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I caratteri territoriali della modernità - Facoltà di Lettere e Filosofia

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42<br />

FABIO PARASCANDOLO<br />

tempo era il territorio locale, tra<strong>di</strong>zionalmente autogovernato 91 . Col suo<br />

alienante corteo <strong>di</strong> oggetti-segno, perennemente rinvianti a modelli tecnologici<br />

e metropolitani <strong>di</strong> comportamento, la <strong>modernità</strong> quoti<strong>di</strong>ana ha ormai<br />

scavato un fossato virtuale pressocché invalicabile tra le genti rurali sarde<br />

ed i loro luoghi, la loro terra, la loro memoria 92 .<br />

5. Conclusione. I patrimoni locali nell’era del cosmopolitismo globale<br />

I no<strong>di</strong> da sciogliere dell’ambientalismo sistemico e dello stile <strong>di</strong> vita<br />

metropolitano adottati in quest’isola non si limitano comunque<br />

all’assimilazione forzata <strong>della</strong> società rurale nel continuum relazionale<br />

delle “città regionali” e dell’economia capitalistica sovranazionale. Alla<br />

luce <strong>di</strong> constatazioni ormai sempre più incalzanti -e valide per qualsivoglia<br />

realtà rimo<strong>della</strong>ta dallo sviluppo- si può <strong>di</strong>re che le politiche convenzionali<br />

<strong>di</strong> pianificazione ambientale non hanno risolto le incongruenze tra<br />

“le ambizioni o i princìpii enunciati, ed i mezzi impiegati, tra i <strong>di</strong>scorsi e le realtà,<br />

tra le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà dei modelli teorici e le con<strong>di</strong>zioni effettive nelle quali<br />

essi si trovano applicati” 93 .<br />

Il punto è che il passaggio alla globalizzazione economica porta con sé<br />

al tempo stesso una paradossale “rivincita dell’ingovernabilità”. Quest’ultima<br />

può essere colta in tutti i fenomeni degenerativi che vanno accumulandosi<br />

fino ad intaccare alla base un benessere che, in Occidente, sembrava<br />

irrevocabilmente acquisito. E in questa ingovernabilità è possibile scorgere<br />

nient’altro che la sorda resistenza opposta dalla realtà naturale -con le<br />

sue insopprimibili leggi- a qualunque tipo <strong>di</strong> sviluppo antropocentricoutilitarista<br />

(compresi i suoi modelli più raffinati ed “umanistici”). Le soluzioni<br />

ai pubblici problemi sfuggono <strong>di</strong> continuo a chi le valuta in base a<br />

metri meramente razionalistici, poiché tutte le forme <strong>di</strong>scriminanti <strong>di</strong> pen-<br />

91 Per una concezione attualizzata del territorio come soggetto vivente cfr. A. Magnaghi<br />

(1990), Per una nuova carta urbanistica, in Id. (a c. <strong>di</strong>), Il territorio dell’abitare. Lo sviluppo<br />

locale come alternativa strategica, Milano, F. Angeli.<br />

92 Cfr. le tesi <strong>di</strong> Ban<strong>di</strong>nu in: Barbiellini Amidei e Ban<strong>di</strong>nu, Il re è un feticcio..., cit.; B.<br />

Ban<strong>di</strong>nu, Recenti trasformazioni dell’identità sarda, in Guidetti, Storia dei sar<strong>di</strong>..., cit., vol. 4.<br />

93 O. Godard (1989), Jeux de natures: quand le débat sur l’efficacité des politiques publiques<br />

contient la question de leur légitimité, in N. Matieu, M. Jollivet (a c. <strong>di</strong>), Du rural à<br />

l’environnement. La question de la nature aujourd’hui, Paris, L’Harmattan, citaz. p. 341.

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