La luce dietro le sbarre
Numero 24 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
Numero 24 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
- No tags were found...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
18 Domenica 3 maggio 2009TERRITORIO<br />
Il prologo del “Ravello Festival” affidato alla mostra dell’Ansa dei“100 scatti”<br />
Dal 26 giugno il via ai concerti con Pogorelich e alla CineMusic con la Wertmul<strong>le</strong>r<br />
Il “Coraggio”del dopo Wagner<br />
Nell’epoca dell’easy, alla ricerca del<br />
fast, stupisce piacevolmente che<br />
Ravello, location raffinata, ma<br />
quasi inaccessibi<strong>le</strong>, di una del<strong>le</strong><br />
rassegne musicali più prestigiose a<br />
livello internaziona<strong>le</strong>, sia meta<br />
preferita da migliaia di visitatori:<br />
79 mila nel 2008, venuti da ogni<br />
parte del mondo, in occasione del<br />
Ravello Festival, cifre che sfidando<br />
la crisi gli organizzatori puntano a<br />
incrementare per l’edizione di<br />
quest’anno. Nato 56 anni fa quasi<br />
come monografia wagneriana di<br />
stampo sinfonico, dal 2003, sotto<br />
l’egida della Fondazione Ravello, il<br />
festival ha cambiato look. Senza<br />
rinnegare <strong>le</strong> origini classiche, ha<br />
ampliato spazi e tempi, dando vita<br />
con i suoi 100 e più eventi, nell’arco<br />
dei tre mesi estivi, ad una rassegna,<br />
non più solo musica<strong>le</strong>, divenuta<br />
la più vasta d’Europa.<br />
Parente povero del<strong>le</strong> più popolari<br />
kermesse te<strong>le</strong>visive, verrebbe da<br />
dire, tenuto conto del budget:<br />
“solo” due milioni di euro per una<br />
macchina organizzativa comp<strong>le</strong>ssa,<br />
comunicazione, al<strong>le</strong>stimenti ed<br />
artisti, inclusi Fondi provenienti<br />
per lo più da finanziatori privati (il<br />
66%) come spiega il neo direttore<br />
genera<strong>le</strong> Stefano Valanzuolo: «<strong>La</strong><br />
Fondazione Ravello presieduta da<br />
Domenico de Masi riunisce il<br />
Monte dei Paschi di Siena, principa<strong>le</strong><br />
sponsor, Regione Campania,<br />
Provincia di Sa<strong>le</strong>rno e Comune di<br />
Ravello. <strong>La</strong> presenza preminente<br />
dei privati rappresenta un’eccezione<br />
lodevo<strong>le</strong> nel panorama dei<br />
festival. Oggi più che mai è necessario<br />
affrancarsi dalla sovvenzione<br />
pubblica come unica fonte di<br />
sostentamento. Il fatto poi che il<br />
Ravello Festival sia l’investimento<br />
cultura<strong>le</strong> più consistente che la<br />
banca di Siena faccia al Sud sottintende<br />
apprezzamento ed è motivo<br />
di orgoglio per il nostro progetto».<br />
Molte <strong>le</strong> novità dell'edizione 2009:<br />
la multidisciplinarietà al centro<br />
dell’articolazione del<strong>le</strong> otto sezioni,<br />
ciascuna con un proprio direttore<br />
artistico, dalla musica cameristica<br />
e sinfonica secondo tradizione,<br />
a quella etnica, popolare e al<br />
jazz; dalla danza al cinema, dalla<br />
scienza alla pittura e per la prima<br />
A lato torre di ingresso<br />
della Villa Rufolo<br />
tradiziona<strong>le</strong> sede<br />
del festival di Ravello.<br />
Sotto, Stefano Bollani<br />
in una recente esecuzione:<br />
il pianista si esibirà<br />
l’11 luglio in un evento,<br />
prima assoluta<br />
con l’inventore del jazz fusion<br />
Chik Corea<br />
Il tradiziona<strong>le</strong><br />
concerto all’alba<br />
dopo la notte<br />
di San Lorenzo<br />
