Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
Pier Paolo Pasolini - Arcipelago Itaca
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Su L’azzurro dei giorni scuri<br />
Chiara ha i primi segni di perdita della memoria, che si rivelano come l'inizio del morbo di Alzheimer. Da quel momento per Tiziana, la figlia,<br />
registrare tutto ciò che la scrittura può trattenere diventa una necessità e un conforto: gli ultimi mesi in cui Chiara vive da sola con difficoltà<br />
sempre più grandi, l'arrivo delle badanti polacche, e poi la decisione sofferta del ricovero in una casa di riposo. Le giornate sono regolate da<br />
rigidi schemi imposti dall'istituzione, ma Tiziana fa di tutto perché sua madre continui ad essere considerata un individuo, la veste con cura, la<br />
spinge a solidarizzare con gli altri ospiti, racconta la sua storia, trova collaborazione ma anche molte difficoltà, che la spingono a trasferire<br />
Chiara in un altro istituto. Qui un gruppo di animatori segue questo tipo di malati in un reparto creato per loro, Chiara ne trae beneficio, ha<br />
l'opportunità di farsi voler bene e di stabilire relazioni. Gioia e dolore si intrecciano continuamente nel racconto della vita in casa di riposo, ma<br />
anche nella ricostruzione attraverso i ricordi, che prendono spunto dalle fotografie dell'album di famiglia, dell'intera storia di Chiara.<br />
Dal risvolto di copertina<br />
* * *<br />
Più che definire l’Azzurro dei giorni scuri di Maria Grazia Maiorino, peQuod, 2006, un diario, - e la definizione sarebbe accettabile, vista la<br />
cronologia assolutamente convenzionale -, è più opportuno parlare di romanzo autobiografico. Entrambe le forme scavano nell’io alla ricerca<br />
della verità, attraverso un sentiero che tenta ininterrottamente di comprendere il cambiamento che il tempo, - e le vicende che del tempo si<br />
appropriano -, produce all’interno della propria interiorità. Non basta però la presenza di date per definire l’opera della Maiorino diario. Si<br />
tratta di un romanzo. E infatti, come in ogni romanzo, l’autrice seleziona i temi, li approfondisce fino all’estremo, e accenna appena ad altri<br />
accadimenti che sarebbero stati vitali, in un diario. Non è dunque il tentativo di raccontare «un giorno peggiore dell’altro», come direbbe<br />
Alfieri, a essere alla base del libro, non il percorrere giornate, una dopo l’altra, per le quali non sia possibile ricostruire una ben determinata<br />
fabula. Lo è invece il progetto indiscutibile di un netto disegno narrativo.<br />
Non si vuole certamente criticare il diario come forma anche letteraria, ma solo sottolineare che l’Azzurro dei giorni scuri va letto come un<br />
romanzo; e infatti non lascia, come spesso accade con le letture diaristiche, alcun senso di incompiutezza.<br />
La trama, nella sua linearità, ha protagonisti principali e secondari, e netta è la funzione dell’antagonista. Il nemico che incombe è l’Alzhaimer,<br />
la malattia che a 75 anni ha colpito Chiara, la madre della donna, (l’io narrante), Tiziana, attraverso la quale Maria Grazia Maiorino rivive e fa<br />
vivere le drammatiche sofferenze che effettivamente hanno segnato la propria esistenza. Le tappe che la scrittura percorre sono scandite dalle<br />
varie fasi che la malattia impone: da una parziale autosufficienza all’approdo alla dimenticanza del sé. L’inconsapevolezza della madre («io la<br />
sera penso alla luce non mi ricordavo se ero una persona mi pare difficile fare la persona» p.121) induce Tiziana ad ancorare lei e se stessa, al<br />
passato, attraverso i ricordi ripercorsi spesso con l’ausilio di vecchie fotografie che attestano, in certo qual modo, l’identità di entrambe.<br />
Una bella prova di amore non tanto o perlomeno non solo, quella che lega la figlia alla madre, che comporta dolore, rabbia, impotenza, quanto<br />
l’altra, quella che stimola in Tiziana gratitudine: amore dunque per persone magari neppure conosciute, ma che lasciano il segno sull’aspetto di<br />
Chiara («Non so quali mani oggi le abbiano acconciato i capelli, ma sono grata a quelle mani.» p.141), o in oggetti della sua camera, una<br />
cartolina ad esempio, inviata da una studentessa che per una settimana ha praticato il Volontariato presso l’Istituto dove Chiara è ricoverata.<br />
Tanto brevemente il contenuto si può riassumere, quanto assolutamente inefficaci e insufficienti sono le parole per dare il senso di un’opera<br />
squisita, delicata, specchio della sensibilità sofferta dell’autrice.<br />
Norma Stramucci, in www.recensionilibri.org (http://www.recensionilibri.org/2010/04/azzurro-dei-giorni-scuri-romanzo-in-forma-didiario.html),<br />
22 aprile 2010<br />
Maria<br />
Grazia<br />
Maiorino<br />
155