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Hako 27 - Femminismo ruggente

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Olandesi e indiani 2 primavera 2003<br />

questi due periodi sono state rinvenute<br />

rispettivamente sotto forma di utensili<br />

di pietra e di vasellame.<br />

Circa 4.000 anni fa le aree rivierasche<br />

guayanesi furono colpite da una serie<br />

di gravi siccità e da concomitanti<br />

fenomenti di salinizzazione del<br />

terreno. Animali e uomini migrarono<br />

verso l’interno, in luoghi ricchi<br />

d’acqua e cercarono un’alternativa<br />

alla prolifica palma eetay e all’ambiente<br />

delle paludi pegasse semisecche,<br />

adottando così la radice della Manihot<br />

utilissima, la manioca amara o<br />

cassava, fino a giungere alla costituzione<br />

delle prime comunità agricole<br />

permanenti circa 3000 anni fa.<br />

Molti dei ritrovamenti archeologici<br />

ritrovati in Suriname sembrano avere<br />

un parallelo storico nei ritrovamenti<br />

Tanga femminile in perline di vetro, zona del fiume Essequibo.<br />

antichi della zona dell’Orinoco in<br />

Venezuela, giustificati da migrazioni<br />

di accampamenti da un’area all’altra,<br />

che coivolsero numerosi gruppi<br />

indigeni. Intorno al 1000 a.C. in<br />

quella zona venezuelana visse una<br />

popolazione dedita all’agricoltura,<br />

chiamata Saladoide, in nome dell’attuale<br />

città e sito archeologico venezuelano<br />

Saladero. Tipiche di queste<br />

popolazioni sono le decorazioni del<br />

vasellame. Culture posteriori importanti<br />

furono quella Barrancoide e<br />

quella Arauquinoide. Queste tre<br />

tradizioni culturali sviluppatesi nella<br />

valle dell’Orinoco sono rappresentate<br />

lungo il fiume Corantijn in Suriname.<br />

Circa 2.000 anni fa i primi agricoltori<br />

apparvero sul fiume Corentijn; circa<br />

1000 anni fa l’area intorno Orealla<br />

cominciò a essere occupata e di qui gli<br />

agricoltori si espansero a ovest,<br />

attraverso le savane intermedie, fino<br />

al fiume Demerara. La maggior parte<br />

erano arawak, ma c’erano anche<br />

alcuni warrau. Quando giunsero nel<br />

XVI e XVII secolo, gli olandesi stabilirono<br />

piantagioni, forti e posti commerciali<br />

lungo i fiumi, tra cui i famosi<br />

Nibbi, presso il sito indiano di Idaballi<br />

e Ouden Amen, presso il villaggio<br />

indiano di Karabu.<br />

Cominciando almeno 1500 anni fa,<br />

data la natura palusosa del terreno,<br />

alcuni gruppi indigeni costruirono<br />

enormi terrapieni di oltre 18.000 mq,<br />

alti 2 metri sopra il livello della palude,<br />

su cui costruire le proprie case, che<br />

venivano poi tutte insieme circondate<br />

da ampi fossati e anche i campi erano<br />

rialzati. In seguito, data la fatica che<br />

costava mantenere i terrapieni, gli<br />

indiani cominciarono a costruire su<br />

creste sabbiose, che erano già rialzate<br />

sulla palude, i villaggi e i campi<br />

coltivati a manioca, anche se il terreno<br />

era relativamente povero. Circa 1000<br />

anni fa cominciò il movimento di<br />

popolazione dalle aree costiere verso<br />

l’interno e alcuni gruppi giunsero nel<br />

sud dalla regione amazzonica.<br />

L’adozione della manioca amara ebbe<br />

un ruolo fondamentale nello sviluppo<br />

delle culture indiane, perchè la sua<br />

capacità di durata espandeva la possibilità<br />

di spostarsi per lunghi viaggi. La<br />

manioca produceva amido sotto forma<br />

di pane, farina e casareep, che serviva<br />

42<br />

come conservante della carne, tutti<br />

prodotti relativamente duraturi.<br />

Insieme alla manioca, si sviluppò anche<br />

la tecnologia associata al suo processamento<br />

per eliminare il velenosissimo<br />

acido prussico (acido cianidrico): la<br />

grattugia di pietra, il matapee, lo<br />

strumento in fibra intrecciata per<br />

rimuovere il sugo velenoso dalla<br />

manioca grattugiata, il setaccio, le<br />

piastre di ceramica e i contenitori.<br />

Nella foresta pluviale i suoli poveri<br />

permettevano solo l’agricoltura itinerante;<br />

il lavoro di aprire le radure alla<br />

coltivazione e costruire le abitazioni era<br />

svolto collettivamente, ma certe<br />

specializzazioni seguivano la divisione<br />

sessuale del lavoro. I primi indiani del<br />

Suriname, cacciatori e raccoglitori<br />

rivieraschi, ci hanno lasciato un’ampia<br />

varietà di incisioni e pitture rupestri<br />

che mostrano soprattutto animali e<br />

piante, ma sui fiumi Berbice e Corentijn<br />

le cosiddette incisioni Timehri mostrano<br />

una figura umana solitaria in<br />

costume del tipo dominante in certe<br />

parti dell’Amazzonia.<br />

Sulla pianura costiera, ricca di acque<br />

- Guyana significa “terra di molte<br />

acque” - e di vita animale e vegetale,<br />

possiamo distinguere 4 differenti tipi<br />

di culture costiere, influenzate dalla<br />

tecnologia amazzonica del processamento<br />

della manioca: l’antica Mabaruma<br />

del Suriname occidentale<br />

(circa 600 d.C.); la Hertenrits, testimoniata<br />

dai terrapieni situati tra il<br />

fiume Coppename e il Corantijn<br />

(circa 300-600 d.C.); la cultura<br />

Kwatta, presente nel Suriname<br />

centrale, che mostra delle somiglianze<br />

con la Hertenrits. Kwatta però è<br />

l’unico sito costiero che non mostra<br />

terreni coltivati; probabilmente il<br />

terreno in quell’area era ricco di<br />

conchiglie di fiume, ottime per la<br />

concimazione (circa 800 d.C).<br />

Infine nel Suriname orientale fiorì la<br />

cultura Barbakoeba, intorno al 1000<br />

d.C.<br />

Queste quattro culture presentano<br />

degli elementi in comune ; la spiegazione<br />

di questa somiglianza sta<br />

probabilmente nel carattere di continuità<br />

di queste culture costiere, che in<br />

seguito si sono diffuse lungo le pianure<br />

del Suriname e delle Guiana, partendo<br />

dalla vallata dell’Orinoco.

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