Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti
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uolo di axe-man e hai litigato proprio perché Graham non ne voleva sapere di farti salire<br />
sul palco per la schiappa che eri, e che sei ancora adesso? “Fuck you brother, tornatevene<br />
pure in Inghilterra, io resto qui, diventerò un porcaccio di dio della chitarra, io!” Ubriaco<br />
fradicio in un pub irlandese di Ybor City, Tampa. Senza talento. Fottutamente solo.<br />
Ora, trentacinque anni dopo, te ne stai lassù a massacrare canzoni per il ludibrio di una<br />
quadriglia di ricchi ebrei del Connecticut e una coppia di intrepidi amanti internazionali<br />
scocciati dall’attitudine poco amichevole del locale. Contento te...<br />
...Non lo nego: anni fa, durante il mio periodo afro, ero un grande fan di Carlos Santana -<br />
anche se non l’ho mai ritenuto un genio dello strumento, come Robert Fripp, Jeff Beck o<br />
il Frank Zappa xenocronico di Joe’s Garage, tanto per fare dei nomi. Mettevo sul piatto<br />
senza requie il suo primo album omonimo, e ancora Abraxas, Marathon e Caravanserai:<br />
soprattutto quest’ultimo, con le sue ondate di pura beatitudine elettrica. Eppure un giorno,<br />
di punto in bianco, ho ficcato tutti i suoi dischi in una borsa di plastica e li ho buttati in un<br />
cassonetto. Cose tipiche della mia adolescenza; ogni tre-quattro anni facevo tabula rasa<br />
musicale e ripartivo pressoché da zero. Ora vivo l’Era del Pentimento.rar; Caravanserai<br />
é, giustamente, uno dei miei ravvedimenti in formato mp3. Lo suono con gioia ogni volta<br />
che il Toro vince e/o il mio giocatore prediletto, Mario Santana per l’appunto vedi figura<br />
15!, imbrocca una partita geniale delle sue. Sos un crack, Mario!<br />
Tempo di ordinare un secondo round: stavolta voglio un bel margarita.<br />
Chiamiamo the girl with the mousy face, ma costei ci recita tale quale la pantomima del<br />
collega bimbominkia, la carta di credito e via discorrendo.<br />
A quel punto QIJane si spazientisce: “Vorrei parlare col tuo manager, di grazia.”<br />
Il manager, in realtà il padrone del locale, é un vug con una classica faccia alla Briatore;<br />
anche lui parte in quarta con la policy della Cantina Tequila, bastaaa!, abbiamo capitooo,<br />
facci solo servire i nostri drink e poi tornatene al tuo accidenti di cesso policromo a farti<br />
l’ennesima riga di super-dust romulana. E che ti bruci un milione di hyper-sinapsi. Beata<br />
Raisin che continua a riposare ignara nella sua borsa rosa coi manici marroni. I cani sono<br />
creature di un ordine superiore.<br />
La topolina irlandese ci serve un’altra cerveza e il margarita, peraltro azzimo... “Sorry, ci<br />
vorrei anche il sale su” esalo, rassegnato. Il messaggio é: “Vi servo da schifo affinché ve<br />
ne andiate fuori dalle balle al più presto.” Oh non vi preoccupate, lo faremo, brutte teste<br />
di mentula inospitali. E scordatevi pure le nostre facce.<br />
QIJane scuote la testa folta di splendidi capelli corvini, sorride come solo lei e mi bacia<br />
teneramente sulla bocca, mentre Ersatzy Parker depone l’ascia elettrica, sorride incerto e<br />
borbotta nel microfono: “Sapete, é la mia prima serata qui.”<br />
Sabato sera é morto<br />
Non importa ciò che dicano, domenica andrò al funerale.<br />
SATURDAY NIGHT IS DEAD!<br />
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