Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti
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pieghe epicantiche, baffi da Ali Babà, occhi alla Hugo Chavez, nasi balcanici. Poi ci sono<br />
io, l’anomalia siculo-piemontese. Che accidenti vogliono da me? Sto per perdere l’aereo,<br />
per la miseria...<br />
“Maurriziou Ferriarouttia.”<br />
Ok. Tocca a te, finalmente. Walk, Don’t Run. Respira, mantieni la calma e sorridi a tutti,<br />
come ti ricorda sempre QIJane.<br />
Fosse facile, avendo una femmina vug vestita da sbirro terrestre che ti guarda dall’alto in<br />
basso con quegli occhi blu cobalto dalla spaventevole inclinazione verticalizzata, il volto<br />
sottile e schiacciato a mo’ di sogliola, la pelle e i capelli arancione. Dio, m’angoscerebbe<br />
di meno se Essi apparissero come i mitizzati Grigi di Zeta Reticuli; ci riderei perfino su.<br />
Così, invece, é come essere circondato di caricature alla psilocibina di Roger Waters. E io<br />
odio i Pink Floyd.<br />
“Dunque, signor... <strong>Ferrarotti</strong>. Vorremmo sapere i veri motivi del suo viaggio in America.”<br />
Voce fonda, con una leggera inflessione ispanica. Me la immagino con un volto fittizio<br />
alla Rachel Ticotin, partner di Arnold Schwartzenegger nel primo Atto di forza.<br />
“Come ho già spiegato al suo collega, sono qui per approfondire la conoscenza del vostro<br />
paese.” Merda. Speriamo che non capti l’ironia. Breathe Mau.<br />
Lei, o meglio, essa prende il mio passaporto con fare teatrale, lo sfoglia. “Dunque, questa<br />
va a essere la quarta volta in due anni che lei, signor <strong>Ferrarotti</strong>, si presenta alla frontiera<br />
degli Stati Uniti col programma Visa Waiver. Lei ha precedentemente dichiarato di avere<br />
un’amica in Florida, vero?”<br />
“Sì, confermo.” Breathe.<br />
“Che genere di amica?”<br />
“È la mia ragazza.”<br />
“La sua ragazza.” L’aliena inarca un sopracciglio. “Signor <strong>Ferrarotti</strong>, il programma Esta<br />
non é un vero visto. È l’autorizzazione a salire a bordo di un mezzo di trasporto in rotta<br />
per gli Stati Uniti nonché a permanere sul suolo americano per un certo periodo di tempo,<br />
sempre che ne sussistano le condizioni. Non bisogna abusarne. Lei é già stato in America<br />
per due mesi all’inizio di quest’anno, febbraio e marzo. Passano due mesi e mezzo ed é di<br />
nuovo qui. Codesti suoi viaggi sono, diciamo così, un po’ ravvicinati.”<br />
Ma la materia oscura di mammeta. “Signora, lungi da me volerne abusare. In realtà nel<br />
regolamento Esta io non ho riscontrato alcun cenno riguardo a possibili limitazioni nella<br />
frequenza dei viaggi.” Non ve ne sono, veramente. Però più di un forum di viaggiatori su<br />
Internet t’avvisa di non tirare troppo la corda, poiché a lungo andare andirivieni troppo<br />
frequenti potrebbero indispettire quelli dell’Immigrazione. Difatti.<br />
La femmina vug mi guarda fisso. Sostengo quello sguardo con fermezza. QIJane Gong<br />
funziona e ora mi sento perfino spavaldo. Tuttavia mi chiedo, per la millesima volta: loro<br />
sanno che io so? Che posso vedere come essi sono realmente, com’é il mondo in realtà?<br />
Oppure no? Cosa rappresento io alla fine, un bit sfuggito al controllo di una mastodontica<br />
mistificazione iper-olografica, oppure una cavia cui a fine esperimento verrà cancellata la<br />
memoria, o viceversa mi faranno sparire e diventerò un caso a Chi l’ha visto?<br />
Viceversa. A sua volta. Certe volte mi sento come una versione tragica del Mago Gabriel.<br />
“Ecco a voi giustamente questi gnomi vugga col naso appizzuto. Solo io li posso vedere.”<br />
La vug richiude il passaporto. “Ok, signor <strong>Ferrarotti</strong>.” Me lo sporge. “Per questa volta la<br />
ammettiamo. Ma non si dimentichi che lei é nel sistema.” Dà una pacca amorevole al suo<br />
terminale video, come fosse il suo cane vug, quelle puzzolenti mostruosità a quattro occhi<br />
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