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Il corpo muto: dinamiche psichiche e relazionali della coppia sterile

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masturbazione per la fornitura di liquido seminale, il controllo veterinario<br />

dell‟andamento del ciclo femminile o <strong>della</strong> vitalità dello sperma): mentre,<br />

infatti, la medicina cede alla richiesta ufficiale di un figlio cercando di<br />

reprimere il sintomo dell‟infecondità come un ostacolo, la capacità di<br />

interpretazione del senso comunicativo del sintomo, permette alla<br />

psicoanalisi di osservare che dietro la domanda ufficiale di un bambino, c‟è<br />

spesso un desiderio che non le somiglia affatto.<br />

<strong>Il</strong> contributo che la psicoanalisi può dare alla medicina e quindi il<br />

sostegno alle coppie è intrinseco alla natura stessa di un sapere che deve la<br />

sua origine ad un modo nuovo di guardare al <strong>corpo</strong> e alla malattia.<br />

La psicoanalisi nasce, infatti, in un contesto medico, 42 come trattamento<br />

di una patologia, l‟isteria, priva di un‟origine organica, per cui segna la<br />

rottura con la medicina dell‟epoca, con quel positivismo materialista in cui<br />

sorge e che in effetti Freud non abbandonerà mai del tutto. La sua<br />

teorizzazione lontano dall‟essere strutturalmente chiusa, ha fornito nel<br />

tempo spunti per filoni teorici del rapporto mente-<strong>corpo</strong> tra loro<br />

irriducibili, 43 per cui è necessario seguirne l‟evoluzione nel tempo, a mano a<br />

mano che si confronta con la scienza a lui contemporanea e ne prende le<br />

42 D‟altronde, i primi membri <strong>della</strong> psicoanalisi sono medici, Freud stesso lo è (Haynal, 2008).<br />

43 Si può dire che il termine psico-somatico esista da sempre, fin dai tempi di Ippocrate, ma viene<br />

coniato solo agli inizi del 1818 da J. C. Heinroth, esponente <strong>della</strong> medicina ad orientamento<br />

psicologico (Lalli, 1997). Gli si opporrà la definizione di somato-psichico di K. W. M. Jacobi (1822)<br />

mentre l‟espressione medica si deve a Felix Deutsch nel 1922 e a Franz Alexander che nel 1950<br />

pubblica “Medicina Psicosomatica”. La definizione di psicosomatico è oggi ambigua (De Coro,<br />

Mucelli, 1997) ed inflazionata, ma allo stesso tempo appare irrinunciabile, usata ora per sottolineare il<br />

sospetto che l‟origine del sintomo sia psichica, ora per dire che il disturbo ha una componente<br />

emotiva e conflittuale, oppure come facile soluzione di fronte ad un malessere altrimenti inspiegabile<br />

dal punto di vista organico (Lalli, 1997). <strong>Il</strong> dualismo mente-<strong>corpo</strong>, più che ontologico, appare solo<br />

logico, in altre parole quale conseguenza del pensiero umano, che non sa conoscere senza scindere e<br />

fare differenze (Lalli, 1997), il che sposta il problema dalla natura del reale alle modalità umane di<br />

conoscenza (De Toffoli, 2001): “Siamo noi ad introdurre il contrario nella natura” (Von Vexkull<br />

citato in Lalli, 1997). Lo stesso tratto di unione tra psico e somatico ha la qualità dialettica di unire ciò<br />

che è separato (Bevilacqua et al., 1982), come la medicina e la psicoanalisi (Del Volgo, 2006).<br />

Così, in psicoanalisi, se le prime teorie risalgono a Groddeck (il cui concetto di Es rimanda più a una<br />

spinta vitale monista che ad un serbatoio pulsionale), Ferenczi, Simmel e Felix Deutsch, è negli anni<br />

„50 e „60 che con il crescente interesse per la salute mentale e l‟ingresso <strong>della</strong> psicoanalisi nei sistemi<br />

ospedalieri, la psicosomatica decolla: Alexander, per il quale la malattia è la testimonianza di un<br />

deficit e di un conflitto, e la scuola di Chicago negli Stati Uniti, Pierre Marty e De M‟Uzan in Francia,<br />

con la Scuola di Parigi per cui le affezioni psicosomatiche sono regressioni a una modalità operatoria<br />

di pensiero, Winnicott, Bion e Balint in Gran Bretagna (Boschan, 2008; Bevilacqua et al., 1982). Si<br />

ricordano però anche McDougall, Valabrega, Aulagnier, Meltzer, Green e Gaddini e in Argentina<br />

Chiozza (Boschan, 2008).<br />

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