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Il corpo muto: dinamiche psichiche e relazionali della coppia sterile

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Questo lavoro di tesi è sentito davvero come l‘espressione di tre anni di formazione<br />

personale oltre che professionale. Al suo interno si ritrovano gli stimoli che nascono<br />

dall‘incontro con personalità diverse. C‘è l‘influenza delle lezioni del primo anno di una<br />

Scuola la cui impostazione interdisciplinare ha risvegliato l‘interesse per altre letture che<br />

avvicinassero la mia formazione in psicologia anche alla storia, alla letteratura, alla<br />

filosofia. Ci sono sicuramente gli spunti per un‘ottica di genere, presentata nel corso di<br />

quelle medesime lezioni dall‘esempio di chi, la Tutor Prof.ssa Nunziante Cesàro in primis,<br />

le battaglie femministe e gli studi sull‘identità li hanno vissuti sulla propria pelle, lasciando<br />

un‘eredità complessa e sfaccettata. Ci sono i richiami ai convegni seguiti come allo stage<br />

in Francia: le supervisioni del prof. Gori e di M.me Del Volgo sono state interessanti<br />

dibattiti sul rapporto tra medicina e psicoanalisi e sulla qualità del lavoro clinico.<br />

L‘esperienza a Marsiglia d‘altronde è stata un periodo particolarmente sereno, di dialogo<br />

con me stessa e di sperimentazione positiva di una coabitazione. Cédric è uno dei regali di<br />

quest‘avventura triennale come anche il toccante incontro organizzato dal Dottorato non<br />

molto tempo fa con Shlomo Venezia. <strong>Il</strong> ritorno in Italia, poi, è stato caratterizzato da un<br />

difficile contatto con le strutture ma qui colgo l‘occasione per ringraziare invece quei<br />

medici che non hanno esitato a dare la loro disponibilità: il dott. G. Ciccarelli (Casa di<br />

Cura ―Villa dei Fiori‖, Acerra), la dott.ssa M. Fasolino (Centro Medicina <strong>della</strong><br />

Riproduzione, Salerno), il dott. P. Iervolino (Clinica Lourdes, Massa di Somma, Napoli).<br />

Nella riorganizzazione del progetto, non avrei potuto trovare miglior sostegno <strong>della</strong><br />

dott.ssa M. Duval, la cui influenza è evidente nell‘attenzione alla relazione di <strong>coppia</strong> e<br />

nello studio <strong>della</strong> psicosomatica. La sua stanza di supervisione, poi, è stato un luogo<br />

capace di veicolare e resistere anche ad emozioni negative, il che è il presupposto<br />

fondamentale per il vero senso di gratitudine. Non si può non pensare anche alle coppie<br />

che hanno offerto le loro storie tutte diverse.<br />

Un grazie poi ai colleghi/amici del Dottorato che mi hanno reso la Stanza 17 molto<br />

familiare, alle amiche che scappando dall‘Italia mi costringono a viaggiare, a quelle,<br />

invece, che rimanendo a Napoli sono il mio riferimento costante. Infine, come nelle<br />

migliori tradizioni, un ringraziamento speciale al mio papà, che è un esempio di dedizione<br />

al lavoro, alla mia mamma e a mia sorella Silvia che ci sono sempre e anche a chi, invece,<br />

ormai non c‘è più e posso, purtroppo, salutare solo così.<br />

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