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ELEMENTI DI MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO ...

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I: solo ispessimento degli alveoli, che sono liberi<br />

II: presenza di essudato e/o cellule negli alveoli, con architettura conservata<br />

III: distruzione degli alveoli ma bronchioli respiratori ancora riconoscibili<br />

IV: fibrosi diffusa; sono ancora riconoscibili le cellule muscolari lisce<br />

V: completo sovvertimento del parenchima con spazi cistici e fibrosi.<br />

Secondo la causa che la genera e dell’evoluzione, si possono riconoscere alcuni caratteri<br />

distintivi; per esempio, nelle forme autoimmuni o infettive da virus predominano i linfociti<br />

(Lymphocytary Interstitial Pneumonia, LIP), mentre nelle forme da polveri inorganiche<br />

predominano cellule giganti tipo Langhans (Giant-cell Interstitial Pneumonia, GIP). In alcuni<br />

casi, che sono i piu’ gravi, predomina la fibrosi diffusa con deposizione abbondante di collagene<br />

e distruzione dell’architettura; in altri casi, che spesso rispondono alla terapia costicosteroidea,<br />

predomina l’infiammazione attiva, con numerose cellule, spesso distribuite in focolai isolati.<br />

Quale che sia la causa, il polmone fibrotico è rigido, contiene meno aria ed ha l’interstizio<br />

ispessito, quindi sia la ventilazione propriamente detta che lo scambio dei gas alveolare sono<br />

sempre compromesse in maniera profonda.<br />

16.3 CLINICA E <strong>DI</strong>AGNOSTICA<br />

Ogni fibrosi polmonare ha un suo aspetto clinico, caratteristico della malattia che la produce,<br />

tranne che per la forma idiopatica. L’evoluzione in fibrosi rappresenta una complicanza, e di<br />

solito la malattia e’ gia’ stata diagnosticata. Solo in casi meno numerosi (da farmaci, da<br />

radiazioni), la fibrosi polmonare esordisce come tale e allora solo l’anamnesi puo’ indirizzare<br />

all’eziologia.<br />

I sintomi generali comuni sono: la dispnea/tachipnea (prima sotto sforzo, poi sempre piu’ grave),<br />

ma solitamente senza uso dei muscoli accessori e la tosse secca. La febbre e’ incostante e puo’<br />

associarsi calo ponderale Le dita a bacchetta di tamburo sono un reperto frequente ma solo nelle<br />

forme a lenta evoluzione e di lunga durata. Si ascoltano rantoli crepitanti dapprima alle basi e poi<br />

diffusi, oppure indebolimento del murmure e tachipnea. Un reperto abbastanza tipico della<br />

fibrosi polmonare è l’ascoltazione di un particolare rumore detto “crackle” ed impropriamente<br />

tradotto come crepitio. Nelle fasi avanzate la dispnea e' la regola e si instaura un cuore<br />

polmonare cronico.<br />

L’RX torace mostra vari quadri che vanno dalle minime alterazioni interstiziali nelle fasi iniziali<br />

al polmone a vetro smerigliato o a nido d’ape nelle forme avanzate (Figura). Tra i due estremi si<br />

possono trovare opacita’ confluenti a tipo broncopolmonite o ingrandimento ilare o nodulazioni<br />

fini. Le PFR mostrano precocemente alterata diffusione della CO, ma poi invariabilmente un<br />

quadro di tipo restrittivo quasi puro, con globale riduzione di tutti i volumi polmonari. L‘EGA<br />

mostra un quadro di ipossiemia, che progredisce più o meno rapidamente fino all’ipercapnia e<br />

all’insufficienza respiratoria grave. Il BAL, con un aumento del numero assoluto di neutrofili e<br />

macrofagi puo’ supportare la diagnosi ma non e’ mai dirimente di per se, cosi’ come la<br />

scintigrafia col Gallio.<br />

Esame dirimente e’ la biopsia, che dovrebbe essere eseguita in videotoracoscopia o a cielo<br />

aperto. Infatti le biopsie transbronchiali in corso di broncoscopia forniscono di rado materiale<br />

sufficiente per la diagnosi. Data la predominanza delle forme secondarie, l’anamnesi e’ sempre<br />

fondamentale.<br />

Dal punto di vista pratico, quando ci si trova in presenza di un quadro clinico ed RX di fibrosi<br />

interstiziale diffusa, occorre cominciare con l’escludere le cause note (elencate in tabella 16.1) e<br />

solo in assenza di una ragione conosciuta etichettare la fibrosi come idiopatica .<br />

16.4 CENNI <strong>DI</strong> TERAPIA<br />

Nelle forme secondarie ad esposizione di polveri organiche ed inorganiche, agenti tossici,<br />

citostatici o farmaci, l’eliminazione dell’agente causale e’ sufficiente se il danno non e’ ormai in<br />

fase avanzata e comunque obbligatoria.

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