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Oltre la Istituzione. Crisi E Riforma Della Psichiatria (Davide Lasagno).

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30 OLTRE L’ISTITUZIONE. CRISI E RIFORMA DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA A TORINO E IN ITALIA<br />

1 a 9, e comunque inferiore a quello degli ospedali di altre grandi città<br />

come Roma, Napoli, Genova o Mi<strong>la</strong>no 27 .<br />

anno 1957 1958 1959 1960 1961 1962 1963<br />

personale 904 893 932 944 1011 1079 1103<br />

anno 1964 1965 1966 1967<br />

personale 1196 1346 1430 1456<br />

taBel<strong>la</strong> 1 personale dipendente negli OO.PP. torinesi dal 1957 al 1967<br />

Attorno al 1968 quel<strong>la</strong> torinese si presentava quindi come una delle<br />

più imponenti istituzioni manicomiali d’Italia. In poco più di due secoli<br />

si era passati dal piccolo “spedale dei pazzerelli”, con i suoi cento<br />

posti letto, a un comprensorio di enormi dimensioni, capace di ospitare<br />

quasi cinquemi<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ti e nel quale <strong>la</strong>voravano poco meno di mille e<br />

cinquecento persone: un vero e proprio gigante, insomma, o una specie<br />

di “Brasilia” psichiatrica, per riprendere uno dei più efficaci appel<strong>la</strong>tivi<br />

che gli sarebbero stati attribuiti in momenti non lontani a venire, nel<br />

bel mezzo del<strong>la</strong> crisi che doveva travolgere i manicomi di Torino a partire<br />

dal dicembre del 1968.<br />

Le terapie tra innovazione e tradizione<br />

Ore 9: dopo mezz’ora circa dall’inizio, diventa inquieta, cammina per<br />

il camerone ripetendo: “mi sento svenire, perché compatite nul<strong>la</strong>”. Tocca<br />

le altre ma<strong>la</strong>te, dice di sentirsi perseguitata indicando due infermiere<br />

che le sono accanto; ma non sa spiegare il perché di tale sentimento. Sa<br />

di trovarsi in un ospedale […]. Vuole scrivere ma subito cambia proposito;<br />

vuole mangiare. Attenzione fugace, incapace di concentrarsi su di un<br />

argomento […]. Ore 10: […] suda abbondantemente, rossa in viso. Ricorda<br />

d’improvviso <strong>la</strong> morte del marito […]. Sente piangere il bambino di notte<br />

(ricordo delirante). Rammenta tre figli. Improvvisa inquietudine psicomotoria<br />

e grida ad alta voce “vitto e tranquillità”. Ore 13: l’amma<strong>la</strong>ta si<br />

guarda di continuo allo specchio gli occhi, se li sfrega. Afferma anche di<br />

trovarsi patita e diversa. Ha coscienza che qualcosa di anormale va accadendo.<br />

Continua a chiedere di essere <strong>la</strong>sciata tranquil<strong>la</strong> […]. Ore 16: ha<br />

scritto due lettere ai parenti, invocando aiuto. Continua a <strong>la</strong>mentarsi che<br />

<strong>la</strong> morte è vicina. Accusa stiramenti alle palpebre […]. Ore 19.45: si sente<br />

meglio. Critica il suo precedente delirio di fecondità asserendo che novecento<br />

nascite sono impossibili per una donna. Suda abbondantemente e<br />

27 I dati inseriti nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> 1 sono tratti da: Presidenza degli OO.PP. di Torino, Re<strong>la</strong>zione<br />

informativa e programmatica al Presidente dell’Amministrazione provinciale di<br />

Torino, Ospedali Psichiatrici di Torino, 8 gennaio 1968.

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