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Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

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ANTICON(FORM)ISTA<br />

C’era una volta il form dei commenti al mio blog. Tale modulo era generato da uno script<br />

inviamail.php senza codice captcha, roba antidiluviana dal punto di vista internettiano. Il<br />

codice captcha, acronimo per Completely Automated Public Turing test to Tell Computer<br />

and Humans Apart, é una tecnica oggidì largamente utilizzata per contrastare gli input<br />

generati automaticamente da un computer, quello che fanno, ad esempio, gli stramaledetti<br />

spambot, principali responsabili delle e-mail indesiderate. Senza questo codice, é come se<br />

lasciaste il portone del vostro palazzo aperto a ogni sorta di rompiballe, dai distributori di<br />

volantini ai damerini corvacei delle agenzie immobiliari. Cosicché per due anni avevo<br />

dovuto subire una media di quaranta falsi messaggi Gmail giornalieri reclamizzanti ogni<br />

genere di stronzata, dai potenziatori sessuali ai prestiti agevolati, nonché false attestazioni<br />

di stima scritte in italiano vucumprà. Di spostare il mio blog su una piattaforma blogspot<br />

nianca a parlene, che accidempoli pagherei a fare tutti quegli euro per il mio spazio web<br />

allora. Rivendico la mia individualità, per quel che vale. Quindi appena tornato dal mio<br />

quarto viaggio negli Stati Disuniti ho cancellato il suddetto modulo dalla home page. Fine<br />

dello spam. Chi vuole, mi scriva tramite l’indirizzo e-mail visualizzato nel menu, vecchia<br />

maniera; sarò ben lieto di rispondere, ma non pubblicherò alcun commento sul mio sito<br />

personale. Anche le battaglie dialettiche a colpi di post mi hanno definitivamente saturato<br />

i marroni, tutti quegli screanzati da tastiera che appaiono dal nulla pixelato a puntarti un<br />

metaforico dito contro. Fosse vita normale chiuderesti loro la bocca a ceffoni.<br />

Tempo fa su Facebook avevo tra i miei amici la caporedattrice di Italialand, il fortunato<br />

programma del comico <strong>Maurizio</strong> Crozza. L’avevo conosciuta al Nuovo Bar Astra, snodo<br />

cruciale della nighlife di Vicenza, durante un alcolico Capodanno sotto la neve. Lì per lì<br />

Silvia, questo il suo nome, non mi aveva propriamente allettato: caruccia, questo sì, ma se<br />

la tirava un tantino, inoltre indossava quei leggings a righe orizzontali multicolor da Pippi<br />

Calzelunghe grunge che per me sono tra i più spietati cauterizzatori della libido maschile<br />

mai creati da mani umane. A ogni buon conto, appena tornato a Torino le avevo chiesto<br />

l’amicizia. Miss Silvia l’aveva accettata senza dimore, pur allegando quanto segue: “Beh,<br />

hai fatto bene a circostanziare, perché io non mi ricordavo più.” Azz, avevo fatto colpo!<br />

(With tongue firmly in cheek, obviously.)<br />

Ora, come ho già scritto, io amo il rock. Non posso vivere senza. E non sono sciovinista.<br />

Le band capitanate da donne, o perfino composte di sole donne come le Go-Go’s e le L7,<br />

hanno il mio rispetto imperituro. Ai tempi di Exile in Guyville avrei dato una gamba per<br />

un appuntamento con Liz Phair - “I wanna be your blowjob queen”, ricordate? Shirley<br />

Manson e Liela Moss, le porterei entrambe nelle Langhe a ubriacarsi di Barbera. Emily<br />

Haynes e i suoi Metric ruotano incessantemente nel mio venerando lettore CD e iPod da<br />

almeno cinque anni. Help me, I’m alive! Uno dei miei passatempi é postare su Facebook<br />

foto e video di rockeuse. Sempre che non siano vug. Praticamente tutte le pop star corrive<br />

lo sono: Britney Spears, Rihanna, J. Lopez (spiace deludervi, ma il suo tanto magnificato<br />

fondoschiena é un ologramma), Nicki Minaj e avanti la prossima. Nel rock é molto più<br />

raro; Courtney Love e' vug, per esempio. Di sicuro sarà una delle “pecore nere aliene”<br />

della sua razza. Però, lo confesso, adoravo anche lei, o meglio, l’ho adorata per tre dischi.<br />

Ma non ci sarei mai uscito assieme; a maggior ragione non lo farei ora.<br />

Dunque una mattina posto Don’t Upset The Rhythm dei Noisettes, un gruppo indie rock -<br />

se questa parola ha ancora un senso - di Londra. Vi adduco testuali parole: “Ma quanto<br />

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