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Epigrafia cristiana

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iscrizioni della Sicilia occidentale, dove, ancora nel IV secolo, il latino è lingua<br />

ufficiale 19 , a testimonianza del carattere nodale svolto dalla Sicilia ancora in età<br />

tardoantica, come «porta spalancata verso l’Italia latina e verso l’Oriente greco» 20<br />

.<br />

Nel pagus, invece, c’è una generale tendenza a resistere alla diffusione della<br />

lingua latina e a quella della religione <strong>cristiana</strong>, che aveva portato a fenomeni di<br />

bilinguismo già all’epoca augustea, quando i coloni avevano dovuto adattarsi alla<br />

pressoché esclusiva ellenofonia degli abitanti dell’interno della Sicilia. Nelle grandi<br />

città imperiali, dunque, il latino svolge la funzione di lingua ufficiale, il greco di<br />

lingua colta; le epigrafi funerarie sono scritte per lo più in greco, seppure con<br />

scorrettezze e imperfezioni, e solo dal V secolo, con l’epoca ostrogotica, le epigrafi<br />

siano redatte prevalentemente in latino.<br />

Un primo criterio di classificazione può essere la distinzione tra epigrafia<br />

precostantiniana e postcostantiniana; nella prima fase si individua anche in Sicilia<br />

una sorta di continuum con l’epigrafia pagana 21<br />

, tanto che sovente risulta difficile<br />

individuare un’epigrafe <strong>cristiana</strong> in assenza di elementi contingenti che aiutino a<br />

contestualizzarla, anche in un cimitero come quello di San Giovanni a Siracusa, il<br />

maggiore della città, dove l’attività epigrafica dei cristiani è massiccia.<br />

Proprio in questo periodo, in cui si assiste alla prima definizione di uno<br />

specifico formulario cristiano, ha largo spazio un pluralismo ideologico che nei<br />

secoli diverrà caratterizzante i cimiteri siracusani e che è particolarmente<br />

significativo se si considera che l’epigrafia funeraria risponde per lo più a istanze di<br />

tipo privato e per questo si rivela particolarmente utile per ricostruire la vera<br />

19 Cfr. G. Manganaro, Greco nei pagi e latino nelle città della Sicilia «romana» tra I e VI sec. d.C.,<br />

in A. Calbi, A. Donati, G. Poma, L’epigrafia del villaggio, Bologna 1993, p. 545.<br />

20 Ibidem, p. 546.<br />

21<br />

Cfr. supra, p. 4.<br />

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