cuocere 1 minuto aggiungendo<br />
mezzo bicchiere di vino, fate cuocere e sfumare.<br />
Prendete i gamberetti e metteteli a parte in un contenitore.<br />
Versate il riso nella padella, fatelo tostare 1<br />
minuto a fiamma moderata, poi versate mezzo bicchiere<br />
di vino e un mestolo di brodo. Fate cuocere e<br />
appena si asciuga versate altro brodo fino a coprirlo<br />
tutto stando attenti a non “affogarlo”. Quando inizia<br />
nuovamente ad asciugarsi aggiungete con moderazione<br />
altro brodo e alzate la fiamma. A fine cottura (in<br />
genere dura 10 minuti a seconda della qualità di riso<br />
usata) ma a riso ancora duretto aggiungete i gamberetti,<br />
massimo per 1 minuto, e se necessario un pizzico<br />
di sale e una nocciola di burro. Portate a cottura il<br />
riso e gustatelo fumante.<br />
I vini:<br />
rosato Lacrimarosa Campania igt (Mastroberardino)<br />
o bianco Cutizzi Greco di tufo docg (Feudi di San<br />
Gregorio).
PUGILATO<br />
SPORT<br />
Domenica 6 dicembre 2009<br />
La storia di Ciro De Leva: dal titolo europeo a tassista e autista per turisti<br />
23<br />
Gallo di strada: una vita di pugni<br />
La sua palestra di Ponticelli oggi toglie tanti ragazzi da percorsi difficili<br />
Carriera di colpi forti<br />
A 16 anni, nel 1975, De<br />
Leva esordisce nel mondo<br />
del pugilato durante il<br />
torneo Primi Pugni. Due<br />
anni dopo arriva il primo<br />
di 27 match con la nazionale<br />
italiana. Dopo 67<br />
incontri da dilettante nel<br />
1980 diventa professionista<br />
e pochi anni<br />
dopo vince in sequenza il<br />
titolo italiano <strong>dei</strong> pesi<br />
mosca e poi quello <strong>dei</strong><br />
pesi gallo.<br />
Nel 1984 diventa campione<br />
europeo e difende il<br />
titolo sette volte, chiudendo<br />
la carriera imbattuto.<br />
Nel 1986 tenta di vincere<br />
il titolo mondiale ma va<br />
giù alla decima ripresa.<br />
DANIELE DE SOMMA<br />
È uno di quelli abituati a<br />
combattere, Ciro De Leva,<br />
sul ring contro avversari da<br />
tutta Europa, e nella vita<br />
contro una città come Napoli<br />
che sa darti gioie e dolori.<br />
Da pugile ad autista, passando<br />
per allenatore e padre<br />
di sei figli.<br />
La sua è una storia che parte<br />
a 14 anni, negli anni ’70,<br />
quando si avvicina alla boxe.<br />
È un ragazzo cresciuto senza<br />
padre, senza fratelli, con la<br />
strada come unica amica. A<br />
16 anni combatte il suo primo<br />
incontro, poi è un crescendo<br />
che lo porta fino al<br />
titolo europeo di categoria.<br />
«Non ero fortissimo tecnicamente<br />
– racconta – ma<br />
compensavo con tantissimo<br />
allenamento, per questo ho<br />
battuto tanti atleti più alti e<br />
più tecnici di me».<br />
De Leva nella sua carriera di<br />
professionista ha difeso il<br />
titolo europeo della categoria<br />
“gallo” per sette volte, con<br />
cinque combattimenti in un<br />
solo anno e ha chi-uso la<br />
carriera imbattuto.<br />
«Ho smesso presto, a 27<br />
anni. Ero stanco, avevo le<br />
mani e la faccia rovinate».<br />
Da qui entra in un vizio che<br />
lo ha portato sull’orlo del fallimento:<br />
il gioco d’azzardo.<br />
«Mi sono giocato tutto: lavoravo<br />
e cercavo di trovare<br />
soldi solo per giocare». In<br />
questa fase della sua vita ha<br />
perso anche la sua licenza di<br />
tassista per pagare i debiti.<br />
Ma da vero combattente si è<br />
tirato su: oggi si guadagna da<br />
vivere accompagnando i turisti<br />
per la città, con una<br />
licenza di autista, anche se<br />
in pratica spesso si comporta<br />
ancora come un tassista.<br />
Per i trofei vinti, e per la sua<br />
situazione economica precaria,<br />
avrebbe diritto ad un<br />
vitalizio, previsto dalla legge<br />
“Giulio Onesti” del 1993.<br />
Ma questi soldi non sono<br />
mai arrivati. «Dicono che<br />
non sono abbastanza indigente:<br />
abito in una casa<br />
popolare e ho sei figli da<br />
mantenere. A cinquanta<br />
anni chi mi prenderebbe a<br />
lavorare?»<br />
Ma l’amore per la boxe non<br />
gli è mai passato, tra gli allievi<br />
della sua palestra di Ponticelli<br />
ci sono i suoi quattro<br />
figli maschi: il primo Ciro<br />
Junior di 26 anni, poi tre<br />
ragazzi che portano i nomi<br />
di grandi della boxe: Danny,<br />
Sonny e il piccolo Jake, di<br />
appena nove anni. «Lui ha<br />
un asso nella manica – racconta<br />
orgoglioso il papà – è<br />
mancino. Lo sto abituando<br />
da piccolo a tenere la guardia<br />
a destra così gli avversari<br />
non si aspettano la mano<br />
forte a sinistra»<br />
