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14)<br />
l’intervista<br />
Dall’incontro<br />
tra ciliegio e salice<br />
nasce forte e leggera la “chiavarina”<br />
Nella Chiavari del sedicesimo secolo,<br />
grazie ad un’attività molto florida di<br />
commercio del legname, prese a svilupparsi<br />
in modo considerevole l’arte della<br />
falegnameria. Grazie alla loro abilità i<br />
bancalari (così venivano chiamati gli artigiani<br />
del legno) riuscirono negli anni a<br />
dare lustro alla cittadina, resistendo al<br />
monopolio delle corporazioni Genovesi.<br />
Quando nel 1800 nacque la Società<br />
Economica, si rese indispensabile dare<br />
una forma più organizzata alla produzione<br />
artigianale locale, puntando a produrre<br />
manufatti originali e di alta qualità<br />
anche su larga scala.<br />
Tra i fondatori della Società, vi era Il<br />
Marchese Stefano Rivarola, chiavarese<br />
di origine, all’epoca ambasciatore per la<br />
Repubblica di Genova presso le corti di<br />
Austria e di Francia. Fu proprio tornando<br />
da una visita a Parigi che il Marchese<br />
Rivarola portò con sé una delle sedie<br />
tipiche della corte francese chiamata,<br />
appunto, la Parigina, con l’intenzione di<br />
copiarla e farla produrre dagli artigiani<br />
della sua città. L’incarico venne dato a<br />
Gaetano Descalzo, detto il Campanino,<br />
uno dei più abili artigiani del legno, a cui<br />
fu consegnata la sedia per riprodurla.<br />
Il Campanino non si limitò a copiarla,<br />
bensì seppe fare di meglio. Utilizzando il<br />
ciliegio selvatico locale, di cui vi era<br />
abbondanza, e modificandone il modello,<br />
alleggerì la struttura, semplificandola<br />
e rendendola più armoniosa. Inoltre,<br />
sostituì l’impagliatura della seduta di<br />
tipo viennese con una realizzata appositamente<br />
da esperte tessitrici chiavaresi,<br />
conferendo alla sedia l’eleganza e la leggerezza<br />
che la resero inconfondibile.<br />
gli Amici dei Cassè n. 4 luglio 2008