Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
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Da Non per chi va<br />
Gianni<br />
D’Elia<br />
73<br />
Da NON PER CHI VA - Passaggi<br />
[…]<br />
III.<br />
Improvviso, mi libero del padre e della madre:<br />
della mia vita tutta.<br />
Così si trema a volte nella schiena<br />
per tutta la giornata.<br />
Così non si dirà la nostra povertà di cose<br />
guardate di sfuggita, di alberi, di pesche e di ginestre,<br />
del mare la scia dell’acqua e della valle<br />
le bilance sul Foglia grigio di melma…<br />
Mai si dirà la nostra ansia dell’oggetto,<br />
del guardare le cose con parole<br />
così attente alle parole del linguaggio<br />
da scordare<br />
la brocca d’acqua fresca sulle scale,<br />
le bocche dei fanciulli nelle viole,<br />
i granchi di luna affumicati nel fuoco,<br />
nella brace nera della notte,<br />
della nostra ora!<br />
[…]<br />
[…]<br />
VI.<br />
Il giorno cambia la notte resta la pietra.<br />
Né io dopo «la corallina spalletta»<br />
sono lo stesso.<br />
Nei canali specchiano bastioni, erba e pioppi<br />
- la mia guida dice che prima<br />
canapa era tutto<br />
marciva nei canali con le donne<br />
asciugava nei ventri.<br />
Poi il progresso e i frutti:<br />
mele, pere, fragole<br />
zucchero, Montedison<br />
e mani per poche stagioni.<br />
«…noi ragazzi si prendeva l’estate…»<br />
i contadini ricchi sono rimasti<br />
Di poca terra per molti.<br />
…<br />
[…]