Olandesi e indiani 2 primavera 2003 28 In alto a sinistra: Pittura rupestre del Rio Grande do Norte. In alto a destra: Mantello in piume tupinamba, Nationalmuseet Copenhagen. Carta delle popolazioni indie del Nordeste del Brasile. A p. 25: Indigeni, particolare del cartiglio della mappa delle Americhe di Visscher del 1698.
primavera 2003 Tapuia e potiguara Josefa Maria de Morais Esportazioni, schiavitù e patriarcato sono una costante nella storia del Brasile, il cui nome stesso, che deriva da quello dal pregiato legno rosso, suggerisce commercio e ricchezza basata sullo sfruttamento di lavoro a buon mercato, dapprima schiavo, in seguito con bassi salari. La storia del Brasile non è solo una storia di conquista, ma anche di sfruttamento schiavista degli indiani e degli africani. Il Nordeste non fa eccezione. Tradizioni preistoriche Il Nordeste è stato abitato fin da quando, alla fine del Pleistocene o all’inizio dell’Olocene, gruppi di cacciatori si stabilirono presso i corsi d’acqua, adattandosi alle difficili condizioni ecologiche del sertão, circa 12.000 anni fa nel Piauì e Bahia e circa 10.000 anni fa nel Rio Grande do Norte, abitati da specie animali oggi estinte, come il mastodonte, il paleolama, la tigre dai denti a sciabola e l’armadillo gigante. Questi gruppi umani ci hanno lasciato, oltre a resti litici, anche delle pitture e incisioni rupestri che aprono una finestra sul loro mondo. Nel Nordeste esistono almeno tre grando tradizioni: Nordeste, Agreste e Itaquatiara. Primi abitanti 29 HAKO Gli olandesi stabilirono un rapporto di stretta alleanza con le tribù del Nordeste. La tradizione Nordeste si estende in parecchi stati, dal Piauí a Bahia, al Sergipe, al Paraìba, al Pernambuco, al Cearà e al Mato Grosso e si identifica per le figurine antropomorfe, con ornamenti e attributi che fanno intendere un contesto sociale ricco, con raffigurazioni policrome di lotta, danza, caccia e sesso. Questa tradizione risale a 12.000 anni fa nel Piauì, associata a una cultura di cacciatori e raccoglitori che vivevano in un clima umido e con risorse idriche molto migliori di quelle odierne. All’interno di questa Tradizione si distacca la Subtradizione Seridó di circa 10.000 anni fa, che mostra una profusione di immagini di piroghe, oggetti, ornamenti del corpo e rappresentazioni di piante. Temi costanti sono la caccia, il sesso di gruppo o la masturbazione, danze rituali e scene di lotta, che ci parlano di una società estremamente gerarchica, ove i copricapi elaborati identificano l’alta posizione sociale. Le pitture della Tradizione Agreste sono inferiori come tecnica a quelle precedenti e ci mostrano come questi cacciatori vivessero in un ambiente assai più modesto nell’area pedemontana e della varzea circa 5000 anni fa nel Piauí e circa 2000 anni fa nel Pernambuco. La Tradizione Itaquatiara o das Itaquatiaras appare su blocchi o rocce prossime ai corsi d’acqua, con figure geometriche che hanno dato adito a fantasiose speculazioni; le teorie più accreditate mettono in relazione le itaquatiaras, come quelle del Pernambuco di 1200 anni fa, con i culti delle acque e quelli cosmogonici legati alle forze celesti e naturali. La presenza di tre principali orizzonti culturali di arte rupestre rinforza l’ipotesi che tutta la regione sia stata abitata, in epoche diverse, da una successione di popolazioni che diedero origine alle tribù indiane che i cronisti olandesi e portoghesi conobbero durante il periodo colo-