biblioteca di studi di filologia moderna – 17 - Firenze University Press
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a colloQuio con lo scrittore 21<br />
vorrei spingerti a una riflessione su questo, sulla tua relazione attuale con<br />
il teatro, e sulla <strong>di</strong>fferenza o coincidenza che riscontri come autore <strong>di</strong> entrambi<br />
i generi, romanzo e teatro.<br />
mVll: È una domanda interessante, che tra l’altro apre un ventaglio<br />
<strong>di</strong> temi molto ampio. c’è un teatro che non è letteratura, sì, è vero: c’è un<br />
teatro che è solo spettacolo. negli anni settanta abbiamo vissuto la moda<br />
degli happenings: gli happenings non si potevano definire letteratura,<br />
erano un teatro senza testo, basati sull’improvvisazione; era narrazione,<br />
ma non era letteratura, non era una narrazione creata con parole. Personalmente<br />
preferisco un teatro che abbia un testo più ricco, ma è vero anche<br />
che il teatro non è mai solo letteratura: anche nel migliore dei casi,<br />
quando un’opera ha come supporto un testo ricco, creativo, questo testo<br />
da solo non è sufficiente per fare buon teatro. il teatro è uno spettacolo<br />
con<strong>di</strong>viso, in cui l’autore è solo un ingre<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> un meccanismo complesso<br />
in cui convivono ruoli essenziali come quello dell’autore, del regista,<br />
degli attori, e anche tutta l’infrastruttura tecnica, l’illuminazione, il<br />
suono, i costumi…: tutto questo fa sì che quest’arte <strong>di</strong> composizione che<br />
è il teatro sia, oltre che letteratura, spettacolo. ora, cos’ha <strong>di</strong> così affascinante<br />
il teatro per uno scrittore <strong>di</strong> finzione? il teatro è la finzione viva. il<br />
teatro è un modo <strong>di</strong> vivere la finzione: un attore sulla scena entra a far<br />
parte <strong>di</strong> un mondo d’immaginazione, un mondo creato con parole, e durante<br />
il tempo che dura lo spettacolo smette <strong>di</strong> essere quello che era per<br />
trasformarsi in personaggio <strong>di</strong> fiction. Vive la fiction: per due ore esce da<br />
se stesso e s’incarna in un personaggio che i romanzieri creano a base <strong>di</strong><br />
parole e immaginazione, però che rendono vivo solo in<strong>di</strong>rettamente, attraverso<br />
la propria sensibilità e immaginazione. nel teatro no: nel teatro<br />
la finzione si vive sul serio, e finché dura lo spettacolo gli attori sono personaggi<br />
<strong>di</strong> finzione incarnati. lì si vive, e questa finzione è quel che più si<br />
avvicina alla vita reale, non la vita immaginata, la vita inventata, perché<br />
questa fiction ha, come la vita, la precarietà, la consistenza che dà il fatto<br />
che questi personaggi s’incarnino in esseri vivi, che parlano, respirano,<br />
soffrono e gioiscono come esseri reali. Vivere la fiction, per chi ha passato<br />
la vita a creare fictions, è un’esperienza unica, un’esperienza impagabile.<br />
in realtà, mai avrei pensato che l’avrei fatto, che sarei salito su un palco.<br />
È successo per colpa dell’italia, lo <strong>di</strong>co per inciso: qualche anno fa ero<br />
a torino, invitato da alessandro baricco. come sapete baricco ha fondato<br />
lì un’accademia molto particolare, l’accademia Holden, un tributo a salinger,<br />
al protagonista de The Catcher in the Rye (1951). È un’accademia dove<br />
si stu<strong>di</strong>ano tutte le forme possibili <strong>di</strong> narrazione, per ragazzi e ragazze<br />
che abbiano la vocazione del romanziere, dell’autore <strong>di</strong> racconti, <strong>di</strong> sceneggiatore<br />
<strong>di</strong> cinema, ra<strong>di</strong>o o televisione. È una scuola molto libera, non è<br />
un’istituzione universitaria, <strong>di</strong>sciplinata, rigida, non lo è affatto, e baricco<br />
invita autori <strong>di</strong> generi <strong>di</strong>versi perché <strong>di</strong>ano conferenze. dunque ero là, e<br />
non lo vi<strong>di</strong>, però seppi che baricco ogni tanto allestiva degli spettacoli in<br />
giro per l’italia che magari qualcuno <strong>di</strong> voi ha visto 8 , degli spettacoli in cui<br />
selezionava testi narrativi che poi leggeva e commentava, <strong>di</strong> solito insieme