Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
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Inediti. BLOG - A Riccardo<br />
Maria<br />
Grazia<br />
Maiorino<br />
[4]<br />
Poi un terremoto più<br />
grande: il verso si<br />
riferisce al terremoto<br />
dell’Aquila del 6<br />
aprile 2009.<br />
172<br />
Appollaiati sulla falesia<br />
i miniappartamenti per marinai<br />
di passaggio hanno cancellato<br />
le ultime tracce di sentiero<br />
dietro le nostre case e il pino<br />
di cinquant’anni cresciuto storto<br />
ma rigoglioso e alto sopra i tetti<br />
nuovi appariva forse minaccioso<br />
un giovane acrobata ci ha messo<br />
due giorni per segarlo calandosi<br />
di ramo in ramo legato alle corde<br />
poi un terremoto più grande [4]<br />
ci ha fatto dimenticare le macerie<br />
accatastate sull’erba del giardino<br />
ora c’è un vaso di gerani sul ceppo<br />
ma vedo ancora il pino disegnato<br />
lo sento cantare e lottare nel vento<br />
come un presentimento il vuoto<br />
che ha lasciato<br />
*<br />
Notte aquilana delle angele<br />
ancora aperta a un saluto di neve<br />
intatto aprile meno crudele<br />
spezzato e ricomposto mille volte<br />
luci che si accendono in interni<br />
confidando nella solidità del buio<br />
amici e ritratti intorno ai tavoli<br />
fiammano le parole grandi tele<br />
statue colonne nell’atelier di Massimina<br />
pronto a salpare per cieli americani<br />
D’azzurro il giorno dopo incastonato<br />
brillava il centro storico animato<br />
come ogni sabato mattina<br />
Su quella soglia Aquila ti lascio<br />
alle montagne coperte di neve<br />
a un lungo faticoso rifiorire<br />
alla forza ospitale dei ricordi<br />
che sono le nostre rosse fucine<br />
*