29.05.2013 Views

Oltre la Istituzione. Crisi E Riforma Della Psichiatria (Davide Lasagno).

Oltre la Istituzione. Crisi E Riforma Della Psichiatria (Davide Lasagno).

Oltre la Istituzione. Crisi E Riforma Della Psichiatria (Davide Lasagno).

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

22 OLTRE L’ISTITUZIONE. CRISI E RIFORMA DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA A TORINO E IN ITALIA<br />

ca settantacinque ma<strong>la</strong>ti, segna<strong>la</strong>ndosi per i molti incidenti che si verificavano<br />

periodicamente al suo interno nonché per l’elevato numero<br />

di contenzioni che vi venivano praticate 13 . Sotto il profilo del degrado<br />

ambientale c’erano comunque sezioni <strong>la</strong> cui condizione pareva ancor<br />

più compromessa, in special modo quelle riservate a soggetti partico<strong>la</strong>rmente<br />

deteriorati o con lunghi periodi di ospedalizzazione alle spalle:<br />

come <strong>la</strong> quinta – per lungodegenti – un vero e proprio «letamaio»,<br />

con «muri scrostati», dormitori sovraffol<strong>la</strong>ti e un «odore acre di urina»<br />

che aleggiava su tutto; o <strong>la</strong> prima – per cronici – nel<strong>la</strong> quale i letti erano<br />

disposti a trenta - quaranta centimetri gli uni dagli altri e i gabinetti,<br />

«sporchi e insufficienti», venivano chiusi durante tutta <strong>la</strong> notte, obbligando<br />

i ricoverati a servirsi di vasi che venivano svuotati soltanto al<br />

mattino 14 .<br />

Già attorno al<strong>la</strong> metà degli anni Sessanta <strong>la</strong> situazione degli ospedali<br />

di Collegno e di via Giulio aveva attirato su di sé l’attenzione dei giornali.<br />

Persino il quotidiano “La Stampa”, in precedenza poco interessato<br />

a tali problemi, era arrivato a par<strong>la</strong>re di ma<strong>la</strong>te costrette a dormire negli<br />

scantinati, con «gli scarafaggi», e a sottolineare il carattere fatiscente<br />

delle attrezzature e dei locali a disposizione di medici e ricoverati. Si era<br />

trattato tuttavia di denunce parziali, avanzate con toni piuttosto concilianti<br />

15 , che nel loro insieme erano sembrate inquadrarsi in una strategia<br />

tesa a sostenere <strong>la</strong> necessità di nuovi investimenti economici in<br />

campo manicomiale, in totale sintonia con gli analoghi propositi che<br />

da qualche tempo erano andati maturando in seno al<strong>la</strong> Giunta provinciale,<br />

e in special modo al<strong>la</strong> sua componente democristiana.<br />

Non si può negare che gli ospedali di via Giulio e di Collegno abbiano<br />

rappresentato a lungo, nell’opinione comune, i due manicomi torinesi<br />

per eccellenza; erano d’altra parte gli edifici più popo<strong>la</strong>ti, più vecchi e<br />

più imponenti dell’intero complesso manicomiale cittadino (anche se<br />

sarebbe forse più corretto dire provinciale). Non bisogna dimenticare,<br />

tuttavia, che nel corso del Novecento accanto ad essi ne erano sorti altri<br />

due, collocati entrambi non lontano dal<strong>la</strong> città, in centri del<strong>la</strong> prima<br />

cintura, rispettivamente a Grugliasco e in borgata Savonera e che<br />

a completare il comprensorio ospedaliero si erano aggiunte col passare<br />

del tempo alcune strutture di dimensioni ridotte – le cosiddette Ville –<br />

destinate ad accogliere pazienti con esigenze partico<strong>la</strong>ri.<br />

13 Si veda Associazione per <strong>la</strong> lotta contro le ma<strong>la</strong>ttie mentali (a cura di), La fabbrica<br />

del<strong>la</strong> follia: re<strong>la</strong>zione sul manicomio di Torino, Einaudi, Torino 1971, pp. 63-66.<br />

14 Ivi, pp. 39 e 49.<br />

15 In uno degli articoli in questione, Visita al manicomio di Collegno, pubblicato il 17<br />

gennaio del 1966, si par<strong>la</strong>va ad esempio di ma<strong>la</strong>ti contenuti, precisando però che,<br />

nonostante <strong>la</strong> fettuccia al polso, essi potevano «alzare le braccia per una trentina di<br />

centimetri» e sottolineando come un sedicenne, a dispetto delle sue tendenze aggressive<br />

e autolesive, fosse stato <strong>la</strong>sciato libero di circo<strong>la</strong>re in refettorio con i compagni,<br />

«tenuto affettuosamente per un braccio da uno schizofrenico».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!