Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
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Su Other Signs, Other Circles<br />
brevissime, in una sofisticata ibridazione di risonanze. […] L’energia “palpabile” che emana dalle rocce, dai loro «nodi antichissimi», trasforma il<br />
paesaggio terreno e quello umano. I voli, i brusii, non passano senza lasciare nell’aria delle tracce. Senza “segnarla”. La natura di questa poesia<br />
è sempre un nucleo pulsante, intransitivo, mitopoietico, fondato sulle aritmie della percezione. […] Rischiando di perderci dentro un’ebbrezza<br />
di cui talvolta ci sfugge il filo di Arianna, si incontrano in questo libro architetture verbali che mescolano l’ironia lieve del ricamo… […] Questo<br />
«salvare le voci le mappe», «i consigli di viaggio i contagi di luce», ci porta al tema fondamentale del libro: i “segni” e i “cerchi”. Si usano le<br />
parole per dire, testimoniare, iscrivere un segno nella carta, nella creta, nella roccia, che è graffito della memoria, mappa visibile; ma come non<br />
arrendersi ai «contagi di luce» ed entrare in un cerchio comune che è condivisione e grazia? Essere in volo è anche cercare l’equilibrio del volo.<br />
[…] È In questa esattezza, sospesa tra volo ed equilibrio, in questa «fune scintillante», che la poesia di Ferramosca si mostra, nella sua natura<br />
più autentica, silenzio che brulica di «invisibili segni». […] A Ferramosca piace spesso chiudere le sue poesie con «quella specie di lampo sul<br />
verso finale, quel voler quasi isolare le ultime parole tra memorabilità e mistero». Predilige anche abbracci voluti di parole, come «fendinuvole»<br />
e «asfaltocielo». «La fusione di termini» - scrive Annamaria - «è per me una possibilità lessicale dilatabile all’infinito, trovo che valore semantico<br />
e potere evocativo possono moltiplicarsi e assumere nuovo senso, diverso da quello dei termini usati singolarmente. Inoltre i termini polifusi<br />
conferiscono sonorità e ritmo particolari, nuovi, per la più vicina contiguità di certe aperture vocaliche o consonanze». […] …una scrittura<br />
metricamente oscillante, consapevole ma onirica, strana e familiare insieme, dove al linguaggio scientifico ed epigrafico si alternano magici<br />
ritmi di danza e cerchi streganti, come in un incendio mai spento le braci scintillano sempre. […] Ferramosca affonda la sua scrittura in «un<br />
labirinto in sinuosa traccia danzante / che di continuo inverte il moto», e continua a scrivere ogni poesia come quella «lettera estrema», quella<br />
«risposta acuminata», che dal lettore non vuole altro che un «ascolto lancinante». […]<br />
Marco Ercolani, da Salvare le voci le mappe, in “La dimora del tempo sospeso” (http://rebstein.wordpress.com/), 8 dicembre 2010<br />
* * *<br />
[…] …un’opera di altissima scrittura, che amo profondamente. E che mi conforta, tra l’altro, in una mia vecchia convinzione: che le cose migliori<br />
in poesia, negli ultimi decenni, sono venute da donne. […]<br />
Francesco Marotta, in “La dimora del tempo sospeso” (http://rebstein.wordpress.com/), 8 dicembre 2010<br />
* * *<br />
[…] …un libro compatto. Non c'è dubbio che rivela una vena abbondante, fluente, riccamente metaforica, in una impostazione tradizionalmente<br />
novecentesca, tra ermetismo e surrealismo di tipo italiano. […]<br />
Biancamaria Frabotta, da corrispondenza privata<br />
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[…] Il tuo libro si apre come la tua persona spalancando un'identità femminile morbida ricettiva colta raffinata<br />
dentro cui storia mito affluiscono solo per proiettarsi con desiderio nel futuro che è congiunzione agli altri. In petto la passione, sulla mano la<br />
penna. Scorre fluidamente, con una corporeità che agisce come ritratto tuo all'altro. […]<br />
Anna Maria Farabbi, da corrispondenza privata<br />
Annamaria<br />
Ferramosca<br />
129<br />
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