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Trattato di litografia e moderne applicazioni - Toni Pecoraro

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non ne sarebbero che l'embrione.<br />

Il suono è moto, è vibrazione che per mezzo <strong>di</strong> onde sonore si propaga colla velocità <strong>di</strong> 340 metri al minuto<br />

secondo nell'aria e con una costante forma geometrica pei singoli suoni, più complessa negli acuti, più<br />

semplice nei gravi.<br />

Il calore è moto vibrante con minor ampiezza d'onda, ma più rapido <strong>di</strong> vibrazione a parità <strong>di</strong> potenza<br />

<strong>di</strong>namica. Se noi strofiniamo un ago da calza con un mezzo qualunque, in breve acquisterà tali calorie da<br />

non poterlo toccare.<br />

Se ci sottoponiamo ad uno sforzo che richieda maggior vigore dell'or<strong>di</strong>nario, le calorie del corpo aumentando<br />

in proporzione, entriamo in sudore, stancandoci presto.<br />

È il moto trasformato. L'elettricità è pure movimento che si cambia in luce, calore, magnetismo o suono,<br />

secondo la forma <strong>di</strong> vibrazione, per conseguenza la luce è generata da un corpo o materia qualunque in<br />

moto, la quale si propaga nello spazio ad onde per mezzo dell'etere, con la spaventevole velocità <strong>di</strong><br />

chilometri 300.000 al minuto secondo.<br />

Per farsi un' idea <strong>di</strong> questa velocità basti <strong>di</strong>re che un raggio che parte da un punto qualunque della terra,<br />

dopo il primo secondo ne avrebbe fatto, dato che fosse possibile, il suo giro (40.000 Km.) sette volte e<br />

mezzo.<br />

La luce impiega, dal sole a noi, otto minuti e 16 secon<strong>di</strong> (Km. 148.000.000). Un raggio partito dalla terra,<br />

illuminerebbe la luna un secondo e un quarto dopo (Km. 388.000). Questo è il risultato ottenuto dai dotti, fra i<br />

quali Foucault, che ideò un'apparecchio speciale per misurarne la sua velocità.<br />

L'elettricità si propaga pure a onde per tramite d'un filo o in onda libera come il suono, la sua vibrazione è<br />

però immensamente più rapida. L'onda libera sprigionata dall'elettricità statica è l'onda Hertziana e<br />

costituisce la ra<strong>di</strong>ografia e la telefonia senza fili.<br />

Questo movimento non è percepibile dai nostri sensi, educati all'ambiente nel quale ci troviamo, è solo col<br />

concorso <strong>di</strong> delicati istrumenti possiamo rivelarne l'azione. Noi siamo prodotti dalla natura, uniformati ai<br />

mezzi che essa ci ha preparato e non abbandona i suoi secreti, che contro la tenacia, e la forza <strong>di</strong> volontà.<br />

La gran<strong>di</strong>osità delle sue manifestazioni, non dovrebbero oltrepassare la sensibilità dataci in dote, poiché<br />

tutto per noi dovrebbe essere naturale; la luce è creata perché ci si possa vedere e <strong>di</strong>rigere, per la<br />

conservazione della specie, così pure l'u<strong>di</strong>to e l'odorato sono nostre armi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, ma nel limite da essa<br />

segnato, non per scrutare le sue fonti <strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> mistero.<br />

La luce, fonte <strong>di</strong> vita è necessaria come la nutrizione, è la nostra guida e la lusinga delle nostre piccole<br />

sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />

Nessun giu<strong>di</strong>zio, nessun progresso si avrebbe senza essa, è la fattrice <strong>di</strong> tutte le arti e <strong>di</strong> tutti i mestieri e il<br />

complesso delle opere nostre non è che la sua materializzazione e la base dell'armonia universale.<br />

fisicamente assai instabile secondo il modo col quale viene assorbita riflessa o rifratta, non cambia affatto<br />

nella sua' essenza primitiva. Nei colori crea l'armonia che dà sì dolce e grato go<strong>di</strong>mento al nostro senso<br />

visivo.<br />

In essa non vi sono né stridenze né <strong>di</strong>ssonanze. Anche nella collera degli elementi, le rosate aurore, gli<br />

infuocati tramonti, i palli<strong>di</strong> giorni invernali, il tetro cielo degli uragani, la nera e lucente epidermide del<br />

selvaggio, il vellutato e morbido visino del neonato.<br />

Tutto è armonico, tutto è bello, anche lo sterminato monotono spazio del deserto, anche la grigia e silente<br />

steppa.<br />

La luce solare (bianca) è composta <strong>di</strong> sette colori principali <strong>di</strong>sposti nel seguente or<strong>di</strong>ne: rosso, aranciato,<br />

giallo, verde, turchino, indaco, violetto, che nella fisica si chiama spettro, più una innumere quantità <strong>di</strong><br />

sfumature che servono <strong>di</strong> congiunzione fra loro, detti complementari. Un corpo che li rifletta tutti senza<br />

eccezione non può essere che bianco, mentre se vengono assorbiti è necessariamente nero.<br />

Questi due colori bianco e nero non possono per legge naturale essere colori, ma uno stato particolare dei<br />

raggi.<br />

Durante il giorno la gamma dei colori osservati non è che fa riflessione frazionata dei raggi bianchi. Un<br />

oggetto che risulti rosso, per esempio, non rifletterà che i raggi rossi dello spettro, che equivale <strong>di</strong>re che è <strong>di</strong><br />

tutti i colori meno il rosso, perché respinge i suoi raggi.<br />

Così pure è regola per tutti gli altri. La riflessione dei vari raggi colorati è la conseguenza della forma<br />

cristallina della materia in speciali <strong>di</strong>sposizioni, risultanti dalla loro combinazione, in unione all'atmosfera.<br />

Alla notte in mancanza <strong>di</strong> luce tutto è nero non essendovi riflessione e se talvolta. possiamo <strong>di</strong>stinguere un<br />

po' <strong>di</strong> forma o <strong>di</strong> variazioni, deriva da una piccola quantità che ci viene dagli spazi siderei, che si chiama luce<br />

<strong>di</strong>ffusa, ma in una camera ermeticamente chiusa dove non giunga nessun raggio, tutto è completamente<br />

nero, nero assoluto. Una luce che provenga dall'alto <strong>di</strong>strugge le ombre, non dà rilievo agli oggetti e non<br />

sod<strong>di</strong>sfa le esigenze visive. Quando è troppo vivida o troppo orizzontale, prolunga le ombre e dà contorni<br />

duri. Le sensazioni naturali del colore in questi casi sono alterate e non risponderebbero né alla tecnica né<br />

all'arte.<br />

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