La luce dietro le sbarre
Numero 24 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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12 Domenica 3 maggio 2009SPECIALE<br />
Una missione possibi<strong>le</strong><br />
attraverso una serie di corsi<br />
di formazione e cultura<br />
per restituire dignità<br />
a chi ha sbagliato strada<br />
Al centro della foto Rita Romano, direttrice ad Eboli,<br />
con <strong>le</strong> assistenti Gargaro, Falcone, Ca<strong>le</strong>ca e Bosso<br />
L’appuntamento<br />
I detenuti dell’istituto di Eboli faranno<br />
da guide turistiche per il prossimo<br />
“Maggio dei Monumenti” a Napoli. Fino<br />
al 2 giugno accompagneranno i turisti<br />
nella visita della basilica della Santissima<br />
Annunziata Maggiore, nel quartiere di<br />
Forcella. Particolarità della struttura è la<br />
ruota degli esposti, il pertugio attraverso<br />
il qua<strong>le</strong> <strong>le</strong> madri abbandonavano i figli.<br />
Il carcere che cambia <strong>le</strong> vite perdute<br />
Ad Eboli e <strong>La</strong>uro unici esempi di riabilitazione detentiva in Campania<br />
Per molti è una missione impossibi<strong>le</strong>, per altri<br />
invece, ben pochi, semplicemente una missione<br />
di vita. E’ il lavoro di chi opera negli Icatt, gli istituti<br />
a custodia attenuata per il trattamento del<strong>le</strong><br />
tossicodipendenze, di coloro che prendono in<br />
carico soggetti detenuti con prob<strong>le</strong>mi di droga<br />
per farne del<strong>le</strong> persone migliori, prima per loro<br />
stessi e poi per la società.<br />
Eboli e <strong>La</strong>uro <strong>le</strong> sedi di queste strutture carcerarie<br />
specializzate, diverse dal di fuori ma eguali<br />
all’interno. Ad Eboli, infatti, il carcere è ospitato<br />
nel Castello Colonna, antico palazzo gentilizio<br />
realizzato sulla rocca cittadina. A <strong>La</strong>uro invece,<br />
l’Icatt è situato in un edificio di recente costruzione<br />
che si rifà esternamente ad un carcere di massima<br />
sicurezza. A dirigerli due donne, valide e<br />
determinate, con buona esperienza: Rita Romano<br />
e Claudia Nannola (nella foto in basso). Affianco<br />
a loro i comandanti della polizia penitenziaria<br />
Arianna Bosso e Sabato Costabi<strong>le</strong> oltre ai vari<br />
specialisti della riabilitazione.<br />
L’Icatt è un’opportunità quindi, quella di poter<br />
riappropriarsi del proprio futuro. Opportunità<br />
però per pochi detenuti e con dei requisiti particolari.<br />
<strong>La</strong> capienza massima è di 100 detenuti,<br />
poco più del 1% della popolazione carceraria<br />
campana.<br />
Si tratta di strutture specializzate dove si persegue<br />
non solo la <strong>le</strong>galità ma si lavora anche sul<br />
prob<strong>le</strong>ma persona<strong>le</strong> del detenuto. Il doppio binario<br />
insomma: rispetto del<strong>le</strong><br />
<strong>le</strong>ggi e riabilitazione sanitaria<br />
del singolo. <strong>La</strong> buona condotta<br />
oltre che la volontarietà dell’adesione<br />
e un residuo pena<br />
breve sono requisiti imprescindibili.<br />
Si firma un contratto e<br />
parte il percorso terapeutico<br />
avanzato. Il tutto cercando di<br />
non creare prob<strong>le</strong>mi al gruppo.<br />
Perché di gruppo si tratta.<br />
In questi istituti si vive come<br />
fossero comunità. Ognuno ha<br />
il suo ruolo, il compito quotidiano.<br />
Dalla manutenzione ordinaria ai corsi di<br />
formazione, ai laboratori artistici. Ogni ora è<br />
scandita da un “fare” che ridà agli ospiti il ritmo<br />
