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Trattato di litografia e moderne applicazioni - Toni Pecoraro

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luce non era fattibile, ma ora tanto nei raggi chimici che luminosi ci siamo molto avvicinati.<br />

Una luce ricca <strong>di</strong> raggi gialli ottenuta con gas o liqui<strong>di</strong> idrocarburi, <strong>di</strong>strugge alla visività il giallo per modo che<br />

sembra bianco, il celeste aumenta <strong>di</strong> tono e non si stacca da un verde della medesima forza, il viola <strong>di</strong>venta<br />

quasi nero e il solo rosso conserva il giusto valore <strong>di</strong> colorazione purché non faccia parte dei rossi violacei<br />

che, imbruniscono. La luce che ci arriva da una apertura rivolta al nord, è la più stabile e la più adatta per la<br />

fissità dei colori. Le ombre, non prodotte dal raggio <strong>di</strong>retto sono più morbide e meno accentuate,<br />

conservandosi pressoché tali per tutto il decorso giornaliero del sole.<br />

Essa deve arrivare in linea obliqua possibilmente entro un angolo fra i 30 e 40 gra<strong>di</strong>, non mai parallela<br />

all'orizzonte, né spiovente dopo i 70 gra<strong>di</strong>. Questi raggi affaticano la vista e ci obbligano ad inclinare il capo<br />

per l'osservazione dei colori che raramente risulta perfetta.<br />

Anche la continuata fissità del medesimo colore, pure eliminando tutte le aberrazioni possibili <strong>di</strong> luce, stanca<br />

la retina o meglio tende ad impressionarsi con maggior energia, dando falsa percezione del medesimo.<br />

Nella generalità, quelli a tono leggero stancano meno <strong>di</strong> quelli forti, alcuni perfino come il verde chiaro ed il<br />

celeste riposano l'occhio, essendo la loro riflessione meno attiva degli altri, però tutti in<strong>di</strong>stintamente<br />

fissandosi sulla retina come sopra un lastra fotografica, producono la negativa, ossia l'inversione dell'<br />

immagine osservata. E' cosa fisicamente naturale e convalidata da una serie <strong>di</strong> esperimenti, così il bianco dà<br />

il nero, il giallo il viola e questo il giallo, il rosso darà il verde e viceversa, che altro non sono che i colori<br />

complementari <strong>di</strong> quello che si osserva e combinato con quello reale dà la falsa percezione del medesimo.<br />

Se dopo aver fissato per un certo tempo un punto od oggetto qualunqune per 25 o 30 minuti secon<strong>di</strong>, cioè fin<br />

quando la vista stancandosi vede i margini semoventi e sfumati, portiamo lo sguardo in un punto qualunque<br />

poco rischiarato nello spazio, l'oggetto tosto ricompare, ma dal colore complementare o negativo e non da<br />

quello reale, e tanto più accentuato ne sarà l'effetto, più intenso sarà il colore dell'oggetto osservato.<br />

Una lampa<strong>di</strong>na elettrica, per esempio, darà un' immagine tanto persistente da riuscire perfino molesta.<br />

Nel lavoro normale raramente il fenomeno può prodursi con intensità, anzi generalmente sfugge perché non<br />

si fa osservazione <strong>di</strong>retta, ciò non toglie che la percezione colorata giornaliera non è sempre la medesima,<br />

anche se l'occhio vigilante del tecnico <strong>di</strong>rigente osservi costantemente il lavoro, malgrado l'automaticità delle<br />

operazioni <strong>di</strong> stampa.<br />

Il colore, nato con la natura, fu certo la prima delle sensazioni grate che ebbero i primi abitatori della terra, ed<br />

è tanto forte e suggestiva che non vi possono sfuggire nemmeno i bruti dal senso visivo più perfetto.<br />

All'atto che l'essere animato schiude le pupille all' immenso creato, non può comprendere senza una<br />

preventiva educazione, l'essenza della vitalità e questo primo periodo dura per un certo tempo, tuttavia la<br />

grande sfera celeste non manca, le gran<strong>di</strong> praterie con la gamma dei suoi colori attirano più <strong>di</strong> quant'altro la<br />

sua attenzione.<br />

Chiude gli occhi quando imbruna e li apre sorridendo all'apparire delle prime luci. Se gli si mostra alcunché<br />

<strong>di</strong> luccicante si sveglia la sua innata cupi<strong>di</strong>gia, il desiderio <strong>di</strong> possederla, ed allunga le manine per<br />

impadronirsene. Sono gli istinti naturali dell' infante che si svegliano inconsciamente davanti al colore.<br />

Negli anni della sua fanciullezza l'indumento preferito sarà sempre quello più sgargiante. E' la vanità piccina<br />

che si manifesta in tutti i bimbi, prova materiale del risveglio del primo dei loro sensi.<br />

E' naturale che mentre le cavità vocali dell'uomo primitivo, come tutto il suo essere, dovettero subire una<br />

trasformazione speciale d'educazione e <strong>di</strong> adattamento, l'occhio semplice lente sia rimasto inalterato nella<br />

sua prima conformazione. Da ciò è indubbio che il colore sia stata la prima <strong>di</strong> tutte le impressioni umane,<br />

malgrado il parere contrario dei dotti che vogliono il primato alla musica od alla danza.<br />

Concludendo questo capitolo preliminare, entreremo in quella parte che più c'interessa, nella tecnica e nella<br />

sua costituzione chimica, premettendo che non è uno stu<strong>di</strong>o scientifico, ma pratico ed adatto al Iitografo<br />

come all' industriale.<br />

IL BIANCO.<br />

Non è colore propriamente detto. Esso è materia che si ad<strong>di</strong>ziona ad altri colori per necessità <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong><br />

tecnica, per conseguenza non è mai usata solo, riflettendo tutti raggi, riducendo l'attività colorante a zero.<br />

La sua reale azione è quella <strong>di</strong> stabilizzare il tono <strong>di</strong> un dato colore e <strong>di</strong> graduarne l'intensità al posto delle<br />

vernici, ma sopra carte che sieno prive d'una patinatura preventiva.<br />

Alcuni colori vengono <strong>di</strong>strutti od alterati dalla sua azione <strong>di</strong>retta, ma altri acquistano compattezza stabilità e<br />

luminosità.<br />

Ve ne sono un numero relativamente grande, ma nella Iitogralia pochi servono, perché privi dei requisiti<br />

richiesti dalla stampa.<br />

Il bianco <strong>di</strong> piombo detto anche biacca, cerussa, è quello che ha maggior impiego, è pesantissimo essendo<br />

la sua densità = 5 ed entra in combinazione senza alterarne i toni con tutti i colori naturali, terre ed ocrie.<br />

Macinato con vernice stradebolissima dà il massimo ren<strong>di</strong>mento, si stampa bene ed asciuga 8 o 10 ore dopo<br />

stampato. Si combina anche con colori leggeri ma tende a separarsene andando al fondo pel suo peso<br />

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