Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
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VETRINA<br />
Winterreise -<br />
La traversata<br />
occidentale<br />
di Manuel<br />
Cohen<br />
45<br />
*<br />
“che occhi abbacinati lungo le rive”<br />
dalla costa al mare vanno di rabbia<br />
a un’ora di ragioni più implosive<br />
abitati da storie, ombre di sabbia<br />
che corpi rivoltati per più vive<br />
menti, le membra ammutolite - “s’abbia<br />
dei suicidi la pietà” - galleggiano<br />
aggelati gli affogati di realtà -<br />
*<br />
“In piena ‘trasparenza’, Michail Gorbačëv attese<br />
quattordici giorni prima di annunciare<br />
pubblicamente il disastro alla centrale nucleare”.<br />
si deve a Chernobyl si sappia<br />
alle centinaia di migliaia di morti<br />
alle decine e decine di bambini<br />
contaminati estorti alla famiglia<br />
si deve alla rabbia delle madri<br />
bielorusse ai rancori ucraìni<br />
incancreniti la fine dei regimi<br />
sovietici i tonfi repentini<br />
Da INVERNO, III. (lamiere, realtà)<br />
*<br />
“sempre più comune il nonluogo comune”<br />
uno spazio da attraversare in fretta<br />
“e poi, manca un luogo” un senso, in comune?<br />
“è che viviamo nell’etere” - detta<br />
così, è la percezione non immune<br />
dalla comunicazione che affetta<br />
l’epoca? una foto o scena istantanea?<br />
un’etica sfocata, simultanea?