della vita esterna che riacquisteranno a breve.<br />
Perciò vige la sorveglianza attenuata verso gli<br />
ospiti, maggiori libertà e più spazi; dove gli angoli<br />
della sicurezza sono sicuramente più smussati<br />
proprio in virtù del percorso riabilitativo. <strong>La</strong><br />
struttura in questo caso si plasma al<strong>le</strong> esigenze<br />
carcerarie: più libertà e più fiducia. Il regime è<br />
quindi più “aperto” anche fisicamente proprio per<br />
<strong>le</strong> maggiori possibilità di reinserimento e riabilitazione<br />
degli ospiti. Infatti, <strong>le</strong> rego<strong>le</strong> del vivere<br />
quotidiano vengo condivise dai detenuti, i quali<br />
godono di fiducia ma debbono anche guadagnarsela.<br />
L’ampiezza degli spazi messi a disposizione<br />
serve a creare quel percorso riabilitativo comp<strong>le</strong>to<br />
che deve ridare un senso alla vita degli ospiti.<br />
Qui si fa riabilitazione a 360 gradi, seguendo i<br />
detenuti personalmente con operatori qualificati<br />
e motivati. Il segreto è sicuramente l’approccio<br />
ma anche ciò che si offre. Uscire dal tunnel della<br />
droga e imparare un lavoro. Si. Imparare qualcosa<br />
che, una volta fuori, può servire a migliorare<br />
l’esistenza.<br />
Nei due istituti vi sono quest’anno corsi di artigianato,<br />
fa<strong>le</strong>gnameria, informatica, vivaista, cucina.<br />
Possibilità di lavorare all’esterno come fanno ad<br />
Eboli alcuni detenuti impegnati in un call center.<br />
Creare quindi possibilità di lavoro che possano<br />
mutare <strong>le</strong> condizioni future di vita per ogni detenuto.<br />
Ma il percorso riabilitativo passa anche<br />
attraverso incontri culturali. Non a caso a <strong>La</strong>uro<br />
un gruppo di detenuti fa parte del comitato dl <strong>le</strong>ttura<br />
del Premio Napoli. C’è chi ci crede e li propone<br />
ai suoi ragazzi: ma la cultura intesa come<br />
passione e impegno. Un’apertura di orizzonti che<br />
possa far scoprire il piacere della libertà.<br />
Il castello Colonna, sede dell’Icatt di Eboli. (Foto di Carmine Cataldo, www.eboliinfoto.com)<br />
I tempi<br />
del giorno<br />
in cella<br />
7,00 Sveglia<br />
7,30 Colazione<br />
8,00 Inizio attività della<br />
giornata: scuola, formazione<br />
professiona<strong>le</strong> (corsi<br />
di cuoco, informatica,<br />
artigianato, musica, scultura)<br />
e manutenzione<br />
ordinaria della struttura<br />
(cucina, lavanderia, biblioteca<br />
e aree verdi)<br />
9,00 Attività all’aperto<br />
fino al<strong>le</strong> ore 11,00<br />
12,00 Pranzo<br />
13,00 Passeggio<br />
15,00 Inizio attività<br />
ricreative e sportive: Incontri<br />
culturali o pa<strong>le</strong>stra<br />
e calcio<br />
17,30 Cena<br />
18,00 Ore di socialità tra<br />
detenuti<br />
21.00 Rientro in cella<br />
dove è possibi<strong>le</strong> guardare<br />
la te<strong>le</strong>visione (fino al<strong>le</strong> 22<br />
nei periodi estivi)<br />
Per due giorni a settimana<br />
è possibi<strong>le</strong> ricevere <strong>le</strong> visite<br />
familiari, <strong>le</strong> quali si<br />
svolgono oltre che nel<strong>le</strong><br />
apposite sa<strong>le</strong> anche negli<br />
spazi verdi attrezzati presenti<br />
negli istituti a sorveglianza<br />
attenuata per il<br />
trattamento del<strong>le</strong> tossidipendenze.<br />
Queste strutture<br />
mantengono la sorveglianza<br />
attenuata per i<br />
detenuti al fine di agevolare<br />
i compiti interni e la<br />
formazione per la conseguente<br />
riabilitazione.<br />
<strong>La</strong> prigione<br />
è un palazzo<br />
di vetro<br />
