Il corpo muto: dinamiche psichiche e relazionali della coppia sterile
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come performance che aggira l‟ostacolo e il figlio 35 come rimedio<br />
sostitutivo alla propria sofferenza (Baglini, 2008).<br />
Se di malattia si deve parlare, non si può certo affermare che l‟eziologia<br />
dell‟infertilità sia chiara. Una spiegazione <strong>della</strong> sterilità che faccia<br />
riferimento alla dimensione psicologica, ad esempio, è sempre stata vista<br />
con scetticismo dalla medicina, che tuttavia:<br />
1) è costretta ad ammettere che mentre la fecondazione assistita negli<br />
animali è certa al cento per cento, la stessa procedura nell‟uomo ha una<br />
probabilità di successo molto inferiore (Delaisi De Parseval, 1993),<br />
probabilmente perché “Nell‘uomo, il funzionamento fisiologico è denaturato<br />
da quella malattia che è per lui il linguaggio” (Cacciali, 2003, p. 36, trad.<br />
mia), per cui non è possibile ridurre la sessualità a procreazione come<br />
l‟oralità è altro rispetto alla funzione alimentare.<br />
2) In presenza di difficoltà procreative prive di una causa chiara, ha<br />
introdotto la nozione di sterilità psicogena, spesso ridotta a un facile<br />
escamotage perché non intacca la visione tradizionale <strong>della</strong> malattia.<br />
3) Contemporaneamente ha dimostrato come condizioni esterne, lo<br />
stress in particolare, possano condizionare il sistema riproduttivo umano<br />
(Scatoletti, 1996).<br />
A proposito di infertilità psicogena, bisogna sottolineare che, nella<br />
pratica, si finisce per confonderla con la sterilità idiopatica o inspiegata<br />
perché è frequente considerare come psicologiche tutte le cause non<br />
spiegate, dal punto di vista medico (Cecotti, 2004; Said, 2008). In origine,<br />
però, hanno due definizioni distinte (Wischmann, 2003). L‟infertilità<br />
inspiegata indica, infatti, le situazioni in cui non è possibile riscontrare<br />
35 Un ventaglio di possibilità inesplorate fanno del bambino “semplicemente” un feticcio. Scrive<br />
Testart (1993, p. 75): “<strong>Il</strong> bambino sembra diventare, più che il fine <strong>della</strong> procreazione assistita, il<br />
mezzo per perpetuarla: si passa dalla rivendicazione del bambino soggetto alla realtà di bambino<br />
oggetto, dai diritti dl bambino al diritto di avere un bambino.” <strong>Il</strong> figlio diventa il risultato (anonimo)<br />
<strong>della</strong> combinazione di materiali distinti e assemblati da terzi e in seguito, l‟oggetto parziale destinato<br />
a far esistere la donna che ha visto concretizzarsi la sua fantasia inconscia di partenogenesi<br />
onnipotente (Ferraro e Nunziante Cesàro, 1985; Vegetti Finzi, 1990) e che non riesce a trovare<br />
un‟identità femminile (Bayle, 2003). D‟altronde, ricorda Fiumanò (2000, p. 180) il gioco di parole, in<br />
passato proposto in altri termini anche da Vegetti Finzi (1997, p. 208), che attribuisce all‟espressione<br />
“fare il bambino” sia il senso di un progetto genitoriale sia al contrario il rifiuto di vivere da adulti.<br />
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Infertilità<br />
psicogena e<br />
infertilità<br />
inspiegata