(GINA) 2006 - Global Initiative for Asthma
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PREVENZIONE DELL’ASMA<br />
Le misure per prevenire l’asma possono essere focalizzate<br />
alla prevenzione della sensibilizzazione allergica (per<br />
esempio, lo sviluppo di atopia particolarmente rilevante<br />
nell’età prenatale e perinatale) o la prevenzione dello<br />
sviluppo di asma nella popolazione sensibilizzata. Allo stato<br />
attuale delle conoscenze, non esistono interventi efficaci e<br />
diffusamente accettati, in grado di prevenire lo sviluppo di<br />
asma oltre a quella legata all’esposizione di tabacco sia in<br />
utero che dopo la nascita.<br />
La sensibilizzazione allergica può avvenire prima della<br />
nascita 37,38. Attualmente non ci sono sufficienti<br />
in<strong>for</strong>mazioni sulle dosi critiche e sui tempi di esposizione<br />
da permettere di intervenire in questo processo e nessuna<br />
strategia può essere raccomandata per prevenire la<br />
sensibilizzazione allergica prima della nascita. È probabile<br />
che la prescrizione in gravidanza di diete prive di cibi<br />
allergizzanti, in donne a rischio, riduca sostanzialmente la<br />
possibilità che il figlio sviluppi atopia 39. Inoltre, tali diete<br />
potrebbero avere effetti dannosi sulla nutrizione materna<br />
e/o fetale.<br />
Il ruolo della dieta, in particolare l’allattamento al seno, in<br />
relazione allo sviluppo di asma è stato ampiamente<br />
studiato e, in generale, i bambini alimentati con il latte<br />
vaccino intero o con le proteine della soia, quando<br />
confrontati con i bambini allattati al seno, mostravano una<br />
più alta incidenza di respiro sibilante nella prima infanzia 40.<br />
L’allattamento esclusivo al seno durante il primo mese<br />
dopo la nascita è associato con una bassa incidenza di<br />
asma durante l’infanzia 41.<br />
“L’ipotesi igienistica“ dell’asma, sebbene controversa, ha<br />
portato al suggerimento che le strategie per prevenire la<br />
sensibilizzazione allergica dovrebbero focalizzarsi ad<br />
indirizzare il sistema immunitario del bambino verso una<br />
risposta linfocitaria Th1, non allergica, o sulla modulazione<br />
di cellule T regolatrici 42; tutte queste strategie rimangono<br />
comunque attualmente solo ipotetiche e richiedono ulteriori<br />
ricerche scientifiche. Il ruolo dei probiotici nella prevenzione<br />
dell’allergia e dell’asma è ancora incerta 43. In alcuni studi<br />
l’esposizione ai gatti è stata dimostrata ridurre i rischi di<br />
atopia 44.<br />
L’esposizione al fumo di tabacco sia prima della nascita<br />
che dopo, è associata ad evidenti effetti nocivi, compresi<br />
effetti sullo sviluppo polmonare 45 e sul rischio di sviluppare<br />
respiro sibilante nell’infanzia 46. Sebbene ci sia una scarsa<br />
evidenza che il fumo materno durante la gravidanza abbia<br />
effetto sulla sensibilizzazione allergica 47, il fumo passivo<br />
aumenta il rischio di sensibilizzazione allergica nei<br />
bambini 47,48. Il fumo materno, sia durante la gravidanza<br />
che dopo la nascita è problematico 49. Le donne gravide<br />
ed i genitori di bambini piccoli dovrebbero essere<br />
consigliati a non fumare (Evidenza B).<br />
Una volta che la sensibilizzazione allergica si è instaurata,<br />
ci sono teoricamente ancora opportunità per prevenire il<br />
successivo sviluppo di asma. Rimane ancora da chiarire se<br />
gli H1-antagonisti (antistaminici) 50,51 o l’immunoterapia<br />
specifica 52, 53 possano prevenire lo sviluppo di asma nei<br />
bambini che hanno altre malattie atopiche e con queste<br />
incertezze, allo stato attuale, questi metodi preventivi non<br />
possono essere raccomandati nella pratica clinica.<br />
PREVENZIONE DEI SINTOMI<br />
E DELLE RIACUTIZZAZIONI<br />
Le riacutizzazioni asmatiche possono essere causate da<br />
una varietà di stimoli, alcuni intesi come “scatenanti” tra<br />
cui: allergeni, infezioni virali, inquinanti e farmaci. Ridurre<br />
l’esposizione di un paziente a questi fattori di rischio (ad<br />
esempio, la cessazione del fumo, la riduzione<br />
dell’esposizione al fumo passivo, la riduzione o<br />
l’eliminazione dell’esposizione ad agenti occupazionali noti<br />
come causa di sintomi, ed evitando cibi/additivi/farmaci<br />
conosciuti come causa di sintomi), migliora il controllo<br />
dell’asma e riduce la necessità di farmaci. Nel caso di altri<br />
fattori di rischio (per esempio, allergeni, infezioni virali e<br />
inquinanti), dovrebbero essere adottate misure per evitarli.<br />
Poiché molti pazienti con asma reagiscono a molteplici<br />
fattori che sono ubiquitari nell’ambiente, eliminare<br />
completamente questi fattori è in genere impossibile e<br />
molto limitante per il paziente. Così, i farmaci per<br />
mantenere il controllo dell’asma hanno un importante<br />
ruolo, poiché i pazienti diventano meno sensibili ai fattori di<br />
rischio quando la loro asma è ben controllata.<br />
Allergeni degli ambienti confinati<br />
Esiste un’ampia varietà di allergeni che si possono trovare<br />
nelle abitazioni, come ad esempio gli acari domestici, gli<br />
epiteli animali, scarafaggi e funghi. Esistono evidenze<br />
controverse se le misure per creare, al domicilio del<br />
paziente, ambienti a bassa concentrazione allergenica e la<br />
riduzione dell’esposizione ad allergeni ambientali, siano<br />
efficaci nel ridurre i sintomi di asma 54, 55. La maggior parte<br />
dei singoli interventi non ha raggiunto una sufficiente<br />
riduzione dei sintomi, tale da portare ad un miglioramento<br />
clinico 55-57. È probabile che nessun intervento singolo<br />
determini un beneficio tale da giustificarne i costi.<br />
Comunque, tra bambini che abitano in città con asma<br />
atopico, un intervento ambientale completo,<br />
individualizzato e focalizzato sull’ambiente domestico,<br />
determina una diminuzione dell’esposizione agli allergeni<br />
domestici e porta a una riduzione della morbilità associata<br />
all’asma 58. È, tuttavia, necessario condurre studi clinici ben<br />
GESTIONE DELL’ASMA E PREVENZIONE 55