Contestabi<strong>le</strong>: progettiamo<br />
di fare anche l’Università<br />
Tommaso Contestabi<strong>le</strong>, 57<br />
anni di cui 32 da funzionario<br />
del ministero della<br />
Giustizia. Direttore del<strong>le</strong><br />
carceri di Pianosa, Cuneo e<br />
Secondigliano, oggi è Provveditore<br />
dell’amministrazione<br />
penitenziaria per la<br />
Campania, incarico che ricopre<br />
da cinque anni.<br />
L’articolo 27 della Costituzione:<br />
la pena deve tendere<br />
alla rieducazione.<br />
In Italia abbiamo avuto una<br />
IL PROVVEDITORE<br />
I numeri<br />
7575 sono attualmente i<br />
detenuti in Campania<br />
4000 quelli che invece<br />
benificiano del<strong>le</strong> misure<br />
alternative al carcere come<br />
l’affidamento in prova ai<br />
servizi sociali cossiddetti<br />
in esecuzione pena<strong>le</strong> esterna<br />
5500 la capienza ottima<strong>le</strong><br />
del<strong>le</strong> carceri campane<br />
7000 quella tol<strong>le</strong>rabi<strong>le</strong><br />
4800 i detenuti subito<br />
dopo l’indulto<br />
18 <strong>le</strong> strutture carcerarie<br />
in regione<br />
2 <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> di formazione<br />
della polizia pentenziaria a<br />
Portici ed Aversa<br />
<strong>le</strong>gge che si è rifatta in pieno<br />
al dettato costituziona<strong>le</strong> nel<br />
1975 con il nuovo ordinamento<br />
penitenziario, uno<br />
dei più moderni per trattamento<br />
e osservazione. Ma<br />
non è possibi<strong>le</strong> attuarlo in<br />
toto per il sovraffollamento<br />
del<strong>le</strong> carceri.<br />
Le attività culturali strumento<br />
di riabilitazione?<br />
Si. In Campania se ne fanno<br />
tante ogni giorno. Si lavora<br />
con il Ministero, gli enti locali<br />
e <strong>le</strong> associazioni di volontariato.<br />
Ci sono laboratori<br />
artistici e corsi di formazione<br />
oltre <strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> superiori.<br />
Stiamo progettando<br />
l’istituzione di un polo<br />
universitario. Lo scopo dell’<br />
amministrazione penitenziaria<br />
è quello di mettere a<br />
disposizione dei detenuti<br />
una serie di opzioni. Noi<br />
proponiamo e il detenuto<br />
decide. L’importante è poter<br />
fare questa offerta a<br />
ventaglio.<br />
Può un delinquente cambiare<br />
e parlare di <strong>le</strong>galità?<br />
In teoria si, poi bisogna<br />
vedere qual è l’approccio di<br />
queste persone. A tutti<br />
debbono essere date del<strong>le</strong><br />
possibilità. Nessuno quando<br />
nasce immagina di violare<br />
la <strong>le</strong>gge.<br />
Cos’è un carcere?<br />
Un punto di rieducazione<br />
per <strong>le</strong> persone che hanno<br />
sbagliato e devono pagare.<br />
Ma la certezza della pena<br />
deve essere accompagnata<br />
dal<strong>le</strong> opzioni esposte. Una<br />
di queste opzioni è l’Icatt.<br />
Strutture picco<strong>le</strong> per una<br />
tipologia particolare di<br />
detenuti, i tossicodipendenti,<br />
i quali decidono di<br />
fare un ulteriore sforzo per<br />
uscire fuori da questa situazione<br />
persona<strong>le</strong>. L’amministrazione<br />
così gli mette a<br />
disposizione strumenti e<br />
operatori esperti.<br />
Il futuro?<br />
Carceri più vivibili. Istituti<br />
di media capienza non serbatoi<br />
di gente. I detenuti<br />
debbono avere giusti spazi.<br />
Aumentare il trattamento e<br />
creare una rete istituziona<strong>le</strong><br />
sul territorio. Quando<br />
siamo riusciti ad attivarla,<br />
abbiamo avuto dei risultati<br />
eccezionali.