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Cirillo di Gerusalemme, Catechesi - Roberto Nardin

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Introduzione 11<br />

(1 Cor. 1, 23). Senza prendere partito fra le correnti<br />

teologiche del tempo e senza approfon<strong>di</strong>re l’ancora<br />

iniziale questione cristologica, prese come punto <strong>di</strong><br />

partenza universalmente riconosciuto la Sacra Scrittura,<br />

utilizzandone fatti e detti con metodo soprattutto<br />

tipologico. Seguì quin<strong>di</strong> un’ermeneutica caratteristica<br />

della Palestina, me<strong>di</strong>ana tra Alessandria e Antiochia;<br />

seguì la cosiddetta esegesi alessandrina secondo il<br />

metodo della scuola <strong>di</strong> Cesarea, dove la tra<strong>di</strong>zione<br />

origeniana s’era contaminata con quella più rispettosa<br />

del metodo storico-tipologico.<br />

Il nostro catecheta peraltro aderì ai temi che erano<br />

stati preferiti dalla Chiesa delle origini, in Siria da Ignazio,<br />

in Palestina da Giustino, in Asia e in Gallia da Ireneo.<br />

Pre<strong>di</strong>cò come essi del Padre che fin dall’eternità con<br />

unzione tipica unse il Figlio come suo me<strong>di</strong>atore<br />

d’incorruttibilità (eis ty´pon aphtharsías), e nella pienezza<br />

dei tempi ne realizzò l’antitipo ungendolo col medesimo<br />

suo Spirito sulle rive del Giordano perché desse pubblico<br />

inizio alla sua missione redentrice, come Lógos<br />

me<strong>di</strong>atore, cosmico e antropologico. Probabilmente,<br />

<strong>Cirillo</strong> si era formato a questo cristocentrismo alla scuola<br />

<strong>di</strong> Eusebio <strong>di</strong> Cesarea che aveva sviluppato la simile<br />

dottrina stoica e me<strong>di</strong>oplatonica sulle orme dei Padri<br />

apostolici (attorno a Ignazio) e apologisti (attorno a<br />

Giustino) con un’esegesi biblica <strong>di</strong> stampo storicotipologico.<br />

Secondo la tra<strong>di</strong>zione arcaica articolò la sua<br />

spiegazione del simbolo, sottolineando la centralità del<br />

Cristo e del suo sangue, filo rosso che collega in sé tutti i<br />

misteri della redenzione, come Lógos in accezione<br />

etimologica, che lega (légei) i termini del mistero storico e<br />

metastorico dell’unzione nel seno del Padre e sulle rive<br />

del Giordano. Di fatto l’Uomo-Dio – egli <strong>di</strong>ce – non ebbe<br />

bisogno <strong>di</strong> nuova consacrazione per compire la missione<br />

affidatagli dal Padre, ma volle che volteggiasse su <strong>di</strong> lui<br />

in forma <strong>di</strong> colomba lo Spirito prima <strong>di</strong> dare inizio alla sua<br />

missione, perché ne traesse profitto l’uomo per la sua<br />

maturazione. Come spiegò Ireneo (Haer. 4, 5, 1; Epid.<br />

47), allora l’olio o profumo <strong>di</strong> letizia unse con il Cristo

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