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storia, leggende e tradizioni<br />

La conquista dell’Europa<br />

da parte dei Romani<br />

portò un primo esempio di<br />

quel processo che non si<br />

sarebbe più arrestato e che<br />

ci porta ai giorni nostri, e<br />

cioè all’uniformarsi<br />

di tutte quelle<br />

peculiarità che le<br />

varie culture, razze<br />

e tribù rappresentano,<br />

ad un<br />

modello che fosseuniversalmente<br />

riconosciuto.<br />

Così, per ragioni<br />

che erano molto<br />

più attinenti alla necessità<br />

di condizionare le masse<br />

per meglio controllarle,<br />

quindi più per politica che<br />

per cuore, nell’organizzazione<br />

degli stati si iniziò a<br />

dar peso più alla forma che<br />

alla sostanza.E questo<br />

avvenne anche in ambito<br />

religioso, dove la sostanza<br />

è costituita dal sentimento,<br />

dal collegamento.Quindi le<br />

antiche divinità che provenivano<br />

da una tradizione<br />

dalle nobili e antichissime<br />

origini, vennero sostituite<br />

gradualmente da idoli di<br />

derivazione greca di cui i<br />

gli Amici dei Cassè n. 4 luglio 2008<br />

Religiosità tra mito,<br />

favole e tradizione<br />

romani si erano appropriati,<br />

spogliandoli tra l’altro di<br />

significati ancestrali, portando<br />

così ad una forma<br />

religiosa che somigliava<br />

più alla superstizione.<br />

Nel vuoto di organizzazione<br />

sociale e legislativa<br />

dovuto alla inaccessibilità<br />

delle valli dell’entroterra, vi<br />

era però tutto lo spazio per<br />

conservare, tramandare e<br />

sviluppare quel particolare<br />

rapporto con il sacro e la<br />

religiosità, fatto di riti, pratiche<br />

e credenze che le<br />

popolazioni locali avevano<br />

ereditato dai propri antenati.<br />

La sacralità primordiale<br />

era fatta di terra, di boschi,<br />

di contatto diretto con le<br />

forze della natura e di<br />

rispetto, ammirazione e<br />

prostrazione spontanea,<br />

sottomissione gioiosa a ciò<br />

che è più grande di noi. Un<br />

gioco di relazione, una<br />

danza con le energie del<br />

mondo, di cui l’Uomo<br />

Antico diventava co-creatore,<br />

artefice e<br />

‘coltivatore’.La<br />

religione degli antichi<br />

teneva conto<br />

dei cicli solari, di<br />

quelli della luna<br />

( collegati ai cicli<br />

mestruali nelle<br />

donne ), dell’influenza<br />

dei pianeti e<br />

degli allineamenti<br />

geometrici in momenti particolari<br />

dell’anno solare. In<br />

questi momenti l’informazione<br />

che proveniva da<br />

‘oltre’giungeva, per così<br />

dire, in modo più cospicuo<br />

e diretto.<br />

Per l’uomo cosiddetto<br />

‘preistorico’ la sacralità era<br />

un rapporto diretto col<br />

Divino, come un ingrediente<br />

speciale che entrava<br />

dentro di sé, innescando<br />

col proprio sentimento una<br />

reazione alchemica in<br />

grado di trasformare concretamente<br />

la persona.<br />

Chiaramente, non tutti i<br />

31)

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