eseguito<br />
sulla terrazza<br />
dell’infinito<br />
di Villa Rufolo<br />
volta, a Villa Cimbrone la rappresentazione<br />
teatra<strong>le</strong> “<strong>La</strong> duchessa<br />
di Amalfi”. Il <strong>le</strong>it motiv di quest’anno<br />
sarà il tema del Coraggio. Ad<br />
aprire il Festival il 25 apri<strong>le</strong> a Villa<br />
Rufolo, la mostra fotografica<br />
dell’Ansa “100 scatti di Coraggio.”<br />
Immagini di fotografi famosi<br />
declineranno il tema dell'anno in<br />
un’esposizione visitabi<strong>le</strong> fino al 21<br />
giugno. “Madre Coraggio”- la<br />
mostra d’arte curata da Achil<strong>le</strong><br />
Bonito Oliva, direttore artistico<br />
della Sezione Arti Visive - ne prenderà<br />
il posto qualche giorno dopo.<br />
Dal 26 giugno il via al susseguirsi<br />
fittissimo e quotidiano di eventi<br />
che per la sinfonica vedrà John<br />
Axelrod dirigere l’orchestra del<br />
Teatro di San Carlo con al pianoforte<br />
Ivo Pogorelich; il debutto<br />
campano del grande violinista<br />
Vadim Repin, il tradiziona<strong>le</strong> concerto<br />
all’alba della notte di San<br />
Lorenzo e altre bacchette d’eccezione<br />
come quella di Jeffrey Tate<br />
fino alla conclusione il 27 settembre.<br />
Per il jazz attesissima la prima<br />
assoluta Corea-Bollani (ma ci<br />
sono anche Rava, Fresu e Sosa)<br />
mentre la sezione CineMusic<br />
diretta da Lina Wertmul<strong>le</strong>r vedrà<br />
la proiezione di film ispirati al<br />
coraggio tra cui “Fortapasc” la storia<br />
di Giancarlo Siani e il “Pulcinella”<br />
di Massimo Ranieri.<br />
L’acquisizione di nuovi spazi,<br />
come l’auditorium ancora in fase<br />
di comp<strong>le</strong>tamento, progetto donato<br />
da Oscar Niemeyer, l’archistar<br />
internaziona<strong>le</strong> di Brasilia, ribadisce<br />
il ruolo di Ravello città della<br />
musica.<br />
«L’obiettivo - conclude Valanzuolo<br />
- è quello di dare giusta visibilità<br />
alla Campania con un progetto<br />
che mostri sinergia tra contenitore<br />
e contenuto, coerente con<br />
<strong>le</strong> caratteristiche di raffinatezza<br />
proprie di Ravello. Un esempio di<br />
turismo cultura<strong>le</strong> insomma sul<br />
qua<strong>le</strong> la nostra regione possa puntare<br />
per il rilancio».<br />
Pagina a cura di<br />
CHIARA DEL GAUDIO<br />
Lina Wertmul<strong>le</strong>r<br />
Il pozzo<br />
d’arte<br />
del Sud<br />
Scenari mediterranei e musica, protagonisti<br />
di tante sue creature cinematografiche, un<br />
connubio irrinunciabi<strong>le</strong>, per Lina Wertmul<strong>le</strong>r<br />
diventata un po’ la madrina del festival<br />
e direttrice artistica sin dalla prima edizione<br />
della sezione CineMusic, «la più prestigiosa<br />
di tutte» dice, scherzando.<br />
Cosa rappresenta per <strong>le</strong>i Ravello?<br />
«Ravello incarna una grandissima tradizione<br />
di bel<strong>le</strong>zza e di musica. Quella che dovrebbe<br />
essere la vera immagine della<br />
Campania, un pozzo di eccel<strong>le</strong>nza dal qua<strong>le</strong><br />
attingere per assolvere ad una missione di<br />
qualità e bel<strong>le</strong>zza nel mondo».<br />
Coraggio, amore, anarchia nel suo cinema,<br />
quanto di questi e<strong>le</strong>menti nel linguaggio<br />
musica<strong>le</strong> del festival?<br />
« Anche nella musica c’è il coraggio che<br />
non è solo vincere la paura, ma è piuttosto<br />
un mix di incoscienza; come l’anarchia,<br />
quella voglia di stare fuori dal<strong>le</strong> rego<strong>le</strong>, per<br />
