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ELENA, la BELLEZZA della PAROLA, ovvero dal MITO alla ...

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eguale, non ingannerebbe 37 in egual modo; ora invece non è facile né ricordare<br />

il passato, né scrutare il presente, né vaticinare il futuro, sicché i più nel più<br />

dei casi offrono all’anima l’opinione in qualità di consigliera 38 . Ma l’opinione,<br />

poiché è incerta e malsicura, coinvolge chi le si affida in successi incerti e<br />

malsicuri. 12. Quale causa dunque impedisce di che egualmente i<br />

discorsi abbiano raggirato anche Elena, benché non più giovane, appunto<br />

vittima di violenza come se con violenza fosse stata rapita? E’ infatti possibile<br />

vedere come abbia forza <strong>la</strong> sfera del<strong>la</strong> persuasione, che di necessità non ha -è<br />

vero- l’aspetto, ma ha <strong>la</strong> stessa potenza 39 . Perché un discorso, che abbia<br />

persuaso l’anima, costringe 40 l’anima che ha persuaso sia a prestar fede ai detti<br />

profeta» (fr. 150 Snell-Maehler). Non è inutile ricordare come <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>, che P<strong>la</strong>tone<br />

riprenderà per definire le prerogative del filosofo, ritorni in Luciano (De saltatione 36) per<br />

designare le competenze del danzatore pantomimo che vanta, nel suo repertorio,<br />

conoscenza e capacità d’interpretare l’intero patrimonio mitico, poetico e storico del<br />

mondo antico.<br />

37 La tradizione manoscritta presenta duplice sequenza corrotta: µ tå nËn ge A (Laskaris,<br />

Aldina) : e‰ tå nËn ge X ac ( tå nËn ge X pc ). D-K stampano oÈk ín ımo vw ˜moiow n ı lÒgow, oÂw (Diels) tå<br />

nËn ge (da rendere con qualche difficoltà così: «non di egual efficacia sarebbe il medesimo<br />

discorso, qual è invece per coloro per cui non è agevole...»). MacDowell stampa ~˜moiow~ e<br />

congettura éllå in luogo di µ tå, per poi tradurre: «speech would not be equally<br />

; but as it is...». Qui si accetta, con Donadi, <strong>la</strong> correzione proposta da B<strong>la</strong>ss, che<br />

incorpora <strong>la</strong> congettura di Dobree (nËn d¢ per nËn ge) e rende esplicito il motivo del logos<br />

ingannatore postu<strong>la</strong>to <strong>dal</strong> contesto: oÈk ín ımo vw ˜moiow Ãn (X) ı lÒgow ±ta: nËn d¢... e‰xon /<br />

±ta : periodo ipotetico dell’irrealtà.<br />

38 Non si può escludere che qui ci sia eco del pessimismo di Senofane: dÒkow dÉ §p‹; pa'si t°tuktai<br />

(«l’opinione su tutti sovrasta»: fr. 34, 4).<br />

39 Le prime righe di § 12 costituiscono un locus desperatus (o deperditus), perché sfigurate<br />

da guasti insanabili: sono diventate, nel tempo, palestra di esercizi di restituzione filologica<br />

che sarebbe troppo lungo enumerare (si veda un primo, sostanzioso, elenco in A. Diès, Note<br />

sur l’ ÑEl°nhw §gk≈mion de Gorgias, “Rev. de Philologie” 1913, 192-206). Qui si traduce,<br />

exempli gratia, un testo congetturale che tiene conto delle proposte di correzione avanzate<br />

in apparato da Diels: si introduce il suppl. ; al posto dell’impossibile u{mnoç h\lqen si<br />

legge ÍpÚ lÒgouw §lye›n; il secondo periodo, poi, viene ritoccato come segue: to; ga;r th'ç peiqou'ç<br />

ejxh'n de›n …w krate› (in luogo di oJ de; nou'ç kaivtoi) ∂ ajnavgkh e‰dow xei me;n oÈ (in luogo di eij ajnavgkh<br />

oJ eijdw;ç e{xei me;n ou\n), tØn d¢ dÊnamin tØn aÈtØn xei. Non si può tuttavia escludere che oJ de; nou'ç<br />

segni l’inizio di una glossa penetrata nel testo.<br />

40 Formate su radice non greca, in origine ajnavgkh vale “giogo” e ajnagkavzw “aggiogare”: vd. H.<br />

Schreckemberg, Ananke. Untersuchungen zur Geschichte des Wortgebrauchs, München<br />

1964. Persuasione (peiy≈) e costrizione (énãgkh) procedono in sintonia, perché - come<br />

sappiamo da quanto si riesce a capire del<strong>la</strong> frase precedente - l’azione di persuadere<br />

(pe yein) non ha i connotati duri dell’azione necessitante (énagkãzein), ma ha <strong>la</strong> stessa<br />

potenza di costrizione, affidata alle parole. A proposito dell’insegnamento di Gorgia si<br />

vedano le parole di Protarco in P<strong>la</strong>t. Phileb. 58 a: «Ascoltavo spesso Gorgia affermare che<br />

l’arte del persuadere differisce molto da tutte le altre, perché saprebbe assoggettare a sé<br />

ogni cosa in maniera spontanea e non per mezzo di violenza e sarebbe di gran lunga <strong>la</strong><br />

migliore di ogni arte». Che l’arte retorica consista nel produrre persuasione è affermazione<br />

di Gorgia nell’omonimo dialogo di P<strong>la</strong>tone (P<strong>la</strong>t. Gorg. 453e).<br />

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