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Il corpo muto: dinamiche psichiche e relazionali della coppia sterile

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In particolare, nei Paesi industrializzati, e presso le classi ricche di altri<br />

Stati, le tecniche di fecondazione artificiale sono una novità assoluta poiché<br />

la medicina, che è contro natura per sua stessa definizione (Giulio, 2000), è<br />

diventata la medicina del benessere e del desiderio (Frydman, 1986), cioè<br />

sempre più può fare a meno del suo obiettivo terapeutico e pensare di<br />

esistere con il solo scopo di soddisfare le “richieste ufficiali” dei soggetti.<br />

<strong>Il</strong> paradosso è che, in assenza di statistiche chiare e di una definizione<br />

univoca di infertilità, come si descriverà dettagliatamente in seguito, la<br />

soluzione è sempre ricondotta al <strong>corpo</strong>, anche se, come spesso accade, la<br />

gravidanza non è impossibile, ma solo meno probabile. Una “perversione<br />

altruista” (Chatel, 1993), infine, si assicura l‟approvazione sociale con il<br />

ricatto psicologico dell‟obiettivo umanitario (Di Pietro e Tavella, 2006).<br />

<strong>Il</strong> controllo biopolitico (Foucault, 1976) agisce principalmente sul <strong>corpo</strong><br />

femminile: come giustificare allora l‟arrendevolezza delle donne alla<br />

domanda dei medici e la disposizione masochistica a compiacerli (Fiumanò,<br />

1996)? In verità, esiste un legame importante tra i movimenti femministi e il<br />

successo <strong>della</strong> medicina <strong>della</strong> procreazione (Percovich, 2005). Come<br />

indicato da M.-M. Chatel in Le malaise dans la procréation (1993), per<br />

liberarsi dalla propria alienazione, la donna del secolo scorso ha rivendicato<br />

la sua soggettività e diritti, a cominciare dallo spazio privilegiato <strong>della</strong><br />

maternità (Nunziante Cesàro, 1996). La medicina <strong>della</strong> procreazione sembra<br />

aver dato in modo perverso 5 una mano a questa ideologia del progresso,<br />

fornendo gli strumenti per aiutare la realizzazione individuale, dalla<br />

contraccezione all‟aborto, fino alle tecniche di procreazione assistita. Tutti<br />

impieghi non terapeutici <strong>della</strong> scienza, ma destinati a un presunto controllo<br />

e ad una gestione indipendente del <strong>corpo</strong> nella distinzione tra atto sessuale e<br />

procreazione, come spiega anche Genna Corea (1985). Le biotecnologie<br />

sembrano aver creato una nuova possibilità di pensiero: amare senza<br />

conseguenze, solo per piacere, e scegliere di avere un figlio soltanto quando<br />

5 Allo stesso modo, la concezione manageriale <strong>della</strong> cura in una cultura che segmenta, misura, numera<br />

ogni attività, è il frutto di una lunga storia ma finisce per incidere, modificare e controllare anche lo<br />

stile di vita del singolo, paradossalmente in nome <strong>della</strong> libertà individuale (Gori e Del Volgo, 2009).<br />

16<br />

<strong>Il</strong> legame tra<br />

scienza e<br />

femminilità

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