Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
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VETRINA<br />
Dopo tanto<br />
esilio<br />
di Anna Elisa<br />
De Gregorio<br />
58<br />
[…]<br />
V<br />
Ventagli di paura i ballatoi,<br />
appena fuori la porta di casa:<br />
correndo per le scale al portone,<br />
già scomparse bambole e carrozzine,<br />
persi Gianburrasca e gatto Romolo,<br />
la fanciulla ridotta a un’ombra lunga.<br />
Scatta l’interruttore della luce,<br />
ma i vampiri tornano, spalancati<br />
mantelli e dita rampicanti sul muro,<br />
quando il tempo della lampada scade.<br />
Cento metri di portoni sboccati<br />
e buio fino alla tabaccheria.<br />
Al ritorno col resto stretto in mano<br />
il pacchetto verde di Nazionali<br />
conquista e prova di obbedienza al padre.<br />
[…]<br />
[…]<br />
Il palio dell’Assunta<br />
…quando la maestra Assunta in grembiule,<br />
sguardi miopi fra un cerchio e l’altro<br />
delle lenti, formava tenere crete di parole<br />
con la ci aspirata e contava decalitri d’acqua<br />
sprecati da rubinetti gocciolanti in ore,<br />
sempre incognita la risposta al problema.<br />
Lo scaldino fra le mani come un rosario,<br />
vi saluto cocchine, diceva entrando la mattina.<br />
Oggi è il sedici agosto, si corre il palio a Siena:<br />
non so in quali terre la maestra Assunta<br />
stia riposando adesso, a lei dedico un palio<br />
molto privato, un profumo sempre conservato<br />
di spighette: non i prati azzurri dell’estate,<br />
scie che s’imbucano nell’auto all’improvviso,<br />
piuttosto le spighe nascoste dell’infanzia,<br />
sacchetti di grani fra il bianco degli armadi.<br />
Vedere il pane nero che mangio durante l’intervallo<br />
con voi e gli occhiali che mi fanno gli occhi piccoli…<br />
È della mia malattia, stamane, che vi voglio parlare.<br />
a G. D.