28.05.2013 Views

Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

poi alla Mondadori. Alla corte di Silvio, Urbano impara a imitare uno stile fatto di cordialità<br />

straripante, doppiopetti blu anche d’estate e frizzanti complimenti a semplici conoscenti o assoluti<br />

sconosciuti, perché chissà mai, un giorno tutti possono tornare utili. Anche nei mesi in cui<br />

Berlusconi inizia a cullare l’idea di entrare in politica, nel ’93, al suo fianco ha Cairo, che lo aiuta<br />

in molti degli incontri che preparano il terreno ai club da cui nascerà il partito.<br />

Quando però la buriana di Mani pulite si abbatte su Publitalia, l’enfant prodige del Biscione è tra i<br />

primi a finire nel mirino del pool. Il meccanismo contestato dai magistrati è quello delle società<br />

sponda: sigle che firmavano contratti e poi li giravano al colosso pubblicitario, creando fatture<br />

false e riserve di denaro in nero. È l’inchiesta che travolge Marcello Dell’Utri e provoca il<br />

commissariamento di Publitalia. I pubblici ministeri Francesco Greco e Gherardo Colombo<br />

delineano l’esistenza di una rete parallela creata dai manager Fininvest: una macchina raccogli<br />

quattrini che in alcuni casi offre anche un servizio di esportazione di capitali in favore degli<br />

imprenditori. E che fa il nero su tutto, anche sulle sponsorizzazioni sportive di automobilismo,<br />

calcio e ciclismo. Le rivelazioni di un ex manager del giro, Giovanni Arnaboldi, descrivono un<br />

mondo da telenovela dove gli affari vengono conclusi tra feste, top model, yacht e jet personali.<br />

Cairo opera con una società chiamata Publivis che fa mediazioni fittizie. Per i giudici, in questo<br />

modo, tra l’89 e il ’92, oltre 4 miliardi di lire sono finiti fuori dai bilanci, scomparendo anche<br />

dalle dichiarazioni delle tasse. Nell’attività Urbano ha coinvolto praticamente tutta la famiglia:<br />

padre, madre, ex moglie, due sorelle, fratello e cognato. A tutti ha fatto intestare quote della<br />

raccolta pubblicitaria parallela. Quando i pm chiedono di mandarli alla sbarra, nei corridoi della<br />

procura vengono ribattezzati i Cairo Eight, parafrasando il nome del gruppo pop dei Jackson Five.<br />

Perfino la sorellina, matricola in legge, si ritrova imputata. All’apertura del processo Cairo è<br />

l’unico a chiedere il patteggiamento, rompendo il fronte dei manager Publitalia che diversamente<br />

respingono le accuse e si dichiarano vittime politiche. Il suo avvocato, Giuseppe Pezzotta, riesce<br />

a concordare una pena di 19 mesi con la condizionale per falso in bilancio, fatture per operazioni<br />

inesistenti e appropriazione indebita. La sentenza diventa definitiva nel 1999, ma dopo 5 anni<br />

scatta l’estinzione del reato e oggi il certificato penale di Cairo risulta immacolato.<br />

Da quest’esperienza esce assai incrinato il suo rapporto con Dell’Utri, che in azienda non lo vuole<br />

più. Berlusconi è ormai a Roma, in politica, e il boss di Publitalia ha gioco facile nell’emarginare<br />

Cairo nel limbo di Pagine Utili per poi cacciarlo dal gruppo con un benservito che lascia di sasso<br />

il piemontese rampante. Sicché nel 1995, a 38 anni, Cairo si trova a spasso con un pacco di<br />

miliardi, molte ottime conoscenze e un know-how pubblicitario non da poco.<br />

Urbano allora mette in piedi una concessionaria di pubblicità in proprio, che chiama con il suo<br />

nome e trova presto una bonaria sponda ai vertici della Rizzoli: i boss di Crescenzago infatti gli<br />

affidano subito la raccolta di grasse testate come Oggi e Io donna. Come sempre, il ragazzo ci sa<br />

fare, gli investitori arrivano, il gruppo decolla e lo smacco del licenziamento dalla Fininvest è<br />

dimenticato. Tempo dopo dirà: “Mi sono sentito un po’ come il conte di Montecristo: un uomo<br />

che ha fatto il miracolo passando dall’ingiustizia della condanna al grande rilancio, dimostrando<br />

capacità di risalire la china.”<br />

Due anni più tardi Urbano Cairo fa il suo ingresso nel mondo del calcio e comincia a vendere la<br />

pubblicità statica all’interno dell’Olimpico, cioè i cartelloni a bordo campo e dietro le porte. Gli<br />

italiani iniziano così a conoscere il simbolo del suo gruppo - un occhio stilizzato - che ogni tanto<br />

passa anche in tv. Poi si prende la pubblicità di Telepiù, lancia un paio di attività su Internet e<br />

infine si sente pronto per tentare l’avventura da editore. Nel 1999 l’anziano Giorgio Mondadori,<br />

che da tempo si era distaccato dal gruppo di famiglia creando un’azienda di mensili in proprio, è<br />

stanco e vuole ritirarsi in Costa Azzurra. Cairo si fa sotto e poco dopo la Giorgio Mondadori è<br />

sua. Il tenero Urbano riceve una telefonata di complimenti dal suo ex padrone, Silvio, e lui gli<br />

sussurra: “Hai visto presidente? Ora ho la mia Mondadori anch’io.”<br />

Nel luglio del 2000 Cairo riesce a quotare il suo gruppo in piazza Affari, appena in tempo prima<br />

del grande flop borsistico. Per lanciare il collocamento, Urbano fa tappezzare Milano di manifesti<br />

con l’immagine di se medesimo che spunta in giacca e cravatta da un borsone di cuoio e la scritta:<br />

30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!