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biblioteca di studi di filologia moderna – 17 - Firenze University Press

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miti uniVersali e memoria PeruViana<br />

sto che infonde in lituma la loro presenza, e che lo porta a immaginare e<br />

supporre che in sua assenza essi si rendano responsabili <strong>di</strong> ogni genere <strong>di</strong><br />

pratiche squallide e sconce.<br />

la riscrittura del mito fatta da Vargas llosa parte infatti da una coppia<br />

<strong>di</strong> ex-<strong>di</strong>vinità ormai non solo umanizzate, ma anche invecchiate: <strong>di</strong>oniso<br />

e arianna non soltanto non sono ascesi al cielo, come altrove si narra, ma<br />

invece, <strong>di</strong>venuti sedentari per stanchezza, sono finiti in un miserabile e tristissimo<br />

accampamento <strong>di</strong> operai, dove gestiscono l’unica bettola del luogo,<br />

frequentata da soli uomini, e dove stancamente <strong>di</strong>oniso cerca <strong>di</strong> rallegrare<br />

ancora gli animi <strong>di</strong>spensando pisco (grappa) e facendo un po’ il pagliaccio.<br />

umanizzazione, degradazione, una certa messa in paro<strong>di</strong>a: è questo il segno<br />

della riscrittura del mito nel romanzo, ancor più dell’adattamento agli<br />

elementi, per così <strong>di</strong>re esteriori, che caratterizzano l’ambientazione an<strong>di</strong>na:<br />

dagli spiriti delle montagne ai pishtacos, alla <strong>di</strong>vinazione attraverso foglie <strong>di</strong><br />

coca; fino al fatto che nei cortei bacchici che <strong>di</strong>onisio ancora animava qualche<br />

anno ad<strong>di</strong>etro, partecipavano musicisti e danzatori an<strong>di</strong>ni, e non certo<br />

della grecia antica. tuttavia, questi due personaggi non sono degradati o<br />

paro<strong>di</strong>ati al punto da non riuscire ancora tenebrosi e oscuri; anche se più<br />

che un terrore ‘<strong>di</strong>vino’ ciò che provocano è un irresistibile <strong>di</strong>sgusto, il senso<br />

<strong>di</strong> nausea per qualcosa che, pur essendo repellente, ha non<strong>di</strong>meno un certo<br />

potere <strong>di</strong> attrazione. e in effetti, l’atto che fanno compiere ai lavoratori del<br />

cantiere è assolutamente serio: il sacrificio <strong>di</strong> tre uomini, in cerimonie culminanti<br />

in riti <strong>di</strong> antropofagia. dunque, <strong>di</strong>etro la maschera <strong>di</strong> un omuncolo<br />

buffone e grassoccio e <strong>di</strong> una vecchia strega un po’ suonata, si rivelano<br />

poi gli aspetti più cupi e terribili del mito e della religione <strong>di</strong>onisiaca: il rito<br />

sacrificale in cui si <strong>di</strong>vora una vittima umana.<br />

la stessa doña adriana si occupa <strong>di</strong> esporne la funzione e la ragione: si<br />

tratta <strong>di</strong> una ri-attualizzazione (ma forse è meglio <strong>di</strong>re della ripetizione)<br />

del mito e del rito del sacrificio del re (<strong>di</strong> <strong>di</strong>oniso stesso, nel mito, dei suoi<br />

sostituti umani, nel rito), pratica culturale dei tempi antichi che aveva lo<br />

scopo <strong>di</strong> regolare ed equilibrare i cicli cosmici e agricoli secondo il principio<br />

dello scambio: la morte in cambio della fertilità, il sangue dell’uomo<br />

come ‘offerta’ alle forze in grado <strong>di</strong> restituire fecon<strong>di</strong>tà, fertilità, vita.<br />

spiegazione che è in grado <strong>di</strong> collegare e tenere insieme le pratiche della<br />

religione <strong>di</strong>onisiaca e i sacrifici umani delle civiltà an<strong>di</strong>ne preispaniche,<br />

quali espressioni <strong>di</strong> un medesimo sentire religioso, <strong>di</strong> un analogo sentire<br />

il rapporto dell’uomo con il cosmo 11 .<br />

in questo modo Vargas llosa esce dai confini della problematica esclusivamente<br />

an<strong>di</strong>na, da cui ha preso le mosse, per approdare a una <strong>di</strong>mensione<br />

<strong>di</strong> carattere più universale e generale: il problema non è il passato<br />

an<strong>di</strong>no (intendendo il passato, come <strong>di</strong>cevamo prima, come ciò che ritorna),<br />

ma è il passato dell’uomo in generale, il passato <strong>di</strong> tutti. e riguardo<br />

al presente, non soltanto la violenza scatenatasi sulle ande, ma quanto <strong>di</strong><br />

simile accade anche altrove nel mondo.<br />

i miti e i riti <strong>di</strong> iniziazione, degli dei morenti e ritornanti, sono infatti<br />

collegati strettamente alle culture agrarie, ai miti stagionali, al ripetersi<br />

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