Gli anni di piombo. Satira e tragedia in Dario Fo - Italianistica e ...

Beatrice Alfonzetti
L’illuminista 154
ulteriormente ribadito come soprattutto il terrorismo sia
la vera occasione mancata della nostra drammaturgia:
Mancano autori che abbiano grinta [...] Ma c’è
anche carenza di idee di teatro. Per esempio, non ci
sono testi sul terrorismo [...]
Oggi il teatro è fuori dal tempo. Anche nelle grandi
opere, da quelle di Cechov al teatro d’avanguardia,
non c’è nessuna possibilità di riferimento ai problemi
attuali. Non è venuto fuori niente sul nucleare, sul terrorismo,
sulla droga, e neppure sulla pazzia. Niente,
non c’è niente nel teatro che tratti i grandi temi dei
nostri tempi (p. 114 e p. 128).
Morte accidentale di un anarchico e Pum! Pum!
Chi è? La polizia, quasi un dittico sulla cosiddetta strage
di stato, saranno sinteticamente definiti da Fo come
“due lavori grotteschi su realtà tragiche” (p. 355). Il primo
allude infatti al finto suicidio dell’anarchico Giuseppe
Pinelli, fermato dalla polizia qualche giorno dopo la
strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969; l’altro
alla vicenda giudiziaria di Pietro Valpreda, anch’egli
arrestato il 15 dicembre con l’accusa d’esserne stato
l’esecutore. Come confermato ulteriormente dai lavori
della stessa Commissione parlamentare d’inchiesta
sulla strage ancora impunita, le indagini si sono poi
indirizzate sul versante delle organizzazioni eversive di
destra e sui servizi segreti deviati. Valpreda sarà assolto
solo negli anni 1985-7.
Tradotta in molte lingue e rappresentata quasi in
tutto il mondo, Morte accidentale è accanto a Mistero
buffo uno dei capolavori di Fo. Certamente, al di là della
linea interpretativa più orientata a privilegiare “il teatro
del comico” strutturato sul monologo del Fo–attore
(Meldolesi), la si può ritenere una delle satire più
emblematiche e riuscite del suo teatro “morale”. Un
testo che non solo resiste al tempo ma che è stato,
diciamo così, inverato dal tempo, da questi trent’anni