la qua<strong>le</strong> mi cacciavano dal<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> perché<br />
mi piaceva più giocare che studiare e che<br />
mi ha seguita poi nel<strong>le</strong> scelte artistiche,<br />
conducendomi sempre, in direzione di<br />
quello che mi divertiva di più».<br />
Si assegnerà un premio specia<strong>le</strong>, di cosa<br />
si tratta?<br />
«Del Premio Nino Rota a Michael Nyman<br />
compositore di musiche straordinarie per<br />
film una per tutte “Lezioni di piano”. <strong>La</strong><br />
genialità del<strong>le</strong> scelte si deve a coloro che<br />
lavorano per il festival in particolare a<br />
Domenico De Masi che, come un sacerdote<br />
dell’arte, fa convivere due anime tanto<br />
diverse: il paesino del sud e il Festival<br />
internaziona<strong>le</strong> su cui a<strong>le</strong>ggia Wagner con<br />
la sua musica».<br />
E il suo ultimo film?<br />
«Sempre in tema di coraggio, ”Mannaggia<br />
alla miseria” un film ispirato al Premio<br />
Nobel per la Pace Yunus (il banchiere dei<br />
poveri del Bangladesh); Luca de Filippo,<br />
Sergio Assisi e Gabriella Pession alcuni dei<br />
protagonisti della pellicola per la cui distribuzione<br />
ancora incerta è la destinazione<br />
te<strong>le</strong>visiva o cinematografica».<br />
Stefano Bollani<br />
Mai più<br />
nonnismo<br />
nel jazz<br />
Non a caso la rivista americana “Downbeat”<br />
lo ha classificato ottavo tra i nuovi<br />
ta<strong>le</strong>nti del jazz mondia<strong>le</strong>: l’istrionico musicista,<br />
Stefano Bollani, classe ’72, milanese di<br />
nascita, toscano di adozione, suona il piano<br />
abbracciandolo, allunga il suo fisico allampanato<br />
fino quasi a sdraiarsi sul<strong>le</strong> note, rapito<br />
da sfumature che non smette mai di<br />
ricercare. Ritorna dopo due anni al Festival<br />
Quali suggestioni <strong>le</strong> dà questo particolare<br />
palcoscenico?<br />
«E’ emozione pura, c’è un’atmosfera bellissima;<br />
quando per la prima volta ci venni da<br />
turista e vidi la terrazza dell'infinito, sognai<br />
di tornare a suonarci. Il desiderio si è avverato<br />
nel 2007 e l’esperienza si ripeterà quest’anno<br />
arricchita di un nuovo e<strong>le</strong>mento.<br />
Oltre al panorama mozzafiato e a un pubblico<br />
d’eccezione, ritroveremo sul palco un<br />
protagonista assoluto della musica jazz:<br />
Chick Corea».<br />
E’ la prima volta che vi incontrate e artisticamente<br />
provenite da percorsi diversi,<br />
un confronto tra due generazioni?<br />
«Certo anche se per età potrebbe essere<br />
mio padre, Corea per me è stato un faro e<br />
il bello tra noi è la voglia di stimolarsi a<br />
vicenda; per me c’è il timore reverenzia<strong>le</strong><br />
di suonare con un mito, per lui la curiosità<br />
di conoscere un pianista tanto più giovane».<br />
Una sfida alla maniera dei vecchi jazzisti,<br />
a colpi di note?<br />
«No, per fortuna il nostro jazz è scevro dal<br />
nonnismo di una volta di cui è piena la storia,<br />
quando i jazzisti si incontravano per<br />
sfidarsi. Per ora ci stiamo ascoltando via<br />
web e non abbiamo ancora deciso cosa<br />
faremo, credo che alla fine improvviseremo.<br />
Piuttosto, bisognerà fare attenzione<br />
al<strong>le</strong> troppe note, con due pianoforti sul<br />
palco. Ma la scelta di coraggio è proprio<br />
quella di sapersi ascoltare. Non temo i confronti:<br />
la voglia di trasmettere emozione è<br />
il vero servizio che un artista può rendere<br />
alla musica».