Anche su questo fronte De<br />
Leva continua a combattere,<br />
il Comune gli ha tolto il<br />
locale, al posto del ring ora<br />
c’è un gommista.<br />
I suoi ragazzi oggi si allenano<br />
in una stanza di una trentina<br />
di metri quadrati, senza<br />
il ring. «Sto aspettando che<br />
il Comune mi dia un altro<br />
locale più grande qua vicino.<br />
Dovremmo trasferirci per<br />
gennaio ma non lo so ancora<br />
per certo».<br />
Per le vie di Napoli<br />
Ciro De Leva con la sua<br />
auto a Piazza Garibaldi,<br />
nel posto delle vetture<br />
con autista. Lo si vede lì<br />
tutti i giorni, fino alle<br />
cinque del pomeriggio,<br />
quando raggiunge gli<br />
allievi. «Questo lavoro<br />
ha alti e bassi ma riesco a<br />
mantenere la famiglia».<br />
La passione dell’allenatore<br />
La palestra di Ponticelli.<br />
<strong>Il</strong> maestro è in posa con i<br />
suoi allievi. Tra loro ci<br />
sono Sonny e Jake, due<br />
<strong>dei</strong> suoi quattro figli.<br />
«Si parla tanto di togliere<br />
i ragazzi dalla strada –<br />
si confida – e poi chi lo fa<br />
ha mille difficoltà, anche<br />
dalle istituzioni».<br />
GLI EMIGRANTI DELLO SPORT: LUCA INFANTE (9<br />
Vuole brindare all’azzurro<br />
«Potevo tornare in Nazionale prima, ma un infortunio me lo ha impedito»<br />
A Brindisi<br />
dopo<br />
Cremona<br />
Luca Infante è nato a<br />
Nocera Inferiore il 5<br />
giugno 1982, e gioca<br />
come ala o centro in<br />
Lega Due a Brindisi.<br />
Dopo Folgore e Pallacanestro<br />
Salerno, è alla<br />
Reggiana dal 2000 fino<br />
al 2009, salvo alcuni<br />
prestiti a Latina, Cento,<br />
Ferrara e Cremona.<br />
Ha debuttato in azzurro<br />
a Bari con la Croazia<br />
nel 2007. Come<br />
hobby ha internet e la<br />
lettura. Quando finirà<br />
con il basket giocato,<br />
vorrebbe riciclarsi come<br />
procuratore di cestisti.<br />
(o.s.)<br />
ORLANDO SAVARESE<br />
Luca Infante, una partenza molto<br />
giovane verso il Nord. Valeva<br />
la pena per tentare fortuna?<br />
Penso di sì: è stata una scelta dettata<br />
dagli eventi. Per nove anni sono<br />
stato al Nord, ho provato diverse<br />
piazze, anche se ultimamente si<br />
sono evolute realtà come Avellino,<br />
Napoli, Scafati e Caserta.<br />
Come mai la pallacanestro?<br />
Alle scuole medie mi notò un insegnante<br />
di educazione fisica, che mi<br />
propose di giocare nella Folgore<br />
Nocera, perché ero già molto alto.<br />
Da lì iniziai la mia carriera.<br />
Che sostegno le ha dato la famiglia<br />
per questo sogno?<br />
Ho dovuto fare molti sacrifici, è<br />
stato fondamentale avere una<br />
buona educazione e saper stare in<br />
qualsiasi ambiente. La mia famiglia<br />
in questo mi ha aiutato molto.<br />
La Serie A l’ha già toccata con la<br />
Reggiana, ma può tornarci con<br />
Brindisi, specie se doveste man-<br />
A sinistra<br />
Luca Infante<br />
a Torino<br />
con Del Piero.<br />
Sulla destra<br />
è in azione<br />
di gioco<br />
tenere la continuità in un torneo<br />
lungo come la Lega Due.<br />
Da buon campano, cerco di tenere<br />
i piedi a terra. Sicuramente stiamo<br />
facendo bene e ci impegneremo<br />
tutti per coltivare un sogno. Siamo<br />
una squadra che può vincere, ma<br />
l’importante è essere umili.<br />
Ha anche giocato in Nazionale.<br />
Sogna di tornarci?<br />
Penso che la fiducia in me ci sia<br />
sempre stata da parte di mister Recalcati,<br />
che mi aveva chiamato per<br />
i Giochi del Mediterraneo. Non<br />
potei rispondere per via dell’infortunio.<br />
Adesso mi impegno per<br />
riprendere dove avevo lasciato.<br />
<strong>Il</strong> momento più difficile?<br />
Quando, con la Reggiana, subii un<br />
infortunio al ginocchio. Fu traumatico,<br />
ma ho lottato. Non sono al top<br />
ma ci sto arrivando. Mi rammarico<br />
di non essere stato riconfermato lì,<br />
perchè ero capitano.<br />
È dura per un italiano imporsi<br />
nel massimo campionato?<br />
Sicuramente, in Serie A giocano<br />
pochi italiani. E quelli che sono in<br />
Nazionale fanno fatica ad accumulare<br />
minuti. C’è il problema<br />
degli stranieri, speriamo che le<br />
regole cambino, perché gli atleti<br />
di livello ci sono, bisogna dar loro<br />
fiducia.<br />
Sceglierebbe l’estero?<br />
Se capitasse, sarebbe bello cimentarmi<br />
all’estero, magari in Spagna.<br />
E in Campania, ci tornerebbe?<br />
Non escludo niente, perché le credenziali<br />
in Campania ci sono. Comunque<br />
per ora sono a Brindisi,<br />
ho altri due anni qui e sto bene<br />
con la società e con tutti.