20.05.2013 Views

Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca

Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca

Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Su I giardini del mare<br />

rovina e la perdita, i nostri vissuti. Il linguaggio è asciutto,pulito, senza orpelli e ornamenti, capace, comunque, per la levigatezza della scrittura,<br />

di rivelarci il cuore di carne delle parole, anche quelle più consunte dall’uso quotidiano o quelle invalidate dalla retorica e dalla banalità del<br />

nostro presente. Ci sono,evocati e ri-visti, paesaggi lontani,ma c’è anche questa città, in un certo senso trasfigurata da questi versi pieni ,come<br />

frutti succosi, che ricorda l’operazione poetica dell’altro grande poeta di Ancona, Franco Scataglini. Animali, piante, mendicanti, folli vengono<br />

toccati dal verso e illuminati in modo tale che perdono le loro consistenze quotidiane per diventare segni o colorate tracce di senso. […]<br />

Antonio Luccarini, in “Il Messaggero”, 11 ottobre 2011<br />

* * *<br />

[…] Una ricerca votata inesorabilmente allo scacco materiale, quindi costretta alla fuga immaginaria, come si può evincere da Poetessa, testo<br />

che funge da dichiarazione di poetica: «Se ne va sola per vie di dolore / corteggiando la morte in erotici deliri / randagia come la città che nega<br />

/ erba ai suoi passi ma offre ancora / barlumi per vedere fantastici animali / uscire dal mare e raccogliere tutte / le lacrime negli occhi e sopra /<br />

le ali / fuori da ogni grotta / senza fine con loro libera vola». Ma la fuga non è che una delle infinite declinazioni del viaggio, a cui la “zingara<br />

solitaria” è fatalmente legata: dai trasferimenti del padre lungo lo stivale al compagno di una vita, amante della vela, partito per un viaggio<br />

senza ritorno … Così come il mare, però, anche il viaggio è sia esteriore sia, soprattutto, interiore, per cui il medium, il mezzo di trasporto<br />

privilegiato è il sogno, che si basa, come sappiamo dalla psicanalisi, sul meccanismo poetico della metafora e della metonimia. Non è un<br />

abbandono naïf , tuttavia, quello dell’autrice, alle sirene del sogno … Eppure non si può fare a meno di cogliere, tra noi, i sogni e le nuvole -<br />

nostra e loro allegoria -, una comune matrice, metaforica … Come i sogni, anche la poesia di Maria Grazia Maiorino richiede di essere<br />

interpretata, non perché sia ermetica, ma perché, come i sogni, non ha punteggiatura, per cui i vocaboli, i sintagmi coesistono sulla stessa<br />

pagina, come parti anatomiche apparenti a diverse persone coesistono nello stesso corpo onirico, uno accanto all’altro, obbligando il lettore a<br />

individuare le pause, gli iati e a ricomporre il senso. […]<br />

Valerio Cuccaroni, in “Poesia”, n. 270, aprile 2012<br />

* * *<br />

La poesia, si dice, si forma nell’assenza. La poesia è fatta di assenza/e.<br />

E spesso così è. Allora, la poesia - non sempre, ma spesso: ed è constatazione non giudizio di merito o di demerito - si forma per l’immaginario<br />

di chi rimane: lì dove si compongono ricordi, attese mancate, il cuore attento agli echi, l’infinito come orizzonte. Infinito reale: di mare, di<br />

montagna, di crinale collinare; metaforico e simbolico: di “un altrove”, di “un oltre”, di “un là”, di “un più in là”. Quello, per residenza visto dal<br />

Cardeto di Ancona e figurato da Maria Grazia Maiorino, nell’ultimo libro di poesie: l’infinito del mare.<br />

Chi se ne è andato, sottratto alla vita dalla morte, appare nel nitore del tempo alle spalle. E nutre chi resta. Appare vitale perché intessuto nel<br />

corpo, innervato nelle fibre, appunto, di chi è rimasto a tentare un legame tra i giorni senza l’altro. Per Maria Grazia Maiorino, il compagno e la<br />

madre: presenze “riapparse” in Di marmo e d’aria (2000) e nel romanzo L’azzurro dei giorni scuri (2006).<br />

Proseguendo il cammino, ciò che viene a diminuire l’aria d’intorno - necessità e logica non condivise e rifiutate però esistenti. Misurabili ma non<br />

evitabili - trova uno specchio nei nidi costruiti insieme e restati intatti in essenza. La notte ne viene cancellata. Un altro cielo può scorgersi.<br />

Anzi ci si inoltra in altri giardini, senza esaltazioni. Senza disperazione, come nota Gastone Mosci introducendo I giardini del mare di Maria<br />

Grazia Maiorino. Con la consapevolezza, al contrario, della durata di quei nidi di vento, che io scorgo, e non credo di sbagliare, nei disegni - i cui<br />

tratti<br />

Maria<br />

Grazia<br />

Maiorino<br />

165

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!