AA.VV. - Appendici del futuro 8 - ctsbasilicata
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CLIC. Il Federalrobot, programmato alla massima efficienza in casi <strong>del</strong> genere, le<br />
diede un colpetto al gomito. Lei si alzò e seguì le istruzioni <strong>del</strong>l’avvocato, ma...<br />
Che cosa dire a quel giudice gelido? A tutte quelle persone in attesa? Che sul<br />
pianeta alieno l’aria era dolce e calda? Che profumava di fiori e di erba? Che aveva<br />
qualcosa <strong>del</strong> suo pianeta natio? Che c’era un uccello che cantava al chiaro di luna,<br />
appollaiato sul ramo di un albero molto simile a quelli vicino a casa sua, quand’era<br />
bambina, salvo che per le foglie che erano <strong>del</strong> colore sbagliato?<br />
— Parlate, adesso — disse l’avvocato. La voce metallica era un po’ preoccupata.<br />
— Non bisogna far attendere la corte.<br />
— Non so da dove cominciare — disse lei, ed era vero.<br />
— Cominciate dal principio, continuate con la parte centrale e terminate con la fine<br />
— scattò il giudice. — fateci un resoconto chiaro e conciso di questa vergognosa<br />
faccenda. E spicciatevi. Ci sono altri casi che aspettano, sapete?<br />
— Io...<br />
— Cominciate! Immediatamente! E che sia un resoconto preciso!<br />
— Obiezione — intervenne l’avvocato. — Il giudice sta intimidendo l’imputata.<br />
— Obiezione accolta — disse il giudice con aria annoiata. — Cominciate, “per<br />
favore”.<br />
— Grazie, Cittadino Giudice — disse lei. — Non abuserò <strong>del</strong>la pazienza <strong>del</strong>la<br />
corte.<br />
— Prendo nota con piacere di questa affermazione.<br />
— Ho preso parte a un totale di quarantatré missioni esplorative per conto <strong>del</strong><br />
Dipartimento Viaggi — cominciò lei — e ho visto molte civiltà aliene. Alcune molto<br />
misere, altre barbare. Alcune afflitte da malattie, da governi cru<strong>del</strong>i, da guerre, da<br />
catastrofi naturali o dalla loro stessa tecnologia. Altre...<br />
— Cittadina — la interruppe il giudice, — se fossimo interessati alla storia <strong>del</strong>la<br />
vostra vita, guarderemmo la tre-D. Risparmiateci i particolari.<br />
— Obiezione! — disse l’avvocato. — Il giudice si rivolge all’imputata in tono<br />
sarcastico.<br />
— Respinta. L’imputata vada avanti, con meno melodramma e più fatti, oppure il<br />
sarcasmo altrui sarà il minore dei suoi guai.<br />
Una certa caparbietà stava affiorando tra l’apatia e la stanchezza di lei. Aveva<br />
sempre mal sopportato i prepotenti, e questo giudice li batteva tutti.<br />
— Eppure non ho mai, ripeto “mai”, visto qualcosa di simile a quello che ho<br />
trovato su quel pianeta — proseguì lei, come se non fosse stata interrotta. — Può<br />
darsi, Cittadino Giudice, che grazie alla vostra grande esperienza voi siate ormai<br />
abituato alle miserie, ma io vi dico che quanto ho visto supera qualunque cosa voi<br />
abbiate potuto sperimentare. Con i miei occhi, l’ho visto. Non è che ne abbia solo<br />
sentito parlare.<br />
— E parlatene, allora. Siate precisa. Quali miserie?<br />
— Gli indigeni erano molto simili a noi — disse lei, e si ricordò di come le fosse<br />
stato facile muoversi inosservata sul pianeta, — una copia quasi esatta. E con grandi<br />
potenzialità. Ma ognuno e tutti erano malati. Handicappati al massimo grado.<br />
— Descrivete le loro condizioni. Vi avverto, però: niente sentimentalismi!<br />
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