Hako 27 - Femminismo ruggente
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Olandesi e indiani 2 primavera 2003<br />
fino all’Olanda, dove apprese la<br />
lingua e gli usi dei nuovi venuti. Gli<br />
olandesi, anzichè tentare di renderli<br />
schiavi come facevano i portoghesi,<br />
trattavano i “brasiliani”, come<br />
chiamavano gli indigeni, da alleati.<br />
Nel 1630 un indiano noto come<br />
Marziale o Marciliano venne a<br />
offrire loro l’alleanza dei cariri, dei<br />
janduí, degli oquenuçu e tarairiu del<br />
Rio Grande. Nel 1637 gli olandesi<br />
inviarono le truppe indiane contro la<br />
fortezza di schiavi fuggiaschi nota<br />
come Quilombo dos Palmares, ma gli<br />
indiani furono sconfitti dagli africani,<br />
che continuarono a razziare le<br />
piantagioni e a liberare gli schiavi.<br />
Tra il cosmopolita gruppo di “olandesi”,<br />
spicca l’ebreo di origine<br />
tedesca Jacob Rabbi, che fu incaricato<br />
da Moritz di Nassau di tenere i<br />
rapporti con gli indiani dell’interno<br />
del Rio Grande do Norte. Questi<br />
trascorse quattro anni come interprete<br />
per i janduí e i tarairiu, sposando<br />
un’indiana e vivendo come<br />
uno di loro, fino a diventare un<br />
importante capo di guerra. Rabbi<br />
descrisse la sua esperienza in una<br />
cronaca che contiene importanti<br />
aspetti etnografici, che venne usata<br />
da altri autori olandesi nelle loro<br />
relazioni. Oltre a Rabbi anche<br />
Rouloux Baro visse tra i janduí alla<br />
fine della prima metà del XVII secolo<br />
e descrisse le lotte tra olandesi e<br />
portoghesi nel paese dei tapuia.<br />
Rabbi, però, è famoso nella storia<br />
regionale a causa di una serie di<br />
massacri commessi nel 1645 dalle<br />
sue truppe janduí e potiguara, che a<br />
quanto pare furono un po’ peggiori<br />
della normale ferocia della guerriglia<br />
indiana. Questi massacri sono stati<br />
presi a pretesto dalla chiesa cattolica<br />
di Rio Grande do Norte per impiantare<br />
un processo di beatificazione dei<br />
cosiddetti“martiri” di Cunhaú e<br />
Uruaçu. Si trattava di un certo<br />
numero piantatori schiavisti e di un<br />
paio di preti, ma furono uccisi da<br />
pagani indiani e da un ebreo indianizzato<br />
al servizio dei mandanti<br />
calvinisti di Recife e tanto basta,<br />
senza contare l’orgoglio nazionalista<br />
brasiliano ad avere dei beati americani.<br />
Rabbi, comunque, fu ucciso per<br />
vendetta nel 1646 da sicari inviati<br />
“Vita degli indiani”, incisione da Histoire<br />
d’un voyage fait en la terre du Bresil, di<br />
Jean de Lery, 1575.<br />
dall’importante suocero olandese,<br />
Joris Gardtzman, di uno dei morti di<br />
Uruaçu, che si impadronì anche dei<br />
suoi beni a scapito della moglie<br />
indiana di Rabbi, Dominga. Il suo<br />
popolo adottivo, i janduí addolorati,<br />
se ne tornarono nel sertão, per<br />
essere in seguito coinvolti nella<br />
terribile Guerra dei Barbari.<br />
Nonostante l’impegno in Brasile<br />
degli olandesi e dei loro alleati<br />
indiani, la Nuova Olanda nordestina<br />
era condannata a chiudere la sua<br />
esistenza a causa della mancanza di<br />
finanziamenti da parte della WIC,<br />
che non voleva investire più di tanto<br />
nell’impresa. Dal punto di vista<br />
economico la WIC fu lungimirante:<br />
infatti, quando se ne andarono dal<br />
Brasile nel 1654, gli olandesi stimolarono<br />
la coltivazione della canna da<br />
zucchero nel vicino Surinam, a<br />
Curaçao e nelle altre Antille olandesi<br />
(mentre gli inglesi investivano nelle<br />
loro piantagioni alle Barbados),<br />
avvantaggiandosi delle tecniche<br />
sviluppate in Brasile e del migliore<br />
accesso ai capitali, alle flotte mercantili<br />
e al mercato dell’Europa<br />
settentrionale. Nonostante una<br />
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breve ripresa il Nordeste entrò in un<br />
lungo periodo di stagnazione e<br />
l’economia brasiliana basata sullo<br />
zucchero deteriorò.<br />
Potiguara e cariri oggi<br />
Dopo l’espulsione degli olandesi,<br />
nella seconda parte del XVII secolo i<br />
portoghesi iniziarono la conquista<br />
dell’interno nordestino: nello stesso<br />
periodo in cui veniva distrutto il<br />
Quilombo dos Palmares aveva luogo<br />
la Guerra dos Barbaros , contro i<br />
gruppi genericamente chiamati<br />
cariri, che doveva durare fino al<br />
secolo seguente e trovare fine con<br />
l’arrivo dei bandeirantes schiavisti di<br />
San Paolo e la fondazione di missioni<br />
religiose sul Rio São Francisco.<br />
Attualmente la maggior parte dei<br />
gruppi indigeni del Nordeste si<br />
concentra nel bacino di quel fiume,<br />
tanto ai suoi margini, quanto sui<br />
suoi affluenti, corsi d’acqua temporanei.<br />
Conservano parte della<br />
propria cultura con un significativo<br />
contributo cattolico e africano<br />
incorporato, in particolare una certa<br />
convergenza con il catimbó e,<br />
termine usuale negli anni 1950-54,<br />
quando venne fatta una serie di<br />
studi, con la macumba. Hohenthal,<br />
che effettuò quegli studi descrive<br />
una distribuzione di spiriti dei morti<br />
chiamati “encantados” o “mestres”<br />
nei villaggi, negli stati e nei regni<br />
soprannaturali che sono riconosciuti<br />
anche dagli indiani pancararu, xocó,<br />
tuxá e, un po’ meno, dai fulniô e<br />
tenta una ricostruzione del rito della<br />
jurema (infuso della radice della<br />
jurema bianca o Acacia jurema<br />
oppure nera dalla Mimosa nigra,<br />
unito al tabacco da pipa) nella sua<br />
versione puramente indigena.<br />
Mostra anche un culto di Nostra<br />
Signora della Montagna e descrive<br />
anche una cerimonia in occasione<br />
della raccolta del primo frutto<br />
silvestre dell’umbu (Spondias<br />
tuberosa).<br />
I potiguara di Paraíba, sopravissuti<br />
dei tupi che dominavano in passato<br />
il litorale nordestino, abitano relativamente<br />
distante dagli indiani del<br />
bacino del São Francisco e, un tempo,<br />
erano culturalmente assai diversi da