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Trattato di litografia e moderne applicazioni - Toni Pecoraro

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suono con qualunque mezzo od istrumento, sia pure il vagito <strong>di</strong> un neonato od il ruggito <strong>di</strong> una belva, un<br />

singulto od il fragore del fulmine, una flebile melodìa od il boato <strong>di</strong> un vulcano.<br />

Ogni tonalità ha la sua forma fissa ed invariabile che si semplifica nei gravi, si raddoppia, si triplica negli<br />

acuti, variando negli interme<strong>di</strong>.<br />

Tutto l'universo è geometria, le stelle sono tonde, le stille <strong>di</strong> rugiada e le lacrime pure, i ghiaccioli sono fiori,<br />

sono tinte esagonali delle forme più belle, la roccia è quanto mai <strong>di</strong> complicato esista, senza che possa<br />

sottrarsi alla tirannia delle due sole linee: la retta e la curva.<br />

È dunque naturale che, se tutto è basato sulla geometria, il litografo obbligato all'uso della riga, del<br />

compasso e della squadra, sia edotto almeno sui principi fondamentali <strong>di</strong> questa scienza che, facilitandogli il<br />

compito, gli darà quella sicurezza tanto necessaria all'opera sua.<br />

LINEA RETTA.<br />

La più semplice, si traccia con una riga ed una matita o penna. Quando va da destra a sinistra o viceversa si<br />

chiama anche orizzontale, mentre se il suo percorso è dall'alto in basso, si <strong>di</strong>ce verticale.<br />

Tracciata dall'alto in basso o viceversa in senso traversai e <strong>di</strong>cesi obliqua. È la via più breve fra due punti<br />

qualunque. Occorrendo la <strong>di</strong>visione in frazioni basta prenderne la misura e <strong>di</strong>viderla per il numero delle<br />

frazioni richieste.<br />

PARALLELE<br />

Sono due o più linee tracciate in modo che conservano sempre la medesima <strong>di</strong>stanza fra loro (più o meno<br />

vicine), anche se prolungate all'infinito, per conseguenza tutte le linee che servono alla puntatura dei<br />

trasporti devono essere parallele, salvo il caso d'intercalare qualche fregio o qualche scritto che per volere<br />

del cliente o per ragioni tecniche non corra nel senso degli altri.<br />

LINEA CURVA.<br />

Si traccia con un compasso od altro che ne possa fare le veci, come le curvilinee, il goniometro od una<br />

cor<strong>di</strong>cella. È la linea che presenta l'orizzonte in qualunque punto lo si osservi. Si chiama pure segmento<br />

d'arco o <strong>di</strong> cerchio quando non raggiunga il quarto d'un circolo. La <strong>di</strong>visione si opera per mezzo del<br />

goniometro, istrumento semplice e <strong>di</strong> facile maneggio che dovrebbe far parte del corredo <strong>di</strong> tutti i<br />

trasportatori e <strong>di</strong>segnatori.<br />

L'ANGOLO RETTANGOLO.<br />

Sono due linee rette toccantesi ad una delle estremità. Queste linee si trovano una sulla verticale o<br />

meri<strong>di</strong>ana e l'altra sull'orizzontale o latitu<strong>di</strong>nale. Un foglio piegato in due parti eguali un lato dei quali si<br />

combini. perfettamente forma sempre due angoli retti. Se al punto d'intersezione si mette la punta <strong>di</strong> un<br />

compasso aperto e si segna una traccia sulle due rette, si chiama apertura dell'angolo nei punti segnati dal<br />

compasso che è sempre <strong>di</strong> novanta gra<strong>di</strong>, una frazione <strong>di</strong> questa apertura dà un angolo <strong>di</strong> grado ossia la<br />

trecentosessantesima parte <strong>di</strong> un cerchio. Essa corrisponde esattamente ad un oggetto qualunque posto a<br />

cinquantasette volte la sua <strong>di</strong>stanza.<br />

Tutti gli angoli inferiori all'apertura <strong>di</strong> novanta gra<strong>di</strong> si chiamano acutangoli, mentre quelli superiori si<br />

chiamano ottusangoli. Essi conservano il medesimo nome e la medesima forma riducendo od aumentando i<br />

due lati nella loro lunghezza qualunque sia la proporzione.<br />

IL TRIANGOLO.<br />

Sono tre linee rette che SI congiungono alle loro estremità, dando origine ad una serie <strong>di</strong> triangoli secondo la<br />

lunghezza delle stesse linee. Si chiama triangolo rettangolo quando due linee formano un angolo perfetto, e<br />

rettangolare quando l'angolo retto è formato da due linee <strong>di</strong>suguali in lunghezza. Tutte le squadre <strong>di</strong> legno o<br />

<strong>di</strong> metallo sono <strong>di</strong> questa forma. Quando due lati hanno la medesima lunghezza ed il terzo più corto <strong>di</strong>cesi<br />

isosceIe. Se i tre lati hanno lo stesso sviluppo, prende il nome <strong>di</strong> equilatero, mentre se tutti e tre hanno una<br />

lunghezza <strong>di</strong>suguale chiamasi scaleno. Ogni punta <strong>di</strong> un triangolo può formare il vertice mentre la retta che<br />

passa fra gli altri due forma la base. Lo stu<strong>di</strong>o del triangolo è la trigonometria, scienza della misura dei gran<strong>di</strong><br />

spazi, dei rilievi altitu<strong>di</strong>nari, della velocità dei corpi interstellari. Per suo mezzo si è misurato il quarto del<br />

meri<strong>di</strong>ano terrestre, lo spostamento negli astri, il percorso dei boli<strong>di</strong>, delle comete e della nostra terra.<br />

La superficie d'un triangolo è l'altezza del vertice moltiplicata per metà della base o la base per metà<br />

dell'altezza del vertice (vedere tavole geometriche). L'ingran<strong>di</strong>mento dei triangoli conserva sempre la<br />

medesima forma e qualunque sia la loro superficie è sempre la metà <strong>di</strong> un quadrato dello stesso perimetro.<br />

IL QUADRATO.<br />

È formato da quattro rette che si congiungono alle loro estremità <strong>di</strong>sposte due nel piano orizzontale e due<br />

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