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Oltre la Istituzione. Crisi E Riforma Della Psichiatria (Davide Lasagno).

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20 OLTRE L’ISTITUZIONE. CRISI E RIFORMA DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA A TORINO E IN ITALIA<br />

nell’operazione dal<strong>la</strong> suora capo reparto o dal capo infermiere. A quel<br />

punto, terminata anche <strong>la</strong> “vestizione”, il passaggio dal<strong>la</strong> pre-degenza<br />

al<strong>la</strong> degenza poteva considerarsi concluso a tutti gli effetti. Cominciava<br />

allora <strong>la</strong> fase dell’osservazione, che non poteva però protrarsi oltre i<br />

trenta giorni.<br />

Durante quel periodo il medico doveva cercare di stabilire se il nuovo<br />

venuto fosse o meno passibile di ricovero definitivo, se si trovasse cioè<br />

nelle condizioni stabilite dall’articolo 1 del<strong>la</strong> legge giolittiana del 1904,<br />

articolo che imponeva <strong>la</strong> custodia in manicomio a tutte le persone affette<br />

per qualunque causa da alienazione mentale, ma soltanto se «pericolose<br />

a sé o agli altri o di pubblico scandalo». Poteva naturalmente capitare anche<br />

che, sia pure in assenza del requisito del<strong>la</strong> pericolosità, si giungesse<br />

ugualmente a un’ammissione in via definitiva, magari solo perché il paziente<br />

in questione non aveva un altro posto dove andare oppure perché<br />

i suoi famigliari o i suoi parenti non volevano o non erano in grado di<br />

accoglierlo a casa propria né di prendersene cura in alcun modo 9 .<br />

Tutti gli ospiti giudicati, per una ragione o per l’altra, “competenti di<br />

ricovero” entro lo scadere del<strong>la</strong> fase di osservazione venivano trasferiti<br />

all’interno del reparto ritenuto più adatto alle loro caratteristiche. L’assegnazione<br />

dei ma<strong>la</strong>ti alle varie sezioni era rego<strong>la</strong>ta da criteri “misti”,<br />

che prendevano in considerazione parametri non soltanto medici: esistevano<br />

così reparti per epilettici e per alcolisti, ma anche per <strong>la</strong>voratori,<br />

per pazienti cronici, per lungodegenti, per incontinenti tranquilli e<br />

per bambini. Gli uomini erano mantenuti rigidamente separati dalle<br />

donne. A queste ultime erano riservati per intero tre diversi ospedali,<br />

tra cui <strong>la</strong> vecchia sede cittadina di via Giulio, mentre gli uomini erano<br />

destinati tutti a Collegno.<br />

Fino a quando alcuni di essi non furono trasformati, durante il periodo<br />

del<strong>la</strong> contestazione anti-manicomiale del biennio 1968-1969, in comunità<br />

terapeutiche, i vari reparti del complesso ospedaliero torinese<br />

non presentavano tra loro differenze significative. Ne esisteva soltanto<br />

siglio di Amministrazione il 26 febbraio 1951 e omologato dal Ministero dell’Interno<br />

in data 14 maggio 1951, come da nota n. 26081/39, art. 193: «agli ispettori […] sono<br />

affidate le seguenti mansioni […]: provvedono al ritiro degli abiti e degli oggetti personali<br />

dei nuovi entrati, curandone con le dovute precauzioni igieniche <strong>la</strong> consegna<br />

al magazzino e al<strong>la</strong> disinfezione; custodiscono gli oggetti di minor valore e consegnano<br />

gli altri, dopo <strong>la</strong> registrazione, all’ufficio all’uopo designato dall’Amministrazione».<br />

9 Nel<strong>la</strong> cartel<strong>la</strong> clinica di una donna al terzo ricovero, al<strong>la</strong> quale era stata diagnosticata<br />

una forma di schizofrenia paranoide, si può leggere ad esempio <strong>la</strong> seguente<br />

annotazione di un medico: «sarebbe dimissibile […]. Visto che il marito non vuol<br />

saperne di riprender<strong>la</strong>, tenuto conto dei noti precedenti l’ammetto [al ricovero definitivo]».<br />

La cartel<strong>la</strong> clinica è riportata in G. Petrone, Reinserimento sociale di degenti<br />

psichiatrici istituzionalizzati: analisi di un’esperienza, Tesi di specializzazione in Psicologia,<br />

Università degli Studi di Torino, Facoltà di Magistero, anno accademico 1972-<br />

1973, p. 204.

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