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NOZIONI DI METRICA ITALIANA La struttura di un verso1 e di una ...

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) canzone leopar<strong>di</strong>ana;<br />

c) sestina lirica;<br />

d) canzone pindarica.<br />

<strong>La</strong> canzone leopar<strong>di</strong>ana dapprima conserva la <strong>struttura</strong> tra<strong>di</strong>zionale ma con alc<strong>un</strong>e<br />

varianti (All'Italia); poi <strong>di</strong>venta <strong>un</strong> componimento libero per quel che riguarda la <strong>struttura</strong><br />

delle stanze, il loro numero e le rime.<br />

A. Car<strong>di</strong>llo<br />

Silvia, rimembri ancora<br />

quel tempo della tua vita mortale,<br />

quando beltà splendea<br />

negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,<br />

e tu, lieta e pensosa, il limitare 5<br />

<strong>di</strong> gioventù salivi?<br />

Sonavan le quiete<br />

stanze, e le vie d'intorno,<br />

al tuo perpetuo canto,<br />

allor che all'opre femminili intenta 10<br />

sedevi, assai contenta<br />

<strong>di</strong> quel vago avvenir che in mente avevi.<br />

Era il maggio odoroso: e tu solevi<br />

così menare il giorno.<br />

Io gli stu<strong>di</strong> leggiadri 15<br />

talor lasciando e le sudate carte,<br />

ove il tempo mio primo<br />

e <strong>di</strong> me si spendea la miglior parte,<br />

d'in su i veroni del paterno ostello<br />

porgea gli orecchi al suon della tua voce, 20<br />

ed alla man veloce<br />

che percorrea la faticosa tela.<br />

Mirava il ciel sereno,<br />

le vie dorate e gli orti,<br />

e quinci il mar da l<strong>un</strong>gi, e quin<strong>di</strong> il monte. 25<br />

Lingua mortal non <strong>di</strong>ce<br />

quel ch'io sentiva in seno.<br />

(G.Leopar<strong>di</strong>, A Silvia, 1-27).<br />

<strong>La</strong> sestina lirica, detta pure sestina provenzale, obbe<strong>di</strong>sce a regole molto artificiose.<br />

Presenta sei strofe <strong>di</strong> sei endecasillabi con <strong>un</strong> congedo <strong>di</strong> tre. In ogni sestina al posto della<br />

rima è la ripetizione delle sei parole-rima finali della prima strofa. Nel congedo le parolerima<br />

si ripetono, tre al centro dei versi, tre alla fine:<br />

Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra A<br />

son gi<strong>un</strong>to, lasso!, ed al bianchir de' colli, B<br />

quando si perde lo color ne l'erba; C<br />

e 'l mio <strong>di</strong>sio però non cangia il verde, D<br />

sì è barbato ne la dura petra E<br />

21 I tre p<strong>un</strong>ti in<strong>di</strong>cano che la strofa può essere ampliata con <strong>un</strong> ulteriore variabile numero <strong>di</strong> versi. Lo stesso<br />

schema metrico e rimico è ripetuto per quante sono le strofe; chiude il componimento <strong>un</strong> congedo. Le lettere<br />

minuscole in<strong>di</strong>cano i versi <strong>di</strong> misura metrica minore; le maiuscole quelli <strong>di</strong> misura metrica maggiore.

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