Epigrafia cristiana

generalmente si associano l’età del defunto e la data di morte (comunemente
chiamata dies natalis); nell’ambito di questo formulario, molto comune anche
anche in altre città, non è infrequente la grafia k‹te, dovuta alla progressiva
affermazione del fenomeno dello iotacismo, specialmente a partire dal IV come
sintomo di una generale tendenza abbreviativa.
Un altro formulario tipico delle iscrizioni cristiane greche catanesi consiste
in una sola frase del tipo “NN fece (vivente) a sé e ai suoi”. L'oggetto del verbo
poišw non viene indicato nelle epigrafi greche, ma visto il contenuto, è ovvio che si
fa riferimento al complesso del monumento, non alla sola iscrizione. Ferrua ha
considerato tale formulario esclusivamente cristiano ma senza buoni motivi 24 , dal
momento che il formulario, seppur poco comune negli epitaffi pagani greci, è
attestato anche in quelli latini pagani, così che non si può ascrivere con certezza
questa formula all’ambito prettamente cristiano.
Le epigrafi di età tardoimperiale, in particolare quelle di matrice cristiana,
presentano delle significative variazioni a livello linguistico rispetto al periodo
classico; si riscontra una sostanziale variazione nell’uso della lingua greca, anche se
in questo contesto si può parlare di dialetti, ma piuttosto di varianti e le
manifestazioni della variazione e del cambiamento, meno comuni nelle iscrizioni
pagane, spesso molto brevi, sono più evidenti nell'epigrafia cristiana: a livello della
fonologia, la variazione nella grafia manifesta certi fenomeni del cambiamento
vocalico, probabilmente già realizzati a livello della lingua parlata, come /ai/ > /e/ e
/ei/ > /i/. Le iscrizioni cristiane latine, spesso più ricche nei riguardi della
variazione linguistica rispetto a quelle pagane, sono poco numerose a Catania. A
24
Cfr. Korhonen, Le iscrizioni, cit., p. 89.
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