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Hako 27 - Femminismo ruggente

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Olandesi e indiani 2 primavera 2003<br />

il fiume dove abitavano fu chiamato<br />

dai wai-wai “Il Fiume dei Morti”.<br />

Le comunità dei maroons possono<br />

essere divise in due gruppi: gli opo, che<br />

vivono lungo le rive superiori dei fiumi<br />

e i bilo, sulle rive inferiori dei fiumi che<br />

scorrono nei loro territori.<br />

Le altre tribù possono essere così<br />

suddivise: i ndjukas del fiume Tapanahoni,<br />

i saramakas lungo i fiumi<br />

Suriname, Gran Rio e Pikin Rio, i<br />

matawais, presso la parte inferiore e<br />

mediana del fiume Saramacca River, i<br />

paramaka, che vivono lungo il Marowijne,<br />

i kwintis lungo il fiume<br />

Coppename e nella parte superiore del<br />

Saramacca e i bonis o alukus lungo il<br />

Lawa.<br />

Breve storia del Suriname<br />

Il Suriname nasce come colonia inglese<br />

nel 1650 per opera di Sir Francis<br />

Willoughby, che stabilisce le prime<br />

piantagioni inglesi di tabacco e zucchero<br />

lungo il corso del fiume Suriname,<br />

fondando la colonia dell’attuale<br />

Paramaibo. Gli olandesi sono presenti<br />

in Suriname già dal 1616, lungo il<br />

fiume Corantijn, l’attuale confine tra il<br />

Suriname e la Guyana inglese, come<br />

del resto in quella che poi è divenuta la<br />

Guyana inglese. Infatti, il confine tra<br />

Suriname e Guyana inglese è sempre<br />

stato un elemento di contesa tra i due<br />

paesi, una storia che si è prolungata<br />

fino ai nostri giorni.<br />

Nel 1667 il territorio, ancora in mano<br />

ufficialmente agli inglesi, viene ceduto<br />

agli olandesi in cambio della Nuova<br />

Olanda settentrionale, che diventa<br />

New York. Ma la nuova colonia<br />

guayanese non ha vita semplice; la<br />

storia cita numerose cause di “preoccupazione”<br />

per gli olandesi: i violenti<br />

conflitti tra i bianchi e le tribù native e<br />

le frequenti rivolte degli schiavi<br />

importati (principalmente dall’Africa e<br />

dall’India), sedate spesso con sistemi<br />

crudeli. L’occupazione olandese del<br />

Suriname orientale viene interrotta<br />

dagli attacchi francesi e inglesi e<br />

dall’insurrezione degli schiavi intorno<br />

al 1762–63. Il Trattato di Breda<br />

consegna tutti i territori inglesi della<br />

Guyana agli olandesi, ma con il<br />

Congresso di Vienna (1815) la Guyana<br />

viene ridata agli inglesi (l’attuale<br />

Guiana ex inglese), mentre agli<br />

olandesi è confermata la proprietà<br />

dell’attuale Suriname (ex Guyana<br />

olandese).<br />

Il Suriname si serve per lungo tempo<br />

del lavoro degli schiavi nelle piantagioni<br />

di zucchero, cocco e caffè: la schiavitù<br />

è abolita solo nel 1863, quando già<br />

la vicina Guayana francese (1789) e<br />

l’Inghilterra (1816) ne avevano<br />

decretato la fine nei propri territori. In<br />

realtà gli schiavi continuano a lavorare<br />

nelle piantagioni surinamesi per altri<br />

dieci anni, con l’unica differenza che<br />

dal 1863 al 1873 ricevono una forma<br />

minima di pagamento per il<br />

loro lavoro. Gli schiavi<br />

lasciano<br />

definitivamente<br />

le piantagioni<br />

nel 1873,<br />

sostituiti velocemente<br />

da altra<br />

forza lavoro che<br />

gli olandesi<br />

importano da<br />

altri paesi del loro<br />

impero, per primi<br />

i cinesi dell’Indonesia<br />

- anch’essa<br />

colonia olandese –<br />

gli indù dall’India<br />

fino a quando<br />

Gandhi non impedisce<br />

questa emigrazione<br />

nel 1916, e<br />

infine i giavanesi<br />

dall’Indonesia.<br />

Molti schiavi, in<br />

particolare africani,<br />

sfuggiti all’assimilazione<br />

europea, si<br />

stabiliscono nell’interno<br />

del paese,<br />

dove possono<br />

mantenere viva la<br />

loro cultura dell’Africa<br />

occidentale,<br />

costituendo i cinque<br />

maggiori gruppi etnici -<br />

Djuka, Saramacca,<br />

Matuwari, Paramacca e<br />

Quinti - tuttora presenti, e<br />

chiamati comunemente , let- teralmente<br />

“negri della boscaglia”, o<br />

maroons.<br />

44<br />

Le piantagioni di caffè, cocco e zucchero<br />

verso la fine del XIX secolo sono<br />

sostituite da quelle di riso, banane e<br />

agrumi; in realtà il costo del lavoro e la<br />

scarsa redditività dell’economia di<br />

piantagione la fanno declinare, in vista<br />

di una nuova fonte di ricchezza,<br />

l’estrazione e l’esportazione dell’oro, a<br />

partire dagli inizi del 1900.<br />

Infatti, l’economia del paese si converte<br />

al settore industriale negli anni<br />

seguenti la prima guerra mondiale,<br />

quando un’industria americana<br />

(ALCOA) comincia ad estrarre bauxite<br />

dalle miniere del Suriname orientale.<br />

Durante la seconda guerra mondiale<br />

più del 75% della bauxite americana<br />

proveniva da qui.<br />

Nel 1922 il Suriname diventa parte<br />

integrale dell’Olanda e nel 1954 il suo<br />

status diventa uguale a quello degli<br />

altri membri. Questo sistema crea tre<br />

eguali membri della Corona di Olanda:<br />

l’Olanda, l’Olanda delle Antille, e il<br />

Suriname. Tale costituzione prevedeva<br />

che il governo olandese controllasse la<br />

difesa e gli affari con l’estero e nominasse<br />

il governatore per il paese,<br />

mentre i politici eletti nel Parlamento<br />

controllavano gli affari interni al<br />

paese.<br />

Durante il periodo di autonomia e in<br />

seguito all’indipendenza si sono<br />

formati in Suriname molti partiti<br />

politici, per la maggior parte organizzati<br />

su base etnica. Per esempio il<br />

National Party of Suriname trova il<br />

proprio appoggio politico tra la popolazione<br />

creola, i membri del Progressive<br />

Reform Party rappresentano invece gli<br />

indù, mentre l’Indonesian Peasant’s<br />

Party è javanese.<br />

L’attuale popolazione del Suriname è,<br />

infatti, rappresentata da differenti<br />

gruppi etnici e culturali: i nativi<br />

amerindi, gli africani maroons, i cinesi,<br />

i giavanesi, gli ebrei, gli olandesi e altri<br />

gruppi europei, per citarne alcuni. In<br />

percentuale gli indiani dell’Asia (indù)<br />

rappresentano il 37% circa della<br />

popolazione, i creoli, i discendenti degli<br />

schiavi africani, o gruppi meticci<br />

(africani e europei) sono il 31%. Ci<br />

sono altre comunità, numericamente<br />

considerevoli di indonesiani (15%), di<br />

maroon, discendenti dei neri fuggiti<br />

nell’entroterra (10%), i discendenti<br />

delle tribù indigene (3%), i cinesi (2%),

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