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Gli anni di piombo. Satira e tragedia in Dario Fo - Italianistica e ...

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<strong>Gli</strong> <strong>anni</strong> <strong>di</strong> <strong>piombo</strong>. <strong>Satira</strong> e trage<strong>di</strong>a <strong>in</strong> <strong>Dario</strong> <strong>Fo</strong><br />

miei soliti lavori, già dal titolo. Si chiamava, semplicemente,<br />

La trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Aldo Moro ed era costruito quasi<br />

come una trage<strong>di</strong>a greca. Moro era Filottete, l’eroe che<br />

viene abbandonato perché è ferito, perché è <strong>di</strong>ventato<br />

un peso. Attorno c’erano i suoi compagni della DC, Piccoli,<br />

Zaccagn<strong>in</strong>i, Andreotti, Cossiga, che gli giravano<br />

attorno come ombre, con la faccia coperta da maschere.<br />

Sullo sfondo c’era il rapporto con mandanti lontani,<br />

con un potere che voleva Moro morto (p. 186).<br />

Quei c<strong>in</strong>quantac<strong>in</strong>que giorni, dal 16 marzo al 9<br />

maggio 1978, <strong>in</strong> cui si consumano il drammatico rapimento<br />

del Presidente della Democrazia cristiana, la<br />

carcerazione nella cosiddetta “prigione del popolo” e la<br />

sua esecuzione, e ancora le lettere, i comunicati delle<br />

Brigate rosse, le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i maldestre e <strong>in</strong>efficienti, gli<br />

<strong>in</strong>utili tentativi umanitari, bloccati dal prevalso partito<br />

della fermezza; quei c<strong>in</strong>quantac<strong>in</strong>que giorni erano<br />

apparsi alla fantasia geometrica <strong>di</strong> Leonardo Sciascia<br />

quasi come una “compiuta opera letteraria” (pp. 25-6).<br />

Bastava pirandellianamente rovesciare le cose e vedere<br />

“il dramma che l’assenza dell’onorevole Moro dal<br />

Parlamento, dalla vita pubblica, è più producente [...]<br />

della sua presenza” (L’affaire Moro, Adelphi, 1994, p.<br />

27).<br />

Deputato eletto nelle liste del partito ra<strong>di</strong>cale, lo<br />

stesso scrittore siciliano nella sua “Relazione <strong>di</strong> m<strong>in</strong>oranza”<br />

relativa ai lavori svolti <strong>in</strong> seno alla “Commissione<br />

Parlamentare d’<strong>in</strong>chiesta su la strage <strong>di</strong> via Fani, il<br />

sequestro e l’assass<strong>in</strong>io <strong>di</strong> Aldo Moro [...]”, scriverà nel<br />

giugno del 1982 che “le risposte sicure, <strong>in</strong> questo<br />

genere <strong>di</strong> cose, vengono alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> <strong>anni</strong>, dagli<br />

archivi, sotto gli occhi dello storico” (ivi, p. 191). E tuttavia,<br />

se non <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e storica, l’arabescato Affaire tracciava<br />

una cronistoria volta a re<strong>in</strong>terpretare i fatti, <strong>in</strong><br />

base a un metodo già sperimentato nei Pugnalatori.<br />

Solo che questa volta la drammaticità degli eventi era<br />

acuita dalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> testimoni dei lettori e dello<br />

stesso scrittore, dalla contemporaneità estrema fra fat-<br />

141 L’illum<strong>in</strong>ista

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