(GINA) 2006 - Global Initiative for Asthma
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Questo secondo metodo è stato proposto come il<br />
migliore indice di labilità delle vie aeree basato sul PEF,<br />
perché richiede una sola registrazione giornaliera, è<br />
meglio correlato all’iperreattività bronchiale e si calcola<br />
facilmente.<br />
Il monitoraggio del PEF valutabile in un sottogruppo di<br />
pazienti asmatici, può essere utile:<br />
• Per confermare la diagnosi di asma. Anche se la<br />
spirometria è il metodo preferito per dimostrate<br />
l’ostruzione bronchiale, l’aumento di 60 l/min (o > 20%<br />
rispetto al PEF pre-broncodilatatore) dopo inalazione<br />
di un broncodilatore 20, o una variazione giornaliera del<br />
PEF > 20% (con doppia lettura giornaliera, > 10% 21)<br />
suggeriscono la diagnosi di asma.<br />
• Per migliorare il controllo dell’asma, specialmente nei<br />
pazienti con scarsa percezione dei sintomi 10.<br />
I programmi per l’autogestione dell’asma che utilizzano<br />
il monitoraggio dei sintomi o del PEF per il trattamento<br />
delle riacutizzazioni, ottengono risultati migliori 22. È più<br />
facile capire la risposta alla terapia da un grafico del<br />
PEF piuttosto che da un diario, se lo stesso <strong>for</strong>mato di<br />
grafico è utilizzato costantemente 23.<br />
• Per identificare le cause ambientali (e professionali) dei<br />
sintomi di asma. Il paziente deve registrare il PEF<br />
giornaliero una o più volte al giorno nei periodi di<br />
sospetta esposizione ai fattori di rischio domestici o<br />
nel posto di lavoro, o durante l’esercizio fisico o<br />
durante altre attività che possono causare i sintomi ed<br />
anche durante i periodi di non-esposizione.<br />
Iperreattività bronchiale<br />
In pazienti con frequenti sintomi di asma, ma funzionalità<br />
respiratoria nella norma, la valutazione dell’iperreattività<br />
bronchiale con metacolina, istamina, mannitolo e test da<br />
s<strong>for</strong>zo può essere utile per la diagnosi di malattia 24.<br />
L’iperreattività bronchiale riflette “la sensibilità” delle vie<br />
aeree a fattori che possono causare i sintomi di asma, a<br />
volte chiamati “triggers„ ed i risultati del test sono<br />
espressi solitamente come la concentrazione (o dose)<br />
provocativa dell’agonista che causa una determinata<br />
caduta (spesso 20%) del FEV 1 (Figura 2-3). Questo test è<br />
sensibile per quanto riguarda la diagnosi di asma, ma ha<br />
bassa specificità 25. Per tale ragione un test negativo<br />
potrebbe essere utile per escludere la diagnosi di asma<br />
persistente, ma la positività del test non indica sempre la<br />
presenza di asma 26. Questo perché l’iperreattività<br />
bronchiale si presenta anche in soggetti con rinite<br />
allegica 27 ed in quelli con ostruzione bronchiale causata<br />
da fibrosi cistica 28, bronchiettasie e broncopneumopatia<br />
cronica ostruttiva (BPCO) 29.<br />
Figura 2-3. Iperreattività bronchiale*<br />
Caduta VEMS (%)<br />
0<br />
20<br />
40<br />
60<br />
PC20<br />
0,03<br />
Istamina mg/ml<br />
Metacolina mg/ml<br />
0,3 2 16 64<br />
Grave<br />
Moderata<br />
Normale<br />
Lieve<br />
* L’iperreattività bronchiale alla metacolina o all’istamina in soggetti normali ed<br />
in asmatici con iperreattività lieve, moderata e grave. Gli asmatici hanno<br />
un’aumentata sensibilità e un’aumentata risposta broncoostruttiva all’agonista.<br />
La risposta all’agonista è espressa solitamente come la concentrazione<br />
provocativa che causa il declino del 20% del FEV 1 (PC20).<br />
Indicatori non-invasivi di infiammazione delle vie aeree<br />
Nell’asma l’infiammazione delle vie aeree può essere<br />
valutata analizzando l’espettorato spontaneo o indotto<br />
dall’inalazione di soluzione salina ipertonica sia per quanto<br />
riguarda l’infiammazione eosinofilica che neutrofilica 29.<br />
Inoltre, anche aumentati livelli di ossido nitrico esalato<br />
(FeNO) 31 e di monossido di carbonio (FeCO) 32, sono stati<br />
considerati come indicatori non-invasivi di infiammazione<br />
delle vie aeree nell’asma. I livelli di FeNO sono elevati nei<br />
pazienti asmatici (che non assumono glucocorticosteroidi<br />
inalatori) rispetto ai pazienti non asmatici, tuttavia questi<br />
risultati non sono specifici dell’asma. Nè la presenza di<br />
eosinofili nell’espettorato nè tanto meno l’NO esalato, sono<br />
ancora stati valutati da un punto di vista prospettico quale<br />
contributo alla diagnosi di asma, queste metodiche tuttavia<br />
sono potenzialmente utilizzabili nel determinare la risposta<br />
a un trattamento farmacologico 33-34.<br />
Valutazione dello stato allergico<br />
A causa della <strong>for</strong>te associazione esistente fra asma e rinite<br />
allergica, la presenza di allergie e in particolare di rinite<br />
allergica, aumenta la probabilità di una diagnosi di asma in<br />
pazienti con sintomi respiratori. Inoltre, la presenza di<br />
allergie nei pazienti con asma (identificate tramite i test<br />
cutanei o la misurazione delle IgE specifiche nel siero), può<br />
contribuire ad identificare i fattori di rischio e le cause<br />
scatenanti i sintomi di asma, nei diversi pazienti. Il test di<br />
stimolazione bronchiale con l’allergene specifico è da<br />
considerarsi un esame di terzo livello da effettuarsi solo a<br />
scopo di ricerca o per stabilire la causalità specialmente in<br />
ambito professionale. Se ne sconsiglia l’uso routinario dal<br />
momento che è di scarsa utilità diagnostica, richiede<br />
DIAGNOSI E CLASSIFICAZIONE 19