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NOZIONI DI METRICA ITALIANA La struttura di un verso1 e di una ...

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Il settenario doppio detto anche tetradecasillabo o verso martelliano, conserva la<br />

<strong>struttura</strong> dei due settenari che lo compongono che sono sempre piani; si può trovare <strong>un</strong><br />

emistichio sdrucciolo, come nell’esempio tratto da Carducci (verso 2):<br />

A. Car<strong>di</strong>llo<br />

Su i campi <strong>di</strong> Marengo || batte la l<strong>un</strong>a; fosco<br />

tra la Bormida e il Tanaro || s'agita e mugge <strong>un</strong> bosco;<br />

<strong>un</strong> bosco d'alabarde, || d'uomini e <strong>di</strong> cavalli,<br />

che fuggon d'Alessandria || da i mal tentati valli.<br />

(G.Carducci, Su i campi <strong>di</strong> Marengo la notte del Sabato Santo 1175, 1-4).<br />

Il Contrasto <strong>di</strong> Cielo d'Alcamo presenta <strong>un</strong>a particolare <strong>struttura</strong> dei due settenari:<br />

sdrucciolo il primo, piano il secondo:<br />

- Rosa fresca aulentis[s]ima ch 'apari inver' la state,<br />

le donne ti <strong>di</strong>siano, pulzell' e maritate:<br />

(Cielo d'Alcamo, Rosa fresca aulentissima , 1-2).<br />

L'ottonario doppio è molto raro nella versificazione italiana:<br />

Quando cadono le foglie8, || quando emigrano gli augelli8,<br />

E fiorite a' cimiteri || son le pietre de gli avelli,<br />

(G.Carducci, <strong>La</strong> sacra <strong>di</strong> Enrico Quinto, 1-2).<br />

Il novenario doppio è altrettanto raro:<br />

Loreto impagliato ed il busto || d’Alfieri, <strong>di</strong> Napoleone,<br />

i fiori in cornice (le buone || cose <strong>di</strong> pessimo gusto),<br />

il caminetto <strong>un</strong> po’ tetro, || le scatole senza confetti,<br />

i frutti <strong>di</strong> marmo protetti || dalle campane <strong>di</strong> vetro, 18<br />

<strong>un</strong> qualche raro balocco, || gli scrigni fatti <strong>di</strong> valve,<br />

gli oggetti col monito, salve, || ricordo, le noci <strong>di</strong> cocco,<br />

[…]<br />

(G.Gozzano, L’amica <strong>di</strong> nonna Speranza, 1-4)<br />

* * *<br />

<strong>La</strong> rima - elemento caratterizzante la poesia italiana - è l'identità <strong>di</strong> suono,<br />

dall'accento tonico in poi, <strong>di</strong> due parole in fine verso:<br />

<strong>La</strong> gloria <strong>di</strong> colui che tutto move A<br />

per l'<strong>un</strong>iverso penetra, e risplende B<br />

in <strong>un</strong>a parte più e meno altrove. A<br />

(Para<strong>di</strong>so, I, 1-3);<br />

può esserci rima tra l'ultima parola <strong>di</strong> <strong>un</strong> verso e quella centrale del verso successivo; in tal<br />

caso si parla <strong>di</strong> rimalmezzo:<br />

onde, siccome suole,<br />

ornare ella si appresta<br />

tronco; tra i due versi talvolta c’è <strong>un</strong>a linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione, ma capita spesso <strong>di</strong> non trovare alc<strong>un</strong> segno. Negli<br />

esempi sopra riportati il segno <strong>di</strong> cesura è mio.<br />

18 I versi 2 e 4 sono irregolari perché mancanti <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sillaba nel secondo emistichio; non così gli altri.

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