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alla scoperta di...<br />
La navigazione in barca a vela<br />
Itinerario esperenziale con gli elementi naturali<br />
Le condizioni generali del<br />
nostro pianeta, nel momento<br />
in cui è apparso<br />
l’uomo, dovevano essere<br />
molto particolari, poiché<br />
per lungo tempo nessun<br />
essere umano ha potuto<br />
viverci. Ciò significa che la<br />
natura, nel suo complesso,<br />
ha leggi che possono<br />
anche non tener conto<br />
delle caratteristiche umane.<br />
Tuttavia, se consideriamo<br />
l’uomo come il prodotto<br />
più evoluto della natura,<br />
è difficile pensare che la<br />
natura possa avere delle<br />
leggi che contrastino in<br />
maniera irreparabile con la<br />
sua sopravvivenza. Se e<br />
quando la natura sembra<br />
comportarsi così (vedi le<br />
cosiddette “catastrofi ambientali”),<br />
molto spesso dipende<br />
dagli effetti delle<br />
azioni degli uomini sul pianeta.<br />
La natura restituisce<br />
all’uomo il danno che è<br />
stato arrecato alle sue proprie<br />
leggi e l’essere umano<br />
è l’unica entità che può<br />
causare un danno irreversibile<br />
alla natura. I danni a<br />
volte sono così macroscopici<br />
che si stenta persino a<br />
credere che siano stati<br />
provocati dall’uomo e si<br />
preferisce pensare che esistano<br />
delle leggi naturali la<br />
cui comprensione in parte<br />
ci sfugge. E’ comunque<br />
davvero singolare constatare<br />
come la natura, pur<br />
senza essere costretta da<br />
alcunché, abbia saputo<br />
modificare le proprie condizioni<br />
generali per permettere<br />
all’uomo di esistere.<br />
In assoluto non esiste<br />
nulla all’esterno dell’uomo<br />
più prezioso della natura e<br />
nulla al suo interno più<br />
importante della coscienza.<br />
Se natura e coscienza<br />
non riescono a coesistere,<br />
il più delle volte la responsabilità<br />
è della coscienza.<br />
Per sviluppare la propria<br />
consapevolezza ed espandere<br />
la sua coscienza l’uomo<br />
si è confrontato con gli<br />
elementi naturali: acqua,<br />
vento, sole ecc. Un contesto<br />
prezioso, per questo<br />
tipo di esperienza, è costituito<br />
dalla navigazione a<br />
vela. Usata fin dall’antichità<br />
più remota, fa parte oggi<br />
dei percorsi formativi offerti<br />
da <strong>Anidra</strong>. La navigazione<br />
è qui intesa come metafora<br />
di vita, navigazione<br />
che procura saggezza.<br />
Quando prendiamo il mare<br />
avanziamo nel mondo riconoscendo<br />
e rendendo omaggio<br />
all’assetto superiore<br />
delle cose. A bordo di<br />
una barca ci muoviamo di<br />
concerto con l’energia del<br />
vento e del mare. Ci alziamo<br />
e ci abbassiamo con le<br />
onde, in maniera del tutto<br />
naturale. Il nostro pensiero<br />
e le nostre azioni sono il<br />
vento e il mare del nostro<br />
essere. Quando ci accordiamo<br />
con il respiro più<br />
vasto avvertiamo una profonda<br />
armonia. Perfino nei<br />
venti dell’avversità un<br />
equilibrio interiore raddrizza<br />
l’imbarcazione inclinata,<br />
una stabilità racchiusa<br />
nelle radici trattiene dal<br />
basso il bambù piegato. Si<br />
impara a ricevere senza<br />
prendere, che è un atto<br />
duro e aggressivo, per<br />
consenso generale, in<br />
maniera dolce e cedevole.<br />
Forse la spinta a lottare è il<br />
nostro primo tentativo<br />
cosciente di venire a patti<br />
con quell’insieme che<br />
abbiamo diviso in io e non<br />
io. Riunendo queste parti<br />
separate risaniamo lo scisma<br />
e scopriamo una profonda<br />
comunione con le<br />
cose. La navigazione è una<br />
comunione siffatta. Quando<br />
andiamo per mare, le<br />
energie del vento e del<br />
mare vengono utilizzate<br />
per poi essere restituite<br />
intatte; procediamo per la<br />
nostra rotta mentre il vento<br />
e il mare continuano come<br />
prima. Si tratta di un processo<br />
profondamente ecologico.<br />
Quando ci apriamo<br />
al vento e al mare, il vento<br />
ci penetra con il suo respiro<br />
e il mare si riversa dentro<br />
di noi fino a mutarci.<br />
Quando torniamo alla terra<br />
e alle parole, conserviamo<br />
la sconfinatezza, con le<br />
nostre menti pensiamo<br />
come il vento, con i nostri<br />
corpi agiamo come il mare.<br />
Paolo Bendinelli<br />
gli Amici dei Cassè n. 4 luglio 2008