Hako 27 - Femminismo ruggente
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Olandesi e indiani 2 primavera 2003<br />
niale. Purtroppo, lo sterminio degli<br />
indigeni del Sertão operato dai<br />
portoghesi dopo la caduta della<br />
Nuova Olanda australe, durante la<br />
Guerra dos Barbaros, nel XVII e<br />
XVIII secolo rappresentò la fine<br />
dell’evoluzione culturale del<br />
territorio (Macedo 1999).<br />
Tupi e tapuia<br />
Il Nordeste è una regione del Brasile<br />
nordorientale che comprende gli<br />
odierni stati di Alagoas, Bahia,<br />
Ceará, Maranhão, Paraíba, Pernambuco,<br />
Piauí, Rio Grande do Norte e<br />
Sergipe. Le sue pianure costiere<br />
furono i territori che conobbero per<br />
primi uno sviluppo economico,<br />
grazie alle foreste pluviali che furono<br />
in parte abbattute per far posto alle<br />
piantagioni di canna da zucchero<br />
lavorate da schiavi. La maggior<br />
parte della popolazione e soprattutto<br />
le città più importanti, Salvador,<br />
Fortaleza e Recife, si trovano sulla<br />
costa. All’interno il territorio è<br />
dominato dal sertão, la regione più<br />
arida del Brasile, soggetta a siccità e<br />
formata da altipiani e rilievi collinari.<br />
L’unico fiume è il Rio São Francisco.<br />
La vegetazione dominante è la<br />
caatinga, una parola tupi che<br />
significa “foresta bianca”, caratterizzata<br />
da una boscaglia di cactus e<br />
acacie, dove la popolazione pratica<br />
prevalentemente la pastorizia e<br />
un’agricoltura itinerante di sussistenza.<br />
Le popolazioni indigene che abitavano<br />
il litorale del Nordeste erano note<br />
collettivamente come tupinamba,<br />
divisi in tupinamba veri e propri,<br />
tupiniquin, potiguares ecc., tutti di<br />
lingua tupi, che con il guaranì forma<br />
la grande famiglia linguistica tupi<br />
guarani. Gli altri gruppi indiani, per<br />
lo più gè, furono collettivamente<br />
chiamati tapuia, un termine usato a<br />
quanto pare per la prima volta dal<br />
cronista Gândavo nel 1576, che in<br />
seguito venne a significare un<br />
insieme eterogeneo di tribù che i<br />
tupi chiamavano tapuia, cioè nemici,<br />
barbari, perchè non parlavano la<br />
loro lingua e, contrariamente ai tupi,<br />
i “tapuia” non mangiavano la carne<br />
umana dei prigionieri di guerra, ma<br />
Sopra e a p. <strong>27</strong>: Indigeni brasiliani dalle cornici<br />
della mappa di Jodocus Hondius 1635.<br />
solo le ceneri dei propri defunti.<br />
Furono i gesuiti a diffondere questa<br />
differenziazione: questi soldati della<br />
fede cattolica compresero subito il<br />
valore di avere una lingua indigena<br />
comune per diffondere la catechesi e<br />
adottarono il tupi semplificato come<br />
“lingua generale” o lingua franca.<br />
Sposando una cultura tupi manipolata<br />
nelle famose “riduzioni” o<br />
villaggi fortificati di indiani resi<br />
“mansueti” dalla religione cattolica,<br />
in contrasto con gli indiani non<br />
convertiti, definiti tapuia, i gesuiti<br />
compirono un duplice processo di<br />
alterizzazione, perchè all’alterità<br />
tupi aggiunsero quella portoghese<br />
cristiana ai popoli non tupi. Il<br />
termine tapuia, per definire la<br />
barbarie, perciò risulta doppiamente<br />
costruito storicamente. Gli olandesi,<br />
invece, classificavano i popoli indigeni<br />
in tre modi e restringevano lo<br />
statuto giuridico che conferivano<br />
loro rispetto una posizione geografica,<br />
come appare da una relazione<br />
ufficiale dei direttori della VIC: i<br />
brasiliani, cioè i gruppi tupi, in<br />
genere ristretti nei villaggi missionari<br />
e “addomesticati”, i tapuia, cioè<br />
quegli indiani che non erano sudditi<br />
30<br />
della Repubblica olandese e gli<br />
indiani del Maranhão, che all’epoca<br />
costituiva di fatto un altro stato. In<br />
sostanza, mentre gli olandesi classificavano<br />
gli indiani secondo una<br />
chiara prospettiva laica e pragmatista,<br />
i portoghesi li dividevano secondo<br />
un’opposizione tra cristianesimo<br />
e paganesimo, dove l’espansione<br />
della fede camminava a braccetto<br />
con l’espansione dell’impero.<br />
Tupinambà e potiguara<br />
Le popolazioni di lingua tupi del<br />
litorale brasiliano dal Ceará nel nord<br />
a Porto Alegre nel sud erano conosciute<br />
nel XVII secolo collettivamente<br />
come tupinambà e individualmente<br />
come potiguara, caeté,<br />
tupinambà, tupiniquin, guranì, ecc.<br />
Gruppi di popolazioni tupi nel XVI<br />
secolo iniziarono una delle loro<br />
periodiche grandi migrazioni in<br />
cerca della “terra senza male” di<br />
stampo millenarista, che li portò<br />
attraverso il bacino amazzonico fino<br />
alla Bolivia.<br />
I tupinambà veri e propri vivevano<br />
nella vasta area che va dallo stato di<br />
San Paolo fino alla foce del Rio delle<br />
Amazzoni, mentre i loro acerrimi<br />
nemici tupiniquin abitavano nel<br />
territorio di Bahia e furono senza<br />
dubbio i primi indiani brasiliani a<br />
vedere Pedro Alvares Cabral quando<br />
visitò Santa Cruz e Porto Seguro e<br />
ad avere il dubbio onore di assaggiare<br />
carne europea nel 1504. Nel<br />
Ceará, sui monti Ibiapaba, vivevano<br />
i tabajara, imparentati con i tupiniquin<br />
e provenienti dal Bahia, che si<br />
opposero ferocemente alla penetrazione<br />
portoghese, alleandosi in<br />
particolare con i francesi contro i<br />
bandeirantes schiavisti. I loro nemici<br />
giurati erano i potiguara, un nome<br />
che in portoghese significa “amico<br />
del fumo” dalla radice “poti”, fumo,<br />
che dominavano la costa da São Luis<br />
nel Maranhão alla città di Joao<br />
Pessoa nel Paraíba. Anch’essi<br />
combatterono contro la bandeira di<br />
Pero Coelho nel 1603, ma alcuni<br />
gruppi già “addomesticati” dai<br />
gesuiti fecero parte di quella spedizione<br />
in qualità di arceri. Oggi il<br />
termine potiguara indica soprattutto