I caratteri territoriali della modernità - Facoltà di Lettere e Filosofia
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I <strong>caratteri</strong> <strong>territoriali</strong> <strong>della</strong> <strong>modernità</strong><br />
te sbia<strong>di</strong>scono fino ad estinguersi al seguito delle riforme giuri<strong>di</strong>che del<br />
secolo XIX. Data una comunità-tipo, essi consistono:<br />
1) Nel governo comunitario dei tempi, degli spazi e dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> prelievo<br />
e trasformazione dei beni ambientali, fondato in buona parte su forme non<br />
privatistiche <strong>di</strong> accesso alla terra (possesso collettivo). La sussistenza si<br />
realizza primariamente in rapporto al territorio utilizzato dalla società locale<br />
me<strong>di</strong>ante i suoi specifici <strong>di</strong>spositivi agrari: rotazioni colturali obbligatorie,<br />
compascuo, usi civici dei boschi, ecc. 53 .<br />
2) Nella pressocché completa autosufficienza locale sotto il profilo alimentare<br />
ed energetico. Questa però è raggiunta solo alla scala dell’intera<br />
collettività rurale, e si basa sull’inter<strong>di</strong>pendenza delle famiglie componenti<br />
la comunità, le quali non sono mai del tutto autonome se prese singolarmente.<br />
I circuiti <strong>di</strong> reciprocità parentale e vicinale (doni in natura e prestazioni<br />
<strong>di</strong> servizi) e le specializzazioni produttive infra-comunitarie (mai<br />
accentuate come quelle moderne, tuttavia) consentono il conseguimento<br />
dell’autosufficienza collettiva 54 .<br />
3) Nell’acquisto <strong>di</strong> ciò che non può essere ottenuto con le forme <strong>di</strong> autoconsumo<br />
e reciprocità interne alla collettività locale. Questo avviene<br />
soprattutto durante particolari occasioni <strong>di</strong> incontro inter-comunitario (sagre,<br />
feste, mercati, ecc.). Sono così vantaggiosamente canalizzati gli scambi<br />
<strong>di</strong> produzioni particolari (artigianato locale specializzato), come <strong>di</strong> eventuali<br />
sovrapproduzioni e produzioni agrarie prevalenti <strong>di</strong> ciascuna collettività<br />
55 .<br />
53 Georgescu-Roegen (op. cit.) osserva che anche le regole sociali relative alla fondazione<br />
dei villaggi ed agli incrementi demografici delle comunità rurali risentono dei vincoli<br />
ecologici, e sono elaborate in rapporto alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse locali attivabili, quali<br />
acqua, terre arabili, boschi e foreste, ecc.<br />
54 L’importanza decisiva del principio <strong>di</strong> reciprocità comunitaria nell’organizzazione<br />
delle società preindustriali è stata messa in luce da Polanyi, op. cit. Si vedano inoltre M.<br />
Sahlins (1980), L’economia dell’età <strong>della</strong> pietra, Milano, Bompiani, e J.T. Godbout (1993),<br />
Lo spirito del dono, Torino, Bollati Boringhieri. Sul ruolo <strong>di</strong> questo fattore nella tra<strong>di</strong>zione<br />
pastorale sarda si veda A. Pigliaru (1959), La vendetta barbaricina come or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co,<br />
Milano, Giuffré.<br />
55 In queste occasioni non è dato solitamente largo spazio ai mercanti <strong>di</strong> professione<br />
provenienti dalle città. Questi mercati locali sono normalmente <strong>caratteri</strong>zzati dal breve<br />
raggio delle <strong>di</strong>stanze percorse dalle merci, e sono fondati su equivalenze consuetu<strong>di</strong>narie<br />
che stabiliscono il “giusto prezzo” dei beni scambiati. Essi non concedono particolari margini<br />
<strong>di</strong> ricavo monetario a nessuna delle parti in causa. Sulla <strong>di</strong>fferenza tra questi mercati e<br />
quelli a largo raggio (o “autoregolati”, secondo l’espressione <strong>di</strong> Polanyi) cfr. F. Braudel<br />
(1981), La <strong>di</strong>namica del capitalismo, Bologna, Il Mulino, pp. 61-75.<br />
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