Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
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Le note di parte alla perizia medico-legale d’ufficio<br />
ritenerle come certamente prodotte e dal mezzo a larga superficie (tavola) e da quello a stretta superficie<br />
(margine della tavola e bastone).<br />
Altrettanto verosimile appare il riferimento del complesso ecchimotico escoriativo interessante la regione<br />
zigomatica di sinistra all'azione di un mezzo contusivo diretto, e così la zona ecchimotico-escoriativa di forma<br />
grossolanamente rettangolare situata sotto il gonion destro, nonché la ecchimosi escoriata a forma di "L"<br />
rilevata in corrispondenza della spalla destra e le molteplici escoriazioni ed ecchimosi presenti sugli arti superiori,<br />
nonché le lesioni fratturative delle falangi che stando ai rilievi di sopralluogo circa la posizione del corpo<br />
difficilmente possono riferirsi al sormontamento. In considerazione, però, della scarsa resistenza offerta dal<br />
bastone (un legno molto secco, e friabile) e relativamente anche dalla tavoletta, acquista discreto valore l'ipotesi<br />
dell'azione di altri mezzi contusivi.<br />
Non soltanto, infatti, le fratture delle falangi fanno ipotizzare un mezzo contusivo molto più resistente di quelli<br />
rinvenuti, ma va considerata, a questo proposito, l'ampia lacerazione con perdita di sostanza (tanto che nella<br />
relazione peritale viene riferita con margini difficilmente ravvicinabili) e scollata verso il basso sulla regione<br />
nucale di sinistra.<br />
Come già accennato nel primo capitolo tale lesione proprio per i suoi caratteri porta a ritenerla prodotta da<br />
un'azione tangenziale dall'alto in basso, sicché non è da escludere che possa essere stata prodotta in questa fase<br />
dell'evento lesivo ma certamente da un mezzo ben più resistente del bastone e della tavoletta.<br />
L'ipotesi dell'uso di altri mezzi contusivi si prospetta, poi, con maggiore interesse, là dove si tengano presenti<br />
alcuni elementi di sopralluogo: il punto di rinvenimento della camicia di <strong>Pasolini</strong> (a circa 70 metri dal corpo), la<br />
disposizione delle macchie di sangue sulla camicia dello stesso, l'integrità di tale indumento, il luogo dove fu<br />
usata la tavoletta, e il luogo dove fu usato il bastone. Un attento esame di questi elementi porta a una prima<br />
indiscutibile ricostruzione della dinamica dei fatti: <strong>Pasolini</strong>, in un primo momento, e in un luogo situato a circa 70<br />
metri dalla definitiva caduta del corpo, fu violentemente percosso al capo e le ferite sanguinarono<br />
abbondantemente.<br />
La prova inconfutabile di ciò è data dall'abbondante impregnazione di sangue della camicia e al rinvenimento di<br />
essa in una zona appunto situata a circa 70 metri dal cadavere. Quest'ultimo elemento, data l'integrità<br />
dell'indumento, indica che fu la vittima stessa a togliersi la camicia dopo che con le braccia (risultate inzuppate<br />
anche esse di sangue) si era riparato il capo o comunque aveva tentato una difesa. Quale fu il mezzo che<br />
<strong>Pier</strong> <strong>Paolo</strong><br />
<strong>Pasolini</strong><br />
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